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Archive for the ‘Arte, pittura e scultura’ Category

Il meraviglioso gruppo scultoreo del Laocoonte capolavoro che  fu ritrovato nel 1506 sul Colle Esquilino. La data della sua realizzazione è tuttora incerta, ma si suppone che risalga al 40-30 a.C.  L’opera è esposta nel Cortile Ottagono ai Musei Vaticani. Città del Vaticano.

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Il suo mito racconta che egli, sacerdote troiano del Dio Apollo, si oppose all’ingresso nella città del Cavallo di legno, e che gli dei favorevoli ai greci, inviarono dal mare due enormi serpenti che avvolsero con le loro spire il Laocoonte e i suoi figli.

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Ecco come doveva apparire il Foro Romano davanti ai cittadini romani dell’epoca

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Monumentale!

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E’ quella di Marilyn Monroe la più utile statua del mondo!

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Eduard von Grützner il pittore dei monasteri

Arte e parole

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“Spuntino nel monastero” – Eduard von Grützner – 1912, olio su tela dimensioni 47 x 39 cm. “Milwaukee Art Museum‎” (Stati Uniti)

“Spuntino nel monastero” è un olio su tela di Eduard von Grützner dipinto nel 1912 ed oggi esposto negli Stati Uniti al “Milwaukee Art Museum‎”.

Eduard von Grützner (1846-1925) è stato un pittore tedesco che aveva bottega a Monaco di Baviera.

Fu affascinato dai monasteri dove i monaci producevano birra e dipinse numerosi quadri che li ritraevano, oggi sono considerati una preziosa testimonianza storica.

Grützner insieme a Carl Spitzweg e Franz von Defregger fu uno dei principali pittori di genere di Monaco nella seconda metà del XIX° secolo.

A suo tempo i dipinti di Grützner erano molto famosi per la loro combinazione di resa accademica dettagliata con argomenti umoristici e aneddotici.

Ritornò in auge durante il regime nazista, Adolf Hitler citandolo lo paragonava addirittura a Rembrandt e si rammaricava che fosse ancora sottovalutato.

Ancora oggi i dipinti di Grützner sono ricercati dai collezionisti, anche se le loro quotazioni non sono minimamente paragonabili a quelle del grande maestro fiammingo.

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MONTEDORO

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MUSSOMELI

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SERRADIFALCO

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Un pensiero molto attuale dell’immenso pittore Antonio Ligabue

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350798029_252069197410741_2645998741455454024_nMi dicono che sono sporco, pazzo, irresponsabile e analfabeta. Solo perché non seguo la massa degli obbedienti, non ascolto i proclami del potere, non mi drogo con la televisione, non mi faccio prendere per il culo dai politici e tanto meno dai giornalisti.

Mi dicono che non valgo nulla, come se il valore fosse dettato dall’obbedienza, dal silenzio della violenza, dal mettersi in ginocchio davanti ai governanti, dal copiare gli altri artisti, dal seguire le loro leggi.

E allora io rispondo:

Se questo è il vostro valore, allora io sono ben lieto di non valere nulla, di essere un semplice pazzo analfabeta senza valore.

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Il David di Gian Lorenzo Bernini fu realizzato fra il 1623 e il 1624. Questa meraviglia è esposta alla Galleria Borghese a Roma.
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La scultura rappresenta David nell’istante che precede il lancio della pietra che colpirà il gigante Golia, quest’ultimo fu chiamato dai filistei per combattere contro l’esercito israelita del re Saul.

La storia del pastorello Davide che, armato di una semplice fionda, uccide Golia, il temibile gigante dei Filistei in guerra con il popolo di Israele, è uno degli episodi più famosi della Bibbia. Simbolo della fede e del coraggio che trionfano sulla bruta violenza, la vicenda ha ispirato numerosi capolavori artistici

La storia di Davide e Golia è narrata nella Bibbia. Si svolge intorno al 1000 a.C. e ha come sfondo la guerra tra i Filistei e il popolo di Israele guidato dal re Saul. È un momento critico per gli Ebrei: l’esercito dei Filistei sembra avere la meglio grazie alla presenza tra le sue schiere del terribile gigante Golia, alto tre metri, armato di una corazza di quaranta chili e di una lancia con una punta del peso di cinque chili.

Ogni giorno, da quaranta giorni, Golia lancia una sfida: sarà un duello tra lui e un campione dell’esercito nemico a decidere le sorti della guerra. Ma nessuno osa accettare. È a questo punto che entra in scena Davide. Troppo giovane per andare a combattere nell’esercito di Saul, il fanciullo ha l’incarico di pascolare le greggi del padre. Un giorno questi lo manda dai fratelli maggiori che combattono nell’esercito di Saul. Ed ecco che dalla schiera dei Filistei si fa avanti Golia e ripete la sua sfida provocante. Mentre gli altri fuggono terrorizzati, Davide chiede chi sia mai quel filisteo che osa sfidare con disprezzo le schiere del popolo di Dio.

Venuto a conoscenza dell’audacia del fanciullo, il re Saul lo manda a chiamare. Davide si offre di andare a combattere contro Golia, e per convincere il sovrano del proprio valore gli narra come, pascolando le greggi del padre, spesso ha dovuto affrontare e uccidere orsi e leoni. Così come Dio l’aveva salvato in quelle occasioni, lo avrebbe protetto anche da Golia. Colpito dall’audacia del giovanetto, Saul gli dà un elmo di bronzo, una corazza e una spada.

Ma Davide, impacciato dalle armi alle quali non è abituato, le depone e sceglie da un torrente cinque sassi ben lisci; poi, con la fionda in mano, si fa incontro a Golia e lo incita spavaldo a misurarsi con lui. Anticipando il gigante tira fuori fulmineo un sasso dalla bisaccia e lo scaglia con forza contro la fronte di Golia, che stramazza al suolo.

Infine corre accanto al filisteo, gli sfila la spada dal fianco e lo uccide, tagliandogli la testa. Il capo mozzato di Golia sarà portato in trionfo a Gerusalemme. Il più forte, come spiega sant’Agostino commentando l’episodio biblico, si è dimostrato il pastorello, perché è andato incontro a Golia confidando non in sé ma in Dio, armato non di ferro ma dalla propria fede.

Davide e Golia nella visione di tre sommi artisti

L’episodio di Davide e Golia è stato raffigurato da innumerevoli pittori e scultori, affascinati soprattutto dalla figura dell’audace fanciullo che armato di sola fionda affronta il temibile gigante. “Giovane, biondo e di bell’aspetto”, ce lo descrive la Bibbia.

E come uno spavaldo adolescente di straordinaria grazia e avvenenza lo raffigura lo scultore fiorentino Donatello in una celeberrima statua in bronzo. Realizzata intorno al 1430, la statua fece scalpore in quanto per la prima volta dopo l’età greco-romana veniva presentata una figura umana completamente nuda.

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Anche in quella che è forse la più famosa statua della storia dell’arte, il monumentale Davide scolpito da Michelangelo all’inizio del Cinquecento, la figura del fanciullo diventa una esaltazione della bellezza e della forza virili. Davide è ritratto qui nel momento di vibrante attesa che precede lo scontro.

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Caravaggio invece, in una delle sue ultime, sconvolgenti interpretazioni dell’episodio biblico dipinta nel 1606, pone in primo piano la testa mozzata e il viso stravolto dal dolore di Golia, al quale il pittore presta le sue fattezze (è infatti quasi certo che si tratta di un autoritratto). La sofferenza dello sconfitto si riverbera anche sul volto tormentato di Davide, ben diverso in questa raffigurazione dall’adolescente spavaldo e trionfante immortalato da Donatello e da Michelangelo.

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SPIEGATO PUNTO PER PUNTO IL PROGRAMMA ELETTORALE DEL SINDACO E DELLA LISTA “PER UNA MILENA MIGLIORE” VISIBILE ANCHE SU FACEBOOK

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IN POCHE ORE SUPERATE LE 1000 VISUALIZZAZIONI – PIU’ SI E’ INFORMATI PIU’ E’ FACILE VOTARE

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Dall’alto del drone scendendo in basso tutto cambia… e in peggio!

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NOTA DEL GRUPPO CONSILIARE #perunamilenamigliore

Al Sindaco., All’Assessore comunale ai Lavori Pubblici, Al Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale e per conoscenza Al Comandante della Polizia Municipale Sede Municipale di Milena, Al Comandante della Caserma dei Carabinieri di Milena, Alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta

Milena, 6 aprile 2023

Oggetto: “Nota sulla problematica inerente alcune criticità relative ai lavori sulla piazza Garibaldi”.

Signor Sindaco,

come lei dovrebbe sapere, il 4 aprile 2023, il nostro Gruppo Consiliare, avendo notato che in piazza erano state tolte le transenne che impedivano l’accesso ai non addetti ai lavori, ha richiesto all’ufficio competente le copie del collaudo e dell’agibilità della stessa piazza.

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Dal Responsabile abbiamo direttamente saputo che, a quella data, non solo non era stato eseguito il collaudo né rilasciata l’agibilità della piazza ma che non era nemmeno avvenuta la consegna dei lavori. Pertanto le chiediamo di conoscere l’identità del responsabile che ha disposto la rimozione delle transenne permettendo ai cittadini di frequentare un posto non agibile e teoricamente non certificato come sicuro per la cittadinanza.

Abbiamo notato anche che la collocazione di due fioriere in cima alla scalinata principale è di ostacolo all’afflusso e al deflusso dalla piazza nel caso si dovesse sfollare in casi di emergenza e ciò in contrasto con quanto disposto in materia di sicurezza dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta. E la invitiamo a farle rimuovere; anche perché perdono acqua che invade le scalinate.

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Non comprendiamo il perché le panchine, in origine dotate di spalliere, siano state sostituite con altre di pietra e prive delle stesse; ciò non permette la seduta comoda dei cittadini, specialmente quelli anziani e bambini. E la invitiamo a rimediare.

Relativamente alle scalinate laterali, con scalini stretti e di altezza variabile, facciamo notare l’assenza di passamano che rendono molto difficile l’accesso e l’uscita dalla piazza ai cittadini, in particolare a quelli con limitazione dei movimenti. E la invitiamo a rimediare.

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Le caditoie sul porticato poi sono d’impatto ambientale ed estetico per la diversità di materiali e colorazione.

Riguardo alla fontana, che si era rotta durante la rimozione all’inizio dei lavori ed in seguito “restaurata”, invitiamo la Soprintendenza e anche l’Ufficio Tecnico Comunale a verificare la qualità del restauro che. anche ad occhio nudo e profano appare di pessima qualità con tubazione in plastificato, dipinta in bianco e legata inusitatamente con fili e legacci che nulla hanno a che vedere con il senso estetico.

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La fontana presenta un vistoso foro su un lato con fuoruscita a fiotto dell’acqua. E’ stata cementata e stuccata alla meno peggio.

La vasca in acciaio corten non è bene livellata; la griglia in ghisa di raccolta dell’acqua è stata più volte tagliata e saldata in diversi punti ed è ricoperta di ruggine e presenta punti pericolosi. La stessa contiene acqua superiore al livello previsto inizialmente e ciò la rende pericolosa nel caso qualche bambino o ragazzino dovesse caderci dentro. Bisogna provvedere con urgenza.

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Sulla qualità della pavimentazione, sul livello della piazza, sui gradini delle scalinate, sui margini ad angoli acuti pericolosi ai due lati della stessa, sulle pericolose ringhiere con appoggi scalabili dai bambini attendiamo il responso dei tecnici collaudatori.

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Signor Sindaco, abbiamo voluto trasmettere questa nota perché abbiamo a cuore le sorti della piazza che vogliamo sia aperta al più presto ma in piena sicurezza per i cittadini. E, in attesa di riscontro, le inviamo distinti saluti

Maria Carmela Ferlisi (capogruppo), Alfonso Cipolla, Maria Giulia Provenzano

GALLERIA FOTOGRAFICA

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Agrigento sarà la capitale italiana della Cultura 2025

ANSA

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La proclamazione è stata fatta al ministero a Roma dal ministro Gennaro Sangiuliano e da tutti i sindaci delle città coinvolte. Le altre 9 finaliste erano Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia).

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Il titolo di Capitale italiana della cultura è conferito per la durata di un anno.

La prima città ad aggiudicarsi il riconoscimento fu Mantova nel 2016, poi Pistoia (2017), Palermo (2018) e Parma nel 2020, prorogato anche nel 2021 a causa della pandemia. Lo scorso anno Procida, nel 2023 Bergamo e Brescia. Nel 2024 sarà Pesaro.

La Valle dei Templi, i mandorli in fiore, “la più bella città dei mortali” come la definì Pindaro. Ma anche, come si ricorda nel video di presentazione, le corse e i giochi dei bambini sotto il sole, il “vento di antiche culture che soffia in ogni respiro”, “versi di poesie note che echeggiano in ogni voce” e “in ogni lacrima il sapore salmastro di un mare africano culla e tormento per popoli di ogni tempo”.

Agrigento è stata proclamata capitale italiana della Cultura per il 2025 dal ministro Gennaro Sangiuliano battendo l’agguerrita concorrenza di altri 9 progetti presentati da Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia).

“La Capitale della Cultura – dice il ministro Sangiuliano – fa accendere i riflettori su una città, ed è un bene, considerata la grande varietà di luoghi che offre l’Italia: questa è la nostra ricchezza. Ma ciascuna di loro è uno scrigno, per questo cercherò di fare qualcosa e di recuperare in qualche modo anche con le cittadine che sono arrivate finaliste”. E annuncia che dal prossimo anno “oltre alla capitale della Cultura e a quella del libro proclameremo anche la capitale dell’arte contemporanea” e grazie all’Ue “la capitale europea del Mediterraneo”.

“Oggi non ha vinto Agrigento, non ha vinto la Sicilia, ma ha vinto l’Italia perché in questo momento storico e politico aver promosso questo dossier, il cui progetto è incentrato sui temi degli scambi culturali fra popoli, sull’accoglienza, sull’integrazione, sul dialogo, sulle relazioni delle diverse etnie del Mediterraneo, è stato un grande atto di coraggio e di estrema sensibilità della commissione e quindi di riflesso della classe dirigente nazionale” spiega il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché. E ai colleghi delle altre città finaliste dice: “Non lasciamoci oggi, cerchiamo di creare una rete culturale turistica, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, creiamo la nazionale sportiva dove gli atleti non si conoscono o quasi, ma hanno tutti lo stesso obiettivo e tutti lo stesso spirito d’appartenenza: quello di essere italiani. Grazie”.

Il governatore della Sicilia Renato Schifani assicura che la Regione darà il proprio supporto perché Agrigento “possa cogliere per intero tutte le opportunità di crescita offerte da questo prestigioso ruolo. Un titolo che la città merita non soltanto per la sua storia, i suoi monumenti, per gli autori che sono patrimonio di tutto il Paese e dell’Europa intera”.

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