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Archive for giugno 2013

Errore fu?

La delibera fu sbagliata? Da chi?

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IMU-DUBBI-SULLE-PERTINENZE

La nota della Segreteria comunale, pur facendo a suo modo chiarezza, suscita alcune perplessità. Afferma che c’è stato un errore, ma non indica chi l’avrebbe commesso: il sindaco nel dettare o il funzionario nel trascrivere?

Sia detto con tutto il dovuto rispetto per la segreteria e per il sindaco stesso, non viene facile bersi l’ipotesi d’uno sbaglio doppio!

  • Il segretario che intende una cosa per un’altra!
  • Il sindaco che firma ad occhi chiusi una propria determina!!

Si può anche credere che il funzionario preposto possa aver frainteso il nome di un assessore maschio con un altro di egual sesso: ma santo cielo come si fa a fraintendere “vicesindaca” con “vicesindaco” una donna con un uomo? E  come si fa a credere che il sindaco a non accorga al primo sguardo che il nome del vicesindaco comincia con una A invece che con una N?

imagesCAHBDDJBComunque sia accaduto, in attesa di conoscere cosa ci sia dietro questo errore, in paese sono sempre di più quelli ai quali viene difficilissimo credere all’ipotesi di un errore!

Non sono pochi quelli che ipotizzano un tentativo di portare alla vice-sindacatura la prima eletta in un momento di massima confusione, seguito allo stress di un giorno e una notte di febbrili riunioni in cui non si veniva a capo della formazione della giunta e dell’assegnazione delle deleghe.

Emblematica appare la rinuncia all’ultimo momento di Carmelo Curto, il quale – stando a sue pubbliche dichiarazioni – avrebbe patteggiato la sua presenza in lista e in giunta con la garanzia della non presenza di Pino Ingrao sia in lista che in giunta. Curto che venuto a conoscenza della nomina di Ingrao, rinuncia e viene sostituito da Salvatore Mattina.

La “teoria dell’errore” nella determina con cui veniva nominata vice-sindaco l’Antinoro e non il Nicastro non ha convinto nemmeno gli stessi esponenti comunisti i quali – stando alle solite voci – sono entrati in fibrillazione. Dopo acer avuto poi rassicurazioni telefoniche dal primo cittadino sulla vice-sindacatura, veniva inviata una nota “congiunta” alla stampa provinciale. Ora aspettano il ritorno del sindaco per fargli revocare la delibera “sbagliata” e scrivere quella giusta, con il nome del loro Nicastro.

trMentre i compagni aspettano il ritorno del sindaco che si gode le meritate vacanze, i malumori crescono in qualche altra parte della maggioranza, anche tra i consiglieri comunali eletti e non eletti, nonchè tra gli attivisti.

I consiglieri primi dei non eletti scalpitano. Attendono di conoscere quanti saranno gli assessori nominati dal sindaco pronti a dimettersi. Dal loro numero entreranno altrettanti “primi dei non eletti”. In teoria si potrebbero liberare fino a tre posti: Antinoro, Nicastro e Mattina (Ingrao è l’eccezione, essendo l’unico preso in giunta da “fuori-lista) “favorendo” il rientro di Di Marco, Scozzaro e Venturelli. In pratica potrebbe non essere così facile e scontato.

La nuova legge elettorale consente a due dei quattro assessori della giunta di restare contemporaeamente consiglieri comunali. Nel caso che due assessori decidessero di restare consiglieri comunali, in consiglio entrerebbe solo il primo dei non eletti: Salvatore Di Marco.

Voci di corridoio dicono che Mattina farà l’assessore “a tempo”, dopo di che si dimettrebbe da assessore per fare solo il consigliere comunale. Quindi la possibilità che venga ripescata la Giusy Scozzaro dipende soltanto dalla dimissioni di Antinoro e di Nicastro, il quale pare che non abbia intenzione di lasciare il posto di consigliere. Al momento pare certo che la Antinoro si dimetterà e al suo posto andrà Salvatore Di Marco.

Giuseppe Vitellaro

Giuseppe Vitellaro

Come si vede la carne al fuoco è tanta. E noi temiamo con tutto quanto abbiamo scritto, di non aver fatta molta chiarezza.

imagesCAT9CAP4Non perchè non ne siamo capaci, ma perchè la situazione non è chiara! L’unica chiarezza/certezza la potrà fare il sindaco quando ritirerà la sua delibera per farne un’altra.

Per adesso non resta che fare gli auguri ad Alessandra Antinoro, nominata vice-sindaco di Milena; e di anticiparli questi auguri a Vincenzo Nicastro se e quando sarà nominato legittimamente vice-sindaco con successiva determina sindacale.

Ma quando il sindaco tornerà troverà un’altra grana.

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Setta sicula del 666

L’ombra nera dei satanisti

di Tano Gullo

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imagesCABF026XAlla prima messa, poco dopo l’alba, i fedeli entrano alla chetichella nella chiesa del Buon Pastore di Gioiosa Marea, un paesotto di ottomila abitanti sulla costa tirrenica messinese.

Di primo acchito tutto sembra normale, poi un parrocchiano si accosta all’altare, vede lo scempio e allarmato si precipita a perdifiato a chiamare il prete che in sacrestia sta indossando i paramenti per officiare il rito.

Tutti accorrono a guardare il sacrilegio: sulla moquette rossa c’è un crocifisso capovolto sporcato con cera e vernice. Lì vicino la pagina di un giornale con l’immagine della madonna bruciacchiata. Segni inequivocabili di una messa nera.

crocifissoI presenti a crocchi scrutano ogni angolo e vedono altri oggetti inquietanti: un chiodo poggiato sul collo di Gesù e altri conficcati in una foto che ritrae tre religiosi.

Continuando l’esplorazione il parroco nota incisi su un tavolo di legno, una croce capovolta, una svastica e il “666”, il numero di Satana, dio dei profanatori.

La notizia fa presto a raggiungere ogni casa. E in paese si intrecciano le ipotesi su come sia stato possibile penetrare nella chiesa. Ora i carabinieri stanno indagando per identificare i statanisti, abili a inscenare i riti nottetempo e a diliguarsi nel cuore del buio.

666Non è la prima volta che in questa fascia costiera, da Cefalù a Gioiosa Marea, vengono trovati resti di cerimonie occulte. In passato sulla Rocca della cittadina normanna sono stati trovati simboli di messe nere.

Non bisogna dimenticare che proprio a Cefalù l’inglese Aleister Crowley, definito l’uomo più cattivo del suo tempo, fondatore del moderno occultismo, nel 1920 nella contrada Santa Barbara attaccata al paese, crea la leggendaria abbazia Thélema, ispirata a quella omonima di Gargantua nel Cinquecento, mitico personaggio di François Rabelais. Il Motto del gigante è “Fai quel che vuoi, sarà tutta la legge”.

giomaA Thélema, dove la religione è ritenuta un vizio, si praticano amore libero, riti esoterici e, a detta di qualcuno, anche sacrifici umani.

Un racconto di Sciascia (ne “La corda pazza”, Adelphi) e un romanzo di Consolo “Nottetempo casa per casa”, Mondadori), raccontano il controverso personaggio e la relazione dei cefaludesi che mal tollerano quell’oasi di perversione e di creatività. Finisce che il fascismo espelle il guru e i suoi sognanti seguaci, ma non ne estirpa le radici.

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Finti infortuni sul lavoro truffa a Inail e Inps: 6 arresti

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imagesCAQ0YZRCSei persone sono state arrestate da carabinieri di Agrigento e 87 sono indagate nell’ambito della maxi operazione “Demetra” su una presunta associazione a delinquere finalizzata a truffe all’Inail e all’Inps. L’accusa è di avere indotto i due enti a erogare indennizzi per inesistenti infortuni sul lavoro e illecite indennità di disoccupazione.

Fra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche l’ex consigliere provinciale Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 49 anni, di Raffadali (Ag), ritenuto dalla Procura “il capo dell’organizzazione che si sarebbe occupato di gestire i rapporti tra i falsi lavoratori e i medici compiacenti, utilizzando dei patronati”.

Ci sono infatti anche due medici fra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare.Gli enti sarebbero stati indotti, fraudolentemente, ad erogare indennizzi indebiti a fronte di inesistenti infortuni lavorativi ed altrettanto indebite indennità di disoccupazione. Nei guai sono finiti anche dei responsabili di patronato di Porto Empedocle e Raffadali (Ag).

untitledAll’alba sono scattate anche diverse perquisizioni in via Imera e al viale della Vittoria ad Agrigento e nel corso principale di Raffadali, in studi diagnostici e radiologici. Terrazzino al momento dell’arresto è stato colto da malore ed è stato portato in ospedale. In carcere anche Giorgio Lo Presti, consulente del lavoro, 59 anni, di Porto Empedocle. Si sarebbe occupato secondo l’accusa “delle assunzioni dei falsi lavoratori, consentiva loro di percepire le indebite indennità dall’Inps, e consentiva a 13 extracomunitari di ottenere il permesso di soggiorno grazie a falsi contratti di lavoro”.

Arresti domiciliari, invece, per il dirigente medico dell’Inail Salvatore Conti, 56 anni, di Agrigento, che si sarebbe occupato “di attestare patologie inesistenti ai falsi lavoratori che comunque non si presentavano neanche alle previste visite”; per il radiologo Salvatore Russo, 35 anni, che si sarebbe occupato “di redigere falsi referti ecografici che attestavano inesistenti patologie ai falsi lavoratori”. Domiciliari pure per Salvatore Borsellino, 33 anni, di Porto Empedocle (Ag), in attesa di prima occupazione, e per l’operaio edile Giuseppe Gangarossa, 36 anni, pure lui di Porto Empedocle. Entrambi avrebbero reclutato “falsi lavoratori disposti a pagare una quota di circa 500 euro per ogni falso infortunio o domanda di disoccupazione”.

Obbligo di presentazione alla Pg per Daniele Moscato, 31 anni, di Porto Empedocle, in attesa di prima occupazione che si sarebbe occupato “di reclutare falsi lavoratori disposti a pagare una quota di 500 euro per ogni falso infortunio”. Stessa accusa anche per Luca Distefano, 30 anni, di Porto Empedocle (Ag), impiegato, al quale è stato imposto il divieto di dimora nella provincia di Agrigento.

– See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=101221&template=lasiciliait#sthash.DfTbJILm.dpuf

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Contestare si deve!

Annullata la sanzione amministrativa a una automobilista ricorrente multata per una velocità superiore di 2 km orari ai 50 km/h !!!

La multa dell’autovelox va contestata immediatamente

di Va. Ma.

autovelox.

Va immediatamente contestata la contravvenzione elevata per eccesso di velocità. Violazione che, in questo caso, è stata accertata attraverso l’autovelox.
Parla chiaro la sentenza emessa dal giudice di pace Vincenzo Bajo, che ha accolto il ricorso in cui un’automobilista nissena, Daniela S. di 43 anni, chiedeva l’annullamento del verbale da 57,40 euro che le è stato elevato il 17 maggio scorso dalla Polizia Municipale, che in via Due Fontane aveva collocato il misuratore elettronico di velocità.

vigili32Quando l’autovelox ha “fotografato” l’auto della donna che procedeva ad un’andatura lievemente superiore rispetto al limite imposto, però, l’altra pattuglia dei vigili urbani posizionata più avanti non ha proceduto a contestare la violazione. La Polizia municipale, infatti, ha spiegato che non è stato possibile fermare la vettura di Daniela S. alle ore 12.17 perché la seconda pattuglia era impegnata in un’altra contestazione già dalle 12.08. Circostanza che il Comune, opponendosi al ricorso, ha fatto presente.

Ma il giudice – motivando la sentenza – ha evidenziato che «in presenza di una velocità superiore di 2 km orari al massimo consentito di 50 km orari, tenuta dalla ricorrente, si ritiene che sarebbe stato possibile da parte degli agenti accertatori doverosamente adoperarsi al fine di procedere al fermo dell’interessata e alla contestazione immediata dell’infrazione, tenuto conto anche del principio da non trascurare dell’economicità dell’azione amministrativa». Dunque la violazione deve essere subito contestata all’automobilista e in tal senso il giudice ha richiamato una sentenza della Cassazione che «ha sancito che il veicolo deve essere immediatamente fermato, altrimenti il relativo obbligo è posto nel nulla, rimanendo soltanto un mero precetto teorico».

Un principio che ha consentito al giudice di accogliere il ricorso dell’automobilista multata, alla quale è stato annullata la contravvenzione.

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Marianopoli

La convocazione fu effettuata via mail e due consiglieri si sono rivolti all’assessorato regionale

«Quella seduta consiliare va annullata»

di Roberto Mistretta

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imagesCAIQPIG1Se l’apposito regolamento non prevede la convocazione delle sedute del Consiglio comunale tramite l’uso esclusivo della posta elettronica certificata (Pec) in sostituzione della notifica ai singoli consiglieri, la seduta in questione che pure s’è tenuta è valida o no?

Su questo punto dovrà pronunciarsi l’assessorato regionale alle Autonomie locali a cui si sono rivolti i consiglieri Grazia Noto e Giuseppe Cannella.

L’assessorato infatti ha inviato una nota al presidente del Consiglio Guido Giuseppe Acquisti e al segretario comunale, chiedendo “di fornire circostanziata relazione sui fatti, unitamente ad ogni valido elemento, avendo cura di evadere la richiesta nel termine di 30 giorni”. In caso contrario potrebbe scattare l’ispezione assessoriale.

Cos’era accaduto? Il 14 marzo il presidente del Consiglio convocò, utilizzando la posta elettronica certificata, l’assise comunale per il 20 marzo, per la trattazione di otto punti all’ordine del giorno.

Noto - Cannella

Noto – Cannella

I consiglieri Noto e Cannella, presentarono formale diffida e richiesero l’annullamento in autotutela dell’adunanza in questione, adducendo di essere “venuti a conoscenza della convocazione del Consiglio tardivamente ed in maniera del tutto casuale ed irrituale.

In quanto l’apposito avviso non è stato notificato ai sottoscritti nei modi e nei termini di legge e regolamento in materia; che si è avuta notizia che l’adunanza in oggetto, nonostante la mancata notifica dell’avviso agli scriventi, ha avuto luogo e sono state adottate diverse deliberazioni; che, a causa di tale mancata notifica, chi scrive non è stato messo nelle condizioni di partecipare ai lavori del Consiglio.

Considerato che nonostante la mancata notifica dell’avviso ai consiglieri, l’adunanza ha avuto luogo e sono state adottate diverse deliberazioni, chiedono l’annullamento in autotutela dell’adunanza e di tutte le deliberazioni adottate nella suddetta adunanza”.

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9,51-62

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segMentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme
e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.
Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
E si avviarono verso un altro villaggio.
Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada».
Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre».
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa».
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

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I palli del Papa

Il Papa ha celebrato nella basilica di San Pietro la messa durante la quale ha imposto il ”pallio” a 34 arcivescovi metropoliti

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th1Alla celebrazione, nella festa dei santi Pietro e Paolo, ha partecipato come e’ tradizione una delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli. La messa e’ animata dal TomanerChor di Lipsia.

Al 35.mo arcivescovo designato quest’anno, il vietnamita Francois Xavier Le Van Hong, il pallio verra’ consegnato nella sua sede metropolitana.

Tra i 34 metropoliti ci sono tre italiani: mons. Carlo Roberto Redaelli, arcivescovo di Gorizia, mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia, e mons. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de l’Aquila.

thIl ”pallio”, una stola di lana bianca ricamata, e’ simbolo della dignita’ dei metropoliti e del loro legame con la sede di Roma.

“Il ruolo, il servizio ecclesiale di Pietro ha il suo fondamento nella confessione di fede in Gesù, il Figlio del Dio vivente, resa possibile da una grazia donata dall’alto”. Lo ha ricordato il Papa nella messa per la imposizione dei “pallii” ai nuovi arcivescovi metropoliti.

Papa Bergoglio ha subito dopo denunciato il “pericolo di pensare in modo mondano”. “Quando lasciamo prevalere i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la logica del potere umano – ha detto – e non ci lasciamo istruire e guidare dalla fede, da Dio diventiamo pietra d’inciampo”.

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Milucchisi ci scrive a proposito della vicesindacatura:

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secondo MML

secondo MML

Tra piazzetta comunista, milena cunta, MML e sito del comune non si sta capendo più nulla…

Potrebbe la redazione di MML fare un pò di chiarezza per i lettori del blog?

Grazie

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Caro Milucchisi,

hai dimenticato una quinta fonte d’informazione, La Sicilia, dove si legge: “Il sindaco Giuseppe Vitellaro ha anche proceduto alla nomina del quarto assessore. Si tratta di Giuseppe Ingrao. Per quest’ultimo, già assessore nella precedente legislatura Vitellaro, una riconferma importante al pari di quella di Enzo Nicastro. In questo senso, ieri il sindaco ha tenuto a far rilevare come la riconferma di Nicastro a vice sindaco rappresenta un momento di forte continuità politico amministrativa rispetto ad un progetto che s’è rivelato vincente negli anni».

Tu parli giustamente di chiarezza in questa Torre di Babele in cui è precipitato il paese. MML accetta il tuo invito, sottolienando però che il compito di fare chiarezza spetta principalmente al sindaco, con atti ufficiali.

Alessandra Antinoro

Alessandra Antinoro

Basandoci sugli atti, risulta che il sindaco, con la sua determina n° 3353 del 27/06/2013 ha nominato suo vice-sindaco Alessandra Antinoro. Per noi cittadini di Milena dunque ufficialmente il nostro vice-sindaco è lei.

La Antinoro, l’unico assessore donna in giunta. La donna più votata del paese. Un voto popolare che la ha spinto verso la carica più alta del consiglio comunale: la presidenza. Avendo però i consiglieri votato come presidente del consiglio Menuccia Falletta, la scelta fatta dal sindaco Vitellaro di nominare la Antinoro vice-sindaco, è apparsa alla popolazione “naturale”.

Il Sindaco, dopo averla nominata, se ne è andato tranquillamente in tournée. Prima in quel di Lecco per partecipare a un incontro politico – si dice – con Antonio Piazza, poi andrà ad Aix-les-Bains per fare  Pique-Nique ed infine ad Asti. Insomma un viaggio premio per la sua rielezione fatto in compagnia – si dice – di Giuseppe Vitellato Jr e Armando Vitello.

Lasciamo i pettegolezzi, torniamo nel tentativo di fare altra chiarezza, a cercare di comprendere come siano andate le cose. Prima delle nomine ufficiali in giro si dicevano i nomi dei quattro presunti assessori: Antinoro, Ingrao, Nicastro, Curto; si diceva anche che il vice-sindaco sarebbe stato Nicastro.

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secondo Milena Cunta

La mattina delle nomine scompare Curto e compare Mattina. Il sindaco nominaassessori  i Magnifici Quattro. L’ultimo – si dice – con scadenza “a tempo”. Quindi vanno a farsi la foto ricordo davanti il portone del comune insieme al sindaco.

La segreteria ha predisposto due determine sindacali. Una con i nomi degli assessori l’altra con le relative deleghe. In quella con i nomi degli assessori, c’è scritto che Antinoro Alessandra è il vice-sindaco. Viene pubblicata sul sito del Comune.

pc

secondo Piazzetta Comunista

MML ne prende atto e corregge le sue fonti d’informazione che davano per scontato Nicastro vice-sindaco.

Succede poi che nel corso della giornata la determina venga rimossa dal sito del Comune.

E scoppia in paese “il caso vice-sindaco”. E’ lei o non è lei? No è un lui, un lui!

I Blog filo-governativi restano bloccati sulla notizia che Nicastro è il vice-sindaco. MML si attiene al comunicato ufficiale. In serata pubblica una nota della segretaria del comune in cui si comunica il ritiro della determina perchè “sbagliata” e che il vice-sindaco deve considerarsi Vincenzo Nicastro. Il blog del Pdci lancia un post in cui si certifica che Nicastro è il vice-sindaco di Milena, pur riportando la delibera “sbagliata” secondo la quale il vicesindaco è la Antinoro!Non fanno cenno Piazzetta Comunista e Milena Cunta della nota della segreteria.

nota

secondo la Segreteria comunale

La nota della segreteria pur facendo a suo modo chiarezza, suscita alcune perplessità.

Detto con tutto il dovuto rispetto, la nota non ha, secondo la nostra interpretazione, alcun valore legittimo in quanto solamente il sindaco può annullare la sua precedente determina, Non può farlo formalmente la segreteria. Conseguentemente soltanto il sindaco può cambiare il nome del suo vice, non può farlo formalmente la segreteria. Pertanto, fino a quando non sarà firmata dal sindaco un’altra determinazione con il nome di Vincenzo Nicastro, legalmente il vice-sindaco resta Antinoro Alessandra.

In attesa del ritorno del sindaco, domani mattina pubblicheremo alcune perplessità che serpeggiano in paese.

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Giuha e il turbante

da webalice.it

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imagesCAVRDMJSUn conoscente diceva sempre a Giufà che per diventare ricchi non bisognava spendere soldi per mangiare e per la casa. Ogni volta che i due si incontravano, il conoscente ripeteva sempre la stessa storia.

Un giorno Giufà stufo di sentirlo sbottò e gli disse:
– Tu sarai pure diventato ricco, ma non ti accorgi che chiedi in prestito tutto quello che ti serve, che ti vesti da pezzente e che non fai altro che accumulare denaro? Vuoi proprio farmi diventare come te?

Il conoscente avaro rispose:
– Giufà, guarda quanti soldi ho! E tu, invece, non hai niente! Pensaci!.

Allora Giufà gli chiese
– Che valore può avere il denaro per te se poi non lo usi?

Il conoscente con aria cupa disse:
– Basta vedere quanto brillano le monete! La loro luce riempie gli occhi

Un giorno, nel restituire l’asino che aveva chiesto in prestito, l’avaro chiese a Giufà una moneta, che aveva speso per dar da mangiare all’animale.

Giufà arrabbiatissimo disse:
– Hai una bella faccia tosta. Ti presto l’asino tutte le volte che me lo chiedi, non ti ho mai chiesto nulla e adesso non ti vergogni a farti pagare un po’ di orzo. Mi fai proprio pena. Tieni la moneta, ma non chiedermi più nulla!

imagesCATWJPNAL’avaro prese il denaro e se ne andò, ma Giufà pensò bene di vendicarsi.

L’indomani, Giufà comprò un bel turbante che si mise subito in testa. Poi, entrò in una trattoria e pagò anticipatamente un pranzo per due. Subito dopo, al mercato, comprò un asino, ma non lo prese con sè e acquistò della frutta senza ritirarla.
Fu così che Il giorno dopo Giuha andò al mercato, comprò un nuovo turbante, si diresse verso il ristorante e pagò in anticipo il conto per due persone. Andò poi al mercato degli asini e pagò in anticipo il costo di un asino. Andò dal fruttivendolo e pagò, ancora in anticipo, il costo di un po’ di frutta.
In altri negozi fece la stessa cosa. Giuha, naturalmente si era messo d’accordo con tutti i negozianti, dicendo che sarebbe venuto a prendere quello che aveva pagato: come segno di riconoscimento avrebbe toccato il suo turbante.

Il giorno dopo l’avaro incontrò Giuha e disse:
– O Giuha, è un bellissimo turbante quello che hai in testa! Quanto costa?!

Giuha rispose:
– È il turbante della generosità, è il turbante della ricchezza e non ha nessun prezzo, mio caro vicino.

– Cosa intendi, Giuha? – chiese l’avaro.

– Vieni con me e ti faccio vedere! – disse Giuha.

Andarono insieme al ristorante; dopo mangiato Giuha toccò il suo turbante.
Tutto a posto, Giuha, grazie e arrivederci – disse il padrone del ristorante.

Giuha fece la stessa cosa con tutti gli altri negozianti e le loro risposte erano sempre:
– E’ tutto a posto, prendi pure la merce!

L’avaro meravigliato chiese:
– Quanto vuoi, Giuha, per il turbante? E’ un vero tesoro!

Giuha propose:
– Posso dartelo in cambio di casa tua.

– Va bene, non c’è nessun problema; tanto, con questo magico turbante posso comprare tutte le case che voglio – rispose l’avaro.

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«Basta con le diseguaglianze sociali»

nicosia adrianoAdriano Nicosia

In una stanza di un grande ospedale pubblico ci sono due letti, due malati.

Uno è assistito in intramoenia, cioè paga per avere il servizio, come se fosse in una clinica privata; l’altro è un assistito perché ne ha o ne avrebbe diritto.

Il primo ha scavalcato qualsiasi lista di attesa ed è seguito con particolare diligenza e attenzione, il secondo ha dovuto fare una lunga trafila, paga il suo diritto con le tasse e chi lo cura deve tenere conto dei budget e delle restrizioni.

13062467_sanita-privata-300x263Il primo può ricevere le visite dei suoi parenti a qualsiasi ora del giorno, il secondo no. Forse nel pomeriggio potrà pure prendere una tisana con i pasticcini e potrà anche decidere di offrirne qualcuno al secondo, nel peggiore dei casi lo lascerebbe anche guardare.

Migliaia di malati si rivolgono ogni giorno ai centri di prenotazione per curarsi e i tempi delle liste di attesa sono molto spesso irragionevoli. A questo punto, molti di loro, optano per l’intramoenia e mettono mano al loro portafoglio.

Questa è quella che si chiama “libera professione intramoenia” istituita nel ’99 con la riforma Bindi, scritta dal ministro della salute Balduzzi, risultato di un accordo con i sindacati medici ospedalieri che accettavano di essere sottopagati dal pubblico ma con la facoltà di rifarsi sul privato cittadino.

Pensate che in questo sistema le lunghe liste di attesa per il povero signor “diritto” non siano state generate dalla possibilità d’incassare in intramoenia? Pensate che Monti, con le sue dichiarazioni sulla sanità, non stia proprio agevolando il sistema sanitario basato sul denaro e sul reddito? Dov’è finito il Welfare, la difesa del cittadino debole? Edificheremo il diritto ad accedere al servizio pubblico sanitario solo sulla base del Dio danaro? Sono domande che ci dobbiamo porre, visto l’andamento della curva iperbolica della sofferenza italiana.

imagesCAGYVWJHSempre sull’intramoenia i Nas, indagando su una piccolissima parte del sistema sanitario, hanno denunciato 365 medici per aver preso denaro dai malati per visite effettuate per conto delle aziende ospedaliere e per aver dirottato pazienti nei propri studi privati (quotidianosanità. it 17 febbraio). È ampiamente dimostrato che quando soldi e medici s’incontrano non è infrequente degenerare nella speculazione.

Allora chi è che genera e ha generato il deficit della sanità, il cittadino o un sistema corrotto? Qual è il metodo miglior per creare una sana sanità a misura anche del cittadino più debole, senza che s’ingeneri una speculazione? Nella nostra Italia sembra essere una domanda da mille milioni di euro. Nessuno la vuole affrontare!
Forse perché il cittadino più debole non serve alla società, non ha voce, non è utile? Anzi, forse sì, sarà utile per il numero e la ragion di cassa nella fase di spremitura ordinaria delle varie finanziarie che si succedono. Mi era sfuggito!

Non mi stancherò mai di ripetere che il nostro indirizzo è, e dovrebbe essere, il consolidamento di uno Stato sociale che si fonda sul principio di “uguaglianza sostanziale”, da cui deriva la finalità di ridurre le disuguaglianze sociali.

proMettere al bando le speculazioni, anzi, voglio essere proprio crudele, metterle in croce sulla via Appia. Uno Stato che si propone di fornire e garantire diritti e servizi sociali, quali: Assistenza sanitaria; Pubblica istruzione; Indennità di disoccupazione, sussidi familiari, in caso di accertato stato di povertà o bisogno; Previdenza sociale (assistenza d’invalidità e di vecchiaia); Accesso alle risorse culturali (biblioteche, musei, tempo libero); Difesa dell’ambiente naturale.

È così grottesco e innaturale parlare proprio della garanzia per diritto naturale?

Ma se le nostre classi dirigenti politiche non sono in grado di garantirle o perorarle, chi ci potrà mai rappresentare? I colori non mi fanno più sognare, l’uomo è uomo anche sotto la maglia arancione, verde o gialla. Bisogna solo saperlo individuare, e se al momento non c’è, per vari giochi di partiti potrei dire solo una cosa: famiglie, popolo, alzate la voce!

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