In margine alle confessioni della celebre show-girl sulle “sniffate” della Milano bene, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo del mio amico Prof. Alessandro Meluzzi.
Il titolo è redazionale.
Alessandro Pagano
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PERCHE’ BELEN RODRIGUEZ NON DEVE PRESENTARE SANREMO
L’Argentina non è solo la terra dei gauchos e del tango. E’ anche un luogo dove il senso della tragedia può diventare doppiezza e terribile dissimulazione e rimozione, come nel caso dei desaparecidos.
O dove si può passare dal dramma alla farsa e viceversa, transitando attraverso la cocaina e la sua stigmatizzazione, come nel caso di Maradona tante volte caduto e risorto.
L’avvenente Belen Rodriguez è il prototipo di una giovane sudamericana di belle speranze che, come tante altre meno belle, brave e anche un po’ meno furbe, ha scalato velocissimamente tutti i gradini del successo dello star system. Servendosi anche come scaletta di personaggi non propriamente ingenui, ma direi quanto-meno scafati come Fabrizio Corona o Lele Mora.
Nella vicenda recente sulla cocaina nelle discoteche, pare avere capito che nella vulgata italiota, pentirsi prontamente e chiedere scusa diffondendo comunque generosamente accuse a destra e a manca, è opportuno, morale e soprattutto utile. E’ il segno di un sincero ravvedimento e di una disponibilità ad affermare valori di onestà e pulizia. E fin qua è tutto più che lodevole.
Deve comunque imparare che alla base del pentimento sincero non c’è soltanto la contrizione operosa, accompagnata dalla disponibilità a sradicare il male, negli altri oltre che in sé, ma anche l’espiazione obiettiva di quanto si è comunque compiuto.
Per questo trovo assolutamente giusto ed educativo che la divinizzata Belen, ormai universale come i telefonini, subisca perlomeno una sana esclusione da Sanremo.