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Archive for 17 dicembre 2014

cuba

Barak Obama e Raul Castro

Barak Obama e Raul Castro

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Gli Usa avvieranno dei negoziati con Cuba per la piena normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra i Paesi e per l’apertura di un’ambasciata a L’Avana, che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi.

Svolta storica dopo oltre 50 anni nelle relazioni tra Stati Uniti e Cuba. Il presidente Usa Barack Obama ha annunciato una revisione completa della politica con l’Isola.

«C’è una storia complicata dei rapporti fra Stati Uniti e Cuba» ma adesso inizia «un nuovo capitolo», ha detto il presidente degli Usa in discorso che sicuramente passerà alla storia.

papaAffermazioni cui Raul Castro, anche lui intervenuto in un discorso pubblico, ha risposto accogliendo il ripristino delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. Ma affermando che, tuttavia, che restano delle differenze.
Il primo atto della svolta è stata la liberazione del contractor americano Alan Gross da una prigione a Cuba.

Lettera di Papa Francesco a Obama e Raul Castro. Il Vaticano ha giocato il ruolo da garante nelle trattative.

Sua Santità,

78

in occasione del Suo 78° compleanno, desidero esprimerLe il mio personale apprezzamento per il Suo importantissimo ministero petrino che svolge con grande abnegazione, amore, umiltà e inossidabilità, mostrando carisma e doti singolari di instancabile pastore di Cristo.

Il Suo ruolo di Vescovo di Roma è assai proficuo per l’eccezionale disponibilità-aiuto che mostra nei confronti dei più deboli-indifesi e del mondo intero.

Continui, amatissimo Papa Francesco, la Sua preziosissima opera, perché l’aria nuova-rivoluzionaria che ha portato dalla” fine del mondo” è una panacea per sanare tutti i mali sociali , morali e soprattutto spirituali. Che il Signore La conservi sempre in ottima salute. Ad multos annos, Santo Padre.

Un abbraccio rispettoso e caldo.

Franco Petraglia

 

 

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Currò via…

Movimento Cinque Stelle, un altro strappo: Currò dice sì a Renzi e se ne va

Grillini allo sbaraglio

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dissiIn un crescendo di accuse, che allineano la critica all’Euro, una linea populista, assenza di democrazia interna, si consuma l’ennesimo strappo in casa M5S, con il deputato Tommaso Currò che demolisce la linea del suo movimento, annuncia il suo voto a favore della mozione sulla politica estera di Matteo Renzi e, infine, la sua uscita dal gruppo 5 Stelle.

«Condivido il tentativo di rinnovamento della classe dirigente e intendo partecipare attivamente alla moralizzazione della politica», dice fra l’altro Currò mentre appare chiaro, frase dopo frase, che quel ’Gruppo 5 Stelle’ che la regia aggiunge alla sua immagine, come tradizione per le dirette dall’Aula della Camera, è sempre più una contraddizione in termini.

«Rivendico il diritto di rappresentare il territorio in cui eletto sono eletto, in questo ostacolato dal mio movimento più che da altri», denuncia ancora Currò che chiude dichiarando che «non ci sono più le condizioni per la mia permanenza in questo gruppo». «Io ho fatto un’apertura ed è stata capita», ha commentato Matteo Renzi lasciando l’aula della Camera.

Currò

Currò

Quello di Currò in Aula è suonato come un vero e proprio endorsement a Renzi, nonché un ’j’accusè contro il M5S. “C’è chi intende migliorare le regole per l’Europa e chi fa alleanze con la destra di Farage”.

“Con il 25% del consenso – ha proseguito dovevamo contribuire a far sì che l’Italia constrastasse la crisi, ma abbiamo utilizzato l’alibi del 51% per una condotta del tutto omissiva. Condivido il tentativo di rinnovamento della maggioranza. Nel comunicare il mio voto favorevole alla risoluzione – conclude – annuncio la mia uscita dolorosa dal Movimento 5 stelle non più evitabile”.

grilloL’ira pentastellata – “Essere pugnalati alle spalle, in silenzio, ed in maniera subdola, da un ’collega’ è veramente dura…”. Parola del deputato M5S Angelo Tofalo che affida a Facebook la sua valutazione sull’ormai ex compagno M5S che “eletto da attivisti del M5S, fa la sua dichiarazione in aula di fuoriuscita dal gruppo e parte l’applauso di scherno da parte di tutta l’aula!”.

“Currò – accusa Tofalo – non è stato capace di dire queste parole nella nostra assemblea settimanale ma ha preferito farlo in aula all’insaputa di tutti! Chissà – ipotizza – forse Renzi ed i suoi lo sapevano… Accetto ogni critica da dentro e da fuori ma questo ’omnicchio’ avrebbe dovuto dimettersi immediatamente invece – incalza – da domani si terrà tutto lo stipendio parlamentare! Certi traditori meglio perderli che trovarli! Andiamo avanti che c’è tanto da lavorare e un Paese da riprogettare!”.

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Marò, Roberta Pinotti sfida l’India:

“Massimiliano Latorre si deve curare qui in Italia”

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maroL’ultimo schiaffo ai nostri marò: a pochi giorni da Natale, la Corte suprema indiana ha respinto l’istanza con cui veniva chiesta l’attenuazione delle condizioni di libertà provvisoria. Insomma Salvatore Girone resta in India e Massimiliano Latorre, invece, dovrebbe lasciare l’Italia.

Si tratta soltanto dell’ultimo capitombolo diplomatico del Belpaese, impantanato sulla vicenda ormai dal 19 febbraio del 2012. Lo schiaffo, però, ha innescato la reazione dei nostri politici.

pinottiA scendere in campo il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che nel corso della registrazione di Porta a Porta ha spiegato: “Massimiliano Latorre si deve curare qui in Italia, ce lo stanno dicendo i medici, e non vedo quindi come possa tornare in India. Noi non ci muoviamo da questa posizione”. Latorre si trova in patria dopo l’attacco ischemico che lo colpì lo scorso settembre. La Pinotti ha comunque assicurato che il governo italiano darà al più presto una risposta all’India: “Oggi per noi è una giornata difficile”, ha chiosato.

Sul tema ha detto la sua anche Giorgio Napolitano, che nel corso del saluto alle alte cariche dello Stato ha espresso “forte contrarietà” all’ipotesi che Latorre torni in India. Girone, da par suo, resta prigioniero a migliaia di chilometri da casa, in attesa che le istituzioni italiane riescano a fare qualcosa (di serio) anche per lui.

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psGiuseppe Scibetta

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“Blitz” dei Carabinieri ieri mattina all’ospedale “Sant’Elia”, dove si sono recati al Pronto soccorso e negli uffici della direzione dell’Azienda sanitaria provinciale per fare degli accertamenti e, soprattutto, acquisire dei documenti riguardanti anche l’attività assistenziale svolta dai medici e quella amministrativa.
Una “incursione” che al nosocomio nisseno ha procurato molto clamore, anche perchè i militari dell’Arma hanno proceduto anche a sentire i medici, gli infermieri ed i portantini, in maniera da capire come funziona il servizio e quali sono al “triage” i criteri di assegnazione dei codici che consentono ai pazienti di essere ammessi nelle due sale di visita in base alla gravità dei malanni accusati; accertamenti inoltre sono stati effettuati, sempre ieri, per avere cognizione delle “procedure” che vengono eseguite nei casi di ricoveri urgenti. Molta attenzione è stata dedicata anche al funzionamento del laboratorio delle analisi cliniche, che è – comunque – direttamente collegato alle richieste che di volta in volta vengono effettuate anche dal Pronto Soccorso per ciascuno dei pazienti che si recano al “Sant’Elia” perchè hanno bisogno di cure.
LaIPCL10452720141216CLNon si conoscono ancora i motivi che hanno indotto i Carabinieri a dar vita a questa indagine, che mira comunque ad accertare se ci sono state delle irregolarità al Pronto Soccorso. Un reparto, questo, che ancora una volta è al centro delle lamentele e delle polemiche dei numerosi pazienti (in media sono circa 100-110 al giorno) che arrivano al nosocomio nisseno oltre che dai Comuni della provincia di Caltanissetta anche da quelle di Agrigento ed Enna e che sono costretti a lunghissime ore di attesa prima di essere sottoposti a visita medica.
Tra l’altro nei giorni scorsi i componenti della Commissione consiliare che si occupa di Sanità, spinti dalle continue segnalazioni fatte dai nisseni su un non adeguato funzionamento del Pronto soccorso, si sono recati al “Sant’Elia”, riscontrando alla fine che il numero dei medici destinati a questo servizio è assolutamente insufficiente (utilizzabili infatti ce ne sono undici su quindici previsti dalla pianta organica), così come quello del personale infermieristico. Assolutamente esiguo infine il numero dei portantini.
Proprio quando è stata data notizia della presenza dei consiglieri comunali al “Sant’Elia” si è pure verificato un caso che ha impedito per ore ad un paziente che aveva avuto un incidente stradale di essere trasferito dal personale del “118” dalla lettiga in dotazione all’ambulanza ad una barella adeguata dello stesso Pronto soccorso.

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Francesco Durante, chirurgo, senatore e uomo d’altri tempi

Nell’album di foto di famiglia un modo di vedere la vita

Giovanna Giordano
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Giovanna Giordano

Da un rigattiere un mese fa ho trovato un piccolo album di fotografie del 1926. Rilegato con un nastro d’oro e la stoffa con i fiori ben dipinti rossi e verdi. Lo ha venduto a me, sedotta dalla sua frase: “è l’album di uno scrittore ma non so chi è”.

E poi sedotta dall’aria serena delle fotografie. Uomini e donne immersi nel creato siciliano, la baia di Taormina con l’acqua di cristallo e così il lago di Ganzirri con i pali per le cozze e poche baracche di pescatori. E gli animali, poi. Un cane da caccia così narcisista che si mette in posa davanti all’obbiettivo, un carretto siciliano così visionario, condotto da un asino tutto fiocchi e un bambino che tiene le redini, il salice piangente di una villa, l’Isola Bella che più bella non si può.

Fotografato poi più e più volte c’è un vecchio padre con una barba bianca e lunga da patriarca, un bastone da passeggio cerchiato in argento, una giacca da sartoria, la camicia con il collo grande inamidato e la piega del pantalone perfettamente a piombo. Questo padre è la calamita di tutte le fotografie, attorno a lui girano le comparse.
E le donne poi, con magnifici cappelli e falda larga o a goccia e le gonne che fasciano il corpo fino al polpaccio. Ma chi è questo venerato padre? Rimango un mese a fare congetture senza trovare una risposta. Non mi affanno perché so che le risposte arrivano, prima o poi. Picasso diceva, “io non cerco, trovo”.
La risposta arriva un pomeriggio a Messina, fra le carte di un salotto. Viene a trovarmi Carmelo Micalizzi che studia la storia con le fotografie e per lui l’immagine qualche volta vale più di mille parole. Così guarda e riguarda l’album e si ricorda di una certa villa a Ganzirri e una a Spartà e poi Letojanni. Già, Letojanni. Quell’uomo così tanto celebrato nelle inquadrature deve essere Francesco Durante.
duranteCosì leggo e studio e faccio raffronti fra il suo ritratto da giovane e Francesco Durante invece con molti anni sulle gambe. Così tanti che non lascia mai il bastone, anche solo per appoggiare il polso mentre si riposa dal cammino. Tutti i personaggi hanno l’aria di essere buoni camminatori, così era una volta. Si camminava per capire un luogo.
Faccio le mie comparazioni dunque e non ho dubbi. Quell’uomo con la barba è Francesco Durante. Chirurgo e senatore e uomo d’altri tempi dunque filantropo e mecenate, fonda il Policlinico Umberto I a Roma, instancabile a operare anche casi molto gravi. Uno dei primi a impugnare il bisturi contro i tumori. Non sapeva che aveva iniziato la più lunga battaglia che la medicina ha mai combattuto. Ancora non si sa chi vince o chi perde.
Così tengo stretto questo album di ricordi di famiglia che qualcuno ha disperso chissà perché. Lo tengo stretto perché c’è un modo di vedere la vita, in pochi fogli. E poi una dolcissima Pasqua, con il padre anziano e il mondo che sorride ancora alla vita.

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Il Settimo Killer

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Olimpiadi dei ladri

 

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Maligni e… Benigni!

SETTIMO COMANDAMENTO

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Lo squalo sfocato!

LA FOCA PIÙ FORTUNATA

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Un momento che questa fortunatissima foca non dimenticherà mai. il mammifero, infatti, è riuscito fortunosamente a scampare il morso mortale di un grande squalo bianco, che nel fuoriuscire dall’acqua l’ha colpito facendolo rimbalzare sul suo stesso muso. Ricadendo in acqua lo squalo ha poi ritentato di azzannare la foca, ma anche questa volta non è riuscito a farla preda.

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L’incredibile scena è stato catturata dal fotografo subacqueo Sergio Riccardo, vicino a Città del Capo.

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