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Archive for 3 novembre 2008

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POPOLO DI SANTI E DI NIPOTI

Cosa c’è dietro la «parentopoli» della giunta regionale siciliana? A ripensarci, a qualche giorno di distanza, dietro questa piccola storia di Sicilia, non c’è solo l’ennesima testimonianza di una classe dirigente miserabile, di quella che Leonardo Sciascia e Raffaele La Capria chiamarono «classe digerente». Dietro questa storia, c’è l’Italia che comincia e che finisce. E nel momento in cui finisce, si rivela sorpresa in nefandezze, in una imbarazzante nudità: una società d’opalina, che d’un tratto si frantuma e mostra le pudenda.

C’è l’Italia che si consuma in un vizio antico e c’è la Sicilia che ancora una volta diventa metafora del meridione, dell’Italia intera. Senza dubbio, c’è la Sicilia eterna della “robba” e delle sue famiglie – fuori e prima dello Stato – aristocratiche o mafiose; c’è l’Italia meridionale di cinquant’anni fa, della piccola comunità di Montegrano, quella di Banfield e del “familismo amorale”. Ma, ancora prima, c’è un’Italia che è tornata ad essere cortigiana, mossa e avvitata dal particulare.

E alla fine – solo dopo tutto questo, ignaro di tutto questo – c’è un uomo dagli incerti studi e campione di suffragi: Francesco Scoma, un figlio di famiglia (il padre fu Sindaco democristiano di Palermo), assessore regionale alla Famiglia, che “sistema” negli staff della giunta la propria famiglia, e le famiglie della propria “famiglia” politica. clicca e guarda (altro…)

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CASSO…NETTI E TRASPARENTI

Rifiuto con affetto: il cassonetto come luogo di scambio

Sono cassonetti di vetro per rifiuti che ospitano oggetti di cui ci si vuole disfare ma che non sono proprio da buttare, li si può trovare a Venezia e a Rovereto. E’ questo il progetto realizzato dal comune per promuovere il riuso ed il riciclo.

Il progetto “Rifiuto con Affetto” (Rca) si inserisce nella campagna per la riduzione dei rifiuti, grazie al riuso degli oggetti che si buttano via, ma che potrebbero essere ancora utilizzabili.
Tali oggetti, da oggi, possono essere collocati in appositi contenitori, simili ai tradizionali cassonetti, tranne che per la parete frontale formata da uno sportello trasparente con gli interni suddivisi in mensole.
Sarà così possibile depositare cose in buono stato, rimettendole di nuovo a disposizione delle persone, trasformando così il cassonetto da luogo di rifiuto a luogo dello scambio, decretando un ciclo di vita in più degli oggetti, definendoli rifiuti solo quando hanno esaurito la propria “vita” e non possono essere ancora usati.
Le ideatrici del progetto, studentesse Iuav, Roberta Bruzzechesse, Maddalena Vantaggi, Alessandra Saviotti, Maria Zanchi, sottolineano che con questo progetto si cerca di far emergere un atteggiamento critico verso gli attuali stili di vita. L’intervento partito come progetto pilota, si potrà estendere sia a livello cittadino sia in ambito nazionale con l’obiettivo che il servizio possa accostarsi alle attuali tipologie di differenziazione dei rifiuti.

Fonte: Rifiuto con affetto

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