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Archive for 26 dicembre 2014

Martiri dimenticati, ci tocca il Natale alla Benigni

Antonio Socci

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La lapidazione di Santo Stefano

La lapidazione di Santo Stefano

Non c’è il Natale idilliaco e – dopo un po’ di tempo – il crudo e sanguinario dramma della Passione e della crocifissione. Già all’inizio Gesù è «rifiutato» dal mondo (nasce in una grotta, fra escrementi di animali, al freddo) ed è subito braccato dai carnefici di Erode che – per ammazzare lui, il grande Perseguitato della storia – compiono una strage.

Ieri come oggi, duemila anni dopo. La liturgia della Chiesa da secoli commemora santo Stefano, primo martire, proprio il giorno dopo il Natale perché i cristiani sempre sono chiamati a questa testimonianza. E il potere di questo mondo è sempre contro Gesù.

Ogni volta in modo nuovo, con nuove ideologie, nuova ferocia, nuovi sistemi di annientamento o di corruzione. Ad ogni epoca storica i cristiani devono saper individuare le diverse forme dell’odio e dell’anticristianesimo. Anche lo strano Natale 2014 va decifrato. È in corso una guerra sanguinaria contro i cristiani in due terzi del pianeta: essi sono inermi vittime dell’islamismo, in Medio Oriente e in Africa, del comunismo in Asia e del nazionalismo indù in India. Migliaia di poveretti indifesi e abbandonati da tutti. Dall’Onu, dall’Europa, dagli Stati Uniti di Obama. E perfino trattati con reticenza dagli attuali vertici vaticani.

Poi c’è una persecuzione più sottile, ideologica, fatta di condizionamenti, di emarginazione e svuotamento dall’interno, che si è scatenata in Occidente, soprattutto dopo il crollo del Muro di Berlino. La modalità di tale persecuzione fu intuita e spiegata da don Luigi Giussani una ventina di anni fa, agli inizi di questa era. In un’intervista del 1992 parlò proprio di «persecuzione». E spiegò profeticamente: «l’ira del mondo oggi non si alza dinanzi alla parola Chiesa, sta quieta anche dinanzi all’idea che uno si definisca cattolico, o dinanzi alla figura del Papa dipinto come autorità morale. Anzi c’è un ossequio formale, addirittura sincero. L’odio si scatena – a mala pena contenuto, ma presto tracimerà – dinanzi a cattolici che si pongono per tali, cattolici che si muovono nella semplicità della Tradizione».

benIl potere mondano non ha obiezioni, anzi applaude un cristianesimo «politically correct», evirato delle sue abrasive verità, come nella comica parodia che ne fa Roberto Benigni che è perfino uno spettacolo divertente. C’è una parte del mondo ecclesiastico che si vuole benignizzare per farsi accettare e applaudire dal mondo. Infatti hanno avuto parole di ammirazione (oh se anche noi vescovi sapessimo proporci così), pare che ci sia stata addirittura una telefonata dal Vaticano… Basta svendere tutte le verità scomode, accantonandole come vecchi precetti da superare, per essere accettati e osannati nelle varie corti mondane (come folkloristici soprammobili).

Se Gesù avesse svuotato così la sua missione, riducendosi a inutile ornamento della mentalità dominante, sarebbe stato applaudito da tutti, avrebbe avuto per sé le copertine entusiaste dei magazine e gli editoriali dei giornali laici, sarebbe diventato un «fenomeno da baraccone» alla corte di Erode Antipa (Lc 23,8-9), con una lunga e comoda vita di successi davanti a sé.

flagMa Gesù fece l’opposto. Infatti fu massacrato da giovane, dopo pochi mesi di predicazione. Perché annunciò la verità tutta intera, non cercò mai l’applauso del mondo, ma sempre e solo la volontà del Padre, venne «per rendere testimonianza alla verità» (lo proclama durante il processo, davanti a Pilato, il simbolo del potere). Annunciò la verità senza ridurla di uno iota, nemmeno dove più era scomoda, dove più feriva. E sapeva benissimo, fin dall’inizio, che per questo sarebbe finito sul patibolo. Ma non indietreggiò di un passo, anzi offrì liberamente se stesso agli aguzzini e al boia per testimoniare la verità e l’amore.

All’inizio anche gli apostoli furono tentati di fare i furbi come gli ecclesiastici progressisti di oggi. Lo dimostra l’episodio del Vangelo in cui Gesù avverte i suoi apostoli che sarebbe stato ucciso: «Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai”. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!’” (Mt 16, 21-23).

croQuesto episodio avviene pochi secondi dopo che Pietro aveva confessato «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» e Gesù gli aveva risposto conferendogli il primato (Mt 16, 16-19). Eppure, un minuto dopo questa solenne investitura (come primo papa), Gesù definisce «Satana!» quello stesso Pietro, perché non pensava secondo la logica di Dio (per piacere a Dio), ma secondo la logica degli uomini (per evitare l’ostilità del mondo). Col tempo Pietro e gli altri apostoli capiranno, si convertiranno e infatti moriranno pressoché tutti come martiri.

Ma per i successori degli apostoli, nei secoli, c’è sempre la tentazione di ragionare secondo la logica del mondo anziché secondo Dio. Per opportunismo, per viltà, per subalternità culturale o inconsistenza spirituale o per furbizia, perché s’illudono di essere più saggi del Signore, talora anche credendo – come Pietro – di rendere così uno zelante servizio a Dio, evitandogli l’odio e l’assedio dei Nemici.

Ma Dio non vince nel mondo attraverso la furbizia di Pietro. Vince attraverso l’obbedienza di Cristo, verità crocifissa e agnello sacrificale: «Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1Cor 1, 25).

comLo dimostra nel Novecento l’immane tragedia del comunismo. È stato il più colossale esperimento sociale di tutti i tempi, quello che ha promesso il paradiso in terra e ha prodotto il più vasto inferno.

L’ateismo non è un aspetto marginale del marxismo, ma il suo centro. La grande sfida prometeica stava tutta qui: sradicare Dio dall’anima umana e dalla terra, e sostituirsi a Lui. Per questo il comunismo a tutte le latitudini ha fatto un oceano di vittime e in primis i cristiani. Si è tentato di cancellare Cristo dalla faccia della terra sterminando i cristiani.

Il sistema comunista ha imposto il dominio totalitario del terrore a metà del pianeta. Avevano tutto il potere. Armati fino ai denti e spietati. Ma alla fine chi ha vinto?
Il grande vescovo József Mindszenty, nella prigione comunista in cui fu rinchiuso, teneva un’immagine di Cristo crocifisso con una piccola scritta: «Devictus Vincit» (sconfitto vince).

In effetti la bandiera rossa dal Cremlino è stata ammainata il 25 dicembre del 1991: il giorno di Natale segna la fine dell’Unione Sovietica.

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cardIl famoso Cardinal Mangione

Anna Piano

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Ai tempi del papato di Innocenzo XI, al secolo Benedetto Odescalchi, vi era a Roma un cardinale, il Carpegna, conosciuto come grande mangiatore.

Il popolo romano, sempre pronto a satireggiare, lo aveva preso di mira per questa sua debolezza, ed egli si recò un giorno a protestare presso il papa.

“Che cosa volete farci” – gli rispose Innocenzo XI – “Quand’uno mangia come voi bisogna bene che si abitui a… inghiottire!”.

 

da i 1000 migliori ANEDDOTI UMORISTICI

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arca1Perché si dice… Arca biblica

di B.M. Quartu

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Arca è propriamente una cassa, un contenitore che può avere diverse dimensioni e forme. In questo senso la Bibbia parla di Arca dell’Alleanza in cui Mosè e i suoi discendenti custodirono le Tavole della Legge.

arca3La Bibbia inoltre definisce con lo stesso termine il natante che Dio fece costruire a Noè per salvarlo dal Diluvio Universale.  La Bibbia dice (Genesi, VI – VIII) che prima di sommergere il mondo Dio volle salvare i giusti. Ordinò quindi a Noè di costruire un’arca capace d’imbarcare i pochi eletti nonché una coppia di animali viventi, che in tal modo poterono sopravvivere e popolare di nuovo la terra.

Arca di scienza. Figurato: persona molto dotta, erudita, sapiente dalla cultura così rigorosa da essere custodita in un’arca. Detto spesso ironico.

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Guanti touchscreen

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Capolavoro

posted on wwayne:

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Ci sono degli attori così adorabili che finisci per volergli bene come se tu li conoscessi di persona. Quando appaiono sullo schermo, subito intorno a loro si crea un’ atmosfera di festa, un po’ come quando viene a farti visita il tuo zio allegro e, appena lo vedi, subito capisci che passerete una splendida serata.

John Goodman

John Goodman

Tra questi attori c’é sicuramente John Goodman. Buono come il pane, tondo come Babbo Natale, un sorriso contagioso e la battuta sempre pronta: come fai a non amarlo?

Ammetto che sono andato a vedere Monuments Men soprattutto per lui. Beh, devo proprio ringraziarlo, perché mi sono imbattuto nel classico film da 10 e lode.
La storia é molto semplice: alcuni soldati americani vengono incaricati di portare in salvo un numero sterminato di opere d’ arte, trafugate dai nazisti nei modi più disparati e nascoste chissà dove.
I nostri eroi chiedono più volte la collaborazione di altri soldati, ma vengono sempre derisi e mandati al diavolo con questa risposta: in tempo di guerra casomai si pensa a salvare delle vite umane, non certo un quadro o una scultura.
mmEd é qui che emerge il messaggio, meraviglioso, che il film vuole trasmettere. Il messaggio é che l’ identità di un popolo può sopravvivere se molti dei suoi uomini vengono uccisi, se le sue case vengono abbattute e i suoi beni confiscati; ma se a finire in fumo é la sua cultura, quel popolo non avrà niente da cui ripartire.
Consapevoli di questo, i soldati decidono di continuare, con eroica ostinazione, nella loro solitaria e complicatissima missione. Avranno successo? Non posso dirlo, naturalmente.
Ritengo che dal 2000 ad oggi il cinema ci abbia regalato soltanto 5 capolavori:
– Bobby;
– Hotel Ruanda;
– Ritorno a Cold Mountain;
– Stanno tutti bene;
– Two Lovers.
 Monuments Men potrebbe essere il sesto.

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Al Granchio Blu

eGRANCHIO REALE BLU

Yahoo

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Frank McFarland, a bordo della sua barca The Nome Nugget, lo mostra come un trofeo.

 

Del resto, lo è: questo rarissimo granchio reale blu, cattuato durante una battuta di pesca durante lo scorso 4 luglio a Nome, Alaska.

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Un ministro senza portafoglio i soldi li incassa direttamente?

Zap&Ida

 

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