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Archive for febbraio 2014

I 28 giorni di febbraio

Perché febbraio ha 28 giorni?

Gaetano Bonaventura
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1618606_747191608632971_1982001304_nLo sanno tutti: febbraio è l’unico mese dell’anno che non è costituito da 30 o da 31 giorni. Di giorni ne ha infatti solo 28, che diventano 29 negli anni bisestili. Ma perché? Non era più naturale avere meno mesi da 31 giorni e allungare a 30 giorni anche febbraio? Qual è l’origine di questa anomalia?
Il calendario che adottiamo oggi nella maggior parte dei paesi del mondo, il calendario gregoriano, è una riforma del calendario giuliano promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C. che a sua volta derivava dagli antichi calendari romani.
Prima della riforma di Giulio Cesare i calendari in uso nell’antica Roma subirono diversi cambiamenti, ripercorrendo i quali si intuiscono le risposte alle nostre domande.
Il calendario di Romolo era costituito da dieci mesi con 30 e 31 giorni ciascuno, iniziava con il mese di marzo (Martius) e terminava con dicembre (December): Il calendario contava soltanto 304 giorni.
I giorni invernali non venivano assegnati a nessun mese, essendo per i romani poco rilevanti visto che l’attività bellica veniva sospesa in attesa della primavera. I primi quattro mesi erano dedicati alle divinità Marte, Afrodite, Maia e Giunone mentre per gli altri il nome ricordava la loro posizione nel calendario. Per questo motivo ancora oggi i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre si chiamano così nonostante non siano più il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese del calendario.
Nel 713 a.C. Numa Pompilio modificò il calendario aggiungendo i mesi di gennaio e febbraio che vennero posti alla fine dell’anno, dopo dicembre. A febbraio, ultimo mese, furono assegnati 29 giorni.
Successivamente Giulio Cesare fissò l’inizio dell’anno il 1º gennaio e introdusse gli anni bisestili.
Nell’anno 8 a.C., il Senato romano decise di rinominare il mese di sextilis in augustus, in onore dell’imperatore Augusto. Precedentemente era già stato fatto lo stesso con Giulio Cesare, rinominando Quintilis in Iulius.
Siccome luglio aveva 31 giorni e agosto ne aveva 30, si decise di aggiungere un giorno ad agosto togliendolo a febbraio. Da allora febbraio conta soltanto 28 giorni.

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Scorcio di Milena vista da Robba Magaru /foto di Giovanni Schillaci

Scorcio di Milena vista da Robba Magaru /foto di Giovanni Schillaci

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Vicesegretario, adeguata l’indennità

La Sicilia
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saia lorenzo

LOENZO SAIA

Milena. Un impegno di spesa per l’adeguamento dell’indennità di posizione al vice segretario comunale: lo ha disposto l’amministrazione.

Il Comune di Milena ha il servizio di segreteria in convenzione con Grotte, Montedoro e Bompensiere. In questi comuni convenzionati il segretario è il dott. Vincenzo Chiarenza.
Nell’ambito della stessa convenzione stipulata lo scorso mese di dicembre, è anche previsto che le funzioni di vice segretario vengono svolte dal dott. Lorenzo Saia, che è vice segretario a Milena. Per tale incarico la retribuzione di risultato dello stesso deve essere aumentata di 4 mila euro da ripartire in parti uguali tra i Comuni che hanno aderito alla convenzione.
Pertanto, è stato deciso di impegnare la somma per l’aumento dell’indennità di posizione al vice segretario.

Il Comune di Milena pagherà solo 1000 euro, i restanti 3 mila euro li pagheranno Montedoro, Bompensiere e Grotte.

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Banca pignora la sua casa, lui consegna le macerie al direttore con un tir

notizieincredibili

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untitledBULGARIA – Alla fine del 2013 un uomo di Lovech, che non poteva più permettersi di pagare il mutuo per la sua casa ha speso i suoi ultimi centesimi per demolirla prima che la banca gliela portasse via.

Il terreno su cui la casa era stata costruita non era stato incluso nel mutuo così la famiglia ha deciso di distruggere la casa e di consegnarla al suo nuovo proprietario così come gli era stato intimato di fare. Le macerie dell’edificio sono state caricate su un grosso camion e trasportate fino alla banca situata nella città di Teteven, dove era stato firmato il contratto per il mutuo.

L’uomo che era in debito con la banca, insieme a tutta la sua famiglia, si era prima recato dal direttore della banca piangendo e implorando all’uomo di avere un po’ di cuore; era in difficoltà e in quel momento non era in grado di far fronte all’impegno preso. Ma il direttore gli aveva risposto che non poteva fare eccezioni e ha dato alla famiglia una settimana di tempo per lasciare libera la casa e consegnargli le chiavi.

Resta solo da immaginare la faccia del direttore e degli impiegati quando si sono visti scaricare la ‘loro’ preziosa casa davanti all’ingresso principale della banca …

leggilo.net

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Giufà e il chiodo fisso

si cuntaGiufà e il chiodo

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Giufà era sempre al verde e, disperato, decise di vendere la sua casa.
Trovato l’acquirente, pose solo una condizione per la vendita:
– La casa diverrà tua, ma questo chiodo piantato nel muro deve restare per sempre mio – disse
Il compratore accettò la condizione senza riserve e l’affare fu fatto.
Dopo qualche settimana, Giufà bussò alla porta del nuovo proprietario ed entrò in casa, si diresse verso il chiodo e vi appese un sacco.
Dopo qualche giorno ritornò, si riprese il sacco e appese al chiodo un vecchio abito.
Col tempo le visite di Giufà cominciarono a farsi giornaliere e, spesso, anche per più volte al giorno e sempre prendeva ciò che era appeso e metteva una nuova cosa.
Le visite continuarono ininterrotte in qualsiasi ora del giorno
untitledUn giorno Giufà spuntò con lo sterco di un asino e, sotto gli occhi sbalorditi degli inquilini, appese al chiodo quell’ammasso puzzolente.
Il proprietario, spazientito, urlò: – Non ti lascio ammorbare la mia casa, porta via questo schifo!
Giufà, con la sua solita calma, disse: – Vedi, io ti ho venduto la casa, ma il chiodo resta mio. Ho tutto il diritto di appendervi quello che voglio e se tu non sopporti non so cosa farci! Puoi scegliere di andartene, ma non chiedermi nemmeno un soldo indietro..
Il proprietario non riuscì a sopportare le incursioni di Giufà e se ne andò via lasciando la casa a Giufà.
Giufà si prese la casa e non restituì nemmeno un soldo.

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indudue

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rivolta vitellaroCortile letterario: conversazione con Vitellaro

r. l. v.)

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Nuovo appuntamento con le iniziative degli Amici del Cortile letterario domenica 2 marzo nell’edicola-libreria “Non solo edicola” di viale della Regione, dove avrà inizio alle 11 la conversazione letteraria con Antonio Vitellaro, autore del volume “La rivolta delle donne di Milocca – La questione delle terre e i fasci dei lavoratori”.

Moderatore dell’incontro sarà Filippo Falcone, storico e scrittore.

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E alla fine arrivò l’urgenza

Lavori di somma urgenza alla ditta Antinoro

Palo storto di via Rimembranza

Palo storto di via Rimembranza

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Vi ricordate dei due pali pericolanti e pericolosi per la pubblica incolumità?

Il primo palo è stato attortato, a quanto si dice in giro, da una improvvida memoria di un atomobilista rimasto ignoto da più di un anno;  si trova in via Rimembranza proprio di fronte lo studio dell’avv. Ferlisi.

Il secondo palo si trova a ridosso del campo sportivo, proprio a due passi dalla caserma. Resta in piedi legato ad una corda. E’ stato colpito e storto da un pino cadutogli sopra a causa di una tempesta di vento la notte del Natale passato.

Della pericolosità di entrambi i pali MML ha informato la popolazione e gli amministratori più distratti in due articoli:

Adesso qualcosa si è smosso.

Palo storto di corso Nenni

Palo storto di corso Nenni

Il 10 febbraio c’è stato un sopralluogo dell’Ufficio Tecnico che ha attestato la necessità di intervenire con urgenza alla  sostituzione di due pali della pubblica illuminazione: è stato anche fatto il preventivo di spesa sommaria per €. 2.205,76.

Il sindaco a questo punto autorizza il responsabile del servizio Magro Salvatore a procedere alla somma urgenza, nella considerazione che il danno cagiona condizioni pregiudiziali per la sicurezza e l’incolumità pubblica.

Il 21 febbraio il Responsabile del servizio Magro Salvatore interpella la ditta Antinoro Antonino di Milena, la quale, dopo aver visto i luoghi dei lavori e visionato il preventivo di spesa, ha dichiarato l’immediata disponibilità all’intervento, accettando le condizioni proposte nonché la somma complessiva stabilita di €.2.205,76 (di cui imponibile €.1.808,00 e €.397,76 per IVA al 22%).

La liquidazione dell’intervento avverrà previo consuntivo di presa, presentazione fattura della ditta esecutrice,  richiesta di regolarità contributiva (DURC),  e regolarizzazione dell’intervento da parte dell’Ufficio.

LEGGI LA DELIBERA INTEGRALE

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Grillo nano divora grillini

M5s nel caos: Grillo espelle 4 senatori, 16 verso la scissione

Giampiero Di Santo e Franco Adriano

espulsiPrecipita nel caos il Movimento 5 Stelle. Dopo una lunga assemblea dai toni concitati, all’una di notte i parlamentari 5 stelle hanno votato a favore dell’espulsione dei quattro senatori dissidenti Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista. Ma come prevede il regolamento, l’ultima parola l’ha detta la Rete nel tardo pomeriggio di oggi.

E Il risultato della consultazione on line degli attivisti, pubblicato sul sito Beppegrillo.it, è netto: “Hanno partecipato alla votazione 43.368 iscritti certificati. 29.883 hanno votato per ratificare la delibera di espulsione. 13.485 hanno votato contro”.

Un verdetto netto nei numeri della Rete, ma che ha davvero certificato la spaccatura completa del M5S. Non soltanto perché nell corso del’assemblea notturna la decisione votata a maggioranza da deputati e senatori M5S si era conclusa con 73 sì, 35 no e 11 astenuti per l’espulsione di Battista; 67 sì, 30 no e 13 astenuti per quella di Bocchino; 70 sì, 35 no e 9 astenuti per l’espulsione di Orellana e infine 77 sì, 33 no e 11 astenuti per la ‘cacciata’ di Campanella. Ma anche e soprattutto perché dopo la conferma del verdetto da parte dei militanti in rete, i quattro si sono detti pronti a rassegnare le dimissioni da senatori e si sono riuniti con altri cinque colleghi pronti a rassegnare le dimisioni, in contemporanea con la riunione del gruppo per così dire ufficiale del M5S. Mentre il deputato Alessio Tacconi ha annunciato:  “Esco dal gruppo dei 5 Stelle alla camera e con me ci sono altri cinque deputati”.

Insomma, una scissione in piena regola, con 16 parlamentari pronti a lasciare tra lacrime, accuse reciproche e lancio dell’epiteto “fascisti” da parte dei dissidenti costretti a uscire all’indirizzo di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Addirittura alcuni parlamentari hanno denunciato la falsità delle proprie firme apposte sulle mozioni di sfiducia individuali presentate oggi  dal M5S al senato nei confronti dei ministri del lavoro e dello Sviluppo economico Giuliano Poletti e Federica Guidi.

Il Post di Grillo contro i dissidenti

imagesCARJ2VF4Dopo l’assemblea Beppe Grillo aveva lanciato sul suo blog il referendum tra gli iscritti che avrebbero dovuto decidere se confermare o meno la decisione dei parlamentari.

“Dopo svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i 4 senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male – scrive Grillo – i parlamentari del M5S hanno fatto un’assemblea congiunta decidendo l`espulsione dei suddetti senatori”. “A me dispiace – confessa il comico genovese – perché in fondo non c`è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il MoVimento: ‘fate alleanze …perché non ha fatto alleanze con Letta … perché non fate’. Tutte persone che sul palco quando c`ero io dicevano esattamente il contrario, dicevano: ‘a casa tutti’, facevano degli olà che fulminavano. Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello.

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