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Archive for febbraio 2015

PUERORUM LUDI

Tebaldo FABBRI – Elde BALZANI

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carroI fanciulli romani non solo andavano a scuola, ma giocavano e si divagavano in divertimenti che non differivano troppo da quelli dei coetanei di oggi (anni settanta). Fonti letterarie, pitture, bassorilievi ci forniscono numerose testimonianze su questo argomento.

Il poeta Orazio ricorda in una sua satira (Sat. II, 3, 247-248) i passatempi più semplici, alcuni dei quali i bambini di oggi coltivano ancora: “Costruire casette (aedificare casas), attaccare topi ad un carrettino (plostello adiungere mures), giocare a pari e dispari (ludere par impar), cavalcare su una lunga canna (equitare in harundine longa).

Oggi non si legano più al carretto i topi (come facevano i fanciulli romani per imitare forse le gare del circo) perché i nostri ragazzi preferiscono maneggiare automobiline e trenini elettrici. Se il carretto era piuttosto grande, i ragazzi vi salivano sopra e si facevano trainare da un cane, una pecora. Se poi mancava l’animale, si mettevano le briglie a un compagno o se robusto si saliva sulle sue spalle (humeris vectare).

cercFrequente era il gioco del “pari e dispari”: un ragazzino teneva chiusi nel pugno dei sassolini, l’amico in gara doveva dire se erano in numero pari o dispari.

Si giocava anche a “testa e croce” o meglio a “testa e nave” (caput et navis) perché le monete che i ragazzi lanciavano in aria portavano da una parte la riproduzione di una testa, dall’altra la prora di una nave.

Ma il gioco collettivo più diffuso era quello delle noci (nuces): chi riusciva a colpire un castelletto formato da quattro noci, tre sotto e una sopra, vinceva la partita. Questo gioco era tanto in uso che il poeta Persio dice: nucibus relictis (= dopo aver lasciato le noci) per dire che era passato il periodo dell’infanzia.

Altro gioco in voga era il “tiro della fune” i cui capi erano tenuti da due ragazzi che dovevano afferrane altri due e cercare di legarli, mentre questi, attenti per non essere presi, tiravano colpi con una verghetta.

gli astragali sono ossicini dei piedi di quadrupedi (vitelli, capre, maiali) che venivano usati come i dadi, ogni faccia rappresentava un certo punteggio. Uno dei giochi più popolari consisteva nel lanciarli in aria e tentare di riprenderli con il dorso della mano. Il giocatore contava poi gli astragali recuperati e calcolava il punteggio raggiunto osservando le facce degli ossicini

Gli astragali sono ossicini dei piedi di quadrupedi (vitelli, capre, maiali) che venivano usati come i dadi (ogni faccia rappresentava un certo punteggio). Il gioco consisteva nel lanciarli in aria e tentare di riprenderli con il dorso della mano. Il giocatore contava poi gli astragali recuperati e calcolava il punteggio.

I fanciulli erano impegnati, a seconda dell’età, con dadi (tesserae), con gli scacchi (latrunculi), con gli astragali (astragali et tali) che sono una variazione dei dadi. I dadi venivano gettati sulla tavola da gioco (tabula luxoria) o con una mano o con un bussolotto (fritillus).

Spesso giocavano anche con i trampoli (grallae) – si legge “gralle” perché il dittongo ae si pronuncia e -.

Altro gioco, quello della trottola (turbo) che muovevano con un bastoncino ricurvo all’estremità (clavis adunca); con questo bastoncino spingevano anche il cerchio (orbis, trochus).

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I Girasoli e le chiacchiere

I Girasoli “fraintesi” da chi cerca di speculare politicamente e mediaticamente sul lavoro degli altri…

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girasL’associazione “I Girasoli” onlus, alla quale è stato affidato il Progetto Sprar (Progetto territoriale nell’ambito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) in una nota firmata dal presidente Calogero Santoro “tiene a precisare che da anni si occupa di richiedenti asilo e rifugiati, prendendo in carico i beneficiari del progetto e condividendo il percorso di ognuno di loro con il territorio in cui vivono durante la permanenza nel progetto”.

Soffermandosi poi sulle motivazioni per i criteri di ricerca del personale: “Lo spirito di condivisione del percorso di accoglienza tra operatori, beneficiari, territorio e istituzioni contraddistingue il tipo di accoglienza consapevole ed integrata dei richiedenti asilo e rifugiati di cui si fa promotrice l’associazione I Girasoli, ci ha spinti fortemente a fare un avviso aperto per la ricerca del personale del progetto SPRAR. Riteniamo che sia il modo più trasparente ed efficace per conoscere le tante professionalità di cui è ricco il territorio“.

giraUn progetto ambizioso, evidentemente frainteso da chi cerca di speculare politicamente e mediaticamente sul lavoro degli altri. L’associazione I Girasoli non permette a nessuno di strumentalizzare il proprio lavoro per piccole beghe di potere e chiacchiere di cortile.

Le persone che collaborano e collaboreranno con l’associazione nell’ambito di questo progetto sono e saranno persone motivate, con un grande senso di responsabilità e necessariamente accomunate dalla convinzione dell’inviolabilità e della tutela dei diritti umani, nonché dal senso di solidarietà. Operatori scelti sulla base della loro professionalità e della loro esperienza specifica ad insindacabile giudizio dell’associazione”.

Così nella nota il presidente de I Girasoli ribatteva a chi – secondo lui – cercava di speculare politicamente e mediaticamente sul lavoro degli altri, all’epoca dell’insediamento nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Oggi a Milena continuano a crescere quelle che Santoro potrebbe definire “chiacchiere di cortile”. Eppure avrebbe potuto spegnerle sul nascere solamente se avesse fatto, come a Barcellona Pozzo di Gotto, un semplice Avviso Ricerca Personale.

Il non aver informato la cittadinanza di Milena, sta esponendo ad un mare di critiche non solo l’Associazione di cui è presidente, ma anche lo stesso Personale locale assunto. E forse anche la stessa Amministrazione. Senza dimenticare che lo Sprar voluto dal Governo è sotto il controllo della Prefettura. Ecco perché urge fare chiarezza.

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Un po’ di RELAX

abc

Il “ché” scritto con l’accento acuto, di quale parola è aferesi?

L’afèresi (pronuncia: afèresi, dal greco ἀφαίρεσις) è un fenomeno linguistico che consiste nella caduta di una vocale o di una sillaba all’inizio di parola.

Risposta

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Giufà e i dieci asini

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images211WN91GUna mattina Giufà, dopo un sogno rivelatore, decise di mettersi a fare il mercante d’asini.
Andò al mercato e comprò dieci asini, quindi, per tornare a casa salì in groppa ad uno di essi. La carovana si mise, così, in viaggio: Giufà avanti e gli altri animali indietro.
Per strada, però, a Giufà venne il dubbio di averne perso qualcuno.
Si fermò e senza scendere dall’animale contò gli asini: incredibile! erano nove.
Giufà si disperò, li contò e li ricontò: erano 9.
Allora scese per terra e volle contarli toccandoli uno per uno: sorpresa, erano 10. Tranquillizzato, montò sul suo asino e riprese la strada per casa.
Per sicurezza, dopo un po’ si fermò e volle contare nuovamente gli animali dall’alto della sua sella: erano 9.
Preoccupato scese per terra e li rivolle contare uno per uno: erano 10!
A questo punto a Giufà fu tutto chiaro: era meglio stare per terra e camminare in testa agli asini, invece di salire in groppa, perchè solo in questo caso gli animali erano 10.
Fu così che Giufà, nonostante avesse a disposizione 10 asini, tornò a casa facendosi tutta la strada a piedi.

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Pagano Imu e Giudici

PAGANO

PAGANO

Pagano sull’Imu agricola: “Abolizione totale e’ unica soluzione”

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“Il grido d’allarme delle associazioni di categoria contro l’Imu agricola va ascoltato. Le tante mobilitazioni promosse in questi giorni in tutta Italia, e oggi anche in Sicilia, riportano l’attenzione sulle enormi difficolta’ di tanti imprenditori agricoli e coltivatori a sostenere il pagamento di questa imposta e confermano che l’unica soluzione possibile e’ l’abolizione totale”.

Cosi’ il deputato di Area Popolare (Ncd-Udc) Alessandro Pagano, componente commissione Finanze. “Nelle ultime settimane, grazie anche alle continue sollecitazioni di Ncd – ricorda Pagano – il Mef e il Mipaaf sono tornati sui propri passi, rimediando in parte all’errore commesso, ampliando per decreto la platea degli esentati.

imuAl Senato inoltre, dove e’ in discussione il provvedimento, e’ determinante il contributo del nostro gruppo per evitare sanzioni e alleggerire ulteriormente gli oneri derivanti dall’Imu agricola. Ma non basta.
Sono ancora tante – spiega il parlamentare di Ncd – le aziende agricole che hanno perso l’esenzione, ancora piu’ grave in questo momento di particolare difficolta’ economica. Per questo, se da un lato e’ necessario rivedere i criteri statistici adottati dall’Istat per individuare le aree interessate, dall’altro bisogna insistere per la soppressione dell’imposta. Renzi si
renda conto che questa e’ una patrimoniale mascherata – conclude Pagano – e che va scongiurato quello che sarebbe il colpo di grazia per un settore da sempre qualificante della nostra economia, col rischio inoltre di vedere abbandonati ettari di terreni con tutte le conseguenze ambientali e idrogeologiche che ne deriverebbero”.

imagesKROK7324I giudici saranno più responsabili

Ecco il resoconto stenografico dell’Assemblea Seduta n. 380 di martedì 24 febbraio 2015 Esame della proposta di legge (C. 2738 e abb.) Disciplina della responsabilità civile dei magistrati .

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’Onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO: Signor Presidente, proprio oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha avuto modo di dire che i magistrati non devono essere né protagonisti né burocrati amministratori di giustizia. In entrambi i casi tali storture hanno un comun denominatore: s’impone una propria visione nella gestione della giustizia, una visione che spesso risulta pericolosa per i destini della società, tant’è che il Presidente ritiene opportuno sottolinearlo. Dico questo perché lo sviluppo di un uomo in generale non si realizza, anzi si abbrutisce, se esso pretende di essere autoreferenziale ovvero innamorato delle proprie tesi e del proprio io. A maggior ragione lo sviluppo di un popolo degenera se pensa di avvalersi solo dei convincimenti dei tecnici, di questo tipo di tecnici o, se volete, della tecnocrazia.
Si pensi, per esempio, al presunto sviluppo innaturale e consumistico che ha prodotto la peggiore delle tecnocrazie: la finanza. In questo caso, mi sento di citare le parole di Benedetto XVI nella Caritas in Veritate, quando, a proposito della tecnocrazia finanziaria, ebbe modo di dire: «Lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori che vivono fortemente nella loro coscienza l’appello al bene comune».

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Anche in bagno il caffè va servito in tazza?

Zap&Ida

 

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Il Parco Urbano dei Quattro Sindaci

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p9Il Parco Urbano di Milena fu inaugurato il 13 luglio del 1996.

Ha una curiosa storia che coinvolge ben quattro sindaci del nostro comune.

L’idea di dotare Milena di un parco urbano è del primo cittadino di allora, dottore Salvatore Luparelli, che alla fine degli anni 80 affida l’incarico di progettazione.

Nel 1990 cambia colore l’amministrazione e al socialista Luparelli subentra il democristiano on.le Carmelo Mantione che fa proseguire l’iter burocratico del Parco Urbano, riconoscendone l’utilità per la collettività, con l’applato e l’affidamento dei lavori.

p1Passa qualche anno e ricambia il colore dell’amministrazione, viene eletto sindaco l’ing. Antonio Ingrao al quale tocca la fortuna di inaugurare il magnifico Parco Urbano, il 13 luglio del 1996.

Il nuovo sindaco, il geom. Giovanni Randazzo, dedica il Parco Urbano a Sandro Pertini, uno dei più amati Presidenti della Repubblica e provvede alla collocazione della targa. La sorella di Pertini, gradisce, e manda un telegramma di ringraziamento.

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Pubblichiamo alcune foto dell’evento e il contributo di Antonio.

paIl tutto nasce in occasione del Congresso del Partito Socialista Italiano di Milano del 04/07/1989.
Proprio in quei momenti due giovani congressisti milenesi vengono a conoscenza di un bando emanato dall’Assessorato al Territorio Ambiente della Regine Siciliana, guidato dall’Assessore Salvatore Placenti di Gela. Al loro ritorno ne parlano al Sindaco pro-tempore Dott. Salvatore Luparelli.

Il bando era in scadenza, quindi bisognava fare in fretta. Viene affiato l’incarico di progettazione a tre studi locali di professionisti retti dall’Ing. Giovanni Cipolla, dall’Ing. Vincenzo Falletta e dall’Arch. Salvatore Magro.
Nel giro di pochissimo tempo redigono il progetto esecutivo che, approvato dall’ufficio tecnico della provincia di Caltanissetta, viene trasmesso all’Assessorato TT. AA. ed incluso nel programma di finanziamento.

I lavori vengono affidati alla Consortile “Milena Verde” . L’Ing. Michele Scibetta è nominato Ingegnere capo dei lavori .

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Quelli che non sono figuranti di un film

di Claudio Brigliadori

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bersani-renzi-675“Io non sono un figurante”. Rischia di fare molto male lo schiaffo di Pier Luigi Bersani a Matteo Renzi. Intervistato da Avvenire, l’ex segretario del Pd annuncia che diserterà l’incontro fissato per venerdì 27 febbraio, tra il premier e i parlamentari democratici.

“Non ci penso proprio (ad andare, ndr). Perché io m’inchino alle esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano diventare figuranti di un film non ci sto”, dice Bersani, che boccia in toto anche l’impianto del Jobs Act: “Mette il lavoratore in un rapporto di forze pre-anni 70” e perciò si pone “fuori dall’ordinamento costituzionale”.

L’ex candidato premier del Pd uscito con le ossa rotte dal voto del febbraio 2013 guida un nutrito gruppetto di dissidenti anti-renziani: anche Alfredo D’Attorre e Stefano Fassina hanno annunciato come posizione personale che non parteciperanno alla riunione al Nazareno.

Ma da Bersani arriva anche un secco avvertimento al premier su Italicum e riforma costituzionale, altri due nodi da sbrogliare in Parlamento con numeri decisamente risicati per Renzi dopo la rottura del patto con Silvio Berlusconi: “Il combinato disposto tra i due testi rompe l’equilibrio democratico. Se la riforma della Costituzione va avanti così io non accetterò mai di votare la legge elettorale”.

 

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Papa Francesco, la paternità responsabile, e l’ignoranza in materia religiosa

Miriam Della Croce

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coPapa Francesco ha detto: “Alcuni credono, scusatemi la parola, che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. No. Paternità responsabile. Io credo che il numero di 3 per famiglia sia quello che gli esperti ritengono importante per mantenere la procreazione, 3 per coppia”.

E tutti si stupiscono, e uno dei quotidiani più diffusi se n’esce col titolo: “La svolta del Papa sulla paternità”. Ma quale svolta? E’ quasi mezzo secolo che la Chiesa parla di paternità responsabile. Se ne parla ampiamente, ad esempio, nella lettera enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI, data a Roma il 25 luglio dell’anno 1968. Ora, capisco che non tutti leggono le lettere encicliche, ma a consigliare la paternità responsabile agli sposi è anche l’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica.

Purtroppo la Chiesa, ma anche il nostro caro Papa Francesco restano un po’ fuori dalla realtà della vita, quando danno un consiglio, ma non le giuste indicazioni per metterlo in pratica. Paolo VI, infatti, e di conseguenza anche il Catechismo, si basano su ragionamenti di lana caprina, arrampicamenti sugli specchi, per vietare l’unico mezzo efficace per evitare gravidanze indesiderate.

imagesI8R515J3E oggi Papa Francesco se l’è cavata dicendo: “E per questo nella Chiesa ci sono i gruppi matrimoniali, gli esperti, i pastori. Si cerca… E io conosco tante vie di uscita, lecite, che hanno aiutato a questo problema”. E questo, per non smentire i suoi predecessori e non dire chiaramente che il ricorso ai contraccettivi è cosa buona e giustissima.

Il fine non giustifica i mezzi, qualora i mezzi sia perniciosi. Ma il ricorso ai contraccettivi è mezzo innocuo e il fine, la paternità responsabile, è buonissimo qualora si vogliano evitare gravidanze indesiderate. Buonissimo dopo aver messo al mondo tre figli, per stare al consiglio del Papa.

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palLavori urgenti in via Fratelli Bandiera

La Sicilia

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In via Bandiera è stata segnalata la presenza di un corpo illuminante per il quale si rende necessario il suo ripristino.

Per questa ragione l’amministrazione comunale ha fissato in 211 euro la somma necessaria per consentire il ripristino di tale corpo illuminante con la formula dei lavori di somma urgenza che saranno eseguiti dalla ditta Antinoro Antonino.

MML nel mondo alle 21:23 del 27 febbraio 2015

MML nel mondo alle 21:23 del 27 febbraio 2015

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