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Archive for 20 ottobre 2017

refezione

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Cambiamo il futuro delle migrazioni. Investiamo nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale.”

Prof. Angelo Alfano Scuola Media di Montedoro

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Foto 1.jpgLa Scuola Secondaria di primo grado di Montedoro, diretta dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Calogera Genco, ha partecipato con entusiasmo alle celebrazioni ufficiali italiane per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2017. Considerato l’invito  Miur, rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado a partecipare alle attività proposte dalla FAO, le classi 1°A, 2°A e 3°A del plesso di Montedoro hanno dedicato l’attività didattica del 16 Ottobre al tema della GMA 2017: “Cambiamo il futuro delle migrazioni. Investiamo nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale.”

La giornata,coordinata dal docente di Scienze Prof. Angelo Alfano e con la collaborazione dei docenti Anna Maria Caruana, Francesca Taibi, Angela Schillaci, Lucia Vella, Mariella Amore e Piero Garretto si è svolta secondo il seguente programma:

  • Proiezione di un video-clip introduttivo sulla GMA realizzato dagli alunni
  • Dibattito tra alunni relativamente a:
  • Significato della GMA 2017
  • Migrazioni, agricoltura e alimentazione
  • 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) per una Generazione Fame Zero
  • Presentazione di 17 cartelloni degli OSS realizzati dagli alunni
  • Significato di Climate-Smart-Agricolture (CSA)
  • Il Programma Alimentare Mondiale (WFP)
  • Proiezioni di clip sulle attività del WFP
  • Conclusioni e riflessioni

Foto 2La giornata si è aperta con la proiezione di un filmato incentrato sul significato della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e sulle condizioni di vita dei popoli devastati da condizioni climatiche avverse e dalle difficoltà che devono affrontare, giorno dopo giorno, per procurarsi il cibo, senza però trascurare gli sforzi che tanta gente compie ogni giorno per rendere migliori le loro esistenze. La parte più importante della celebrazione ha riguardato il mini- convegno, organizzato e condotto dagli stessi alunni impegnati nel porre delle domande alle quali alcuni compagni hanno risposto in riferimento ai problemi in discussione. Successivamente i discenti sono stati protagonisti di un video-clip ,girato nel cortile della stessa scuola, nel quale gli stessi sfilano con dei pannelli realizzati con colori a matita acquerellabili dei 17 obiettivi dell’OSS.  La mattinata si è conclusa con la visione di un ulteriore video riguardante il WFP (WORLD FOOD PROGRAM) e con le conclusioni finali che hanno evidenziato l’interessa e la partecipazione dei discenti all’intera manifestazione.

Foto 3.jpgTale attività ha reso gli alunni protagonisti attivi dell’intera manifestazione, in quanto ideata e realizzata insieme agli insegnanti, che hanno fatto da sfondo al lavoro dei ragazzi, che si sono dimostrati partecipi ed entusiasti e soprattutto collaborativi in ogni fase. Altro aspetto importante e da non trascurare è certamente la consapevolezza che hanno assunto riguardo a talune problematiche quali le migrazioni, i cambiamenti climatici e il problema mondiale riguardante la mancanza di cibo; è importante, infatti, che le future generazioni conoscano i problemi e le difficoltà che devono affrontare giornalmente milioni di persone e ragazzi come loro, ma anche che sappiano che ci sono delle soluzioni e che queste possono anche dipendere da loro è da noi tutti.

foto banner.jpgL’attività didattica proposta, è volta a far acquisire agli alunni una maggiore consapevolezza riguardo le migrazioni, l’agricoltura e lo sviluppo sostenibile. Se si parte dai più piccoli, attraverso un’agenzia formativa come la scuola, sarà possibile creare una società migliore e più responsabile.

E’ lodevole, dice la Dirigente, l’impegno profuso dai docenti, che hanno saputo interessare, motivare e guidare gli alunni in un percorso di scoperta, conoscenza ed approfondimento di una così importante tematica. A loro va il plauso di tutto l’Istituto.

 

 

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Giulia Bongiorno: “Sesso per fare carriera è prostituzione, non stupro”

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Giulia Bongiorno: "Sesso per fare carriera è prostituzione, non stupro"

C’è un confine sottile tra violenza sessuale e prostituzione, e il discrimine è la libertà di scelta. Giulia Bongiorno, l’avvocatessa-star impegnata in processi di primo piano così come in politica, ne è convinta. Anzi, spiega che è quel diritto che lei conosce come le sue tasche a prevederlo.
Intervistata da Il Giornale, la Bongiorno, che da anni è impegnata con Michelle Hunziker in “Doppia difesa”, onlus che tutela le donne vittime di violenza, espone il suo pensiero sul caso Asia Argento e sulla tardiva denuncia degli abusi subiti da Harvey Weinstein.

“Ciò che è mancato loro (a quelle che ritiene reali vittime di violenza sessuale, ndr) è la possibilità di scegliere. Se non c’è libertà reale di autodeterminazione allora c’è violenza”. Al tempo stesso se “una donna, mossa da ambizioni di carriera, sceglie di accettare quello che chiede l’uomo anche se non ne ha particolarmente voglia, siamo di fronte alla ricerca di scorciatoie, non a una violenza carnale”.

images (4)Per l’avvocato non basta “un divario di ruolo sociale o di funzioni a rendere illegale qualunque rapporto sociale”. Insomma non vale l’equazione uomo potente-donna vittima. “Se è lei a voler sfruttare la posizione dell’uomo siamo di fronte quasi a una forma di prostituzione“.

Comunque sia, su Asia Agento la Bongiorno sceglie di andarci cauta: “Se lei avesse avuto libertà di scelta non sarebbe mai andata a letto con Weinstein”. A prova di questo cita il fax del 1997, reso noto sempre da Il Giornale, in cui “la ragazza manifestava tutto il suo disgusto per le pretese dell’uomo”.

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A Catania ex attivitsti e guru del movimento hanno presentato il libro che raccoglie le presunte magagne dei loro portavoce: con più di una “chicca” sul pentastellati siciliani

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Cordate e parentoli, i “segreti” del M5s svelati dagli ex grillini

di Mario Barresi

Sembra un covo di carbonari. Manca soltanto qualche bicchiere di whisky e il fumo dei mozziconi mal spiegazzati nei posacenere. Ma è come se ci fossero. Eppure appena entri alla Fenice, piccola e deliziosa libreria di via Garibaldi, ti fanno subito sentire a casa. Come uno di loro, anche se non lo sei. Né lo sei mai stato.

Ex grillini ed ex spin doctor della comunicazione del M5S: allo scoperto, pubblicamente, per svelare i segreti e le magagne dei loro ex portavoce. «Senza rancore né risentimento», s’intende. Ma con più di una chicca sulle cose di casa nostra. Partendo da un libro – Supernova – che è un documentato noir politico col finale già scritto nel sottotitolo: “Come è stato ucciso il Movimento 5 Stelle”.

A Catania, l’altro ieri sera, i due autori: Nicola Biondo, giornalista, ex capo ufficio stampa dei 5stelle alla Camera, e Marco Canestrari, sviluppatore informatico, ex dipendente della Casaleggio Associati, tenutario delle chiavi di blog e meetup dal 2007 al 2010. In mezzo a loro, con il ruolo di “strega-provocatrice”, Debora Borgese, blogger catanese, ma soprattutto ex attivista cacciata e detentrice di più di un (inconfessabile?) segreto sui big grillini dell’Isola. Ad ascoltarli, oltre ad alcuni “epurati” del movimento – fra cui giganteggia il sindaco di Gela, Mimmo Messinese – anche docenti universitari e professionisti della comunicazione. Poca gente, ma buona.

Si parla di M5S, è ovvio. «Un esperimento sociale», destinato al fallimento anche per colpa del vincolo dei due mandati. «Il ciclo di vita dei dieci anni – dice Canestrari – è di fatto il ciclo di vita del movimento stesso». E qui Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri sono «legati a doppio filo, avvinti allo stesso destino». Un mandato a testa, a Roma e a Palermo. E ora grandi progetti per entrambi. «Giancarlo – raccontano – era il cavallo siciliano più promettente, dopo la sconfitta di Sonia Alfano.

La dialettica ci fu, prima delle Regionali del 2012. Poi Cancelleri diventò il leader siciliano all’Ars e il candidato prestabilito per il 2017, senza alcun dibattito. Perché Grillo e Casaleggio hanno investito soldi e tempo su di lui, come per Di Maio a Palazzo Chigi».

Sul candidato premier un perfido aneddoto: «Una volta propose un ddl per destinare il 5 per mille alla polizia…». Chiusa parentesi. E allora? «Per Giancarlo queste Regionali sono “one shot”. Se vince ha 5 anni per governare, mentre il movimento deve trovare un futuro candidato perché lui è al secondo e ultimo mandato. E sarà un casino». E se perde? «Non esiste più. E il movimento avrà sprecato tutto l’enorme investimento su di lui».

Si parla di cordate. Severamente vietate nel movimento, perché foriere delle demonizzate correnti che ci sono negli altri partiti. Biondo porta le prove che esistono. Anche in Sicilia: Riccardo Nuti alle Europee «fece votare la candidata sarda». E Cancelleri? «Per contrasto sostenne apertamente il belloccio alcamese», con riferimento a Ignazio Corrao, poi eletto.

In quel contesto, il senatore Mario Giarrusso, fu molto duro: «Le regole vanno rispettate», scriveva nel 2014 riferendosi al caso Nuti. «Ma io l’ho pizzicato, lo scorso 3 ottobre: ha postato un endorsement per un candidato catanese all’Ars, Scarcella. E lui mi ha dato della stronza e della fattucchiera», rivela Borgese confermando la ricostruzione di Lettera 43. Che ha poi precisato: «Il senatore si sarebbe scusato spiegando di aver agito in buona fede: nessuna sponsorizzazione, credeva che si trattasse di un intervento del candidato e non della sua scheda. Anzi avrebbe invitato tutti i candidati a cercare voti senza danneggiarsi uno con l’altro».

Si parla di volgarità e di cacciate. «Una volta – rivela il sindaco Messinese – ricevetti un post talmente pieno di parolacce che dimenticarono quello che volevano dirmi…».

Si parla anche – molto nel libro, un po’ meno nella presentazione alla Fenice – dello strano caso del meetup catanese. Uno «traffico di dati sensibili, identità digitali e password private».

Gli onorevoli fratelli Cancelleri Giancarlo e Azzurra

Si parla di parentopoli. «La Sicilia registra il numero maggiore di parenti e collaboratori finiti nelle liste, già dalle Europee del 2014 fino a queste Regionali», assicura Borgese. Che, oltre a rivelare il silenzio del M5S «quando denunciai l’assunzione della cognata di Antonio Fiumefreddo come collaboratrice», attacca Cancelleri: «È un bugiardo che mente sapendo di mentire. Lui nega, ma la sorella Azzurra è comunque una deputata alla Camera. Un altro bluff.

Così come Giancarlo non può negare che il cognato, Santino Lo Porto, abbia ricevuto un incarico dal Comune di Tusa per 24.314,18 euro nel 2016: il primo passaggio per permettere al sindaco Angelo Tudisca di essere nella rete dei “non sindaci” del M5S? Un caffè c’è stato, con Cancelleri, Di Maio, il sindaco e i cittadini di Tusa l’11 settembre scorso…».

Si parla dei rimborsi spese che abbattono l’effettivo taglio delle indennità degli eletti. «Ma quanto spende per mangiare il senatore Giarrusso?», incalza ironico un noto ex attivista catanese.

 

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NEL CAMPO DEL VECCHIO KRUPP

di Briciolanellatte

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NELCAMPOKRUPPIl pallone fu scagliato così in alto che i ragazzi si fermarono a seguirlo con lo sguardo ammutoliti. La polvere nel campetto di calcio tardava a posarsi a terra, tra scarpe rotte e ginocchia sbucciate. Solo quando il pallone cominciò la parabola discendente si misero a urlare e a fischiare in modo liberatorio.

«E adesso?» chiese Jim detto “il Mamba”, chiudendo un occhio per il sole che gli sbatteva in faccia. Tom se ne stava assorto, come si conveniva a chi era riconosciuto il ‘capetto’ indiscusso del gruppo. Tutti infatti si stavano rivolgendo a lui perché solo lui avrebbe saputo cosa fare in un simile momento. Anche se Tom non era né il più alto né il più ben messo del branco si era imposto da sempre sugli altri per quella sua personalità arrogante e prepotente. E poi, nonostante i suoi tredici anni, si faceva la barba da un bel pezzo, almeno così lui sosteneva, e bestemmiava senza ritegno.

«Il pallone è caduto nel campo del vecchio Krupp…» azzardò Red come se non fosse stato evidente. Il vecchio Krupp aveva recintato il suo campo, fatto andare a orto, con il filo spinato. Ma non contento di questo, per spaventare cornacchie e merli, che a suo dire gli beccavano l’insalata e la verdura, aveva sistemato appena dietro la recinzione alcuni fucili da caccia i cui grilletti erano legati ad altrettante lenze nascoste nell’erba; bastava spostarle anche di poco e ti sarebbe arrivata addosso una dolorosissima scarica di sale e pepe.

«Mandiamoci Matthew» sentenziò Tom con un sorriso perfido e girandosi in direzione del bambino. Matthew era il timido del gruppo, quello mingherlino, quello sempre malaticcio, intelligente sì, ma del tutto inadatto alle scorribande di un gruppo di ragazzini senza controllo. La vittima ideale.

«Grande idea, Tom» dissero i ragazzini in coro.

Matt, seduto sulla panchina priva di alcune doghe centrali, aveva lo sguardo basso. Era consapevole che non avrebbe potuto opporsi. Era l’ennesima angheria che avrebbe subito. Ma stare a casa con il padre violento a secondo della luna che sarebbe apparsa in cielo era anche peggio. Era lo scotto che doveva pagare per non restare solo in quel paese cresciuto a stento sulla groppa della montagna. Così, senza dire nulla, si alzò ubbidiente dirigendosi sollecito verso il vicino campo di Krupp. Se questa cosa doveva essere fatta tanto valeva farla subito, pensò. Il gruppo lo seguì facendo battute e sorrisetti: si pregustavano la scena. Raggiunsero l’angolo sud dove la rete era stata in parte piegata: di lì sarebbe stato più semplice passare. Ma le fucilate non le avrebbe evitate, quelle no; Matt lo sapeva e sapeva bene quanto male gli avrebbero fatto sulla pelle il sale grosso e il pepe di cayenna; il pallone poi era finito proprio in mezzo al campo, a ridosso di alcune grosse piante di cavoli. ‘Ma quanti saranno ‘sti fucili?’ Si chiese Matt mentre indugiava sul perimetro cercando di individuarli nell’erba.

«Hai bisogno di un incentivo?» gli domandò sarcastico Tom battendo più volte il suo pugno destro contro il palmo sinistro. La sua risata contagiò tutti. Matt, senza ulteriori indugi, tenne scostato il filo spinato con un palo preso poco distante ed entrò deciso nel campo.

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Una parola… Instaurare

INSTAURARE (in-stau-rà-re)

unaparolaalgiorno.it

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Restaurare, riparare, riedificare; istituire, stabilire innovando; voce dotta, recuperata dal latino instaurare, di origine oscura.
Sicuramente è una parola ricercata che, in certi casi, ci viene molto semplice usare: instaurare una dittatura, instaurare un dialogo, una sinergia, un processo. Ma a ben vedere è una parola piuttosto misteriosa.
Si tratta di una voce dotta, ossia recuperata dal latino (in questo caso, nel Cinquecento). Ora, nel latino di epoca imperiale era stata sostituita dal verbo sinonimo ‘restaurare’, che pure è stato recuperato come voce dotta – mentre il verbo ‘ristorare’ è l’esito del suo uso continuato nei secoli. Ma sia ‘instaurare’ sia ‘restaurare’ sono verbi latini di origine misteriosa: secondo alcuni nascono in ambito religioso, in particolare descrivendo il fare ammenda per una mancanza davanti al dio, da cui il senso di rinnovare.
Per questa affinità non ci deve quindi stupire che i primi significati, ormai desueti, di ‘instaurare’ siano quelli che oggi colleghiamo più comunemente a ‘restaurare’: riparare, riedificare. Ma nell’instaurare si rivela più marcato un tono di rinnovamento volto al futuro declinato in un istituire, in uno stabilire, mentre volentieri il restaurare ha il colore del ripristinare. Dopo lotte sanguinose si riesce a instaurare un governo espresso dal popolo, il venditore capace instaura un rapporto amichevole con i clienti, l’artista carismatico instaura una nuova corrente, e con decisione instauriamo una nuova virtuosa abitudine.
Nella sua tornita bellezza non è una parola leggera, anzi ha una certa massa – quella della pietra posta a costruire il nuovo.

 

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