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Archive for 21 agosto 2010

Si sono dati il 5. Tutto ok!

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Un evento, quello di “Robba Rock” che  attira a se non solo giovani di diverse età, ma anche famiglie e non più giovani!

“Robba Rock giunto alla sua quinta edizione anche quest’anno ha riscosso un successo non indifferente richiamando l’attenzione non solo dei milocchesi ma anche dei paesi limitrofi. Un fenomeno, questo, che ha tutta l’aria di volere crescere anno dopo anno sino a diventare un vero e proprio cult degli appuntamenti estivi milocchesi. Il segreto di un tale successo non può che essere l’entusiasmo e la spinta vitale che gli organizzatori  -i ragazzi del “Laboratorio Erbatinta”-  mettono ogni anno, affinchè il tutto riesca alla perfezione.

Cornice dell’atteso evento, quest’anno è stata “Robba Mantiuna” che per l’occassione si è trasformata in un teatro dove potere assistere alla esibizione di svariati artisti locali accomunati dalla voglia di divertirsi e soprattutto far divertire. I fortunati che hanno avuto modo di assistere alle performances musicali hanno anche avuto l’occasione di poter assaporare un ottimo “pane cunzatu” accompagnato da un buon vino locale. Nelle prime ore del mattino, ad evento concluso, una squisita spaghettata ha completato il tutto magnificamente.

Ciò che contraddistingue questa V edizione di “Robba Rock” è decisamente la partecipazione degli abitanti della robba che non più giovanissimi hanno mostrato non solo di gradire ma hanno partecipato in prima persona all’evento. La loro partecipata presenza sino a tarda ora dimostra quanto l’entusiasmo giovanile possa coinvolgere davvero tutti!

Guarda le foto più originali di Marco Scozzaro


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La Mondadori risparmia 165 milioni di euro dovuti al fisco grazie all’intervento del Governo Berlusconi (proprietario dell’una e dell’altro).

Lo scandalo Mondadori e le reticenze di Vittorio Feltri (e di molti altri)

di Filippo Cusumano (AgoraVox)

Trovo stucchevole tutto il can can mediatico sull’appartamento di Montecarlo, animato in prima fila dal Giornale (che fu di Montanelli).

Feltri insiste e continua a sfornare nuove prove. Grande giornalista? Parliamone. Un grande giornalista non solo va a fondo delle questioni, come Feltri  sta facendo sulla storia dell’appartamento monegasco, ma dà anche tutte le notizie di rilievo. Vorremmo allora chiedere al buon Feltri, dopo esserci sciroppati pagine e pagine sull’appartamento monegasco ( e non solo sul suo giornale, ma anche su moltissimi altri mezzi di comunicazione, soprattutto i tg Raiset) quale sia lo spazio che lui ha dedicato allo scandalo Mondadori.

La casa editrice – di proprietà del Premier- doveva al Fisco la bellezza di 400 miliardi di vecchie lire, per una controversia iniziata nel ’91. Grazie al decreto numero 40, approvato dal governo il 25 marzo e convertito in legge il 22 maggio, potrà chiudere la vertenza con un ben più modesto obolo: non i 350 milioni di euro previsti (tra mancati versamenti d’imposta, sanzioni e interessi) ma solo 8,6.Un’altra delle simpatiche leggi ad personam cui ci ha abituato il premier. In questo caso “ad aziendam”.

Ma vediamo di che si tratta. Cosa dice, in pratica,  l’emendamento che ben addestrate “manine” hanno inserito nel decreto numero 40. Ad un certo punto si parla di “controversie tributarie pendenti da oltre dieci anni, per le quali risulti soccombente l’Amministrazione finanziaria dello Stato nei primi due gradi di giudizio e pendenti in Cassazione.” Di queste controversie si dice che ( citiamo l’emendamento diventato legge dello Stato) “possono essere estinte con il pagamento di un importo pari al 5 per cento del valore della controversia”.

E questa casistica cosi complessa chi riguarda, tra gli altri ? Ripetiamo, a rischio di passare per noiosi: controversie avviate da più di dieci anni, con i primi due gradi di giudizio favorevoli e pendenti in cassazione. Guarda caso c’è proprio la Mondadori che si trova in questa condizione. Rischiava di pagare 400 milioni di euro, si trova a pagarne poco più di 8.

Ne avete sentito parlare dal tg di Minzolini?  Quello che sostiene di attenersi ai fatti e di non volersi occupare di gossip? Non è un fatto questo?

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“La carità che uccide. Come gli aiuti dell’Occidente stanno devastando il Terzo Mondo”

Che cosa succederebbe se una mattina i Paesi africani ricevessero una telefonata dai donatori occidentali con la notizia che entro cinque anni i rubinetti degli aiuti verranno chiusi per sempre? Secondo la giovane economista Dambisa Moyo per l’Africa sarebbe una liberazione. E’ attorno a questa idea piuttosto provocatoria che la Moyo, nata e cresciuta in Zambia, laureata a Oxford e con un master ad Harvard, ha costruito il documentato pamphlet “la carità che uccide” (Rizzoli, 260 pp., € 18,50). Non è certo la prima a cercar di capire perché l’Africa subsahariana, quell’enorme continente ricco di risorse naturali che si estende dall’Egitto fino al Sudafrica, sia la grande assente nella trasformazione sta portando fuori dal Terzo mondo vari Paesi dell’Asia e del Sud America. (altro…)

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Roma kaput mundi

Già Tremila Anni fa a Roma…

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Panem et circences. 

Pane e giochi. [per distrarre il popolo]

Decimo Giunio Giovenale

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Panem et circenses (letteralmente, Pane e corse dei cavalli) è una locuzione in lingua latina molto conosciuta e spesso citata. Era usata nella Roma antica.

Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, questa frase non è frutto della fantasia popolare ma ha un autore specifico. È stata creata infatti dal poeta latino Giovenale (Satire, 10 81).

Questo poeta fu un grande autore satirico: amava descrivere l’ambiente in cui viveva, in un’epoca nella quale chi governava si assicurava il consenso popolare con elargizioni economiche e con la concessione di svaghi a coloro che erano governati (in questo caso le corse dei carri tirati da cavalli che si svolgevano nei circhi come il Circo Massimo e il Circo di Massenzio) .

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… basta una sola foto per descrivere l’Italia brutta di questi tempi

 
di Giampiero Mughini
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Nell’epoca dove la comunicazione per immagini la fa da padrona, ci siamo abituati a guardare foto che fanno da stemma e da riassunto di una stagione della storia dell’umanità. Prendete la Seconda guerra mondiale, dove ci sono foto che ne riassumono la ferocia, la terribilità, la gioia della vittoria o l’umiliazione della sconfitta: ad esempio quella foto a Iwo Jima dove quattro marines stanno piantando la bandiera americana dopo aver conquistato una collinetta da dove i cannoni giapponesi avevano fino a quel momento falciato i fanti americani.
Oppure prendete la gioia del momento in cui la Seconda guerra mondiale è finita, e per quel che è Parigi quella gioia è riassunta come meglio non si potrebbe da due giovani che si stanno baciando per strada, una foto del grande Robert Doisneau. Oppure prendete gli anni della “dolce vita” a Roma, ed ecco che vi si staglia immancabilmente la foto di Walter Chiari che cerca di prendere a cazzotti il paparazzo Tazio Secchiaroli che lo spiava e lo braccava 24 ore su 24 pur di beccarlo in compagnia di qualche sventola.

Oppure prendete gli anni di piombo, ed ecco la foto di Walter Tobagi supino su un marciapiede milanese dopo che due canaglie del terrorismo rosso gli avevano sparato alle spalle. Niente meglio di una foto, di una singola immagine, riassume il racconto e le emozioni di un’intera epoca.

E veniamo a noi, ai giorni nostri, alle pene e alle miserie di questi giorni. Ebbene, per quanto mi riguarda eleggo a foto simbolo di questo nostro tempo la foto che ritrae Giancarlo Tulliani, il fratello della Elisabetta Tulliani compagna di Gianfranco Fini, mentre sta lavando la sua bellissima Ferrari, un esemplare a quanto leggo ambitissimo e costosissimo.

E’ una foto magnifica. Una situazione della vita di tutti i giorni dov’è riuscitissima la composizione, i particolari, i personaggi. C’è lui, “il cognato” come lo chiamano sui giornali, uno che sino a qualche anno fa dichiarava al fisco poche migliaia di euro e di cui non si sa bene che mestiere faccia, quella sua aria spavalda e sicura di sé, uno che fa da simbolo e campione dei “nuovi ricchi” di questi nostri anni miserevoli.

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