Galateo in spiaggia: le cose da non fare
Daniela Faggion
Valigia chiusa, crema e asciugamano in prima linea, infradito ruggenti e addominali tonici: tutto pronto per la conquista di spiagge o piscine.
Prima di partire, però, meglio dare una ripassata al galateo da ombrellone.
Anche se vacanza vuol dire relax, infatti, meglio non perdere di vista le più semplici norme del vivere civile, perché la nostra libertà non si trasformi in disturbo per chi ci circonda. Secondo un sondaggio di TripAdvisor condotto su oltre 1500 turisti italiani, il cafone da spiaggia per eccellenza è giovane e lascia dietro di sé una scia di immondizia. Attenzione, però, la casistica è ampia: ecco le violazioni di bon-ton da spiaggia meno tollerate.
Oltre che una mancanza di rispetto verso gli altri e gli spazi comuni che occupiamo,abbandonare mozziconi, bottiglie e immondizia varia è pericoloso, soprattutto per i bambini, e dannoso per l’ambiente.
Pensare “Qualcuno pulirà” denota non solo pigrizia mentale ma anche ignoranza, perché con i continui tagli alle amministrazioni locali non è detto che i comuni possano assicurare una pulizia costante dei loro territori. Basta un piccolo sacchetto biodegradabile nel quale gettare tutti i rifiuti che produciamo (cartacce, mozziconi, bottiglie, involucri vari…) e depositarlo nei cassonetti più vicini.
Soprattutto in piscina capita di tuffarsi in prossimità di persone sdraiate a prendere il sole. Se due gocce d’acqua non hanno mai fatto male a nessuno, lanciarsi in acqua in maniera sgraziata e urlante può essere invece molto più fastidioso e bagnare non solo gli altri turisti ma anche cellulari, borse e vestiti in prossimità di teli e sedie sdraio.
Se proprio non resistiamo, cerchiamo di lanciarci in acqua solo nelle zone della piscina deputate proprio ai tuffi… e se proprio non resistiamo, premuriamoci di avvertire le persone affinché possano mettere in salvo almeno i loro beni se non l’acconciatura.
Per non dire di peggio. Immaginiamo l’acqua del mare e della piscina come l’acqua in cui ci immergiamo nella nostra vasca di casa: se sulla superficie cominciassimo a vedere saliva o dal fondo vedessimo emergere colori ambigui usciremmo urlanti dal bagno.
Ebbene, lo stesso vale nelle vasche più grandi che sono il mare e le piscine. Se l’acqua stimola qualche sternuto o colpo di tosse, corriamo a prendere un fazzolettino in borsa. Saranno tutti più felici, noi per primi.
Ubriacarsi in pubblico.
Happy hour e aperitivi a bordo piscina o in riva al mare sono sempre più diffusi. Questo non giustifica comunque ubriacature e comportamenti molesti nei confronti di chi è ancora sulla spiaggia a rilassarsi. Chiringuitos e cocktail bar hanno d’altronde il compito di creare le condizioni per il divertimento di tutti, curando il menù in modo che alcolici e superalcolici non vengano serviti prima di un certo orario e possibilmente non con il sole a picco.
L’immagine di grandi stereo portati a spalla fino alla riva del mare fa decisamente Anni Ottanta ma qualche chiassoso demodé si trova sempre. Fortuna vuole che la tecnologia tenda a farsi sempre meno visibile e invadente, ma soprattutto quando le vacanze sono di gruppo può essere facile distrarsi. Ancora più pacchiana, d’altronde, la musica sparata dalle casse di imbarcazioni ferme al porto o a qualche metro dalla riva: simbolo di una fortunata vacanza a contatto con la natura, la barca non deve trasformarsi in una discoteca galleggiante.
Occupare le sdraio altrui, fumare vicino a persone che non conosciamo, usare il cellulare come un megafono, lasciare i bambini strillare perché “finalmente possono sfogarsi” o gli animali in libertà “perché tanto non danno fastidio a nessuno”… peggio ancora senza museruola.
In assenza di aree specifiche, è bene ricordare che la nostra quotidianità e le nostre abitudini non sono il metro della tranquillità di tutti gli altri. Soprattutto in vacanza.