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Archive for 20 agosto 2010

Da sinistra: Giuseppe Carlino trombone – Peppi Ferlisi da Campofranco flicorno baritono solista (dietro di lui il volto di Mimmo Chirminisi)- Carmelo Arnone tamburino- ? – Nico Caldiero tamburo – (dietro a sinistra Giuseppe Mantione e a destra Benito Falletta) – Messina Francesco clarinetto – Cacciatore Giuseppe (?) – al centro con berretto a visiera Schillaci Calogero (Liddu Marranu) – Giovanni Mendola clarinetto  (dietro di lui s’intravede il volto di Nino Saia), Giosuè Catalano tromba (sul marciapiedi) – dietro di lui Giuseppe Luparelli – il primo di destra sul marciapiedi flicornino soprano Raimondi Calogero. AIUTATECI A RICONOSCERE TUTTI GLI ALTRI. GRAZIE

Foto di Giuseppe Palumbo

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di Erika Diliberto

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Addio a pattuglie nascoste con l’Autovelox. Massima tutela della privacy e addio soprattutto alla gestione dei sistemi elettronici di rilevamento di velocità da parte di società private. Queste le rivoluzioni imposte dalla nuova direttiva del ministero dell’Interno Roberto Maroni.

Ciò dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo ai tanti automobilisti italiani. Ma come si suole dire, fatta la legge trovato presto l’inganno! In molti, soprattutto in questo periodo estivo, lamentano una irregolarità in materia di postazioni “autovelox”, ovvero il mascheramento delle stesse e l’occultamento delle macchine di polizia stradale.

Proprio ieri mattina in molti hanno segnalato la presenza di un autovelox decisamente non visibile agli automobilisti che percorrevano, sulla SS 189 Agrigento-Palermo, un tratto di strada in territorio di Campofranco.

Se l’apparecchio di rilevazione non è segnalato agli automobilisti «con adeguato anticipo e in modo da garantirne il tempestivo avvistamento» – almeno 400 metri tra postazione di controllo e cartello di avviso, secondo le direttive del ministero dell’Interno – chi ha piazzato lo strumento mostra di tradire lo spirito della normativa in materia, che è quello di «prevenire incidenti più che reprimere».  

Alla Polizia stradale, proprio per via della sua specializzazione in materia è affidato il compito di coordinamento operativo dei servizi e il monitoraggio dei risultati dell’attività di controllo svolta da tutte le forze di polizia e dalle polizie locali.

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Budva - spiaggiaIl 4° giorno rifacciamo i turisti.
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Andiamo a Budva dal mare meraviglioso. Peccato per la spiaggia, niente sabbia come da noi, ma un’infinità di ciotoli, per cui compriano sandali di plastica per passeggiare e entrare in acqua. E’ stato divertente.
Chi non s’accontentava di questo spettacolo poteva affittare gli acquascooter o provare l’esperienza delle mongolfiere, su cui si sale in pochi, sollevate in aria e trainate da un motoscafo, una  esperienza incredibile pagando 70 euro a coppia. Rispetto a Cetinje qui la vita è più cara.

Sul lungomare passeggiando passeggiando si arriva fino alla città vecchia di Budva dalle stradine strette con gradini in pietra, affollate di tanti e tanti negozi di souvenir. A fare un paragone, ricorda un po’ San Marino.   

sciuriddru

  

Di notte la vita continua, Budva si anima attorno ad una serie interminabile di disco-pub concentrati sul lungomare. Ad attirare i clienti ma senza volgarità decine di belle e alte ragazze in mini minigonne che invitano educatemente i clienti ad entrare.   

Il giorno dopo è il giorno del terzo spettacolo e conclusivo spettacolo. Abbiamo girato il mondo ma raramente abbiamo visto ballerini di gruppi folk così bravi e preparati, alcuni del fruppo serbo sembravano veri e propri professionisti.   

Anche noi abbiamo dato il nostro meglio, in fondo questi festival servono a spingerci a migliorarci.   

Ci siamo esibiti come quarti presentando il nostro pezzo forte, molto romantico: “Sciuriddru” (fiorellino). Si tratta di un delicato corteggiamento interpretato da due coppie: Federica Saia e Carmelo Cipolla, Rosamaria Falcone e Giuseppe Buttaci. Al pubblico è paciuto moltissimo. Il gruppo locale ha chiuso lo spettacolo e infine c’è stata la premiazione.   

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Andate a riprenderli

Berlusconi punta sui moderati Fli

di Federico Garimberti

Ai fedelissimi ha ripetuto in questi giorni l’intenzione di recuperare quelli che considera i «finiani moderati». L’obiettivo non è certo quello di ricucire con l’ex-presidente di An o con quei parlamentari (Bocchino, Briguglio, Granata o Barbareschi) che considera «falchi». Le speranze di colmare le distanze con il presidente della Camera, sottolinea infatti un dirigente del Pdl, sono praticamente nulle.
L’obiettivo, semmai, è quello di dialogare con coloro che hanno seguito Fini nel gruppo Fli, ma che non vogliono affossare la maggioranza.

E per farlo, il Cavaliere si mostra suadente: arriva persino a dire di comprendere la lealtà di chi ha scelto di restare a fianco di Fini, ma allo stesso tempo si aspetta che la medesima lealtà sia dimostrata verso gli elettori.
Ragionamenti riferiti dai fedelissimi e dunque non pubblici, ma che suonano come un appello a chi vuole evitare una rottura che – ha sostenuto Berlusconi – avrebbe come unica conseguenza il ritorno alle urne. Invito che il premier avrebbe consegnato a dirigenti ed esponenti di peso del Pdl. Con l’obiettivo per ciascuno di loro, di riportare almeno un «finiano moderato» all’ovile.

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