Ode a Venezia
E’ fosco l’aere, il cielo e’ muto,
ed io sul tacito veron seduto,
in solitaria malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia!
Fra i rotti nugoli dell’occidente
il raggio perdesi del sol morente,
e mesto sibila per l’aria bruna
l’ultimo gemito della laguna.
Passa una gondola della città.
“Ehi, dalla gondola, qual novità ?”
“Il morbo infuria, il pan ci manca,
sul ponte sventola bandiera bianca!”
No, no, non splendere su tanti guai,
sole d’Italia, non splender mai;
e sulla veneta spenta fortuna
si eterni il gemito della laguna.
Venezia! l’ultima ora e’ venuta;
illustre martire, tu sei perduta…
Il morbo infuria, il pan ti manca,
sul ponte sventola bandiera bianca!
Ma non le ignivome palle roventi,
ne’ i mille fulmini su te stridenti,
troncaro ai liberi tuoi di’ lo stame…
Viva Venezia!
Muore di fame!
Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,
l’altrui nequizie e la sua gloria,
e grida ai posteri tre volte infame
chi vuol Venezia morta di fame!
Viva Venezia!
L’ira nemica la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria, ma il pan le manca…
Sul ponte sventola bandiera bianca!
Ed ora infrangasi qui sulla pietra,
finché e’ ancor libera,
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l’ultimo canto,
l’ultimo bacio,
l’ultimo pianto!
Ramingo ed esule in suol straniero,
vivrai, Venezia, nel mio pensiero;
vivrai nel tempio qui del mio core,
come l’imagine del primo amore.
Ma il vento sibila,
ma l’onda e’ scura,
ma tutta in tenebre
e’ la natura:
le corde stridono,
la voce manca…
Sul ponte sventola
bandiera bianca!
ARNALDO FUSINATO
http://it.wikipedia.org/wiki/Arnaldo_Fusinato
Una poesia sul Risorgimento che era praticamente obbligatorio imparare a memoria (e saper recitare con la dovuta passione) fino al 1968. La vicenda narrata è quella della sfortunata sollevazione di Venezia nel 1848, in appoggio al tentativo di unificazione dell’Italia iniziato (con prudenza e diffidenza) da Carlo Alberto (I Guerra di Indipendenza). Dopo la sconfitta di Carlo Alberto ad opera del generale austriaco Radetzky (il re fu poi costretto all’esilio) Venezia e Roma continuarono, come noto, la insurrezione e andando oltre, proclamando la repubblica. Roma fu soverchiata dalle forze armate del Regno delle Due Sicilie, di Francia e di Spagna, mentre Venezia, assediata dagli austriaci, fu colpita anche da una epidemia di colera, che è “il morbo”, più volte citato in questo malinconico componimento.
QUESTA POESIA FA CAPIRE CHE VENEZIA E SEMPRE PIU’ BELLA……………………
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questa poesia fa capire la dura vita che vi era a quel tempo a venezia citando una delle + importanti frasi di tutto il risorgimento svolto a venezia:”il morbo infuria il pan ci manca sul ponte sventola bandiera bianca”
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ciao aspetto risposta
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questo componimento poetico e’ uno splendore poiche’ narra di alcune persone che hanno perso la vita per noi.
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