Posted in Politica, Scuola on 31 agosto 2010|
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Alla prima Festa della legalità e dello sviluppo di Gela manifestazione di protesta degli insegnanti con cartelli e striscioni
Il dibattito sulla crisi politica nazionale e regionale svoltosi l’altro ieri sera alla villa comunale nell’ambito della prima festa della legalità e dello sviluppo promossa dall’eurodeputato ed ex sindaco Rosario Crocetta, ha avuto un “fuoriprogramma”.
Protagonisti sono stati i precari della scuola pubblica che, con striscioni e manifesti listati a lutto, si sono schierati davanti alla platea di rappresentanti del Governo nazionale, regionale ed europeo, intervenuti alla villa per dibattere il tema e lanciare nuove proposte per una politica più fattiva e più vicina ai problemi ed alle richieste della collettività. In silenzio hanno voluto far sentire il dramma di chi, grazie ad una riforma capestro, la 133/2008 nota come riforma Gelmini, voluta dal Governo nazionale, sta privando della dignità migliaia di lavoratori ed operatori della scuola pubblica.
Si richiamano ai dettami della Costituzione, ed in particolare a quell’articolo 1 che stabilisce il diritto al lavoro di ogni singolo. Principi calpestati in una terra in cui il lavoro diventa sempre più una chimera.
Il loro grido di dolore non ha lasciato insensibili gli esponenti della politica che, prima dei loro interventi, hanno voluto ascoltare il dramma di chi, dopo anni di studio e di precariato, rischia di rimanere “al palo” e senza prospettive di lavoro. L’unico barlume di speranza resta sempre quella della valigia per emigrare al nord o all’estero verso lidi più fortunati.
A parlare per tutti sono stati la prof. Debora Malandrino e l’assistente amministrativo Emanuele Caci rivolgendosi ai senatori Giampiero D’Alia, Giuseppe Lumia, Giovanni Pistorio ed agli onorevoli Fabio Granata e Rosario Crocetta.
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