«Ma non cancellino le identità locali»
di Carmelo Locurto
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Sta facendo discutere non poco, e non poteva essere altrimenti, la proposta di riforma attualmente in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana, di accorpare i Comuni con meno di 5.000 abitanti. Se dovesse attuarsi, sarebbe la fine di 200 Comuni solo in Sicilia, e con essi anche sindaci, giunte e consigli comunali.
Sulla proposta sono stati sentiti diversi sindaci.
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Tra questi, Salvatore Gioacchino Losardo, sindaco riconfermato di quel Comune di Bompensiere che è anche il più piccolo della Provincia di Caltanissetta con i suoi 677 abitanti.
«Sono favorevole all’accorpamento dei servizi comunali, questo si, ma no all’accorpamento dei Comuni; e poi non capisco, noi abbiamo già la strada maestra che si chiama “Unione Terre di Collina”; non abbiamo che da seguirla; certamente – ha concluso Losardo – qualora dovesse passare una simile proposta, sarebbe una ecatombe per i nostri piccoli Comuni; al massimo si può applicare la legge nazionale che prevede, per i comuni con meno di 3 mila abitanti, un solo sindaco, cinque consiglieri comunali e due assessori scelti tra gli stessi consiglieri».
Per altro, Bompensiere, storicamente, pur essendo un Comune più antico come anno di fondazione rispetto a Montedoro, è stato aggregato al vicino comune montedorese sino al 1911 quando l’allora Principe Lanza di Scalea riuscì a fargli ottenere il decreto di autonomia che l’ha reso nuovamente autonomo rispetto a Montedoro.
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Dello stesso avviso anche il riconfermato sindaco di Milena Peppuccio Vitellaro.
«La verità è che occorre razionalizzare le risorse per salvare le identità locali; pensare ad un unico comune formato da Bompensiere, Montedoro e Milena con un solo sindaco, assessori e consiglieri, secondo me, sarebbe pura utopia; semmai, l’accorpamento dei servizi può e deve essere la soluzione; un unico segretario, un unico responsabile d’area tecnica, finanziaria e amministrativa, una razionalizzazione nell’utilizzo del personale.
Tutto questo è fattibile tramite l’unione Terre di Collina che mi onoro di presiedere e che può costituire la soluzione a questo problema, almeno nelle nostre zone».
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Il sindaco di Montedoro, comune di 1.780 abitanti, Federico Messana, anche lui riconfermato, sulla questione non ha usato mezzi termini.
«Sono d’accordo con l’accorpamento dei Comuni, ma bisogna vedere cosa si intende e come si intende attuarlo; l’accorpamento si può fare in mille modi; di certo, non annullando le identità locali; l’identità storica e culturale di ogni Comune è un patrimonio che non può essere sacrificato sull’altare di questa o quella riforma; accorpiamo l’apparato burocratico, ma lasciamo perdere quello politico o quello storico; i Comuni devono restare tali; si può anche pensare di ridurre il numero dei componenti di Giunta e consiglio, di ottimizzare l’utilizzo dei dipendenti, di unificare i servizi tra Comuni.
Ma pensare di creare un unico Comune con un unico sindaco espressione di Montedoro, Milena e Bompensiere è pura follia; e come lo chiameremmo questo unico Comune? Vero è che occorre razionalizzare la spesa in quanto i servizi hanno ormai costi esorbitanti, ma farlo giocando sulla pelle dell’identità storica dei Comuni non mi sembra la soluzione migliore».
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