Vallelunga chiede la revisione dell’Imu sui terreni
GRAZIA LA PAGLIA
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Vallelunga. Continuano a lavorare, gli amministratori di Vallelunga, per opporsi all’estensione dell’Imu sui terreni agricoli. Dopo l’iniziativa di protesta avviata dal vicesindaco Rosolino Ricotta, arriva adesso la convocazione straordinaria ed urgente del consiglio comunale per discutere in aula della problematica. L’appuntamento, fissato dal presidente del consiglio Silvio Zuzzè, è per venerdì alle ore 19 e prevede la trattazione dell’argomento come unico punto all’ordine del giorno.
“Ci siamo già attivati per far fronte a tale provvedimento del ministero dell’Agricoltura – spiega il dott. Zuzzè – sia con un atto di adesione da parte del sindaco Montesano all’iniziativa che sta portando avanti l’Anci Sicilia, sia coinvolgendo i paesi limitrofi con una nota inviata dal vicesindaco. Con il consiglio comunale di venerdì chiederemo al Ministero la revisione dei parametri di applicazione della norma che prevede il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli entro il 26 gennaio. Secondo il nostro parere, si tratta di un provvedimento irragionevole ed incerto nei criteri applicativi. Infatti il meccanismo di fondo di tale decreto applica l’Imu sui terreni agricoli sulla base dell’altitudine registrata dal palazzo municipale, prescrivendo esenzioni per i comuni al di sopra dei 600 metri e per i coltivatori diretti ed imprenditori agricoli dei comuni situati tra i 281 e 600 metri. In questo modo non si tiene conto di dove si trovi il terreno. A Vallelunga, poiché ci troviamo a 472 metri, a parte pochi imprenditori, ci ritroveremo tutti a pagare”.
Anche i cittadini hanno espresso disagio nei confronti della nuova tassa. “E noi condividiamo la loro voglia di opporsi – conclude il presidente del Consiglio -. Lo Stato dovrebbe sostenere chi rimane ancora nel nostro territorio, mentre questo provvedimento sembra invitare ad abbandonarlo”.
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Resuttano. Consiglio comunale contro l’Imu sui terreni. Viene contestato il criterio di fare pagare il balzello in base all’altitudine del palazzo municipale
Gandolfo Maria Pepe
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Resuttano. Il presidente del consiglio comunale Maria Elena Puleo, ha convocato la seduta dell’assise per lunedì alle ore 17. Uno solo il punto all’ordine del giorno: l’introduzione da parte del Governo nazionale dell’Imu sui terreni agricoli.
L’agricoltura costituisce il settore portante dell’economia locale, più di 60 le grandi e piccole aziende; nel settore è impiegata buona parte della popolazione attiva.
CARAPEZZA
Il sindaco Rosario Carapezza dice: “come Comune chiediamo di rivedere i criteri, prima noi venivamo considerati comuni montani, ora per un solo metro non veniamo più considerati tali, e l’imposizione va a gravare tutta sui cittadini. La cosa più assurda è che questa decisione è stata presa soltanto ai primi di dicembre ufficialmente, con i bilanci del 2014 già approvati”.
L’assurdità più grande è che vengono considerati comuni montani quelli da 601 metri in su e Resuttano si trova a 600 metri, ma più grottesco è che come punto di riferimento viene preso il palazzo comunale che è situato nel mezzo, quindi più di mezzo paese (compresi i terreni) si trova ad un’altezza superiore rispetto ai 601 metri. Il consiglio comunale chiederà di non considerare solo l’altezza altimetrica; Resuttano appartiene alla categoria dei comuni montani per altre caratteristiche, quali i criteri orografici ed economici. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha emanato, di concerto col ministero delle Politiche Agricole e col ministero dell’Interno, il 28 novembre 2014 (Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre scorso), le norme sull’esenzione dall’Imu, per i terreni agricoli, ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, col quale sono stati sensibilmente modificati e ristretti il perimetro ed i criteri applicativi dell’esenzione dall’imposta municipale per i terreni agricoli montani. Sulla scia di altri comuni anche a Resuttano si sta pensando ad un eventuale ricorso al Tar, anche perché il termine scade il 26 novembre”.
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Niscemi. L’amministrazione intende presentare ricorso al Tar
Giuseppe Vaccaro
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L’agricoltura, settore portante dell’economia locale, è in coma, anche se il carciofo violetto, quest’anno, tiene il prezzo, dopo anni di vendita quasi sotto costo. L’amministrazione comunale si oppone al pagamento del balzello Imu che il Governo vuole gravare sui terreni del territorio agricolo niscemese, prima esenti, sono circa 10 mila ettari, alcuni incolti, per la grave crisi che attanaglia il Paese. Il sindaco La Rosa e l’assessore Massimiliano Conti hanno dato mandato ai legali di presentare ricorso al Tar del Lazio per scongiurare l’applicazione del balzello ai già stremati agricoltori piccoli e grandi. Questo perché il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emanato di concerto col Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e col Ministero dell’Interno il 28 novembre 2014, G. U. del 6 dicembre 2014, le norme sull’ “Esenzione dall’Imu, prevista per i terreni agricoli, ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504”, col quale sono stati sensibilmente modificati e ristretti il perimetro ed i criteri applicativi dell’esenzione dall’imposta municipale per i terreni agricoli montani.
A seguito di tale decreto interministeriale, i terreni agricoli ubicati all’interno del territorio comunale di Niscemi non sono più oggetto dell’esenzione, anche parziale, prevista dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, in quanto non più classificati come montani.
LA ROSA
Il sindaco La Rosa, a proposito della declassificazione dei territori niscemesi, ha dichiarato: “L’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno e necessario difendere e tutelare in sede giurisdizionale i diritti e gli interessi del Comune e dell’intera comunità locale, proponendo ricorso innanzi al Tar del Lazio avverso i provvedimenti, in quanto si ritiene aggravino ulteriormente le condizioni della nostra agricoltura e dei nostri produttori”.
L’assessore Conti aggiunge: “le metodologie ed i termini previsti per il pagamento dell’imposta municipale propria sui terreni agricoli sono in palese contraddizione con le norme poste a tutela del contribuente in materia di irretroattività e di spazio temporale minimo per l’attivazione di adempimenti relativi a provvedimenti impositivi, ancorché ingiusti, considerata la profonda crisi del settore agricolo”.
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