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Archive for 8 gennaio 2015

Addio Franco

Autista di pullman Sais stroncato da un infarto

Carmelo Locurto

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Francesco Palumbo

Francesco Palumbo

Poco prima che con l’autobus di linea che guidava giungesse a Roma, parlando con il suo ex collega consigliere comunale e amico Salvatore Pace del proprio lavoro di autista, sempre sottoposto alle insidie della strada, gli aveva chiesto una preghiera per lui e per tutti gli autisti,

Francesco, Franco per gli amici, non poteva tuttavia immaginare che, per lui, quello della scorsa epifania, sarebbe stato il suo ultimo viaggio in pullman. E nemmeno Salvatore Pace, che tante volte aveva viaggiato con lui, avrebbe potuto mai immaginare che quel saluto al suo amico che affettuosamente soleva chiamare “Zio Franco”, sarebbe stato l’ultimo. Sì, perché l’altro ieri Franco Palumbo ha accusato un malore, probabilmente un infarto, che gli è risutato fatale.

L’ex consigliere comunale di minoranza, che avrebbe compiuto 49 anni il 13 gennaio, era nella Capitale per ragioni di lavoro in quanto lavorava come autista di pullman della Sais. Secondo una prima ricostruzione, una volta giunto a Roma assieme ad un collega autista, è andato a riposare dopo le fatiche del viaggio. Un gesto abituale che non lasciava certo presagire quanto sarebbe accaduto di lì a poco.

Un malumore, per l’appunto un infarto, ha tuttavia stroncato la sua esistenza. Sono stati i colleghi a comunicare la scomparsa ai familiari. La tragica notizia è piombata come un fulmine sulla moglie che per altro si era sentita con lui poco prima del malore. E la notizia si è diffusa presto tanto a Serradifalco, dove il dipendente della Sais ormai risiedeva da quando si era sposato con la moglie Maria Rita, quanto a Milena dove era nato e dove era, anche lì, conosciuto e appreazzato per il suo carattere allegro e gioioso che ne faceva un amico di tutti ed una persona ben voluta.

Di certo nulla lasciava presagire una tragedia del genere.

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La libertà d’espressione deve tener conto della responsabilità

Miriam Della Croce

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7 gennaio 15Il massacro compiuto a Parigi, assurdo, inconcepibile, da condannare senza nessuna esitazione, ci tocca così profondamente da  far sì che i sentimenti abbiano facilmente il sopravvento sulla ragione.

E’ ovvio che non c’è nessuna scusa per chi all’offesa reagisce con terribile inaudita violenza, ma perché non si vuole prendere atto della realtà?

Che oggi esistano persone disposte ad uccidere in nome di Allah, come una volta i cristiani uccidevano in nome di Dio, è una certezza, un fatto. Ora, ammesso che la libertà di burlarsi di Gesù o di Dio, di Maometto o di Allah sia cosa giusta e buona e ragionevole, se non è necessario perché devo esercitare tale libertà, sapendo così di mettere a repentaglio non solo la mia vita, ma anche quella dei miei familiari, degli amici, dei concittadini?

Ha senso se, ripeto, non è necessario? In questo caso l’esercizio della libertà deve tener conto della responsabilità e della razionalità. E dettati dal sentimento e non dalla ragione sono tanti titoli di giornali analoghi al seguente: “Questo è l’islam”. No: questo è il fanatismo di alcuni islamici.

 

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Milocchesi di West Wyoming e la Società del Mutuo Soccorso

Arturo Petix

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w3Non tutti sono a conoscenza dell’insediamento di un gruppo di emigrati di origine milocchese addirittura nel West Wyoming, the Cowboy State. La capitale è Cheyenne. Lo stato del Wyoming è insieme la terra di Nuvola Rossa capo indiano dei Sioux e di Buffalo Bill.

Lì arrivarono, agli inizi del 1900, questi nostri concittadini i quali, dopo essere riusciti ad inserirsi nel contesto sociale dello stato americano, si organizzarono in una Società di Mutuo Soccorso che, come si può vedere dagli articoli dello Statuto si prefiggeva nobilissimi scopi.

lavocedimilenaArturo Petix nel 1979 pubblica la singolare e straordinaria notizia su “La Voce di Milena” e, partendo dallo Statuto, arriva ad una ammirata conclusione che è un invito esplicito ad altri gruppi di emigrati nel nord europa e in nord italia di riuscire ad imitarli. – Buona lettura da Milocca – Milena Libera

Ecco lo Statuto della Società del Mutuo Soccorso dei milocchesi in Wyoming.

Ne può far parte chi è “Milocchese, o di origine milocchese o domiciliato a Milocca” (Art.1).

E per affermare maggiormente il loro attaccamento a Milocca, stabiliscono ancora che “in caso di scioglimento della Società… tutti i fondi di cassa e gli altri oggetti appartenenti alla medesima passeranno ad un beneficio perpetuo nella Cattedrale (sic.) di Milocca (Art.8).

Scopo della Società è quello della Mutua assistenza, come lo era per tutte le società di quel genere che erano sorte un po’ dovunque, ma nello Statuto Milocchese vengono affermati dei principi di carattere morale e civile che sono i principi stessi su cui si fondava la convivenza nelle Robe di Milocca.

Di fatto, oltre alle norme che regolano l’attività della Società e i suoi compiti, troviamo delle altre normi inerenti alla condotta dei soci, pena la esclusione dalla Società, per i dediti all’ubriachezza, o vivessero in concubinaggio, non avessero avuto rapporti di lealtà con gli altri soci, chi si macchiava del reato di omicidio e di furto ed altre regole morali che tendevano a dare dei soci della Società un esempio di correttezza e di rettitudine.

codySi tende a dare una salda compattezza al gruppo degli emigrati Milocchesi e alla conservazione del patrimonio morale e sociale che portavano dalle Robe.

E’ vietato nella sede sociale parlare ad alta voce, tenere il capo coperto, fumare, avere un contegno poco civile; nessuno può portare armi da fuoco o da taglio duramte le riunioni. Massimo il rispetto verso le Autorità e l’impegno di assolvere ai compiti che a ciascuno sono stati assegnati.

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Un gruppo di pompieri del West Wyoming

Lo Statuto è formato da 102 articoli riguardanti:

Scopo e natura della Società (Articoli 1-3) – Ammissione dei soci, diritti e doveri (Artt. 4-22) – Funerarie (Artt. 23-33) – Regole sociali (Artt. 34-39) – Elezioni delle cariche sociali (Art. 40-43) – Presidente e vice Presidente (Artt. 44-52) – Segretario e vice Segretario di Corrispondenza (artt.53-58) – Segretario e vice Segretario di Finanza (artt.59-63) – Tesoriere e Curatori (artt. 64-67) – Il Consiglio (artt. 68-74) – Portabandiera (At.75) – Ufficiali d’ordine (Art. 76) – Ufficiali sanitari (artt. 77-78) – Dispsizioni generali (artt. 79-82) – Giurì d’onore (artt. 83-84) – Articoli disciplinari (artt. 85-100) – Comitato di Rappresentanza (Art. 101) – Privilegi dei Soci (Art. 102).

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Artuto Petix

A distanza di 63 anni si prova un vero senso di soddisfazione per questo organizzarsi di un gruppo di emigrati di Milocca (Milena) con scopi sociali e morali degni della nostra ammirazione; mi piacerebbe (e credo piacerebbe a tutti i lettori) conoscere quanto questa Società abbia potuto operare e ancora esiste e in quale misura svolga la sua funzione almeno per quanto riguarda la possibilità di tenere vivo il sentimento dell’origine milocchese dei soci.

Quasi avrei desiderato che altri Emigrati del nostro Comune, specialmente dopo la grande emigrazione verso il Nord d’Italia e la Francia, avessero fatto altrettanto per trovare almeno un punto d’incontro atto a conservare il senso di solidarietà e di fratellanza tra i vari gruppi di emigrati da Milena.

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Jihad, la classifica dell’orrore: quante persone muoiono al giorno e in quali Paesi si ammazza di più

Dall’Isis a Boko Haram

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UpkPfA5XLjjHqGaI3HwKaoYO12WwqPLc296oxWnDAhk=--Una angosciante classifica dell’orrore stilata dal Centro internazionale per lo studio dell’estermismo e della violenza politica (Icsr) di Londra. Al centro delle ricerca la jihad globale e i gruppi del terrorismo islamico.

Per prima, una cifra: 5.042 morti soltanto a novembre, questo il bilancio di sangue di tagliagole e affini, per una media di 168 morti al giorno. Vittime che sono la conseguenza di 664 attentati, agguati, decapitazioni, esplosioni e altri atti di violenza.

Nel dettaglio, la jihad globale uccide in 24 nazioni, ma l’80% delle vittime si registra in 14 Paesi, ed è l’Iraq in cima alla classifica dei morti, seguito dalla Nigeria dove spopola Boko Haram e dall’Afghanistan dove stanno risorgendo i talebani. In quarta “piazza”, la Siria ancora sconvolta dalla guerriglia civile.

images56RSVMZ2Per dare un’idea della strage, basti pensare, come ricorda La Stampa, che novembre è stato un mese durante il quale i gruppi jihadisti hanno messo a segno l’equivalente di tre attacchi della metro di Londra nel 2005. La gran parte delle vittime è musulmana. A prevalere sono operazioni anche di pulizia etnica il cui obiettivo è il controllo del territorio: imboscate, sparatorie e bombardamenti. Già, perché oggi le priorità dei leader della jihad sono differenti da quelle dell’Osama bin Laden del 2001: il sedicente Califfo Abu Bakr al Baghdadi, infatti, vuole consolidare ed estendere il fantomatico Stato islamico.

Vignetta premonitrice sull’ultimo numero di Charlie Hebdo: Ancora nessun attentato in Francia? Aspettate. Abbiamo tempo fino alla fine di gennaio per…”

Vignetta premonitrice sull’ultimo numero di Charlie Hebdo: “Ancora nessun attentato in Francia? Aspettate. Si ha tempo fino alla fine di gennaio per farsi gli auguri”

Poi c’è Al Nusra, che mira al controllo di aree in Siria, e quindi Boko Haram, che vuole spazzare via i cristiani dalla Nigeria.

Anche i talebani afghani mirano al controllo di Kabul: la strategia dei tagliagole, dunque, si concentra su obiettivi locali, mira a controllare città, territori e villaggi, e soprattutto ad eliminare gli “infedeli” secondo i dettami della Sharia, la legge islamica.

Ci sono poi i dati sui caduti tra i miliziani della jihad, dati che riservano una piccola sorpresa.

imagesN067Q3E9Il maggior numero di caduti, infatti, non si registra tra le file dell’Isis, nel mirino della coalizione internazionale, ma tra i nigeriani di Boko Haram, che subiscono il 60% delle perdite (su un totale di circa 1.000 vittime; i caduti dell’Isis arrivano al 44%). Questi dati suggeriscono come i direttissimi eredi di Bin Laden, lo Stato Islamico e la nuova Al Qaeda, abbiano imparato come “mettersi in salvo”, ossia hanno affinato le loro strategie militari.

Una considerazione, quest’ultima che porta gli autori del rapporto a suggerire come, oggi, droni e attacchi aerei non bastino più: servono truppe di terra per riconquistare le aree prese dai tagliagole, aree che, sinistramente, assomigliano sempre più a uno Stato.

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Un po’ di RELAX

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Il plurale di “Pronuncia” è

“Pronuncie”

o “Pronunce”?

 

Soluzione

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Serradifalco, il sindaco Dacquì rinuncia alla sua indennità di carica

LaICL060012920150104CLSerradifalco. Il sindaco Giuseppe Maria Dacquì, anche per il 2014 appena trascorso, così come aveva già fatto nel corso del 2013, ha rinunciato per intero alla sua indennità di carica. Accennando a questa sua scelta, il primo cittadino ha spiegato a quali settori del bilancio comunale saranno riservati i 35 mila euro della sua indennità annua di carica. In particolare ha sottolineato che «Una parte, circa 5 mila euro, saranno destinati a contributi per lo sport cittadino, mentre il resto sono stati collocati nel settore del sociale, in particolare nell’ambito del lavoro rosa e di altri settori a sostegno di questo delicato e bisognoso ambito».
Dunque, i soldi che il primo cittadino avrebbe dovuto percepire, per come prevede la legge, per il 2014, saranno destinati ai settori dello sport e del sociale. Una scelta netta maturata dal primo cittadino nell’agosto del 2013 all’indomani della burrascosa vicenda risalente al novembre del 2012 quando si venne a conoscenza del fatto che percepiva parte dell’indennità di carica (circa 1000 euro), dovutagli per legge, senza che assessori e consiglieri ne sapessero niente. Un evento clamoroso che allora determinò un autentico terremoto politico con la fuoriuscita dalla Giunta della “Strata Nova” e del Gruppo Cigna. C’è da dire che che gli assessori che si sono nel frattempo succeduti hanno regolarmente percepito l’indennità di carica nella misura prevista dalla legge per ognuno di loro.

Ma per equilibrare il bilancio assume un esperto

foto-boomerang-serradifalco-210x141Il sindaco Giuseppe Maria Dacquì ha nominato un esperto. Si tratta del dott. Davide Mingrino. Quarantacinque anni, ennese, l’esperto esterno vanta esperienze come responsabile del settore economico e finanziario in diversi comuni, è stato anche esperto del sindaco di Enna. Davide Mingrino svolgerà la funzione di esperto esterno a decorrere dal 1° gennaio 2015 e per tutta la durata del mandato di Sindaco che si concluderà con la scadenza naturale del suo mandato nel maggio di quest’anno. E’ prevista per l’espletamento di tale incarico la corresponsione di un compenso mensile di 1650 euro al lordo di ogni tributo ed onere che è a carico dell’incaricato. La spesa totale prevista è di complessivi 8250 euro. Come ha spiegato il sindaco nel proprio provvedimento di nomina del nuovo esperto, «la complessa e difficile situazione finanziaria dell’ente, stante la sussistenza della grave situazione debitoria evidenziata nel bilancio di previsione 2013 in vista della quale si appalesa la necessità di avviare la procedura del riequilibrio finanziario pluriennale, occorre pertanto una attenta e completa analisi dell’attuale situazione finanziaria dell’ente per una corretta valutazione degli strumenti da porre in essere per superare l’attuale situazione finanziaria ovvero alle possibili alternative». L’esperto dovrà garantire la sua presenza al Comune per due giorni la settimana sino alla conclusione del mandato del sindaco. C’è da dire che, ad inizio della propria sindacatura, Giuseppe Maria Dacquì provvide alla nomina di un altro esperto esterno nella persona del dott. Giuseppe Gaeta. Il responsabile dell’area finanziaria del Comune di Vallelunga fu nominato come esperto del sindaco in materia economico finanziaria per «avviare la verifica della reale situazione economico finanziaria dell’ente comunale».

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La bella convivenza

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Ingolfamenti

Durante la settimana del 22 ottobre 2014 si è parlato molto di un campo da golf di lusso finanziato con due milioni di euro di fondi europei. Si trova a Melilla, a pochi metri dal confine tra il Marocco e la Spagna. Un progetto che stride con il dramma dell’immigrazione, un problema che sta dilaniando la popolazione.

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Questo giardino lussureggiante è sorto proprio qui per nascondere la realtà? Nella foto si vede un giocatore che colpisce la palla,

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Grazie alla Noto

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pd marianopoliHa rischiato di saltare, a causa della mancata notifica dell’avviso di convocazione al consigliere del gruppo d’opposizione “Impegno Serietà e Competenza” Grazia Noto, la seduta consiliare del 30 dicembre u.s. convocata d’urgenza dal Presidente Guido Acquisti per approvare il piano di rientro del debito del comune con l’ATO CL1.
Di fatto la consigliera Noto non si è vista convocata, quale capo gruppo consiliare, nemmeno per la preventiva conferenza dei capi gruppo che non si è addirittura tenuta a causa dell’intempestività della presentazione al Presidente del Consiglio della proposta di deliberazione da parte, probabilmente, del responsabile del settore interessato.

Noto e Cannella

Noto e Cannella

La mancata notifica dell’avviso di convocazione alla consigliera Noto è avvenuta sicuramente per un cattivo funzionamento della P.E.C. (posta elettronica certificata), unico e solo mezzo per effettuare le notifiche dopo la modifica del regolamento del consiglio comunale del 06/05/2013, voluta caparbiamente dall’attuale Amministrazione Comunale.
Per ciò, in occasione della modifica del regolamento i consiglieri Cannella e Noto avevano proposto che esso prevedesse assolutamente l’opzione di scelta da parte dei singoli consiglieri sulle modalità di notifica degli avvisi di convocazione del Consiglio Comunale nel senso di effettuarsi sia a mezzo di posta elettronica certificata che del messo notificatore.
Il Consiglio Comunale ha potuto deliberare, nella seduta del 30 scorso, il Piano di rientro dei debiti con l’ATO CL1 solo grazie all’alto senso di responsabilità mostrato dai consiglieri di opposizione Grazia Noto e Cannella che pur avendo forti perplessità in merito l’argomento da deliberare, non hanno fatto ostruzionismo né approfittato della illegittimità verificatasi e pertanto non hanno chiesto l’invalidamento della seduta per la mancata notifica della convocazione alla consigliera Noto. Piuttosto la Noto, pur facendo rilevare l’accaduto, ha legittimato l’adunanza con la sua presenza. Per questo atteggiamento di alto senso di responsabilità nei confronti del nostro comune e nei confronti degli altri comuni appartenenti al consorzio ATO CL1 il circolo del Partito Democratico di Marianopoli esprime compiacimento ed apprezzamento per i consiglieri Grazia Noto e Cannella.
groppo c marianopoliI Consiglieri d’opposizione hanno dimostrato di svolgere con competenza e serietà il loro compito istituzionale di indirizzo e controllo dell’attività amministrativa così come è di dovere di ogni consigliere comunale e senza fare opposizione per l’opposizione. Nel merito i detti consiglieri si sono limitati ad astenersi dal votare il Piano di rientro poiché lo stesso è stato portato a loro conoscenza solo qualche ora prima della seduta. Di contro, per quanto se ne sa, la Giunta municipale conosceva l’argomento già dal 12.12.2014, avendo deliberato con l’atto n. 91, mai pubblicato (in violazione di legge) e mai inviato come per legge ai consiglieri, la presa d’atto del Piano di rientro e del debito nei confronti dell’ATO CL1 al 31.12.2012.
Tra le perplessità dei consiglieri comunali d’opposizione vi era il fatto che lo stesso Piano era stato portato in consiglio comunale per essere approvato già il 17 aprile scorso, prevedendo il riconoscimento del debito a tutto il 31.12.2011 per l’importo di € 760.859 mentre quello da approvare nella seduta scorsa prevedeva il riconoscimento del debito a tutto il 31.12.2012, per un importo di € 1.034.793, con una differenza in aumento, in ragione di un anno di gestione in più (anno 2012 gestione amministrazione Montagna), di € 273.934.
I consiglieri Grazia Noto e Cannella hanno tra l’altro votato favorevolmente per la proroga al 28.02.2015 del versamento della rata di saldo della TARI 2014 e per la richiesta al Governo centrale di sospendere per l’anno 2014 l’applicazione dell’IMU per i terreni agricoli.

 

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