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Archive for 21 agosto 2013

Rivoluzione stradale

Ordinanza per la disciplina della circolazione stradale in Via Caltanissetta

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Milena 20 agosto 2013 – Saia Giovanni Battista, il funzionario responsabile:

  • vista la necessità di migliorare la circolazione viaria mediante la collocazione di dossi artificiali nella Via Caltanissetta e consentire nella suddetta via tra i numeri civici 25 e 47 la sosta a cavallo del marciapiede;

  • sentito il parere favorevole del Locale Comando di Polizia Municipale;

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O R D I N A

  • La collocazione nella via Caltanissetta all’altezza dei numeri civici 20 e 42, di 2 (due) dossi artificiali per tutta la lunghezza della carreggiata;

  • L’istituzione di una zona di sosta libera a cavallo del marciapiede, nel tratto di via Caltanissetta che và dal numero civico 25 al 47.

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D I S P O N E

  • che sia data materiale attuazione al presente provvedimento previa collocazione della relativa segnaletica stradale verticale ed orizzontale prevista dal Codice della Strada;

  • che il personale di Polizia stradale faccia osservare la presente ordinanza m applicando le sanzioni previste. 

LEGGI L’ORDINANZA INTEGRALE

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10La Cruci, un regalo di Padre Gioacchino La Lomìa

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Il nostro paese non conserva del suo passato monumenti significativi. Del monastero di San Martino (XIV sec.) purtroppo non rimangono che pochi ruderi. Attualmente i monumenti più antichi, risalenti alla seconda metà dell’ottocento, sono quelli in ambito religioso. Fra essi l’edicola “‘a Cruci”.

La storia di questa edicola risale al 1887, quando don Giuseppe Cipolla, primo prete locale, in qualità di vice-parroco invita un frate del convento dei Cappuccini di Canicattì (AG), padre Gioacchino La Lomìa, a tenere delle prediche a Milena.

petixLe testimonianza e gli scritti che seguono riscostruiscono la storia.
Da un’intervista di Carlo Petix, “scrittore locale”, rilasciata agli alunni delle elementari che hanno curato la ricerca storica su “la Cruci” sotto la guida delle insegnanti Maria Cipolla ed Anna Ingrao.
“Padre Gioacchino era un frate cappuccino di Canicattì morto nel 1905. Oggi la chiesa lo considera “servo di Dio”. Era un oratore di fama e veniva chiamato dai sacerdoti dei paesi vicini a tenere le prediche quaresimali. Il suo abbigliamento era povero e la gente entusiasta di sentirlo. Prima di iniziare le prediche si fustigava con una piccola cordicella. Quando decise di lasciare ai milocchesi la famosa “cruci” di legno, attraversò il corso principale del paese portandola sulle sue spalle. Si fermò all’incrocio con le via Fratelli Cervi e il viale della Vittoria, che appunto formano le braccia di una croce ideale in cui via Nazionale rappresenta l’asse più lungo. In quel punto il frate piantò la croce tra due ali di folla che partecipava con religioso rispetto.

"Fiuredda di la Cruci"

“Fiuredda di la Cruci”

Momentaneamente si decise di fare una cappellina in gesso della stessa grandezza della croce con una porticina dotata di serratura. La gente vi andava per pregare e a recitare il rosario.

La cappellina somigliava ad un forno antico e diroccato ma con una porticina chiusa da un lucchetto, la cui preziosa chiave fu presa in custodia dalla “Zà Pippina la licatisa”. La donna che era molto devota, aveva ricevuto una grazia: la propria figlia era nata muta, ma Padre Gioacchino l’aveva miracolosamente fatta parlare. Alla morte della Zà Pippina la chiave venne consegnata al Sig. Giovanni Virciglio e alla moglie Anna Scozzaro che abitavano proprio dietro la Cruci.

La signora Maria Cassenti (sposata con il Sig. Tommaso Palumbo, figlia di Onofrio Cassenti e di Anna Schillaci) abitante in via Nazionale a pochi metri dalla Cruci ricorda che “Padre Gioacchino è venuto a Milena quando è stato ordinato sacerdote l’Arciprete Cipolla Giuseppe (1887). Era ben accetto dal sacerdote e riceveva le persone per aiutarle. Veniva a fare la questua in periodi in cui i contadini raccoglievano i frutti della campagna ed era ospitato dal mio bisnonno Schillaci Luigi. 

La cappella (alta circa due metri e larga circa 1.70) e nel mezzo c’era la croce. era stata costruita in gesso. Aveva il tetto a punta . C’era scavata una nicchia e dentro vi era un quadro della Madonna. La nicchia era chiusa da una grata di ferro e un lucchetto. Dentro c’era una lampada ad olio da ricaricare ogni sera.

virciglioLa custodia della cappella passò di padre in figlia. Ecco quanto riferisce la signora Virciglio Brigida figlia di Giovanni e di Scozzaro Anna, moglie di Luigi Oliva. “La cappella era bianca e più bassa di quella che si trova vicino al cimitero. Ogni anno verso maggio vi fioriva una pianta grande di capperi che nesuna risuciva a estirpare. Ricordo che Padre Gioacchino in una delle tante volte che veniva a Milena, stando seduto a terra davanti alla croce disse: “Chissa è la strata di tutti li Santi unni passanu Santi e Sacramenti” e infatti le processioni passano tutte di là e girano attorno.

imagesPadre Gioacchino si sedeva davanti la cruci a guardare il quadro della Madonna Addolorrata assieme alla Zà Pippina la licatisa nel mese di maggio per Santa Croce quando si dice mille volte Gesù; assieme a loro c’era la suocera. la zà Cruci cacciagaddrini. Padre Gioacchino se ne andava a Musa dove lo opsitavano i Garrasi e poi anche a robba Cardiddru dove però non era trattato ugualmente bene. Le persone andavano a chiedere grazie per i figli e i parenti. Il signor Di Marco Salvatore (detto calaticanzi) ha regalato un quadro e lo ha appeso in cappella. Padre Gioacchino si coricava a terra avendo per giaciglio un “fascio di sarmenta” e per cuscino “lu canali” e con le catene si flagellava. Quando era il momento di mangiare,ogni volta nel piatto metteva la cenere e diceva: “…sciala corpu mia” in segno di penitenza.

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ac1«Ma non cancellino le identità locali»

di Carmelo Locurto
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Sta facendo discutere non poco, e non poteva essere altrimenti, la proposta di riforma attualmente in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana, di accorpare i Comuni con meno di 5.000 abitanti. Se dovesse attuarsi, sarebbe la fine di 200 Comuni solo in Sicilia, e con essi anche sindaci, giunte e consigli comunali.
Sulla proposta sono stati sentiti diversi sindaci.
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losardo
Tra questi, Salvatore Gioacchino Losardo, sindaco riconfermato di quel Comune di Bompensiere che è anche il più piccolo della Provincia di Caltanissetta con i suoi 677 abitanti.
«Sono favorevole all’accorpamento dei servizi comunali, questo si, ma no all’accorpamento dei Comuni; e poi non capisco, noi abbiamo già la strada maestra che si chiama “Unione Terre di Collina”; non abbiamo che da seguirla; certamente – ha concluso Losardo – qualora dovesse passare una simile proposta, sarebbe una ecatombe per i nostri piccoli Comuni; al massimo si può applicare la legge nazionale che prevede, per i comuni con meno di 3 mila abitanti, un solo sindaco, cinque consiglieri comunali e due assessori scelti tra gli stessi consiglieri».
Per altro, Bompensiere, storicamente, pur essendo un Comune più antico come anno di fondazione rispetto a Montedoro, è stato aggregato al vicino comune montedorese sino al 1911 quando l’allora Principe Lanza di Scalea riuscì a fargli ottenere il decreto di autonomia che l’ha reso nuovamente autonomo rispetto a Montedoro.
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vitellaroDello stesso avviso anche il riconfermato sindaco di Milena Peppuccio Vitellaro.
«La verità è che occorre razionalizzare le risorse per salvare le identità locali; pensare ad un unico comune formato da Bompensiere, Montedoro e Milena con un solo sindaco, assessori e consiglieri, secondo me, sarebbe pura utopia; semmai, l’accorpamento dei servizi può e deve essere la soluzione; un unico segretario, un unico responsabile d’area tecnica, finanziaria e amministrativa, una razionalizzazione nell’utilizzo del personale.
Tutto questo è fattibile tramite l’unione Terre di Collina che mi onoro di presiedere e che può costituire la soluzione a questo problema, almeno nelle nostre zone».
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messanaIl sindaco di Montedoro, comune di 1.780 abitanti, Federico Messana, anche lui riconfermato, sulla questione non ha usato mezzi termini.
«Sono d’accordo con l’accorpamento dei Comuni, ma bisogna vedere cosa si intende e come si intende attuarlo; l’accorpamento si può fare in mille modi; di certo, non annullando le identità locali; l’identità storica e culturale di ogni Comune è un patrimonio che non può essere sacrificato sull’altare di questa o quella riforma; accorpiamo l’apparato burocratico, ma lasciamo perdere quello politico o quello storico; i Comuni devono restare tali; si può anche pensare di ridurre il numero dei componenti di Giunta e consiglio, di ottimizzare l’utilizzo dei dipendenti, di unificare i servizi tra Comuni.
Ma pensare di creare un unico Comune con un unico sindaco espressione di Montedoro, Milena e Bompensiere è pura follia; e come lo chiameremmo questo unico Comune? Vero è che occorre razionalizzare la spesa in quanto i servizi hanno ormai costi esorbitanti, ma farlo giocando sulla pelle dell’identità storica dei Comuni non mi sembra la soluzione migliore».

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Incredibile scena il pomeriggio di sabato scorso sulla spiaggia del Lido Torrazza

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La lettera al Fisco.

Il giornalista: “Ho pagato idraulici, elettricisti e altri professionisti senza calcolare l’Iva. E lo dico con orgoglio: è sopravvivenza”

Mughini: “Confesso che ho evaso. E lo farò ancora”

LA CONFESSIONE DI MUGHINI:<br /><br /><br />"Ho evaso il fisco e lo farò ancora.<br /><br /><br />Sono orgoglioso: è sopravvivenza"

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Caro Fisco,

non ho ancora ricevuto il vostro modulo di cui leggo nei giornali in cui chiedete a noi contribuenti se in questi ultimi anni abbiamo pagato in nero un qualche artigiano, un qualche professionista, una  qualche prestazione da noi richiesta. Non ci posso credere che voi facciate una tale richiesta da quanto è lapalissiano che ognuno di noi ha di certo pagato in nero un qualche idraulico, un qualche avvocato o dentista, una qualche prestazione che gli veniva offerta a miglior costo se non dichiarata in fattura.

Davvero non posso crederci che voi vi immaginiate un’Italia diversa da così, una quotidianità economica diversa da quella di cui sto dicendo. Non posso credere che voi vi immaginiate l’economia di tutti i giorni come un presepe, e non la lotta della giungla qual è. Una lotta in cui in molti risparmiano i cento euro da dare al fisco perché altrimenti perirebbero.

tasse-regionali1GIUSTA SEVERITA’
Non fraintendetemi. Sono orgoglioso di pagare le tasse, e dunque di essere corresponsabile della comunità italiana di cui faccio parte. Ho qui alla mia sinistra, già preparata, la cartella con gli F24 con cui pagare Iva, Imu, chiusura del dovuto fiscale 2012, acconto Irpef per il 2013, monnezza e tutto. Di più. Non ho nulla contro il redditometro, contro il fatto che voi chiediate una spiegazione a chi spende oltre il 20 per cento più del reddito imponibile da lui dichiarato. Non ho nulla nemmeno contro i vostri controlli più o meno bruschi nei luoghi di villeggiatura: se uno ha un’automobile grossa così parcheggiata a Cortina o a Forte dei Marmi, deve pur spiegare con quali soldi se la paga. Se poi voi scoprite, come leggo sulla  Repubblica, che un architetto leccese che si dichiara nullatenente ha una barca a vela di notevole entità, se è per me lo potete arrestare anche subito. Prima lo arrestate e più sono contento,   a meno che non abbiate preso una cantonata.

971487_194718667358974_1634989827_nAltra cosa sono i  pagamenti in nero. Per andare subito al cuore della questione vi confesso che più di vent’anni fa un ho comprato un libro in una libreria antiquaria che ho pagato con lire italiane contanti, perché altrimenti il libraio non me lo avrebbe venduto. Più di dieci anni fa, ho pagato un professionista in nero perché altrimenti non mi avrebbe fatto il lavoro di cui avevo un assoluto bisogno e di cui lui era un esperto. Qualche volta ho pagato un idraulico o un corniciaio o un elettricista in nero o perché lui mi supplicava di farlo o perché non avevo nessuna voglia di pagare in bianco 120 euro laddove ne potevo pagare in nero 80. Cose così vi sono chiare o fingete di essere talmente stupidi da non capirlo?

Badate bene. Io fatturo quasi tutto quello che compro perché poi lo posso dedurre fiscalmente, per il lavoro che faccio e per lo studio professionale che gestisco. Ma veramente vi immaginate che un pensionato a 800 euro il mese chiami un idraulico di cui ha  bisogno immantinente, e quello gli dice di scegliere se pagare 80 euro cash o 121 euro con una fattura bell’e rifinita, e il pensionato si affretta a pagare i 121 euro pur di farvi contenti?

tasse1Ma possibile che siate così stupidi da credere una cosa del genere? Ovvio che chi non può dedurre le spese, quelle spese le fa in nero perché gli costano meno. So benissimo che se voi accettaste la deduzione di quelle spese, tutto il vantaggio fiscale per lo Stato ne morrebbe. Ok. E allora accettate la realtà della vita, che ognuno si batta per sopravvivere. E quando paga, e quando incassa.

Per molti il quantum che riescono a sottrarre al fisco è una questione di vita o di morte. Come mi disse una volta un tassista con il quale chiacchieravo. Che quel po’ che riusciva a sottrarre al fisco gli permetteva di pagare gli studi della figlia. Sacrosanto. Cari amici del fisco, non penserete certo che tutti possano pagare interamente le aliquote fiscali in vigore nel nostro Paese? Non penserete neppure un attimo che un professionista metta in chiaro ogni euro del suo reddito, sul quale pagherebbe qualcosa di vicino al 50 per cento di tasse.

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Curato per influenza ma era un morso di zecca, muore pensionato al Sant’Elia

Un pensionato di 66 anni di Canicattì (Ag), Carmelo Insalaco, è morto per una febbre alta durata alcuni giorni, originata da una puntura di zecca.

L’uomo, secondo il racconto degli amici, stava male da una settimana e avrebbe preso farmaci anti influenzali, non si sa se prescritti da un medico.

Quando le sue condizioni si sono aggravate, è stato portato al Barone Lombardo di Canicattì e poi trasferito a Caltanissetta al reparto di rianimazione. Il giorno successivo è morto.

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Glamour Night

AperiCena sotto le stelle

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glamourVenerdi 23 agosto siamo lieti di invitarvi presso il Centro Commerciale di MILENA c/so Pietro Nenni ( CL) ad un evento ad dir poco straordinario.

Nove ore di puro divertimento dove i migliori artisti della nostra isola si esibiranno a rotazione continua

Start ore 19:00

AperiCena sotto le stelle con degustazione di prodotti tipici, e la musica di DJ ANGEL

Ore 21 :00 – Band Live CAMMURRIA

Ore 23,30 – DJ ANTONIO LAMATTINA

Ore 00 : 30 – Il re della Movida Agrigentina, PABLO DEE JAY

Il tutto sara’ contornato dalla splendida voce di ISABELLE MARTIN

Ingresso gratuito

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Un soldato israeliano al muro del pianto, in… conquista!

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Gerusalemme è una città di turisti, militari e ortodossi.

Al muro del pianto, riconoscibile dai foglietti devozioni infilati negli interstizi tra una pietra e l’altra, nella sezione riservata agli uomini, la regola non viene disattesa: i turisti scattano le foto, gli ortodossi pregano, i militari osservano, proteggono e occasionalmente pregano anch’essi.

Nel tal caso – mi riferisco al giovane virgulto qui ritratto – nessuna delle precedenti: il militare voleva semplicemente che gli facessi una foto per avere una scusa per abbordarmi. Lì, nel luogo più santo dei luoghi. Ho avuto la tentazione di lasciargli il mio numero di telefono negli interstizi del muro, sfidandolo a trovarlo. Ma per evitare incidenti diplomatici, mi sono semplicemente allontanato.

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Mussomeli. Lo spiacevole episodio vandalico scoperto ieri mattina dagli organizzatori del torneo di beach volley

I cocci di 5 bottiglie tra la sabbia del campo

di CARMELO BARBA
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L'assessore La Piana con gli organizzatori del torneo

L’assessore La Piana con gli organizzatori del torneo

Delusione e rabbia per gli organizzatori del torneo di beach volley per l’atto, definito dall’assessore comunale La Piana, “schifoso”, compiuto durante la notte di lunedì. Ignoti balordi hanno mandato in frantumi cinque bottiglie di birra proprio sul campetto dove ieri sera è stata disputata la prima partita del torneo di beach volley. La manifestazione è organizzata da Giuseppe Amico, Lucio Piparo, Fabrizio Tuzzeo e Salvo Barba, che si avvalgono del patrocinio del Comune e dell’aiuto di alcuni sponsor.
L’assessore allo Sport Gaetano La Piana ieri mattina si trovava sul posto, in Piazza Umberto, subito dopo essere stato avvertito. «Stamattina ci siamo svegliati un po’ amareggiati – ha detto il giovane assessore, visibilmente contrariato – perché c’è stato questo che io definisco senza mezzi termini schifoso, perché i ragazzi si sono impegnati tantissimo, per cercare di creare una settimana di divertimento, ma vuol dire che alcune persone non sono d’accordo a fare divertire le altre persone e questa mattina hanno buttato nella sabbia dei vetri rotti.

Sabbia al setaccio per eliminare i pezzi di vetro da campo

Sabbia al setaccio per eliminare i pezzi di vetro da campo

E’ stato un atto intimidatorio, non so a chi può essere rivolto, se all’amministrazione, ai ragazzi che organizzano, o magari ai locali pubblici che si trovano qua. Un atto, brutto – prosegue l’assessore La Piana – e sono un pò deluso, perché i ragazzi è dalle 8 di ieri mattina che hanno creato questo campetto di beach volley: purtroppo alcuni vogliono metterci i bastoni fra le ruote, però non ci riescono perché di nuovo ci mettiamo a lavoro per togliere tutti i vetri; anch’ io, in prima persona, e questa sera quelle persone che non sono d’accordo che inizia questo torneo se la vedranno con noi.
Quindi, per questa sera, possiamo dare l’appuntamento, alle 20, quando inizia la prima partita. Ora toglieremo tutti i vetri; pazienza è un lavoro in più».
Da registrare l’indignazione della gente per tale atto che è stato condannato da tutti i passanti.

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