Non c’è civiltà alcuna, dietro un dipendente di una società estera, a cui abbiamo ceduto il monopolio della distribuzione dell’acqua, che ci viene a chiudere con tappi e sigilli gli allacci privati alla rete pubblica.
Non esiste giustificazione, non c’è ragione economica, non ci possono essere contratti o capitolati e tantomeno “ carte dei servizi “, per privare un qualsiasi cittadino ( se ancora cosi possiamo definirci ), del diritto di veder scorrere acqua potabile dal suo rubinetto domestico.
E’ un problema di ordine pubblico !
I nuovi feudatari, signori e nuovi padroni della ( ex ) nostra acqua potabile, grazie agli ATO idrici, per ragioni di cassa, per presunti o certi, mancati pagamenti di ratei o canoni, con estrema faciloneria, oggi possono decidere di apporre sigilli alla rete pubblica , dopo la chiusura ( sospensione ) degli allacci privati, senza dover dare conto o ragione ad alcuno.
Il presidente dell’ATO idrico, è il Presidente della Provincia Regionale di Caltanissetta, che ha ritenuto di tenere per se l’incarico e di non delegarlo ad alcuno : lui non sa di questi comportamenti e di questi atti ? I consiglieri provinciali eletti, lo hanno mai interrogato o interpellato nel merito di queste vicende ?
I signori dell’acqua debbono capire di essere rei e responsabili dell’interruzione di un pubblico servizio. Costoro anche se ci chiudono i rubinetti, non possono privarci del diritto ad attingere acqua potabile : anche quando chiudono un singolo rubinetto privato, debbono di converso provvedere ad impiantare e far funzionare ventiquattro ore su ventiquattro delle fontane pubbliche, da cui ogni cittadino possa prelevare il suo quantitativo di acqua necessaria per la vita quotidiana.
La scelta giusta sarebbe il quantitativo minimo vitale per ogni singolo cittadino.