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Archive for 9 gennaio 2014

Finanziati i cantieri lavoro

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cantL’assessorato alla Famiglia e al Lavoro comunicato che oggi, sul sito istituzionale del Dipartimento Lavoro, è stato pubblicato l’elenco dei programmi di lavoro presentati dai comuni ammessi al finanziamento, unitamente al riparto delle somme disponibili. La pubblicazione dell’elenco segna l’avvio delle misure straordinarie ed urgenti per mitigare le condizioni di povertà ed emarginazione sociale, deliberate dalla giunta regionale il 6 giugno 2013.

Tutti i comuni dell’Isola potranno in tal modo attivare cantieri di servizi destinati a realizzare programmi di lavoro in cui utilizzare soggetti in possesso di un reddito insufficiente a garantire condizioni dignitose di vita.
Dal finanziamento totale di 50.000.000€, al comune di Mussomeli andranno 107.328€, a Villalba 26.000€, a Vallelunga Pratameno 35.493€, a Riesi 115.165€, a San Cataldo 228.342, ad Acquaviva Platani 26.000€.

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Per tutti gli altri comuni CLICCA QUI.

imagesIn ogni cantiere potranno essere utilizzati circa dieci lavoratori disoccupati o inoccupati per un periodo di tre mesi con un contributo mensile di sostegno al reddito di 442,30 euro, più integrazioni per ogni familiare a carico e la misura riguarderà circa 24.000 nuclei familiari.

Da questo momento i comuni potranno ricevere il finanziamento ed attuare le iniziative programmate.

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Prato in fiamme

Prato, Italia futura

Dante Barontini

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madeSette morti, quasi dieci, quasi schiavi. Lavoratori, ovviamente. Cinesi per caso, per cultura, per filiera o specializzazione produttiva. Per noncuranza dello Stato in cui erano arrivati. Attirati, certamente, da connazionali già incistati come un corpo estraneo in un tessuto produttivo malato. E mai rilevato da una struttura del controllo che si ferma sempre – geneticamente – davanti all’”imprenditore”.

Se l’impresa è il bene supremo, non ci si deve scandalizzare troppo né farne una questione di nazionalità. E a quanti capitano nelle grinfie dell’impresa, in fondo, si sa che non possono esser più garantiti diritti. Di nessun genere, spessore, certezza. Questo è il primo comandamento della nuova legge – italiana, europea, capitalista – che imperava in modo soft da quasi un Ventennio; ma che, con la crisi, ha preteso la consolle di comando. A ogni livello.

Certo. Gli operai con padrone “italiano” non dormono in loculi di fianco alla sala macchine. Certo. Anche i precari con padrone “italiano”, probabilmente, guadagnano più di quel che venivano pagati quei dieci corpi distrutti. E che per questo non si potevano permettere un alloggio individuale, a proprie spese. Certo. Probabilmente erano “clandestini” e magari persino consapevolmente “complici” dei loro aguzzini – ora assassini – fin da quando avevano lasciato il paese natale.

Ma vivevano e lavoravano qui. In un paese il cui Stato occhiuto tiene di mira soltanto chi protesta, s’oppone, turba l’equilibrio sonnolento dello sfruttamento intensivo. Chi obbedisce in silenzio non merita le “attenzioni” dello Stato, ma neanche la “protezione”. Un “imprenditore privato”, se pure sfrutta dei suoi connazionali clandestini, è comunque “persona rispettabile”, “portatore di ricchezza”, “risorsa produttiva”. Un valore. Se non suonasse come ossimoro direbbero persino un “bene comune”.

Tutti sapevano, come tutti sappiamo. Sapevano gli ispettorati del lavoro, carabinieri, polizia, guardia di finanza, Comune di Prato, vigili urbani, quanti frequentano gli stabilimenti vicini. Sapevano quelli che potevano denunciare, se non intervenire direttamente. Ma soprattutto sapevano e sanno – di cento o mile altri casi simili – quanti dovevano intervenire; per dovere istituzionale e stipendio messo in tasca.

Non è una tragedia “cinese”. Il paese d’origine è stato certamente teatro di uno sfruttamento altrettanto totale di quello praticato su queste dieci vittime italiane . Ma se ne sta lentamente tirando fuori. Aumentano lì i salari (del 15% l’anno, in media), si introducono istituti di welfare e di altri se ne pianifica la costituzione. Qui si va nella direzione opposta. Il “modello di sviluppo” della fabbrica di Prato è quasi un esempio di “competitività”, giusto un po’ “sconveniente” sul piano morale o dei diritti umani.

Stiamo esagerando, “tirando al limite” la validità generale di un episodio particolare? Ma solo portando alle estreme conseguenze – logiche e empiriche – i processi di trasformazione in corso si può intravedere il traguardo, il punto d’arrivo. L’obiettivo di certe “riforme strutturali”. La fabbrica di Prato ci indica il nostro futuro, perlomeno nella testa della Troika e dei suoi servitorelli, quelli che ci governano. Certo, dormiremo nei nostri letti e non in fabbrica. Per le fabbriche di questo tipo di futuro sarebbe un costo in più. Da tagliare.

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Sicilia doc

Sicilia DOC

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L’intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione
[Leonardo Sciascia]
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La Sicilia  è figlia di 13 dominazioni straniere. Nel sangue abbiamo geni cartaginesi, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, spagnoli etc.

Quindi siamo un mix di scpeculazione filosofica (greci), scaltrezza levantina e senso dell’ospitalità (arabi), fierezza (normanni), focosità e passione (spagnoli) etc.

Chi voleva occupare l’italia, doveva necessariamente invadere la Sicilia. Ecco perchè la mia Natia Patria è una Terra DOC! Tanto per dire, ORIGINE DOMINAZIONE CONTROLLATA!!!

ChaoLin

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Notaio stakanovista e globetrotter. Ha girato tutta l’Europa senza prendersi mai un giorno di ferie

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globe_trotterDeve essere veramente un notaio sui generis Miquel Silvestre, spagnolo di 42 anni che è diventato famoso nel mondo per aver girato un continente senza prendere un giorno di ferie: un notaio scrittore e glob-trotter, che sfruttando i voli low cost e mettendo a punto il viaggio nei minimi dettagli è riuscito a girare l’Europa .

Come è riuscito Miquel a compiere questa impresa? Iniziamo il viaggio insieme a lui e seguiamolo nelle sue tappe: a fine maggio il notaio è partito in moto da Barcellona, sua città natale, il venerdì sera, ed è arrivato a Zurigo la domenica mattina, visitando lungo il percorso Montpellier, Grenoble e il parco naturale del Vercos. Ha parcheggiato la sua moto (che ha anche un nome, Jackie) all’aeroporto di Zurigo e, con un volo low cost, è tornato a Barcellona. Il venerdì’ successivo è tornato a Zurigo, ha inforcato Jackie ed ha percorso tutta la Svizzera e parte dell’Austria, per poi ripartire la domenica da Vienna, e via di questo passo, riuscendo a visitare il Vecchio Continente senza tralasciare nulla:  ha toccato Dresda, Berlino e Hannover,  era ad Amsterdam a metà luglio, dove ha visto la sua nazionale laurearsi Campione del Mondo. Prima della fine di settembre aveva già completato il giro che si era prefissato in partenza,  scendendo dall’Olanda e passando per Parigi, Monaco di Baviera, Venezia, Dubrovnik, i Balcani e l’Albania. Ha attraversato in traghetto l’Adriatico ed ha visitato il Sud Italia, poi da Palermo ha raggiunto Tunisi via mare, per caricare infine la moto su un’altra nave diretta a Marsiglia. Si trovava a soli 500 km da Barcellona, la sua base di arrivo e di continua partenza.

imagesCAM8KM5QNel viaggio Miquel ha portato con sé, in alcune tappe, anche la madre 65enne: evidentemente lo spirito d’avventura è di famiglia. La sua avventura dimostra che niente è impossibile, se si ha spirito d’adattamento e una buona organizzazione: questo anche grazie alle compagnie aeree low cost, che permettono di volare tra le principali città europee in modo economico e veloce. Silvestre ha documentato la sua lunga vacanza sul giornale distribuito a bordo proprio di una compagnia low-cost, la Vueling. E da quando la sua notorietà è aumentata, in giro per il mondo stanno spuntando alcuni emuli: per adesso sono altri due spagnoli a fare sul serio, Marta Carrasco e Bernardo Lauza, i quali hanno già pubblicato su riviste e blog foto dei loro ‘viaggi del finesettimana’ intorno al mondo.

Il giro del mondo in 80 week-end: che ne dite, è questa la nuova frontiera delle vacanze?

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Intervista al Prof. Silvano Adami (Presidente del GIBIS)
sa

qui.

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Le freddure di Renzi

findusDopo Fassina, chi sarà il prossimo congelato?

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