Carmelo Giangreco dal mulino alla trebbia
Nonna M.
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I fratelli Angilella originari di Serradifalco si trasferirono a Milena dove aprirono alcune attività commerciali: la fabbrica delle gassose, il mulino e il frantoio. Per occuparsi di questa vera e propria industria alimenatare chiamarono da Canicattì alcune persone qualificate; tra queste scelsero il capo-meccanico.
Il signor Carmelo Giangreco giunse a Milena nel 1928.
Due anni dopo sposò la signora Maria Puma ed ebbero numerosi figli, tra cui Lina con la quale diventammo buone amiche.
Gli davano uno stipendio di 5 lire al mese e alloggio gratis. Grazie al primo gruppo elettrogeno del paese posto nel mulino, la famiglia Giangrego fu la prima a Milena ad avere la luce elettrica.
Dal mulino veniva presa la corrente per illuminare il palco su cui si esibiva la banda musicale che veniva posto in piazza Garibaldi, come sta scritto nel libro del maresciallo Davide Gentile.
Carmelo Giangreco suonava la sirena ad inizio e fine della giornata lavorativa. In tempo di guerra quella sirena servì anche come allarme per gli attacchi aerei portati dagli alleati nel 1943.
Non badò solo al mulino (dove lavorava come pastaio Ignazio Ganci che si aprì in seguito un negozio di alimentari all’inizio di via Rimembranza, e Giuseppe Catalano detto Giosi) ma anche alla prima trebbia di Milena.
La prima trebbia arrivò nel 1948.
Era collegata con una cinghia ad un trattore che chiamavano Tarzan proprio per la forza che mostrava. Il camioncino di servizio alla trebbia invece lo chiamavano Bomba per il rombo assordante che faceva!
Per gli addetti alla trebbia che lavoravano per l’intera stagione estiva era necessario mangiare bene: a ciò pensava il cuoco Pietro Ferrigno, zio del Giangreco, il quale era famoso per sapere preparare pasta al sugo con polpette o zuppa con patate, melenzane, cipolle e peperoni. Per combattere la sete si beveva acqua dalle quartare e anche un poco di vino conservato fresco nei bummuli.