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Archive for the ‘Scuola/Università’ Category

Bambina, chi comanda a casa tua?

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Ho domandato ad una bambina: “Chi comanda in casa?”
Sta zitta e mi guarda.
“Su, chi Comanda da voi : il babbo o la mamma?”
La bambina mi guarda e non risponde.
“Dunque me lo dici? Dimmi chi è il padrone.”
Di nuovo mi guarda, perplessa.
“Non sai cosa vuol dire comandare?” Sì che lo sa.
“Non sai cosa vuol dire padrone?” Sì che lo sai.
“E allora?”
Mi guarda e tace. Mi debbo arrabbiare? O forse è muta, la poverina?
Ora poi scappa addirittura, di corsa fino in cima al prato.
E da lassù si volta a mostrarmi la lingua e mi grida, ridendo:
“Non comanda nessuno, perché ci vogliamo bene!”.
Da ” Piccole Storie “

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Inaugurazione Anno Accademico con i robot Ameca alla Kore di Enna

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Ieri sabato 13 aprile presso il Centro L.E.D.A. del Polo Scientifico e Tecnologico di Santa Panasia si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023- 2024 alla presenza dell’On. le Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare.

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L’università Kore di Enna ha strutture informatiche di ricerca di alto livello e i robot Ameca fanno parte del Laboratorio di apprendimento automatico e di comprensione del linguaggio dell’ateneo.

Sono stati due robot del laboratorio di Intelligenza artificiale a gestire la cerimonia di inaugurazione, gli ospiti e autorità sono stati accolti da due robot umanoidi Ameca, considerati i più avanzati al mondo soprattutto per l’interazione visivo-verbale e la mimica facciale.

Uno dei due robot che indossava una vistosa magliettarossa, ha scandito gli annunci e preparato la sala all’inizio del corteo accademico, annunciando uno a uno i rettori intervenuti dagli atenei di Sicilia, Calabria e Puglia e invitato i presenti ad alzarsi per l’inno nazionale e per quello dell’Unione europea.

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Il robot ha anche risposto al presidente dell’Università Kore, Cataldo Salerno, quando, a chiusura del suo intervento, ha ringraziato anche gli umanoidi.
Quando è stato il turno del rettore, Francesco Tomasello, il robot si è rifiutato di annunciarlo, evidentemente ritenendo già esaurito il suo turno perché il professore era intervenuto fuori programma al microfono per salutare gli ospiti.

L’umanoide ha considerato già svolto il compito del rettore ed ha dato la parola al direttore generale, Salvatore Berrittella, lasciando il rettore Tomasello un po’ sorpreso.

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Una speaker in carne e ossa ha risolto l’imbarazzo sotto lo sguardo perplesso del robot, che è infatti dotato di mimica facciale del tutto simile a quella umana.
Ristabilito “l’ordine corretto”, il robot ha ripreso il controllo della sala fino alla fine della cerimonia, tenendo continuamente sotto osservazione il palco e la platea

È la prima volta che una cerimonia accademica viene diretta da un robot.

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Non è vero che la maestra ama gli studenti allo stesso modo

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Mentre se ne stava davanti alla sua classe di quinta elementare, il primo giorno di scuola, la maestra disse ai bambini una falsità. Come la maggior parte degli insegnanti, guardò i suoi studenti e disse che lei li amava tutti allo stesso modo.
Tuttavia, ciò era impossibile perché lì in prima fila, accasciato sulla sedia, c’era un ragazzino di nome Teddy Stoddard. La signora Thompson aveva osservato Teddy l’anno precedente e aveva notato che non giocava serenamente con gli altri bambini…
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I suoi vestiti erano disordinati e spesso avrebbe avuto bisogno di farsi un bagno. Inoltre, Teddy era scontroso e solitario.
Arrivò il momento in cui la signora Thompson avrebbe dovuto evidenziare in negativo il rendimento scolastico di Teddy; prima però volle consultare i risultati che ogni bambino aveva raggiunto negli anni precedenti; per ultima, esaminò la situazione di Teddy.
Tuttavia, quando vide il suo fascicolo, rimase sorpresa.
In prima elementare il maestro di Teddy aveva scritto: “Teddy è un bambino brillante con una risata pronta. Fa il suo lavoro in modo ordinato e ha buone maniere”.
Il suo insegnante, in seconda elementare, aveva scritto: “Teddy è uno studente eccellente, ben voluto dai suoi compagni di classe, ma è tormentato perché sua madre ha una malattia terminale e la vita in casa deve essere una lotta”.
Il suo insegnante di terza elementare aveva scritto: “La morte di sua madre è stata dura per lui e tenta di fare del suo meglio, ma suo padre non mostra molto interesse e, se non verranno presi i giusti provvedimenti, il suo contesto famigliare presto lo influenzerà”.
Infine l’insegnante del quarto anno aveva scritto: “Teddy si è rinchiuso in se stesso e non mostra più interesse per la scuola. Non ha amici e qualche volta dorme in classe”.
A questo punto, la signora Thompson si rese conto del problema e si vergognò di se stessa. Si sentì anche peggio quando i suoi studenti le portarono i regali di Natale, avvolti in bellissimi nastri e carta brillante, fatta eccezione per Teddy. Il suo dono era stato maldestramente avvolto nella pesante carta marrone di un sacchetto di generi alimentari.
La signora Thompson però aprì il regalo prima degli altri. Alcuni bambini cominciarono a ridere quando videro un braccialetto di strass con alcune pietre mancanti e una bottiglietta di profumo piena per un quarto, ma lei soffocò le risate dei bambini esclamando quanto fosse grazioso il braccialetto e mettendo un po’ di profumo sul polso.
Quel giorno Teddy Stoddard rimase dopo la scuola, giusto il tempo di dire: “Signora Thompson, oggi profumava come la mia mamma quando usava proprio quel profumo”.
Dopo che i bambini se ne furono andati, la signora Thompson pianse per almeno un’ora; da quel giorno si dedicò veramente ai bambini e non solo per insegnare loro le sue materie. Prestò particolare attenzione a Teddy e, con la sua vicinanza, la mente del piccolo iniziò a rianimarsi. Più lei lo incoraggiava, più velocemente Teddy rispondeva. Alla fine dell’anno, Teddy era diventato uno dei bambini più intelligenti della classe e, nonostante la sua bugia che avrebbe amato tutti i bambini in ugual modo, la maestra si accorse che Teddy divenne uno dei suoi “preferiti”.

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Fare la gavetta

Prof. Deb
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Tutti noi abbiamo “fatto la gavetta” o quantomeno, l’ abbiamo sentito dire. “Fare la gavetta” è una locuzione per indicare l’apprendimento graduale di una professione, attività, lavoro, partendo dal basso, dalle mansioni più umili, per poi procedere, per esperienza e merito, verso posizioni sempre più avanzate. Ma cos’è la gavetta?
La gavetta altro non è che un recipiente in metallo composto da due pezzi: un contenitore, che si può usare come pentolino o ciotola, e un coperchiò da usare come piatto.
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Soldato tedesco che mangia da una gavetta italiana, probabile preda bellica, data in dotazione a tutti i fanti del Regio Esercito dagli anni ’30 fino alla Seconda Guerra mondiale.
La gavetta serve per trasportare, riscaldare e consumare il cibo in situazioni in cui non è possibile cucinare, come sui luoghi di lavoro, al campeggio, nei campi scout, oppure in campagne militari.
Ed è proprio questo campo semantico che ci interessa adesso. Infatti, questa espressione è mutuata dal gergo militare in cui la gavetta veniva usata per consumare il rancio delle truppe. Per tal motivo divenne poi simbolo dei sacrifici del dover passare dai gradi più umili dell’esercito a quelli più alti, come quello di ufficiale.
Poi, da tal contesto l’ espressione si è emancipata per assumere il significato laico, odierno di apprendistato. La gavetta è evocativa di sfruttamento, precariato, scarsa disponibilità economica, ma resta un momento fondamentale della formazione di qualunque lavoratore che, a mano a mano, si porta avanti, munito di resilienza, umiltà e tenacia.
Una curiosità: inizialmente, le gavette riportava il numero di matricola dei soldati, ma poi furono gli stessi a personalizzarle, incidendo le loro iniziali, i loro nomi, dei disegni o delle scritte. Tra tutte, le parole più diffuse erano “mamma” e “ritornerò”.

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Workshop e visite preparatori Erasmus all’Istituto Comprensivo “Puglisi” di Serradifalco-Milena-Montedoro

G.S.

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Dal 12 al 15 febbraio 2024, in vista di futuri progetti Erasmus+, l’istituto secondario di primo grado “Puglisi” di Serradifalco-Milena-Montedoro, diretto dalla dirigente scolastica dott.ssa Valeria Vella, ospita il dirigente scolastico Vesa Karjalainen, preside dell’istituto “Myrskylàn koulu” di Myrskylà, Finlandia, e la prof.ssa Nina Laas, della Montessori Fachoberschule di Monaco di Baviera, Germania.

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Le visite di lavoro, come afferma il responsabile Erasmus dell’Istituto, prof. Giovanni Schillaci, “serviranno per porre le basi per la presentazione di prossimi progetti Erasmus, che le scuole stanno progettando congiuntamente, insieme ad un istituto turco”.

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Durante la visita di lunedì 12 febbraio, gli ospiti hanno visitato le classi dei tre ordini di scuola –infanzia, primaria e secondaria- ed hanno potuto prendere parte a due attività: il workshop “Nonni in cattedra” sulla panificazione e un secondo workshop intitolato “Trashion show: new life to plastic, metal and paper”.

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Nel primo workshop sulla panificazione, gli alunni delle classi prima, seconda e terza della Scuola Secondaria “Luigi Pirandello” di Milena” hanno partecipato ad un laboratorio di panificazione sensoriale, realizzato dal docente di tecnologia, prof. Martinelli con la collaborazione dell’intero corpo docenti e di alcuni genitori e nonne.

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Il laboratorio è iniziato con la presentazione da parte di nonna Gioacchina Alfano degli ingredienti principali: la farina, l’acqua, il lievito ed il sale. Nell’arco del laboratorio, le attività sono state tre: la prima di preparazione dell’impasto del pane, la seconda di manipolazione della pasta e l’ultima di finitura, con uovo sbattuto e sesamo.

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Per l’elaborazione dell’impasto, ogni alunno ha avuto a disposizione una ciotola con la farina, l’acqua e la quantità di lievito necessaria per una pagnotta. Gli alunni hanno avuto modo di vedere come viene fatto il pane, hanno potuto apprezzarne la consistenza, il profumo ed infine il sapore… è stato un vero e proprio viaggio nei cinque sensi.

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Il secondo workshop sul riciclo dei materiali plastici, metallici e cartacei, organizzato dai docenti Difrancesco, Alfano, Nola, Terrana e Curtopelle, ha visto la presentazione di una sfilata di moda, con abiti prodotti dagli stessi alunni con materiali di riciclo, all’insegna del motto “riduci, riusa, ricicla”.

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Una galleria di outfits tutti interamente ricavati da bottigliette di acqua, buste dell’immondizia, cartoni, tetrapack e altri imballaggi, tutti materiali riciclati ai quali i discenti milocchesi hanno dato una seconda vita, con l’obiettivo di contribuire ad un mondo migliore.

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La sfilata è stata una vera e propria competizione, con tanto di giuria internazionale che ha votato gli abiti del red carpet scolastico, alla quale hanno partecipato anche i due docenti stranieri. Gli alunni, aiutati dagli insegnanti, hanno creato una collezione esilarante con la quale hanno sfilato a suon di musica, grazie alla direzione musicale del prof. Amendola.

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L’attività è stata presentata in inglese e francese, le due lingue straniere studiate nella sede scolastica milocchese.

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Soddisfatta delle attività la dirigente scolastica, prof.ssa Valeria Vella, che ha ricordato nei saluti di benvenuto “la grande valenza dei progetti Erasmus, specialmente in un periodo come quello attuale, nel quale è più che mai importante sentirsi parte di un’Europa unita, collaborando insieme per costruire la pace”.

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Gli Ex Allievi del Don Bosco di Palermo ora hanno un periodico in cui potranno raccontare la vita trascorsa dentro il prestigioso liceo 

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IL CORRIERE DEL SAMPOLO anno 1 n. 1

8 pagine

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Festa di San Giovanni Bosco presso la scuola primaria e secondaria di Milena

G.S.

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Oggi, 31 gennaio 2024, il cortile della Scuola Secondaria “Luigi Pirandello” di Milena è stato il luogo di una festa vivace e significativa in onore di San Giovanni Bosco, patrono degli educatori e dei giovani.

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L’evento, presieduto dalla dirigente scolastica dott.ssa Valeria Vella e dall’arciprete don Luca Milia, ha coinvolto entrambi gli ordini di scuola presenti nella struttura, la scuola secondaria di 1^ grado “Luigi Pirandello” e la scuola primaria “San Giovanni Bosco”, facenti parte dell’Istituto Comprensivo “Puglisi” di Serradifalco-Milena-Montedoro.

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La giornata ha visto la partecipazione entusiastica degli alunni, accompagnati dai loro insegnanti, che hanno reso l’atmosfera molto festosa, con il coinvolgimento attivo di un nutrito numero di mamme che prima della festa hanno assunto l’importante compito di imbottire i panini e curare ogni dettaglio del vettovagliamento e delle bevande, contribuendo così a creare un’atmosfera di autentica e coesa comunità educante.

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L’iniziativa più significativa della giornata è stata “Il panino di don Bosco”, organizzata con dedizione dalla Parrocchia “Immacolata vulgo San Giuseppe” di Milena, guidata dall’arciprete parroco don Luca Milia.

L’evento ha visto la collaborazione di tutti i panifici milocchesi, che hanno donato il pane, e della Conad locale, che ha offerto la mortadella.

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Don Bosco, fondatore dei Salesiani, amava i giovani e aveva l’abitudine di distribuire pane e mortadella ai ragazzi. Un gesto semplice, ma profondo, che unisce la nutrizione del corpo a quella della mente e dello spirito.

La tradizione del “panino di don Bosco” è diventata un simbolo di generosità e cura per gli altri, valori che la comunità parrocchiale e scolastica di Milena ha abbracciato con entusiasmo.

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Tra le massime di don Bosco che continuano a ispirare insegnanti, studenti e genitori, spicca il suo insegnamento: “Educazione è cosa del cuore”. Questa affermazione sottolinea l’importanza di un approccio affettuoso e coinvolgente nell’insegnamento, un principio che permea ancor oggi l’atmosfera educativa della scuola milocchese.

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La festa di San Giovanni Bosco ha profonde radici nella storia di Milena: infatti, tre decenni dopo l’autonomia e la costituzione del Comune di Milena avvenuta il 30 dicembre 1923 –di cui si festeggia quest’anno il centenario-, il 28 ottobre del 1954, alla presenza dell’allora sindaco dott. Salvatore Mantione e dell’arciprete Padre Salvatore Taffaro, venne infatti inaugurato l’edificio di quella che una volta si chiamava “scuola elementare”, sito in via Caltanissetta, dedicandola appunto a San Giovanni Bosco.

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La celebrazione della Festa di San Giovanni Bosco alla Scuola Primaria e Secondaria di Milena, non è stata solo un tributo alla storia educativa della comunità, ma anche una dimostrazione tangibile di solidarietà e unità: dirigente, insegnanti, scolari, studenti, genitori e personale ATA hanno collaborato per creare un evento speciale, rafforzando l’idea che l’educazione è un impegno condiviso da tutta la comunità educante.

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FOCUS ON TRADITIONS: ELF ON THE SHELF🇺🇲

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Prof. Deb
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Appollaiato su di una mensola o nelle pose più stravaganti in giro per casa, quella dell’Elfo di Natale o folletto di Natale è una tradizione americana che ha conquistato anche molti italiani. Iniziamo dicendo che sia ELF (elfo) che SHELF (mensola) terminano per F.
Il loro plurale, come quello di tutti i sostantivi che finiscono per F o FE è irregolare, ergo sarà ELVES e SHELVES, dunque la F si elimina e subentra il suffisso -VES. Dopo questa DROP (goccia) di ENGLISH GRAMMAR, parliamo della tradizione.
Il libro “the Shelf on the shelf” o “L’ elfo sulla mensola” del 2005 è nato dalla penna di Carol Aebersold e della figlia Chanda Bell, che hanno dato vita a un simpatico libro per bambini scritto interamente in rima. In realtà il libro, tutto sommato molto recente, ripropone un’antica leggenda legata alla festa del Ringraziamento e al Natale.
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In occasione di quella importante festa per l’ America, questo piccolo inquilino magico compare in casa pronto ad osservare e ascoltare tutto quello che succede. Il suo compito sarebbe, infatti, quello di riferire a Babbo Natale se i bimbi sono stati buoni oppure no. L’ elfo agisce solo di notte e mentre i bambini dormono combina qualche marachella.
Spetta ai genitori nascondere il pupazzetto e farlo ritrovare ai bimbi nelle pose più divertenti, simulando la marachella.
Secondo alcune interpretazioni, ci sarebbero dei punti comuni tra la tradizione dell’Elfo e i Troll norvegesi. Entrambi vengono posizionati sulle mensole di casa con il compito di osservare quello che succede, ma nel caso dei Troll la loro funzione è quella di proteggere l’abitazione dagli spiriti maligni che riescono ad allontanare proprio grazie al loro aspetto sgradevole.
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Questa tradizione è un ottimo modo per trascorrere del tempo insieme, grandi e piccini.
Per esempio, piuttosto che acquistarlo, si potrebbe pensare di costruire tutti insieme l’Elfo. Oltre a questo, come tutte le usanze legate ai personaggi di fantasia, anche quella dell’aiutante di Babbo Natale, stimola nei bambini creatività e pensiero magico, due aspetti importantissimi per lo sviluppo e la crescita.
Infine, un aspetto inedito della tradizione dell’Elfo, è che rappresenta in qualche modo l’esteriorizzare dell senso di responsabilità del bambino, un’operazione molto importante a livello educativo: se c’è qualcuno che ci guarda, ci sentiamo maggiormente responsabili di quello che facciamo. Raccomandazione: alla fine delle festività natalizie, l’Elfo deve ritornare in soffitta insieme agli addobbi di Natale, se no si rischia di snaturarlo.

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FOCUS ON CHRISTMAS VOCABULARY🇬🇧

LA CHINA IN TAVOLA

Prof. Deb
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In inglese, un bel servizio di piatti come quello sotto, ma non necessariamente natalizio, si chiama CHINA. Per fare un esempio, potrei dire: “Mary was accustomed to dining on fine china”, cioè “Maria era abituata a desinare utilizzando fine porcellana”.
Ma perché la porcellana, oltre a essere chiamata PORCELAIN (pronuncia più o meno PORSLEN- la E indicata è in realtà un suono schwa e l’accento cade sulla O) è detta CHINA?
410840997_345860894850235_4332322082432226580_n La spiegazione è legata alla storia di questo materiale
Infatti, la porcellana fu prodotta per la prima volta in Cina, si suppone durante la dinastia Tang, che durò dal 618 al 907.Quando la porcellana arrivò in Europa dalla Cina, nel XVI secolo, fece scalpore e i vasai olandesi per primi imitarono la tecnica cinese, sviluppando un proprio stile.
Paradossalmente, a differenza di quanto accade oggi, gli europei imitarono i prodotti cinesi e non viceversa.

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IN PIAZZA IL MERCATINO DI BENEFICIENZA DEGLI SCOLARI

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I bambini della scuola primaria e della scuola dell’infanzia di Milena sono lieti di invitarvi al mercatino di beneficenza che si terrà lunedì 18 Dicembre in Piazza Garibaldi dalle ore 10.

I prodotti sono stati realizzati interamente dagli alunni delle nostre scuole e il ricavato andrà in beneficenza.

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Da sempre, il Natale rappresenta il momento dell’anno in cui più si condivide e che vede il coinvolgimento di tutti coloro i quali, in un modo o nell’altro, orbitano intorno alla scuola. Vi aspettiamo numerosissimi.

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