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Archive for luglio 2010

 

Ancora un vernissage per i tre pittori di Milena che hanno scelto di esporre – insieme – le loro opere.

Dopo averlo fatto, con successo, a Monreale da venerdì scorso i quadri di Rosa Maria Taffaro, Vincenzo C. Ingrascì e Sebastiana Vitello sono esposti a Montedoro.

Grazie alla ospitalità della locale Pro Loco. 

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… quì abbiamo perso!

I due cassonetti spostati, un anno fa

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Due cassonetti spostati sollevano una tempesta di critiche per la scelta dell’amministrazione comunale che non ascoltato il parere di chi in viale della Vittoria abita e produce quella spazzatura di cui vuole prontamente liberarsi portandola fuori casa.

Sono infuriati i cittadini della strada cha pagano la tarsu a caro prezzo e ora non si ritrovano a portata di mano i cari cassonetti. Pare che li abbiano tolto perchè quacuno si è andato a lamentare che puzzavano. Ma ciò non è un motivo sufficiente perchè per risolvere il problema basta chiudere bene il coperchio e lavarli ogni tanto.

Si racconta che due persone, non residenti a Milena se non per pochi giorni l’anno, siano andate a protestare per il puzzo e che il sindaco le abbia prontamente accontentate. Proprio questa motivazione che bastano due a lamentarsi per togliere i contenitori fa andare in bestia tutti gli altri che sbottano: e il parere contrario di tutte le famiglie che abitano le case di viale della Vittoria tutto l’anno e pagano le tasse sulla spazzatura non conta niente?

E poi quì i residenti hanno votato in massa per il sindaco, lo ha già dimenticato? Ma non solo questione di politica, è anche e soprattutto questione di buon senso. Quei due cassonetti erano una comodità per tutti ma specie per gli anziani che ora devono andare più distante a conferire la spazzatura. In via Petix, in effetti ci sono altri due cassonetti. Un centinaio di metri anche se c’è da passare il tratto più pericoloso della circolazione del paese, non è che siano poi molti! D’accordo, ma dei due uno serve oltre a decine e decine di famiglie e alcuni esercizi commerciali ed è sempre stracolmo. E l’altro? Semplicemente inutilizzabile, praticamente guasto.

Ci si rifiuta di credere che l’Amministrazione sia stata così cinica e bara proprio con chi l’ha votata e fatta votare. Infatti scavando, scavando si scopre che sì i cassonetti sono stati tolti, però… in cambio proprio quel tratto iniziale del viale della Vittoria che comincia da casa Carlino e dal bar Milocca, potrà godere dal primo esperimento di raccolta della spazzatura “porta a porta”!  Allora dovrebbero ringraziare il sindaco che ha tolto i cassonetti fitusi e li ha privilegiato con la raccolta porta a porta della spazzatura oltre che di quella differenziata. Che ingrati!

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AL NORD TANTU SU TUTTI BABBI !

di Giuseppe Virciglio

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Asti - case in affitto per emigrati

Nella primavera del 1950 giunsero nella campagna del sud astigiano dopo essere stati fermati al confine francese, i fratelli Antonio e Salvatore Cannella.

Personaggi che tendevano ad una mobilità sociale che, diciamo, con intenzioni commercial-imprenditoriali si mossero verso il nord, forti del pregiudizio che li induceva a pensare: “tantu dda su tutti babbi”, tanto là sono tutti bonaccioni. Provenivano da una terra così avara, in cui il contadino di chi praticava il commercio subito diceva: “vinniri e accattari: dicitimi ca unnè arrubbari”, vendere e comprare: ditemi che non è rubare.

Nonostante i loro propositi i due si stanziarono, dapprima per circa un mese, a Castigliole Tinella, un paesino ai confini dell’astigiano, tra Langhe e Monferrato, presso una famiglia contadina a fare i garzoni e poi trovarono ospitalità presso un vivaista originario di Messina alla Motta di Costigliole, località nella piana del fiume Tanaro a circa 15 km da Asti. Insomma si campava alla giornata, facendo lavori di campagna, zappando vigne e orti. Nel frattempo scrivono alla famiglia facendo sapere che si trovano ad Asti.

Nell’agosto dello stesso anno furono raggiunti da altri due fratelli, Silvio e Giuseppe, e da un amico di famiglia, vicino di casa, Carmelo Ingrascì, il maggiore dei nove figli di un contadino che faceva anche l’ambulante comprando le uova nei diversi villaggi e andandole a rivendere nelle città.

Dopo aver lavorato qualche giorno negli orti, l’Ingrascì, insieme ad uno dei fratelli Cannella, andò ad Asti a chiedere di poter essere assunto da Fava e Scazella, avendo sentito dire che questa ditta assumeva. Secondo Antonio Cannella, Carmelo Ingrascì fu assunto per “la sua presenza”, intendendo riferirsi che l’Ingrascì non aveva tratti somatici marcatamente meridionali ed inoltre aveva modi di fare improntati a gentilezza e correttezza.

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U cuccu, u cuccu, u cuccu…

E’ UN TORMENTONE!

BASTA SPARATEGLI!

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I tempi sono cambiati. In peggio. 

Non c’è più il gallo di una volta a svegliarci all’alba. Al suo posto, al posto del bel chicchirichì, ora c’è a svegliarci un lugubre e brutto u cuccu….u cuccu…u cuccu…  ripetuto ossessivamente fino a quando non arrivano le nove e  il caldo.

Dopo millenni di storia in cui l’uomo si è sempre svegliato al canto del gallo ora a Milena le cose non stanno più così. Da un paio d’anni siamo forse il primo paese al mondo in cui il gallo è stato sostituito da un volatile. Chi, oltre ad averla udito, l’ha visto asserisce che di tortora trattasi.

Tòrtora o no è pur sempre una tortùra che ti sveglia proprio quando sei riuscito a prendere sonno dopo lo stressante caldo del giorno prima.

L’anomala sveglia si attiva ai primi bagliori dell’alba e ti scassa l’orecchio con il suo fastidioso “u cuccu ucuccu ucuccu u cuccu…” trasmesso ossessivamente dalla tortora, o come altrimenti si chiami, che vive sui rami, sui fili, sui tetti del paese.

A 20-30 metri di distanza una seconda trasmette ucuccu ucuccu ucuccu ad una terza tortora come in una catena di sant’Antonio infinita fino a quando tutto il paese si trasforma in un assordante ucucchificio. Non se ne può più. Questa la denuncia pubblica.

Adesso tocca a chi ci governa provvedere a risolvere definitivamente il problema se tiene alla nostra (ma anche alla sua) salute. Qualsiasi metodo, dalla castrazione chimica all’ingaggio di decine di falchi, dai cannoneggiamenti alla sparatina, ci sarà gradito purchè buono a mandare via o eliminare questa anomala e antistorica sveglia. Gradito il parere degli esperti e degli sperti.

E, non dimenticate di ridarci il nostro plurimillenario gallo!

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Fini via dal Pdl: Feltri gioisce, Mauro loda il cofondatore cacciato, Folli conta gli onorevoli necessari al premier

di C. M.
 
Consumato il divorzio tra Fini e Berlusconi, l’Italia attende ora di vedere come fondatore e cofondatore del Pdl si spartiranno le spoglie di un sodalizio durato, fra alti e bassi, 17 anni. Il futuro equilibrio del governo è questione di numeri: di deputati e senatori da contare uno per uno ad ogni votazione. Quanti finiani resteranno fedeli al presidente della Camera, e quanti si lasceranno convincere dal presidente del Consiglio, lo sapremo nelle prossime settimane. Oggi non c’è testata giornalistica che non si misuri con lo strappo tra Fini e il Cavaliere. Da quello di Mauro a quello di Feltri, da Folli a Belpietro passando per Concita De Gregorio, gli editoriali dei maggiori quotidiani nazionali sono tutti dedicati a ciò che è destinato a restare uno degli eventi più forti della politica italiana.
  
Ezio Mauro: “L’ora della Libertà” – Per il direttore di Repubblica l’elemento che ha causato l’implosione dello stesso Pdl è stato quello della legalità: “Perché la legalità è come una bomba nel mondo chiuso del Cavaliere, dove vigono piuttosto la protezione della setta, l’omertà del clan, il vincolo di servitù reciproca di chi conosce le colpe individuali e il destino comune di ricattabilità perpetua. Trasformando la legalità in politica, Fini ha scelto il terreno più proficuo per mettere psicologicamente e moralmente in minoranza la potenza del premier”. Per Mauro il confronto tra i due leader è in realtà quello tra due culture “una tutta prassi, imperio e comando, l’altra alla ricerca di uno spazio costituzionale, europeo e occidentale anche a destra”. Insomma due mondi “che non potevano più convivere”. Ma secondo il direttore, il premier si illude di poter fare a meno dei finiani mentre “questi ultimi tre mesi dimostrano che i numeri dei dissidenti sono sufficienti già oggi per farlo ballare a piacimento alla Camera, e domani al Senato. Fini…, ogni volta che vorrà, manderà a bagno il Cavaliere, nelle acque per lui meno salutari: la legalità, la moralità, la libertà d’informazione, l’economia, il federalismo e inevitabilmente il sistema televisivo, con il controllo totale della Rai da parte del padrone di Mediaset”.
Massimo Franco: “La deflagrazione” – Per l’editorialista del Corsera più che un divorzio fra due leader, è stato di un “licenziamento. Il modo brutale col quale Silvio Berlusconi espelle di fatto Gianfranco Fini dal Pdl riflette la concezione che il Cavaliere ha del partito”. Ma per Franco la guerra che si è scatenata nel Pdl avrà molteplici effetti perché “il documento approvato ieri sera dall’Ufficio di presidenza promette una guerra in due tempi. La prima, forse, è già stata vinta dal capo del governo. L’altra, più insidiosa, comincia oggi e punta a far dimettere Fini dalla presidenza della Camera”.
È quindi invitabile che “la scomunica” decisa dal premier indebolisca Fini esponendolo “a un’offensiva parlamentare e a una campagna di fango della quale si vedono già le prime tracce”, vedi le accuse mosse dal Giornale di Feltri a proposito di “una strana casa monegasca”.
Concita De Gregorio: “Le domande semplici” – Anche la direttrice dell’Unità si preoccupa per la campagna di fango che attende il presidente della Camera. Per lei “il Pdl si sfarina in un clima di congiure e di complotti, coi giornali di famiglia del Cavaliere impegnati a cercare nelle vite private dei ‘nemici’ la pagliuzza che faccia dimenticare le travi in casa propria”. Ma la De Gregori punta tutto il suo editoriale sulla necessità di farsi domande: quelle che dovrebbe farsi l’opinione pubblica, spettatrice di un governo allo sbando, e quelle che “fanno solo alcuni magistrati e pochissimi giornalisti subito oggetto della successiva aggressione”.
 

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Poche parole

STARE ZITTI, E’ IL RIMEDIO CONTRO LE SPIATE

di Luciana Grilli

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Quando cesseranno le intercettazioni telefoniche?

Quando finalmente gli italiani di buon senso smetteranno, telefonando, di chiacchierare a ruota libera e dire ciò che non vogliono sia diffuso.

Non mi sembra tanto difficile.

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Logica padronale

“In due ore, senza la possibilità di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare”.

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Così ha esordito Gianfranco Fini questo pomeriggio in una concisa dichiarazione letta alla stampa. E ciò perché – ha proseguito – ritenuto colpevole di ‘stillicidio, di distinguo o contrarieta’ nei confronti del governò, ‘critica demolitoria alle decisioni del partito’, ‘attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier’. Inoltre – ha ancora detto Fini – avrei ‘costantemente formulato orientamenti’ e persino, pensate che misfatto, ‘proposte di legge che confliggono col programma elettorale’.

La concezione non propriamente liberale della democrazia che l’onorevole Berlusconi dimostra di avere, emerge anche dall’invito a dimettermi, perché ‘allo stato e’ venuta meno la fiducia del Pdl nei confronti del ruolo di garanzia di presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezionì”.

“Ovviamente non darò le dimissioni, perché è a tutti noto che il presidente deve garantire il rispetto del regolamento e l’imparziale conduzione dell’attività della Camera, non deve certo garantire la maggioranza che lo ha eletto. Sostenerlo dimostra una logica aziendale, modello amministratore delegato-consiglio d’amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni”.

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Tipi svegli

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Il meglio deve ancora venire

The best is yet to come

Frank Sinatra "The best is yet to come"

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(1915 – 1998) Cantante e attore statunitense

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