La leggenda da zza Lisa
Maria Anna Gulina
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Sono in pochi quelli che hanno il privilegio di avere quartieri che portano il proprio nome e quasi tutti sono santi o conquistatori, questo non è il caso della leggendaria zza Lisa.
Il quartiere zia Lisa si trova all’ingresso di Catania, anticamente sgorgava la famosa “Fonte dell’Acqua Santa”, che gorgogliava all’interno di una sorta di pozzo artesiano, e le cui acque – quando questo territorio era tutto ricoperto da fertili giardini – incanalate attraverso un piccolo acquedotto erano usate per irrigare i terreni circostanti.
Secondo la tradizione popolare, il nome di Zia Lisa deriverebbe da una leggendaria donna di non comune bellezza, moglie del gestore di un fondaco (locanda di infima estrazione) di cui una volta era ricco il quartiere proprio per la posizione al limite della città per accogliere i carrettieri che venivano dalle campagne.
![Immagine 2024-06-25 170624](https://milocca.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/06/immagine-2024-06-25-170624.png)
il fondaco della Zia Lisa, sorgeva secondo alcune testimonianze, all’inizio della strada che porta a Gelso Bianco a sinistra e comprendeva la zona che è adesso riservata ai depositi della società italo-americana del petrolio.
In questo luogo c’era un movimento continuo di persone che entravano ed uscivano senza tanti riguardi. Infatti ancora oggi è rimasta l’espressione proverbiale per designare un luogo in cui si svolge un intenso traffico: “pari ù fùnnucu d’àzza Lisa”.
Inoltre si tramanda che la zza Lisa era la moglie dello zzu Cicciu burritta pilusa.
Zza Lisa racconta la leggenda era bellissima, sceglieva tra i carrettieri il suo amante che aveva il privilegio di giacere con la donna, ma solo una volta nella vita. In molti dopo aver assaggiato tale miele volevano ripetere l’esperienza e si struggevano d’amore per la donna, alcuni si suicidarono altri scelsero la vita monastica, ci fu pure un brigante che la rapì per farne la sua compagna.
Ma Zza Lisa oltre ad essere bella era svelta di lama, assassinò il brigante sgozzandolo senza pietà.
Zza Lisa garantiva inoltre, impunità a chiunque entrasse nel suo fondaco che era una specie di zona franca, al suo interno vigeva solo una regola, senza cuteddru e senza sbirri, un piccolo esercito di 20 uomini di malacarne alle sue dipendenze garantiva l’applicarsi della regola e l’apertura h24 del funnaco.
Zia (Zza in siciliano) era il titolo dato al nome di una donna di condizione sociale non elevata.
Un mezzo busto di marmo di ignoto autore, opera del Settecento, oggi scomparso, avrebbe ritratto la bella fondacara ed era posto nel quartiere.
Anche su questo busto non mancano le leggende , pare che venisse accudito gelosamente in memoria della stupenda dai suoi eredi, si hanno testimonianze certe della sua presenza fino agli anni 30 del secolo scorso.
Alcuni narrano di un gerarca fascista che si innamorò della statua e la fece collocare nella propria stanza da letto, i più sostengono che venne posizionato per sicurezza dentro un magazzino per evitarne il furto , ma che tale edificio venne bombardato durante la seconda guerra mondiale distruggendolo insieme al busto.
Altre ipotesi meno romantiche sull’origine del toponimo Zia Lisa contemplano l’origine greca Theia Elysia, cioè Divini Elisi, per definire la bellezza della zona, porta di bellissime campagne, oppure l’origine araba Zisa, cioè palazzo maestoso, di cui Zia Lisa sarebbe storpiatura verbale e popolare, per sottolineare la fine delle campagne e l’inizio della città.
Certo però da quando non c’è più il busto la zona ha subito un devastante degrado da fertile e meravigliosa contrada a luogo senza storia pieno di palazzoni senza infrastrutture, nel massimo degrado.
Devastato dalla mancanza di programmazione della politica etnea, tanto che neppure la macchina di Google street view, l’automobile che fotografa le strade per Google maps, si è addentrata nei meandri del rione.
Ormai unito nei destini e nella geografia ai quartieri di Librino e Villaggio Sant’Agata
Fonti : cataniagiovani.wordpress.com ; Abate Giuseppa (donna di lunga vita e grande memoria) ; foto – disegno alunni della scuola Angelo Musco -Zia Lisa – Catania
Tratto da LUDUM – Science Center Catania ·
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