MESSINA E IL PESCE SPADA
Armando Carruba
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Nelle acque dello stretto, tutti gli anni vengono molti pescispada; questo pesce porta il nome dato che ha la mascella superiore fatta in forma di spada o di lama lunga un terzo del suo corpo. E’ uno dei pesci più grossi che si trovano nei mari d’Europa, tutti gli anni, dai primi di maggio alla fine di giugno, costeggiano le rive della Calabria, poi passano lo stretto e cominciano dal lato settentrionale il giro della Sicilia; in autunno soltanto tornano verso il continente.
Il pescespada è un pesce agile e forte che nuota con grandissima lestezza, si dice che battendosi col pescecane lo trafigga con la spada; pare che sia accanito contro i tonni, il passaggio dei quali si combina con la sua presenza nelle acque dello Stretto.
Oggi si ci sono barche attrezzatissime per la pesca, ma una volta i pescatori si ponevano in una barca lunga e piatta, costruita appositamente per questa pesca e li prendevano con la fiocina. Quando si apriva la pesca, tutte le barche si riunivano sul luogo dove dovevano passare i pesci, disponendosi a semicerchio; una di queste, la Ferriera, si collocava senza far rumore all’avanguardia, e un marinaio s’arrampicava in cima a un albero maestro, alto quattro o cinque metri, in sommo al quale si trovava una piattaforma e annunziava l’arrivo dei pescispada.
Non si stava in vedetta soltanto sulle barche ma anche sugli scogli e fin sotto le mura del castello di Sicilia. Allorché il movimento delle acque o il sibilo acuto che emettono i pescispada ne annunziavano il passaggio, le barche vanno loro incontro e il lanciatore d’ogni barca getta la fiocina. Queste fiocine sono fatte in modo tale che la lama, quando vi è penetrata, non può più uscire dal corpo dell’animale; ma dopo averla lanciata s’allenta il lungo canapo al quale è attaccata; è insomma, in piccolo, la pesca alla balena. Quando il pescespada è indebolito per la perdita del sangue, viene issato a bordo e finito a furia di colpi di scure; sarebbe pericoloso attaccarlo prima.
Questa pesca è molto interessante e attira sulla spiaggia un gran numero di persone. L’uomo che è in vetta e dirige l’attacco gridando: Manosso! Manosso! E allora che la barca con la fiocina prende il largo e fa di tutto per cacciare
il pesce verso riva. Egli grida: Stringala!
E la barca investe il pesce più che mai. Si corre a destra e sinistra, di qua e di là e tutto ciò in un batter d’occhio, mentre il lanciatore sta sempre dritto, all’avanti, con la fiocina tesa. Se sbaglia il tiro, gli spettatori gli fanno l’urlata, ma il lanciatore, dopo una lunga caccia, colpisce la preda, e per lui un trionfo; la folla lo saluta con applausi e grida entusiaste.
Calando il sole tornavano a Ganzirri, remigando sulle acque limpide e calme.