Nasce a Caltanissetta la «Associazione antiracket ed antiusura Rosario Livatino», che è stata costituita ieri mattina ufficialmente da alcuni imprenditori del capoluogo nisseno, di San Cataldo, di Mussomeli e di Niscemi.
Tra i soci fondatori anche persone che in passato sono state vittime della mafia locale, subendo estorsioni e minacce, e – in alcuni casi – anche episodi delittuosi, come è il caso di Valentina Amico, a cui hanno ucciso il padre Michele in occasione di un agguato organizzato nella sua casa di campagna nell’ottobre del 2005.

Raimondo Torregrossa
A dare impulso alla nascita della nuova associazione sono stati i deputati Alessandro Pagano e Raimondo Torregrossa, assieme ai sindaci di Caltanissetta Michele Campisi e di San Cataldo Giuseppe Di Forti, che, dopo aver avviato gli aspetti burocratici avvalendosi del supporto dell’esperto catanese Salvo Campo, hanno preferito mantenere il ruolo di soci sostenitori.
Tra i soci fondatori ci sono Rosaria Maria Grazia Intorre di San Cataldo, che è stata eletta presidente della “Rosario Livatino”, la stessa Valentina Rosa Amico di Caltanissetta vicepresidente, Salvatore Jean Luc Scarantino (che di Michele Amico era cognato) e Antonino Terrazzino di Mussomeli consiglieri e Fabrizio Tumminelli segretario, nonchè Maria Croce Intorre, Assunta Amico e Michele Pio Scarantino. L’atto costitutivo è stato redatto ieri mattina da Laura Candura, notaio di Caltanissetta.

Alessandro Pagano con Michele Campisi
«Non è un caso che oggi, in occasione della festa del Santo Patrono – ha aggiunto il sindaco di Caltanissetta Michele Campisi – nasca questa associazione, che avrà come sede Palazzo del Carmine: è forse il segno del destino, dato che San Michele si ribellò agli altri Angeli negativi e oltre ad essere il Patrono della nostra città è anche il Santo protettore della Polizia di Stato. Con la nascita di questa associazione è stato gettato il seme di quella che deve diventare per tutti la cultura della legalità, convinti come siamo che presto saremo in grado di raccogliere i frutti sperati. Per avviare dar vita all’associazione sono andato a parlare con il prefetto Vincenzo Petrucci, con il questore e con i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza. Ho pure incontrato i genitori del giudice Rosario Livatino, i quali si sono dichiarati entusiasti del fatto che il figlio venga ricordato anche in questo modo».

Giuseppe Di Forti
«Si tratta di una associazione – ha detto pure Giuseppe Di Forti, sindaco di San Cataldo – che verrà gestita dai soci fondatori, ma che è aperta a tutti gli enti pubblici, le associazioni di categoria, le organizzazioni e gli istituti bancari che ne vorranno far parte. Noi abbiamo deciso di non interferire nelle attività che verranno realizzate dall’associazione antiracket ed antiusura, che può anche non essere la sola ad occuparsi di questi argomenti poichè più organismi possono convivere tra di loro al fine di raggiungere lo stesso obiettivo. Riteniamo infatti che la politica ha il compito di sostenere ma non di influenzare le decisioni dei componenti del direttivo della nuova associazione, che può diventare un punto di riferimento per tutta la provincia».
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