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Archive for 20 luglio 2017

Perché non tenere accese tutte le videocamere di sorveglianza?

Alfonso Cipolla

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telecamera nenni.jpgSubito dopo il grosso colpo perpretato ai danni delle due anziane sorelle – che più tempo passa e più stanno male – si è sparsa in giro la voce che la telecamera, fatta collocare dall’amministrazione comunale in via Caltanissetta – proprio a poche decine di metri dall’abitazione delle sorelle derubate – non era funzionante!

La telecamera, se attiva, avrebbe consentito di vedere il filmato e magari di riprendere la targa dell’auto usata dai ladrie e pure le loro facce, cosa che avrebbe consentito di identificarli e magari catturarli. Che la telecamera non funzionasse lo avvalora la tesi che i carabinieri si sono recati in un esercizio lì vicino per visionare quanto accaduto quel pomeriggio di domenica scorsa.

20170719_084209Ma, con il passare delle ore, si facevano sempre più insistenti le voci che quella telecamera fosse “spenta” e quindi inattiva e inutile. Addirittura, con il passare dei giorni, veniva pure fuori che inattiva non fosse solo quella di via Caltanissetta, ma che anche “altre” non fossero attive e funzionanti: vero o falso lo si saprà, presto o tardi.

Se fosse così, la videosorveglianza del territorio comunale sarebbe stata quasi del tutto compromessa, ciò significa che i malintenzionati, i ladri, gli spacciatori e quanti non amano essere ripresi nei loro spostamenti vengono agevolati, mentre al contrario sono ostacolate le forze dell’ordine preposte alla tutela del territorio e dei cittadini residenti.

Prima ancora di conoscere i motivi di questa assurdità di tenere spente le telecamere (è puro masochismo, volersi fare del male, dare messaggi sbagliati ai delinquenti etc. etc.) bisogna chiedere all’Amministrazione comunale di renderle tutte funzionanti al più presto. La videosorveglianza non va interrotta nè ridimensionata semmai aumentata collocando qualche altra telecamera in altri punti delicati e sensibili.

punto-di-domandaSul perché non fossero attive alcune telecamere, come dovrebbe accadere in un paese civile e democratico  chi di dovere dovrebbe sentire il bisogno di spiegare in poche e chiare righe alla cittadinanza il motivo di queste disattivazioni, anche sul sito del Comune.

E, sempre chi di dovere dovrebbe immedesimarsi nei cittadini che hanno già subito le decine di visite dei ladri (prima delle videocamere) che ricevono danni materiali e morali indicibili, oltre la irreversibile perdita della tranquillità ritornando a casa; e, magari, pensare che un giorno le telecamere potrebbero individuare i malviventi che potrebbero colpirli nei loro beni.

Infine, mi piace sottolineare un fatto che da solo dovrebbe portare gli amministratori a non sottovalutare la video-sorveglianza del territorio: il caso, che speriamo mai avvenga, di un rapimento di qualche bambino o di violenze sui minori…

Insomma… mai più telecamere non attive.

 

PUBBLICHIAMO ALCUNI COMMENTI ARRIVATI AL BLOG

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di Briciolanellatte

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yerkaLa sera precedente la maggior parte del paese aveva fatto un gita notturna al colle. Da lassù, in assenza di inquinamento luminoso, avrebbero visto il passaggio della cometa proprio nel momento dell’eclissi di luna. Se ne era parlato tanto negli ultimi tempi anche perché era la prima cometa dell’anno e avrebbe portato bene, dicevano. Lo spettacolo fu in effetti meraviglioso e un appassionato Fuzz Mansfield fu prodigo di spiegazioni su tutti i segreti della volta celeste. Nessun poteva immaginare cosa sarebbe successo di lì a qualche ora.

Nel cuore della notte, dopo che tutti già avevano da tempo fatto ritorno alle proprie case, si sentì un boato provenire dallo spazio profondo e subito dopo un rumore più vicino, leggero, come se sui tetti fosse caduta un’unica grande secchiata d’acqua. Molti si svegliarono scendendo in strada. Non sembrava fosse accaduto nulla di anormale se non fosse che, un po’ ovunque, sui rami degli alberi, sui lampioni, sui semafori, colava una sostanza gelatinosa rosata e trasparente che si appiccicava alle dita. Il cielo era scuro, anzi nero; le stelle non si vedevano più. Tornarono a dormire: fenomeni di quel genere non erano poi così tanto strani. E poi avrebbero aspettato la luce del giorno per capire meglio.

Chi si svegliò verso le sette per andare a lavorare si accorse però che qualcosa non andava.

«Dov’è il sole?» chiese il farmacista del paese girandosi su se stesso a braccia spiegate e mostrando a sua moglie quello che mancava.

«Gia! Dovrebbe essere l’alba» fece il suo vicino grattandosi la barba.

Si recarono tutti in piazza come per raccogliere le idee. Il faccendiere Brass Stenton, sempre risoluto nelle sue azioni, trascinò il proiettore usato di solito il 16 aprile per la festa del Saint Cross Party. Ci illuminavano il cielo perché lo vedessero dai paesi vicini e accorressero numerosi: un faro da 3000 lumen che avrebbe messo a fuoco a trecento metri di distanza l’occhio di un grillo che avesse cercato di nascondersi in un campo di grano. Lo accesero. E subito si vide sopra alle proprie teste una fitta rete di impalcature di legno; alcune vicine, altre più lontane, ma tutte sconnesse, venate e in parte schiodate. Erano incastrate l’una all’altra a creare una volta che abbracciava tutto lo spazio sopra di loro.

«Ma cos’è?» fece il sindaco ad alta voce.

Brass spaziava da una parte all’altra con il fascio di luce alla ricerca di una spiegazione e soprattutto del cielo. Ma non si vedeva nulla di diverso dalle impalcature. «Non c’è più il cielo!» fece disperato, dopo un po’, indicando un punto indefinito sulla sua verticale dove sarebbe dovuto essere e ci potessero essere dubbi di cosa stesse parlando.

«Il cielo è qui» fece l’Uomo che Nessuno Conosceva. E con la mano raccolse dal selciato un po’ di quella sostanza gelatinosa rosa che ancora stava colando dall’insegna del bar. «Il cielo si è rotto.»

«Come, si è rotto? Il cielo non si rompe!» fece Fuzz alzando la voce e gonfiando la vena sul collo.

«Ma allora le stelle che abbiamo visto ieri sera? La cometa? L’eclissi di luna?» chiese qualcuno.

«È tutto un’illusione. Non esiste nulla di tutto ciò!» fece l’Uomo Sconosciuto scuotendo la testa come fosse un dottore che avesse appena diagnosticato un tumore all’ultimo stadio.

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Cattura

torre bo

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laurea schillaci

Charlotte Gower Chapman

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Un indiscusso successo di pubblico e visibilità ha contrassegnato il 15° Campionato del Mondo di parapendio, chiuso dopo due settimane alle pendici del Monte Avena, vicino Feltre (Belluno).

Gustavo Vitali – Ufficio Stampa FIVL

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1Valutato in oltre 30.000 presenze il pubblico che ha seguito i piloti in lizza e le decine di vele a colorare il cielo sopra un¹area di circa 5.000 kmq, uno spettacolo unico e mozzafiato. Alla cerimonia inaugurale satura la grande piazza di Feltre e limiti di capienza superati anche per quella maestosa di chiusura a Pedavena, non lontano dal quartier generale della manifestazione, il nuovo Centro del Volo in località Boscherai. Una ricaduta benefica in termini di promozione del territorio.

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Gli organizzatori dell¹Aero Club Feltre e Para & Delta Club Feltre, possono vantare anche un favoloso successo di partecipazione con ben 149 piloti presenti per 47 nazioni, record assoluto quest¹ultimo nella storia del mondiale.

Undici le gare disputate su percorsi che vanno dai 45,3 ai 117,2 km, utilizzando decolli ed atterraggi anche fuori provincia. Domina ovunque la Francia, insidiata dalle ottime prestazioni dei piloti sloveni, un¹altalena estenuante sia nel singolo, che a squadre.

Il nuovo campione del mondo è Pierre Remy che raccoglie il testimone dal connazionale Honorin Hamard, terzo classificato alla pari con lo sloveno Jurij Vidic. Medaglia d¹argento al britannico Guy Anderson. Il miglior azzurro è l¹alto atesino di Termeno Joachim Oberhauser, undicesimo.

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Ha difeso con successo il titolo femminile la nippo-francese Seiko Fukuoka Naville, in testa alla classifica dall¹inizio alla fine, seguita dalla rivelazione Kari Ellis (Australia), e da Silvia Buzzi Ferraris, unica consolazione azzurra in un campionato che prometteva ben altri allori. Classifica a squadre: Francia, Slovenia, Svizzera, Gran Bretagna, Austria e Italia.

Sapore amaro per l’Italia pure nella Red Bull X-Alps, maratona biennale di volo in parapendio ed escursionismo lunga 1138 km, da Salisburgo a Montecarlo, aggirando sette turn point nelle sette nazioni attraversate: Austria, Slovenia, Germania, Italia, Svizzera, Francia e Monaco. In due parole le regole: o voli o cammini.

Due gli italiani in gara, il veterano Aaron Durogati, già sesto nel 2015, e l¹esordiente Tobias Grossrubatscher, che si è ben comportato. Il primo si è dovuto ritirare per guai al menisco, mentre il secondo non è andato oltre il 10° posto.

4Solo due piloti sono riusciti a raggiungere il Mediterraneo: lo svizzero Christian Maurer, che vince la X-Alps per la quinta volta consecutiva in 10 giorni e 23 ore, ed il francese Benoit Outters che ci ha piegato due ore in più. Terzo l¹austriaco Paul Guschlbauer fermo a 5 km dal traguardo, perché le regole vogliono che la gara finisca 24 ore dopo l¹arrivo del primo pilota. In quel momento dei 32 piloti decollati da Salisburgo, in rappresentanza di 21 nazioni, ne restavano in lizza 19.

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 “Quota Young” per garantire ricambio politico generazionale

Dennis Sottile

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logo partitoPer rilanciare la Sicilia e riavvicinare i cittadini alla politica è necessario attuare un reale e profondo ricambio politico generazionale, dando maggior spazio ai giovani che, con il loro entusiasmo e le loro idee, rappresenterebbero una nuova spinta propulsiva alla costruzione di una Sicilia diversa ed efficiente.

Il tema dell’effettiva partecipazione dei giovani alle istituzioni e agli organismi rappresentativi dovrebbe essere oggetto di attenzione di tutte segreterie politiche.

sottileBisognerebbe introdurre una “Quota Young” che assicuri una congrua percentuale di giovani nelle liste elettorali e conseguentemente un’adeguata rappresentanza giovanile all’interno degli organi rappresentativi.

Cantiere Popolare crede fortemente ad un reale rinnovamento della politica ed ha intrapreso da mesi, grazie all’azione del suo leader Saverio Romano, un percorso che va in tale direzione” .

*Responsabile dei rapporti istituzionali, comunicazione ed attuazione del programma politico di Cantiere Popolare della Provincia di Caltanissetta

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