L’uomo universale sta scomparendo dalla faccia della Terra
Enzo Trantino
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Enzo,
i “Viaggi nell’utopia” agli inizi degli anni 2000 erano un ristoro dello spirito.
La sapienza selettiva aveva scelto: Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia e Il disprezzo del mondo; Tomaso Moro, L’utopia; Niccolò Machiavelli, il Principe, annotato da Napoleone Bonaparte; Giulio Cesare Croce, Le sottilissime astuzie di Bertoldo; Giovanni Pico della Mirandola, De hominis dignitate; Francesco Bacone, Nuova Atlantide; Tomaso Campanella, La città del Sole; Karl Marx e Friederich Engels, Manifesto del Partito Comunista; Giordano Bruno, Spaccio della bestia trionfante; Girolamo Cardano, Il Prosseneta.
Con questa splendida compagnia ti veniva da cantare l’inno alla gioia, convinti che Beethoven ne fosse felice. Lo eravamo di certo noi, lettori privilegiati di quella rara “collana”. Sceglievamo a caso, e, persino chi appariva tra i meno celebri, lasciava nelle nostre teste presenza di sé.
Stringiamo, di nuovo tra le mani, Giacomo Cardano e il suo “Prosseneta”, “testo permeato di realismo, lontano dalle idee stoiche, vicino alle concretezze di Aristotele, una sorta di Machiavelli morale, un libro che insegna le mosse della vita”.
Quando allora si oscurava il cielo della Giustizia, prima cioè che arrivassero i devastanti temporali attuali, apprendevamo che punire con accanimento non fosse “opera di un giudice ma di un nemico” (pag. 415), prevedendosi una giustizia più giusta, che, a volte, non preferisse la preda alla caccia.
Ma, per intenderci, occorre presentare l’attività del “Prosseneta”: pensate al “mediatore culturale” attuale, essendo quello greco “il cittadino incaricato della protezione degli stranieri”.

Leonardo da vinci, one of the greatest mind in the humanity
Cardano nato a Pavia oltre cinque secoli fa, morì a Roma nel 1576.
“Acquisì un’ampia fama nell’Europa dotta del suo tempo, fu medico, filosofo, scienziato naturale; seppe coltivare l’astrologia – celebri i suoi oroscopi, specie quello di Cristo, che gli procurò gli strali dell’Inquisizione, insieme allo studio della matematica – fu sua la risoluzione delle equazioni cubiche, detta “Formula di Cardano”, oltre le scoperte sulla innovazione tecnologica, sino al “giunto cardanico”.
Era “l’uomo universale”.
Siamo arrivati al pettine: se l’uomo universale incontra tra i dotti pochi conoscenti, che fine faranno tanti odierni pavoni che poco sanno e molti pretendono d’insegnare quello che non sanno?
Sembrerebbe una sorta di giustificazione sulla inutilità della cultura e sulla sorte effimera della fama.
E’, invece, il deludente bilancio dell’attraversamento di un deserto, l’attuale, che non finisce mai, spostando sempre oltre i propri confini. In una “missione istituzionale”, in un viaggio verso Bagdad, l’autista, un saggio locale che conosceva la nostra lingua, quasi parlando tra sé e sé, mi insegnò: “Non abituarti al deserto”.
enzo.trantino@virgilio.it