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Archive for 20 settembre 2017

Genitori e figli allarmati

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Ieri un genitore ci ha segnalato che ci sarebbe stato un crollo a scuola.

Un altro genitore: “Anche a me, mia figlia mi ha detto che alla ricreazione sono caduti pezzi di cornicione. Ma per la sicurezza dei nostri figli, si puó sapere qualcosa in più?”.

Siamo in attesa di conoscere meglio come siano andati i fatti.

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Pare comunque che la zona del crollo sia stata messa in sicurezza tramite un nastro e che sia all’attenzione dell’ufficio tecnico.

Una cosa dovrebbe però essere certa: non bisogna essere superficiali e fare sconti sulla salute dei ragazzi e di tutto il personale scolastico. E, in questa occasione, si potrebbe approfittare anche di verificare la resistenza sismica della struttura ad un eventuale scossa.

La sicurezza prima di ogni altra cosa.

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MML nel Mondo alle 16,37

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Arrivate le risorse per interventi urgenti ma il 75% degli istituti non sono antisismici e hanno tanto amianto

Problemi d’inizio anno: le scuole siciliane cadono a pezzi

di Andrea Lodato

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Problemi d'inizio anno: le scuole siciliane cadono a pezzi

In Sicilia si è consumata la prima settimana del nuovo anno scolastico, che ha preso il via ufficialmente il 14. Situazione tutt’altro che serena. Vero è che l’assessore regionale Marziano, proprio ad inizio del mese, ha potuto comunicare una serie di iniziative comunitarie, nazionali e regionali, attualmente aperte a favore dell’edilizia scolastica. Dal Fondo Europeo di Sviluppo regionale Fesr, per esempio, arrivano 115,2 milioni alla Sicilia. Ma se i soldi ci sono, i bandi sono aperti e gli enti locali dovrebbero accelerare con l’elaborazione dei progetti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici di loro competenza, il quadro che si è delineato già in una settimana non promette nulla di buono. Scuole materne, elementari, medie, superiori: problemi diffusi, calcinacci che cadono nelle classi e davanti ai portoni d’ingresso, nelle palestre e nelle sale professori.

La prima grande paura dell’anno a Palermo. All’istituto scolastico Ragusa Moleti, che ospita scuola primaria e dell’infanzia, inaugurazione con crollo dell’intonaco, scolari in fuga accompagnati da maestre e maestri, arrivo dei vigili del fuoco. E la paura dei genitori, le spiegazioni del Comune, la stridente contraddizione tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è. Cioè la scuola riparo sicuro, formativo ed educativo per la collettività, invece paura e delusione. Ma quella del Ragusa Moleti è solo una delle cento storie di questa prima settimana. Problemi a Catania tra i genitori degli scolari del Circolo Didattico Rapisarda e la dirigente scolastica che, nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione comunale, chiede di trasferire per motivi di sicurezza le classi quinte della scuola. E polemiche, proteste e manifestazioni anche sullo stato in cui si trova l’immobile destinato ad ospitare l’Istituto Alberghiero a San Michele di Ganzaria, con la denuncia diretta e chiara della preside dell’Iis “Cucuzza-Euclide”, prof. Maria Malignaggi.

Situazione di degrado diffuso sul territorio, con dati statistici che parlano chiaro: in Sicilia il 75% degli istituti scolastici non è stato progettato e neanche adeguato alla normativa antisismica e quasi tutti non hanno il certificato di conformità.  Dallo studio dell’ufficio regionale per l’anagrafe scolastica emerge che quasi un istituto su tre è stato costruito tra il 1961 e il 1971, il 18% addirittura tra il ‘21 e il ‘60. Poco più di mille sono quelli realizzati dopo il 1976, quando sono entrate in vigore le leggi antisismicità. E, per di più, solo il 17% degli edifici che ospitano le scuole siciliane ha effettuato la verifica sismica. Controlli non di routine, ma fondamentali per prevenire tragedie. Servirebbe un’azione incisiva da parte degli enti locali per intervenire sui 4.345 edifici scolastici siciliani che sono in situazioni critiche: servono manutenzioni ordinarie e straordinarie, il 90% non ha il certificato di prevenzione incendi e in uno su dieci c’è una forte presenza di amianto.

Dove mandiamo i nostri figli a studiare, dunque?

Dove c’è posto. Ad Agrigento da anni è in stato di abbandono l’ex Istituto Professionale Fermi. Fu chiuso quando scoppiò lo scandalo del cemento depotenziato dell’ospedale San Giovanni di Dio. Ed è rimasto lì, chiuso. Tre edifici abbandonati al degrado, alle incursioni di teppisti, un danno anche economico per la collettività. L’istituto ha trovato spazi e aule altrove, il fantasma abbandonato giace.

Non c’è provincia che possa dire di star bene nell’Isola. A Siracusa un’istituzione come il liceo Corbino «resiste, considerata la vetustà storica dell’edificio – ha spiegato al nostro giornale nei giorni scorsi la dirigente Lilly Fronte – e noi cercheremo di migliorare gli stratagemmi per la sicurezza, abbattendo le barriere architettoniche, consolidando la struttura e attivando le vie di fuga». Anche al Gargallo – ha ammesso la dirigente Maria Grazia Ficara – qualcosa non va, perché siamo in circa 700. Internamente siamo a posto, ma manca la manutenzione della aree esterne».

Ma se le docenti provano a trasmettere ottimismo, e fanno bene, i ragazzi sono assai più tranchant. «Tornare in classe e trovare i tetti che crollano, i bagni intasati e i servizi che mancano non è mai bello – ha spiegato Alessio Baldini, della Consulta degli studenti – né vorremmo passare il nostro tempo scontrandoci con la burocrazia. Vorremmo, invece, una maggiore continuità, cosa non possibile con gli insegnanti che vanno e vengono a causa delle assunzioni. Se molti ragazzi scelgono di andare a studiare fuori è anche colpa di strutture che non offrono proposte allettanti».

Insomma sale la voce della protesta.

 

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Interrogazione sull’utilità di alcuni dossi artificiali collocati lungo le vie dell’abitato

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Per i consiglieri comunali della minoranza non tutti i dossi artificiali installati hanno avuto effetti benefici sulla circolazione stradale, e alcuni di loro sono soggetti a critiche, per esempio il Ministero delle Infrastrutture  ha chiarito che “I dossi collocati su itinerari di attraversamento dei centri abitati, lungo le strade più frequentemente percorse dai veicoli di soccorso, di polizia o di emergenza, o lungo le linee di trasporto pubblico, devono essere rimossi”.

Per quel che concerne la segnaletica, il regolamento impone l’obbligo di presegnalare la presenza dei dossi artificiali. La segnaletica verticale deve essere costituita da un cartello triangolare a bordo rosso con la raffigurazione del dosso in nero. Quanto alle dimensioni, esse variano in funzione dei limiti di velocità vigenti sulla strada. In riferimento alle caratteristiche, i dossi devono avere una zebratura gialla e nera, a strisce parallele alla direzione di marcia, di larghezza uguale.  Essi inoltre devono essere visibili sia di giorno che di notte; e non sempre i dossi sono visibili di notte.

Anche sulla manutenzione dossi c’è da ridire perché è una cosa che non sempre avviene.

Inoltre c’è da tenere conto che qualora le direttive stabilite dall’art. 179 venissero disattese dai Comuni, specie quelle riguardanti i materiali o le misure dei dossi, con la conseguenza di provocare ad esempio danni alle sospensioni, allo spoiler o ai cerchi dei mezzi che li attraversano, si può richiedere all’Amministrazione il risarcimento dei danni subiti.

La legge è molto chiara e prevede conseguenze anche severe per chi continua a fare come vuole : “Qualora installati in difformità da quanto prescritto dalla vigente normativa, i manufatti in argomento (i dossi, ndr) devono essere immediatamente rimossi; in difetto, gli Enti proprietari risponderanno civilmente e penalmente in caso di danni e lesioni derivanti dal loro permanere in opera”.

I consiglieri della Lista Milena in Comune richiamano anche la possibilità di ricorrere ad un’alternativa: infatti per  le strade, per tutta la larghezza della carreggiata, ovvero per una o più corsie nel senso di marcia interessato, si possono adottare sistemi di rallentamento della velocità costituiti da bande trasversali ad effetto ottico, acustico o vibratorio, ottenibili con opportuni mezzi di segnalamento orizzontale o trattamento della superficie della pavimentazione.

I sistemi di rallentamento ad effetto acustico sono realizzati mediante irruvidimento della pavimentazione stradale ottenuta con la scarificazione o incisione superficiale della stessa o con l’applicazione di strati sottili di materiale in rilievo in aderenza, eventualmente integrato con dispositivi rifrangenti. Tali dispositivi possono anche determinare effetti vibratori di limitata intensità.

La Minoranza rileva che nel centro abitato del nostro Comune diverse sono le strade interessate dalla presenza di rallentatori di velocità, che molti di questi non hanno più i requisiti richiesti dalla normativa vigente, ed inoltre, alcuni, hanno esaurito la funzione per la quale erano stati collocati.

Rileva ancora che diverse sono le segnalazioni pervenute al Gruppo Consiliare sulla necessità di rivedere la collocazione dei rallentatori di velocità, e di prevedere l’eliminazione di quelli non più utili, che sono da intralcio alla circolazione veicolare.

Per tutte le considerazioni sopra esposte, il Gruppo Consiliare Milena in Comune, chiedono all’Amministrazione Comunale se ha intenzione di:

  1. rivedere la mappa  della collocazione dei rallentatori di velocità collocati nelle diverse vie dell’abitato;
  2. di rimuovere i rallentatori di velocità che hanno esaurito la loro funzione, tipo quello convocato in Via Ugo Foscolo, all’altezza dell’edificio che ospitava la Scuola Primaria San Giovanni Bosco;
  3. di rimuovere i rallentatori di velocità installati in Corso Pietro  Nenni che causano diverse lamentele di molti autotrasportatori.

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LEGGI L’INTERROGAZIONE INTEGRALE

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Isolde

ISOLDE

di Briciolanelatte

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isolde«Come mai quell’aria imbronciata?»

Lui stava fissando il fiume d’argento fuori dalla finestra e sentì la voce di lei come se provenisse da un’altra stanza. Passò ancora dell’altro tempo e quindi disse: «Eh?»

Lei sorrise e ripeté con calma:

«Perché hai quell’aria imbronciata?»

«Pensieri…» tagliò corto lui riprendendo il libro che aveva in mano. La poltrona su cui era seduto cigolò un poco ma poi l’accolse ancora di più tra le sue braccia.

«Se mi spieghi, magari capisco» fece lei volenterosa.

Lui posò il libro sulle ginocchia, inframezzò il dito indice tra le pagine a mo’ di segnalibro e la squadrò. Pensò subito che a quel ronzio forse non ci si avrebbe mai fatto l’abitudine.

«Isolde… è complicato. Vedi… comincio a diventare vecchio sul serio e quando si diventa vecchi sul serio si cominciano a fare un mucchio di considerazioni stupide, i tre quarti delle quali sono tristissime. E inoltre sono solo… non ci avevi mai pensato?»

«Non sei solo, hai me. E poi non sei affatto vecchio. Secondo gli ultimi rilevamenti statistici sulla vita media degli uomini di razza caucasica hai ancora un’aspettativa di vita di dodici anni, tre mesi e quattordici giorni… Vuoi sapere anche i secondi?»

Alcuni gabbiani nel cielo strillavano sguaiatamente protestando per il gran caldo.

«No, non voglio affatto sapere anche i secondi, Isolde. Te l’avevo detto che non avresti capito.»

«Ho capito benissimo, invece; e poi non mi chiamavi Brunilde?»

«Isolde, Brunilde che differenza fa?»

«Fa una differenza enorme e lo sai benissimo… comunque se hai bisogno di un sostegno psicologico, basta acquistare il nuovissimo pacchetto software ‘Sostegno Emozionale SuperConfort Over 60’ e risolverai tutti i tuoi problemi o almeno li allevierai considerevolmente… basta telefonare al numero verde 800.7056670. È possibile anche ottenere un comodo finanziamento HighCard Class con pagamento persino a rate…»

«Potresti non ricordarmi in ogni momento che sei un robot? Guarda, fammi il piacere, per oggi non ho più bisogno di te: “Brunilde, disattivati”. Così te ne stai zitta.»

Mathias cercò le ciabatte e andò in cucina. Non sapeva neppure lui cosa stava cercando. Forse qualcosa che acquietasse quella sorta di inestinguibile ansia che da diverso di tempo lo faceva sentire un animale braccato. Avrebbe voluto uscire, ma c’era davvero troppo caldo e abbandonare il confortevole rifugio di una casa rinfrescata dall’aria condizionata non se la sentiva proprio. Avrebbe potuto fare qualche telefonata agli amici, o presunti tali, ma non poteva ricordarsi di loro solo quando gli faceva comodo. Il vicino di pianerottolo, invece, era al mare con la nipotina Trudi e inoltre, ultimamente, si era proprio rimbambito in modo insopportabile.

La solitudine cominciò a colpirlo come un maglio, all’improvviso. Tutti i pensieri più cupi entrarono nel suo cuore uno dopo l’altro, in gran fretta come per guadagnare il tempo perduto. Si sarebbe accovacciato a terra per commiserarsi senza ritegno.

Chiuse il frigo che gli era rimasto aperto tra le mani e ritornò in fretta in camera.

«Brunilde, Brunilde per carità riattivati… parla con me.» Mathias non se ne era accorto ma si era messo in ginocchio davanti alla poltrona di lei e la stava supplicando.

«Non mi sono affatto disattivata… stavo solo in silenzio, come mi avevi chiesto. E poi avevo appena memorizzato che desideravi mi chiamassi Isolde. Per disattivarmi dovevi dire: “Isolde, disattivati”; vuoi che ripristini Isolde anziché Brunilde?»

«Come vuoi tu… come vuoi tu…»

«No, come vuoi tu.»

Mathias si era nel frattempo seduto sulla sua poltrona esattamente sopra il suo libro. E si teneva la testa tra le mani. Lei lo guardò compiaciuta.

«Dammi la mano» gli disse accarezzandone il dorso.

Lui stentò ad obbedirle ma poi gliela porse.

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Il progetto governativo di schiavitù collettiva a vita prende sempre più forma.

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Incremento delle aspettative di vita, mancanza di fondi ed altre mille frottole tutte scuse per intascar soldi a tradimento e trasformare la società in un gigantesco pollaio a sfruttamento intensivo.
Le maxipensioni, intanto, non si toccano.

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Grazie Toti

San Diego.

A dieci anni dalla sua morte, due anni fa, è stato commemorato il geniale inventore italo-americano Andrew Toti.

Gli si devono moltissimi brevetti, tra i quali quello del giubotto galleggiante che salvò la vita a tanti piloti statunitensi durante la seconda guerra mondiale; e quello della linguetta per aprire le lattine delle birre.

 

 

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