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Archive for 9 agosto 2013

L’inaugurazione della “Cruci”

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"Fiuredda di la Cruci"

“Fiuredda di la Cruci”

Il nostro parente Salvatore Sferlazza e la moglie Grazia sono tornati dall’America per un particolare motivo. Salvatore era stato gravemente ammalato ed aveva invocato la grazia a Padre Gioacchino la Lomia, da noi ritenuto Santo.

“Patri Iachinu”  durante le sue visite a Milena aveva piantato una Croce a  termine della Via Nazionale, precisamente nel crocevia. (nel disegno a lato la ricostruzione dell’antica “fiuredda di la Cruci”)

A guarigione ottenuta è venuto in Italia per assistere all’inaugurazione della nuova Stele, che aveva fatto erigere al posto di quella originale in gesso e piccola per adempiere al voto fatto.

da sinistra davanti al quadro della Madonna: don Girolamo Falcone, Grazia Cassenti, l'arciprete Giuseppe Palumbo, Salvatore Sferlazza, don Salvatore Tona con la nipotina Concettina.

da sinistra davanti al quadro della Madonna: don Girolamo Falcone, Grazia Cassenti, l’arciprete Giuseppe Palumbo, Salvatore Sferlazza, don Salvatore Tona con la nipotina Concettina.

Salvatore Sferlazza era nipote dello Zio Stefano Cassenti perché figlio della sorella che aveva sposato il padre di Salvatore. Erano poi emigrati nell’America del Nord, difattii abitavano a Detroit, dove gestivano un grande negozio di calzature. La moglie Grazia era pure figlia di emigrati da Serradifalco.

Alcuni mesi prima avevano scritto del loro voto e della loro volontà a mio padre Giovanni il quale subito aveva incaricato l’Ing. Luigi Pantano da Canicatti per il progetto. Ottenuta L’autorizzazione, iniziarono i lavori, seguiti da tante persone devote del Padre Gioacchino e da altri lieti di partecipare alla nuova opera.

La croce  che era stata messa sulla cappellina di gesso, già provata dal tempo, venne ridimensionata e conservata dentro l’involucro fatto a misura della nuova costruzione. I pezzi di legno avanzati sono stati portati a casa dai fedeli come reliquia.

I coniugi davanti LA CRUCI

I coniugi davanti LA CRUCI

Nell’Agosto del 1948 a lavori ultimati sono arrivati dagli Stati Uniti e precisamente da Detroit dove risiedevano, i coniugi Salvatore e Grazia Sferlazza per assistere all’inaugurazioine della “Cruci”. Alla Cerimonia hanno partecipato le Autorità Civili e Religiose e un folto numero di fedeli.

Il quadro della Madonna che durante i lavori era stato custodito in Chiesa, è stato riportato nella nuova Stele in processione e ricordo che lo portavano alcune giovanette, In prima fila c’era la figlia dell’Ingegnere progettatore Pantano e mia cugina Mela.

Non conosco la fine del vecchio, ma penso l’abbia preso qualcuno del vicinato.

Mentre  l’attuale quadro è stato donato da mio Padre in memoria di mia Madre, Sono state fatte tante fotografie, alcune delle quali anch’io conservo.

 

quadro.

PROSSIMAMENTE PUBBLICHEREMO L’INTERA STORIA DE LA CRUCI RICOSTRUITA DALLE INSEGNANTI MARIA CIPOLLA E ANNA INGRAO, CON LA COLLABORAZIONE DI CARLO PETIX E LE TESTIMONIANZE RACCOLTE IN CLASSE  DIRETTAMENTE DALLE PERSONE CHE VISSERO QUELL’AVVENIMENTO OGGI DIVENTATO STORICO.

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“Vacanti” citazioni in vacanza: basta!

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novelle-per-un-anno-pirandelloTra Le novelle per un anno  di Pirandello, una assai nota a noi Milenesi,  è  “le sorprese della scienza” ambientata nel nostro paese.

Le novelle, così come per tutte le sue opere, vanno inquadrate nella poetica dello scrittore che spesso amava descrivere personaggi dalle condizioni disperate, sia psicologicamente che moralmente e perfino materialmente. Diciamo che la “tragicità” della vita accompagna sovente le peregrinazioni letterarie del nostro amato conterraneo Nobel Pirandello.

Ci siamo voluti impegnare in questo argomento dopo aver a lungo meditato sulla opportunità delle considerazioni che vorremmo partecipare ai nostri compaesani, rivolgendo il nostro pensiero anche a coloro i quali  per motivi lavorativi sono stati costretti a trasferirsi, ma col cuore rimangono MILENESI.

milena-main-streetCi troviamo a leggere spesso, sui vari blog nostrani, riferimenti al noto drammaturgo che, nella novella citata, ci addita come talmente “intelligenti” da bloccare il progresso. I riferimenti sono sempre e tutti negativi,  infatti il popolo milenese viene indicato come gente adattata ad un ambiente arretrato, senza rete viaria e illuminazione moderna e contemporaneamente con uno spirito e sogni di progresso  talmente sentiti da essere di fatto impediti dalle aspettative più grandi … il risultato è quello di una descrizione di sognatori che restano “al buio”, di gente che non si accontenta e preferisce rimanere ai margini nella speranza di avere tutto con il risultato di non avere né questo né quello. Pirandello così ci giudicava e metaforicamente, grazie a questo paesello, mostrava la sua tragica poetica.

Se così eravamo, ammesso che lo fossimo davvero, ciò avveniva allora.

Oggi siamo nel 2013 e non fa affatto piacere girovagando sul web imbattersi in degli sconosciuti che ci giudicano così:

http://www.lastampa.it/2012/11/25/cultura/opinioni/editoriali/il-torpore-che-imprigiona-il-paese-WyTGYcFJlMIiJBW349mWBO/pagina.html

comisoIl prof. DEAGLIO, per dare corpo alle proprie tesi letterarie-sociologico-culturali, prende spunto da quel racconto e persegue i propri obiettivi dimostrando (o no) la concretezza delle proprie ipotesi. Va bene, andrebbe bene se i riferimenti cui si aggrappa fossero solo di tipo letterario e non già peculiari e caratterizzanti di una popolazione che di certo non rispecchia più quanto descritto dal Nobel.

Il punto è che continuando a citare il popolo di Milocca dei primi del novecento, così come anche alcuni di noi fanno attualmente, viene travisata una realtà (odierna, reale e concreta) che dimostra di essere in totale antitesi con lo stereotipo che si è venuto a creare.

Come in tutti i paesi anche da noi ci sono i sognatori e coloro i quali si rifiutano di prendere oggi (poco) nella speranza di avere domani (tutto), ma è anche vero che la nostra realtà di oggi è prevalentemente costituita da gente laboriosa, pratica, concreta, capace che ha saputo e continua a dare lustro a questo nostro paese delle Robbe. Le persone e i fatti ne sono una tangibile ed incontrovertibile dimostrazione.

Pregherei il dotto DEAGLIO di venire a verificare di persona i cambiamenti avvenuti e, se del caso, adattare ed accomodare la propria visione dei Milocchesi.

pirandelloPregherei inoltre i Milenesi, che ne fanno continuamente riferimento, di specificare, quando hanno voglia di citare il grande Pirandello, che oggi Milena è una bella realtà, fatta di gente che nulla ha a che vedere con quanto “raccontato” e che si propone  al circondario, e non solo, come esempio di intelligente laboriosità e vivacità culturale, professionale, politica, sociale, economica e religiosa.

Rimarchiamo ai nostri “citatori paesani” che: non sempre le proprie visioni, i propri convincimenti, il proprio modo di essere (in cui evidentemente molti si riconoscono con i milocchesi dei primi del ‘900), coincidono con la realtà, possono essere generalizzati e soprattutto considerati veri.

Se le offese giungono dal Nobel Pirandello di allora, ora noi tutti abbiamo la capacità di comprenderle … se giungono però da un esimio sconosciuto di oggi, o dai nostri contemporanei compaesani, pretendiamo un più completo ed oculato studio della nostra società.

Kenna “on holiday” 2013.

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sant_antonio-2013

 

Stasera ‘Mbriulata in piazza

di c.l.)

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355La “mbriulata”, oltre che una pietanza facente ormai parte della tradizione gastronomica milocchese è qualcosa di veramente unico nel suo genere.

La ‘mbriulata è infatti un impasto di pane salato arrotolato e farcito con olive, cipolla e tritato di maiale. Un autentico trionfo di sapori che il mondo contadino locale ha saputo sapientemente tramandare e che la rende, oltre che una stuzzicante sintesi di bontà, un autentico presidio di sapori della tradizione.

A Milena, poi, la mbriulata è diventata anche un piacevole appuntamento estivo con il buon gusto di una volta. In questo senso, la “mbriulata” di Milena, che un tempo le donne preparavano per i loro familiari che andavano a lavorare nei campi, oltre a rappresentare una tradizione antica, costituisce l’occasione per degustare un’autentica prelibatezza della tradizione contadina.

Un evento, quello organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Pro Loco, destinato ad attirare nel paese delle Robbe il pubblico delle grandi occasioni e grazie al quale sarà possibile trascorrere una serata diversa, per la gioia di quanti vogliono ritrovare, oltre che la voglia di divertirsi, anche il sano desiderio di tornare a gustare certe genuine pietanze di una volta.

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Protesta No Muos, manifestanti sfondano recinzioni base Usa. VIDEO

dalla Redazione

nomuos-base_588_300Niscemi. Un centinaio di attivisti No-Muos è riuscito a sfondare la recinzione e ad entrare dentro la base militare Usa di contrada Ulmo.

Poco prima i manifestanti avevano tentato di forzare il blocco di polizia davanti a uno degli ingressi, lanciando anche fumogeni.

Un’azione andata in scena a conclusione del corteo che ha visto la partecipazione di un’ampia parte del movimento e di alcuni sindaci, compresi quelliquelli di Messina e Palagonia. 

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DEPOSITATE LE FASCE TRICOLORI

Luigi Scivoli

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Alcuni sindaci presenti all'incontro di ieri mattina a Palazzo del Carmine

Alcuni sindaci presenti all’incontro a Palazzo del Carmine

Sono entrati alla spicciolata e hanno deposto la fascia tricolore sul tavolo anticipando con questo gesto, sicuramente provocatorio, l’annuncio successivo di essere pronti a consegnarla definitivamente.

A compiere questo gesto sono stati i sindaci dei Comuni della provincia convocati dal sindaco Michele Campisi per esaminare la grave situazione determinatasi a causa della riduzione e del ritardo dei trasferimenti statali e regionali che di fatto bloccano l’attività dei Comuni e minacciano la sospensione dei servizi erogati ai cittadini ma anche il pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali come è già avvenuto a Butera mentre a San Cataldo sono state ridotte le ore di lavoro agli ex precari.
Un quadro molto significativo di quello che succede è stato fatto da Campisi il quale ha espresso timori per quello che potrà succedere a breve; ha quindi lanciato “un forte grido di allarme” e ha auspicato interventi urgenti.
Per meglio evidenziare quanto succede, Campisi ha comunicato che nel 2012 il Comune di Caltanissetta ha ricevuto dallo Stato trasferimenti per 12 milioni di euro e 3 milioni per rimborsi per l’attività degli uffici giudiziari nonché 2,3 milioni dalla Regione. Per l’anno in corso i trasferimenti dello Stato ammontano a 3 milioni con nessun rimborso per gli uffici giudiziari, e solo 388.000 euro dalla Regione. Ossia 15 milioni in meno.

comuniIl vice sindaco di Gela Fortunato Ferracane ha detto di evitare che “i Comuni diventino una vera e propria polveriera” e ha chiesto “di attenzionare i Comuni”. Per il sindaco di Sutera Giuseppe Grizzanti “così facendo, tutti i Comuni andranno in dissesto. ”
Per il sindaco di Vallelunga Giuseppe Montesano “il peggio deve ancora venire”.
“I Comuni sono diventati polveriere che stanno per esplodere” ha detto il sindaco di Marianopoli Carmelo Montagna.
“Non possiamo garantire nulla e non possiamo fare alcuna programmazione”, ha aggiunto il sindaco di Sommatino Crispino Sanfilippo. Mentre il sindaco di Butera Luigi Cassisi ha detto che “possiamo assicurare solo le emergenze e non possiamo effettuare alcun pagamento”. Di “situazione disperata” ha parlato il vice sindaco di Mussomeli Sebastiano Sorce.
La gravità del problema è stata espressa dal sindaco di Riesi Salvatore Chiantia il quale ha detto: “Non possiamo garantire niente. Cosa governiamo? Cosa ci stiamo a fare? “. Per il sindaco di Milena Giuseppe Vitellaro “Stato e Regione non hanno le carte in regola; noi piccoli Comuni abbiamo problemi più grossi rispetto ai grandi Comuni”.

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corrida

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Rino Pitanza

Rino Pitanza

Poteva finire con conseguenze peggiori l’incidente automobilistico che ha visto coinvolte due donne di Campofranco nella tarda serata di martedì intorno alle 21,30.

Una Fiat Punto con al volante Biagina Schillaci, di 54 anni, e con a bordo Santa Maria Fanara di 72 anni, percorreva in discesa la strada che collega Sutera a Campofranco e nei pressi di una curva quasi a gomito, probabilmente per un guasto ai freni o, più verosimilmente, per l’asfalto reso sdrucciolevole dalla terra ancora presente sul manto stradale a seguito delle piogge invernali, andava prima a tamponare una Toyota Yaris condotta dal suterese Calogero Virciglio gestore di un rifornimento di benzina, per poi continuare a strisciare lungo un muretto e finire la sua corsa in un burrone dopo un volo di molti metri.

Quel che resta dell'auto dopo il drammatico incidente

Quel che resta dell’auto dopo il drammatico incidente

L’incidente è stato visto anche da diversi automobilisti di passaggio che si recavano a Sutera per assistere ad una manifestazione canora e che hanno prestato alle due donne i primi soccorsi, mentre una pattuglia dei carabinieri della stazione di Campofranco composta da Maurizio Midulla e Dino Di Vito, coordinati dal comandante Cesare Imbrici si recava immediatamente sul posto allertanto sia i vigili del fuoco di Mussomeli che le ambulanze di Milena e di Mussomeli.

Nel giro di pochi minuti la zona è stata invasa da tanta gente, parenti e conoscenti delle donne che nel frattempo venivano trasportate all’ospedale di Mussomeli in stato di shock e dove sono state raggiunte dai familiari arrivati da Campofranco ma anche da altri posti.
Al nosocomio mussomelese le due sono state trattenute per l’intera nottata per gli accertamenti del caso, riscontrando contusioni varie guaribili in una decina di giorni, mentre i vigili del fuoco si adoperavano per rimuovere l’auto seriamente danneggiata.

L’incidente ha originato un particolare curioso: le due donne provenivano dall’ospedale di Mussomeli dove la figlia della signora Biagina Schillaci (la conducente dell’auto) era ricoverata per avere partorito. Dopo alcune ore, quindi, le due donne sono tornate in ospedale ma, questa volta, non per visitare una degente, ma per essere soccorse a seguito dell’incidente.

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