Logan da Brisbane
Come contribuire attivamente alla vita milocchese se a Milena, profondo Sud, non ci vivi da 13 anni, hai passato il resto della tua vita al Nord o in una folle città universitaria del Centro e ora sei in Australia, mille miglia lontano dalle tue amate colline gialle bruciate dal sole? Mi viene in mente solo questo: essere una finestra sul mondo e fornire a voi tutti un assaggio, il mio assaggio, di come le vicende italiane (e di riflesso quelle sicule) vengono percepite all’estero. Pertanto, seguendo questa idea di massima, colgo l’occasione per suggerirvi questo sito da cui reperire informazioni alternative rispetto agli organi di stampa tradizionali: http://italiadallestero.info Le notizie sono un po’ retrodatate (un paio di giorni), ma leggere gli articoli qui presenti ci fa capire un po’ come le cose stanno “realmente”, o almeno senza che i fatti vengano filtrati da ideologie e convenienze editoriali, oppure – qualora credessimo ancora nella buonafede delle tradizionali agenzie di stampa – come le nostre vicende vengano semplicemente vissute all’estero. Qualcosa di alternativo per aprirci la mente un pochettino di più, insomma.
L’altro giorno sono stato al cinema a vedere “Il Divo” (l’avevo già visto in Italia), con delle ragazze finlandesi e norvegesi. Il cinema era pieno di italiani emigrati all’estero e semplici turisti in vacanza, curiosi di provare l’esperienza del vedere un film italiano in un altro continente. La reazione delle ragazze che mi accompagnavano – al di là di ogni giudizio artistico sul film in sè – è stata di incredulità. Erano attonite. Nei loro vichinghi mondi perfetti, tali complessità di rapporti fra mafia, potere, vaticano e politica non è neanche concepibile. Labirinti di conoscenze e connessioni, strategie politiche e subdoli accordi di potere. Il pasticcio all’italiana, insomma. Tali innocenti fanciulle, inoltre, sono rimaste scioccate da un altra considerazione: mr. Andreotti, seppur con il fardello degli anni sulle spalle, è ancora – possiamo dire – attivo nella vita politica del paese, fino a grotteschi e tragicomici esiti quali il mezzo ictus in diretta televisiva durante un famoso talk-show. (http://it.youtube.com/watch?v=agGWjaMoSIw&feature=related). La battuta, fuori dal cinema, è sorta spontanea: “Non sarebbe ora di ringiovanire un po’ la classe dirigente?”. A tale proposito, mi viene in mente – e qui concludo – una delle prime conversazioni che ho avuto con una donna australiana, sull’aereo per venire qui, lo scorso luglio. Ebbene, fui sorpreso nell’apprendere che Canberra, capitale politica e amministrativa, sede del ceto burocrate e avvocatizio, politico e notarile del paese, subisce ogni tot anni uno sconvolgimento epocale. Dopo ogni tornata elettorale, non appena il paese si trova a cambiare governo e primo ministro (Rudd, laburista, è in carica dal dicembre 2007, dopo anni di governi Liberal), un’intera popolazione di funzionari e parlamentari, legati alla fazione perdente, lascia la capitale per far spazio a nuovi, rampanti e subentranti uomini di governo e amministrazione. Il ceto politico si rinnova ad ogni elezione, e il ceto amministrativo è per lo più in costante aggiornamento. La popolazione di Canberra è legata alle vicende di governo. Niente seggi pluridecennali a palazzo Madama o Montecitorio. Niente politici che, prima di lasciare il seggio in parlamento, si portano via perfino il computer fornito loro dalle istituzioni (per rappresentarci), in un raptus incontrollato di egoismo e avidità (mi riferisco ad una notizia di qualche anno fa, spero qualcuno la ricordi). Le vecchie mummie ci sono anche qui, ma a loro non è concesso neanche l’onore delle armi, il rispetto dovuto all’anzianità. Contano come qualunque altro giovinetto. Allora fu il mio turno di essere sorpreso, sbalordito. E un pò amareggiato, lo ammetto.
From Australia bye bye by Logan.
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