I meriti di Napolitano
Nello Pogliese
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Forse nei quasi settanta anni di storia repubblicana nessun presidente ha rivestito un ruolo primario come Napolitano. Né costituisce azzardo dire che in modo ineccepibile è stata svolta l’alta funzione. Al di là della mai sopita diatriba fra concetto di Costituzione formale e quello materiale, Giorgio Napolitano ha certamente impresso una svolta profonda rispetto i suoi predecessori sul modo in cui la suprema magistratura ha trovato la propria manifestazione.
In passato per lo più si son visti presidenti della Repubblica che hanno svolto un ruolo quasi notarile. In pochi casi i predecessori di Napolitano hanno cercato di influire sulle cose della politica attiva ma, si deve dire, ciò è avvenuto in modo estemporaneo e, comunque, improntato alla discontinuità.
Se è il momento del giudizio, occorre dunque avanzare delle ipotesi a spiegazione di quella che va qualificata come una felice esperienza di vita costituzionale. Certo, in primo luogo va tenuto conto della statura del personaggio. La relativa formazione politica fu profonda e severa in un soggetto che ha avuto modo di aggiornarsi in sintonia con la successione di varie stagioni politiche. Gli stessi anni del settennato, fra il 2006 e il 2013, sono stati fra i più difficili della vita politica recente. Sol che si pensi alla lunga agonia di una prima Repubblica non completamente finita e, pure, all’incerto muoversi di una seconda Repubblica mai completamente nata.
Pure conseguenze di precedenti modifiche alla Costituzione hanno fatto sentire il proprio peso. E qualche altra pure è avvenuta in corso d’opera, in tema di Enti pubblici territoriali e di rapporti degli stessi con l’Amministrazione centrale.
Comunque, sul piano della legittimità il presidente della Repubblica non ha per nulla svolto un ruolo invasivo rispetto le funzioni proprie del governo e del Parlamento. Semmai, la debolezza di esecutivi fra loro succedutisi e, talvolta, il connesso insufficiente prestigio, specie a livello internazionale, ha reso necessario il frequente intervento del capo dello Stato, che ha saputo agire nella piena osservanza delle previsioni costituzionali. Proprio qui sta l’aspetto qualificante la statura di Napolitano. Al punto che, contrariamente alla prassi ma non alle norme costituzionali, le forze politiche, avuto termine il settennato, hanno rinnovato l’elezione.
I quasi venti mesi del secondo mandato hanno trovato in Napolitano una risorsa e non sono stati certo frutto di una richiesta e, meno che mai, di un’aspirazione dell’interessato.