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Brigida Stagno
Emergono soprattutto in estate, complice l’abbronzatura: le antiestetiche macchioline bianche, definite spesso impropriamente ”funghi”, sono tra le cause più frequenti di ricorso al dermatologo, in genere alla fine delle vacanze, quando la tintarella è ancora evidente. Chiamate anche “ipomelanosi”, queste chiazze pallide, che si manifestano dopo una esposizione solare, sono dovute in alcuni casi a funghi microscopici, ma possono essere causate anche dalla carenza di melanina dovuta all’età.
pityriasis versicolor
La causa più nota (non la più comune) è un’infezione fungina, la pityriasis versicolor o “fungo di mare”, una discromia cutanea dovuta al Malassezia furfur, un lievito saprofita (che convive cioè pacificamente con l’uomo) presente anche nella flora microbica della cute delle persone sane. “Questo fungo è detto lipofilo perchè si “nutre” delle sostanze presenti nel sebo. – spiega la dottoressa Samantha Marenda, dermatologia a Roma –
”Raro nei bambini e nelle persone anziane, categorie in cui la secrezione sebacea è ridotta, questa micosi si sviluppa soprattutto in autunno e in primavera, si presenta sotto forma di piccole macule di color caffelatte finemente desquamanti prima dell’abbronzatura (spesso non riconosciute perché le colonie si mimetizzano con il colore della cute), solitamente non pruriginose e localizzate prevalentemente al tronco (anteriore e posteriore) e alla radice degli arti superiori, raramente sul viso e sul collo.
Dopo l’esposizione al sole le chiazzette non si abbronzano, ma appaiono più chiare della cute sana circostante, perchè le colonie muoiono, desquamano e lasciano la macchia bianca, come esito della loro presenza”.
La cura e’ semplice e prevede l’applicazione (prima di abbronzarsi) di una prodotto antifungino adeguato, soprattutto derivati imidazolici in spray, creme o shampoo e un’accurata detersione della pelle con detergenti specifici. “Dopo la cura e prima dell’esposizione al sole – spiega la dottoressa Marenda – il colore delle macule virerà dallo scuro al chiaro e la ripigmentazione avverrà solo dopo che la cute sarà stata esposta correttamente al sole.
Se non trattata opportunamente, le recidive dopo sono molto frequenti. Dal momento che questa micosi sembra essere poco contagiosa (i casi tra coniugi sono rari), la predisposizione individuale ha un ruolo determinante, ma alcuni fattori, come la pelle umida (uso di indumenti sintetici e frequentazione di ambienti caldo-umidi) o le malattie croniche debilitanti, potrebbero favorire la patologia. E’ comunque consigliabile evitare lo scambio con altre persone di asciugamani umidi, come può avvenire in piscina o al mare”.
Le ipomelanosi “post estive”, del dopo abbronzatura, sono invece gli esiti di dermatiti infiammatorie, che una volta guarite possono lasciare sulla pelle chiazze più chiare, se sono state esposte al sole.
“Nei bambini – continua l’esperta – è molto comune la cosiddetta pityriasis alba, l’esito lasciato sull’abbronzatura da precedenti chiazzette (talvolta poco visibili) di eczema. E’ localizzata prevalentemente alle guance e rappresenta una manifestazione minore di Dermatite Atopica, anche se non si manifesta solo nei soggetti atopici. In questi casi è opportuno idratare correttamente e schermare la pelle dall’esposizione al sole con creme ad alta protezione. Nel giro di alcune settimane la pelle correttamente idratata e protetta assumerà un colore piu’ omogeneo. In ogni caso è meglio consultare il dermatologo perche’ accerti l’eventuale coesistenza di eventuali allergie”.
ipomelanosi guttata
Una ipomelanosi comune nelle signore dopo i 40 anni, che amano le lunghe esposizione solari e colpisce le gambe e gli avambracci, è la cosiddetta “ipomelanosi guttata idiopatica”, che si presenta con macchioline rotonde, biancastre, delle dimensioni di piccole gocce (
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21699514) .
E causata da un danno cronico ai melanociti per eccessive esposizioni solari. La malattia, pur non essendo grave, non guarisce, ma si attenua nei mesi invernali per poi riaccentuarsi dopo nuove abbronzature.
“Questa dermatosi banale – conclude la dottoressa Marenda – non deve essere confusa con la vitiligine o il lichen sclero atrofico.
Per prevenirle bisogna evitare l’esposizione prolungata al sole e utilizzare di schermanti solari filtranti gli ultravioletti. Inoltre è opportuno evitare l’applicazione di profumi o creme profumate prima di esporsi al sole”.
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