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Archive for 30 giugno 2012

Chiesa di San Giovanni degli Eremiti

da Palermo d’Amare
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Così come il Colosseo è il simbolo di Roma e la Mole Antonelliana è quello di Torino San Giovanni degli Eremiti è il monumento simbolo di Palermo.

La chiesa, le cui origini risalgono al VI secolo, sotto la dominazione araba fu trasformata in moschea poi, intorno al 1130, per volere di re Ruggero II, fu ricostruita e ricondotta al culto cristiano.

Ammirandola dall’ esterno non ci rende conto di trovarsi davanti una Chiesa, infatti la qubba, le cupole rosse che la sovrastano, sono peculiarità dell’architettura islamica.

San Giovanni degli Eremiti è in realtà un complesso monumentale, immerso in un lussureggiante giardino, composto dalla “sala Araba ” a pianta rettangolare, vestigia forse della moschea preesistente, dalla Chiesa e dal chiostro.

La chiesa ha una pianta a croce commista a T, a navata unica sormontata da due delle cinque cupole rosse visibili all’esterno, le altre cupole invece ricoprono il transetto, di queste la cupola più alta rispetto alle altre fa da copertura al particolarissimo campanile aperto da finestre.

Il chiostro è a pianta rettangolare, una deliziosa serie di colonnine binate con capitelli a foglie d’acanto sormontati da archi a sesto acuto lo caratterizza e fa da cornice ad un bellissimo giardino interno.

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Avvocato riminacciato

Lettera di minacce con 3 proiettili, nuovo avvertimento per l’avvocato Panebianco

Scritto da redazione

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Tre proiettili appoggiati su un foglio di carta recante minacce di morte. Intimidazione bis per l’avvocato Giuseppe Panebianco, commissario liquidatore dell’Ato ambiente Cl2. E’ stato lo stesso legale ad accorgersi della presenza dei proiettili sul cofano della sua auto, denunciandone la presenza alle forze dell’ordine.

Sull’argomento il sindaco Angelo Fasulo ha espresso solidarietà al Commissario Giuseppe Panebianco. “Ci troviamo di fronte all’ennesimo atto vile contro un uomo che con grande dignità, coraggio e professionalità sta portando avanti un compito estremamente importante e delicato per la salute e l’igiene pubblica –ha detto il primo cittadino- condanniamo con forza questa vigliaccheria e restiamo accanto all’Avvocato Panebianco, convinti che non saranno certo questi episodi ad impedirgli di proseguire con ancora maggiore forza e determinazione nel percorso di legalità e di cambiamento già intrapreso da tempo”.

Da mesi nell’Ato si respira aria pesante. C’è una indagine in corso sulla presenza di microspie all’interno degli uffici di contrada Brucazzi, vertenze con i comuni non in regola e con alcuni lavoratori in scadenza di contratto. Un clima di tensione che potrebbe sfociare in avvertimenti più o meno espliciti come quello di ieri.

Anche La Sicilia ha riportato la notizia a firma di m.c.g.

Nuove minacce di morte per l’avv. Giuseppe Panebianco, commissario liquidatore dell’Ato Ambiente Cl 2. Ignoti avrebbero agito la otte scorsa lasciando sul cruscotto della Mercedes station wagon del professionista, posteggiata sotto casa, una lettera di minacce cui sono stati attaccati tre proiettili.
Sarebbe stato lo stesso commissario dell’ Ato ad accorgersi dell’ accaduto ieri mattina quando è uscito di casa per recarsi al lavoro. Panebianco abita in via Manzoni, una zona interessata da un fitto traffico di auto che da Caposoprano sono dirette verso il centro.
Così ieri mattina non è passata inosservata la presenza dei carabinieri sotto l’abitazione del commissario dell’AtoAmbiente Cl2. Anche il sindaco Fasulo, transitando con l’auto in via Manzoni, si è fermato per capire cosa fosse accaduto.
Pare che nella lettera con i proiettili vi fosse pure una foto di Panebianco accompagnata dalle minacce di morte. Non è la prima volta che accade. Almeno due gli episodi similari che si sono verificati nell’ arco di poco più di un anno. Attualmente all’Ato si vive una fase di stallo nell’ attesa che la Regione dia via libera al progetto del nuovo consorzio sui rifiuti mentre l’ attuale appalto scade ad agosto.

“Loro continuino pure a minacciare, io continuerò a fare ciò che ho fatto fino a settembre quando il mio mandato scadrà”.

E’ sereno l’avv. Giuseppe Panebianco, 42 anni, commissario liquidatore dell’ Ato Cl 2 all’ indomani della lettera minatoria con proiettili che ha trovato sul cruscotto della sua Mercedes posteggiata sotto casa in via Manzoni. Alle minacce c’è abituato ormai da quando è a capo dell’Ato. “Ma di recente non ne ho ricevuto, né ho avuto particolari fastidi”, dice.
Diverse le piste che si seguono ma è certo che l’ episodio è da considerarsi un gesto intimidatorio contro la linea seguita dal conmmissario nella gestione del’Ato. Panebianco, nonostante le sue condizioni non buone di salute (a giorni subirà un intervento chirurgico) ieri ha proseguito nel suo lavoro recandosi prima a Palermo per il nuovo progetto della raccolta dei rifiuti e nel pomeriggio in provincia di Trapani per l’acquisto di cassonetti di ferro e quindi a prova di incendio da usare a Gela dove di contenitori di plastica ne hanno incendiati tanti.

Numerosi gli attestati di stima giunti ieri a Panebianco a cominciare da quello del sindaco Fasulo. “Ci troviamo di fronte all’ennesimo atto vile contro un uomo che con grande dignità, coraggio e professionalità sta portando avanti un compito estremamente importante e delicato per la salute e l’igiene pubblica -ha detto il primo cittadino- condanniamo con forza questa vigliaccheria e restiamo accanto all’avv. Panebianco, convinti che non saranno certo questi episodi ad impedirgli di proseguire con ancora maggiore forza e determinazione nel percorso di legalità e di cambiamento già intrapreso da tempo”.

Il segretario provinciale del Partito Democratico Giuseppe Gallè, quello cittadino di Gela Carlo Romano, il capogruppo comunale del Pd Giuseppe Arancio e tutto il gruppo consiliare di Gela in una nota scrivono: “Non abbiamo nessuna voglia di accettare il perpetrarsi di minacce, intimidazioni a chi quotidianamente opera a Gela e in tutto il territorio con impegno, abnegazione, trasparenza. Sosteniamo con forza coloro i quali hanno intrapreso un percorso di legalità e cambiamento al servizio del nostro territorio, essenziali per la crescita civile e democratica della nostra comunità. Gli obiettivi ed i risultati prefissi si possono ottenere non lasciando soli quegli amministratori che operano esclusivamente per il bene comune”.

“Il percorso di legalità avviato dal commissario dell’Ato Ambiente avv. Panebianco non sarà fermato da questo ennesimo atto intimidatorio”: ha detto il deputato all’Ars del Pdl on. Raimondo Torregrossa.

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DENUNCIA IL MARITO VIOLENTO E SCOPRE CHE VIOLENTAVA LE FIGLIE

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Di donne che subiscono storie di maltrattamenti e di umiliazioni fisiche e psicologiche ne arrivano tante ai centri antiviolenza, anche a Catania. Ognuna con il proprio fardello di dolore e la disperata volontà di troncare con il passato e trovare serenità per sé e per i propri figli.

L’associazione contro la violenza sulle donne Thamaia intende costituirsi parte civile nel processo in corso contro un muratore che, per anni, ha maltrattato la propria moglie, oggi quasi quarantenne. La donna, casalinga catanese, ha subìto ogni tipo di umiliazioni e violenze fino a quando non ha rischiato di morire a causa di un martello che l’uomo le ha scagliato in testa. Solo allora ha trovato la forza di fuggire, di chiedere aiuto all’associazione Thamaia, di raccontare i fatti e chiedere un tetto e un riparo sicuro. Infine si è decisa a denunciare. Il processo, come detto, è in corso. Nel frattempo l’uomo, da cui si è separata, è agli arresti domiciliari in attesa di giudizio. Le accuse della donna, infatti, hanno trovato riscontro.

Di più. Nel corso del processo è emerso che la figlia minore, ancora bambina, era stata oggetto di attenzioni particolari da parte del padre che, la notte, la cercava compiendo atti di libidine. Accusa che il padre non ha respinto sostenendo l’assurda spiegazione secondo cui, poiché la bambina dormiva nel letto matrimoniale, tra lui e la moglie, la notte, nel sonno, la scambiava per la moglie. Come dire che ne abusava a sua insaputa. Solo quando è emersa questa storia anche la figlia più grande ha trovato il coraggio di raccontare che, da bambina, aveva subito la stessa esperienza e che, per terrore del padre, aveva preso l’abitudine di andare a letto con i jeans.

Da La Sicilia

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Nelle sabbie mobili

L’incubo dello spread

di Salvatore Curcio

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Ma sino a quando si potrà vivere con il fiato sospeso sperando che i mercati finanziari trovino la tranquillità, imposta da speculatori occulti, che, come noto, passa attraverso l’adozione di misure drastiche delle quali, nel nostro paese, sinora ne hanno pagato lo scotto solamente i soliti “fessi”, cioè  quei cittadini sui quali si abbatte da sempre e con facilità l’inesorabile scure fiscale (pensionati e lavoratori)?

Questa penso sia la domanda ricorrente sulla bocca degli italiani al momento alquanto disillusi dai provvedimenti adottati dal Prof .Monti e dai suoi ministri costretti, in verità, loro malgrado, a dover fare i conti con una casta politica cosi spregiudicata, sprecona e ligia dei propri privilegi da non trovarne una  uguale in nessun’altra parte del mondo ove esista un sistema veramente democratico e non solo a parole.

Se” la condicio sine qua non” che serva a rasserenare i mercati dipende essenzialmente dal raggiungimento del pareggio di bilancio, il cui indebitamento ha qualcosa di inverosimile data la lunga e miope politica fatta solo di sprechi e ruberie e non di misure lungimiranti, non si capisce perché non vengono adottate le seguenti misure per le quali non si richiedono grandi alchimie economiche :

A) Introduzione di una imposta patrimoniale, anche una tantum, che colpisca i redditi superiori a 100.000 euro con un prelievo di almeno il 10 per cento;
B) Dimezzamento da subito del numero dei parlamentari e non del 20 per cento di cui si discute in questi giorni;
C) Dimezzamento del numero dei militari attualmente in servizio atteso che mantenere un esercito cosi numeroso non serve a nulla in tempi di pace e ritiro dall’estero di tutti i soldati impegnati nelle operazioni c.d “ di pace “i cui costi raggiungono cifre vertiginose;
D) Abolizione dei numerosi Enti inutili dei quali, a parte l’enunciazione programmatica fatta al momento del suo insediamento, il Governo non  ne parla più;
E) Dismissione delle caserme ed tantissimi altri fabbricati dislocati in tutte le parti d’Italia ed allo stato totalmente inutilizzati se non addirittura abbandonati;

Ovviamente l’elenco potrebbe essere arricchito ancor più ma penso, che la gente comune si aspetta l’adozione immediata di  provvedimenti del tipo su esposto ritenendo che non sarà la modifica dell’art.18 e di quanto attualmente è all’esame dei signori Ministri tecnici che potranno far uscire il paese dalla attuale crisi che non lascia spiragli di speranza per nessuno.

Non può essere, infine, sottaciuta la necessità di un immediato e reale ricambio dell’intera classe politica  che per troppo tempo ha distrutto l’intera sistema”paese”; basti considerare che ogni giorno si allunga sempre più il numero degli indagati per corruzione e quant’altro  e che continuano imperterriti a sedere sui seggi parlamentari per nulla disposti a dimettersi (cosa che avviene solo in Italia e in nessun altro paese dell’euro zona e del mondo)!

Il resto, purtroppo, si riduce soltanto a teatrino, a  sole chiacchiere mentre nei fatti la gente per bene si toglie la vita assillata da uno spread  le cui altalenanti fibrillazioni hanno tolto le certezze, la tranquillità e la speranza a tutti e delle quali se ne aspetta con ansia la fine.

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Pietà moderna

di Samuel Aranda

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Una donna tiene tra le braccia un parente ferito all’interno di una moschea usata come ospedale da campo dai dimostranti contro la dittatura del presidente dello Yemen Ali Abdullah Saleh, durante gli scontri avvenuti nel paese nell’ottobre 2011.

Con questo scatto che tanto ricorda la scultura di Michelangelo, il fotografo spagnolo Samuel Aranda, classe 1979, si è aggiudicato il primo premio. Aranda fa il reporter di guerra dall’età di 19 anni: nella sua carriera ha documentato conflitti e problemi sociali in Spagna, Libano, Marocco, Iraq, Pakistan, Palestina, nella striscia di Gaza e nel Sahara occidentale.

Oltre 5200 fotografi in gara e più di 100 mila scatti si sono contesi il primato che è spettato quest’anno a questo reporter spagnolo.

Foto: Samuel Aranda – The New York Times – World Press Photo

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28 giugno 2012

“I bambini col cancro portino la croce”: le bestemmie della Binetti

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Credo che se la senatrice Binetti fosse vissuta in Palestina ai tempi di Ponzio Pilato, i vangeli sarebbero diversi: avrebbe strappato bestemmie pure a Cristo. Invece di andare da un buon terapeuta, questa seguace della massoneria cattolica, insiste nel voler essere un ennesimo cilicio per questo Paese.

Oggi ha superato se stessa  dichiarandosi contraria alla terapia del dolore per i bambini pazienti oncologici, “perché è giusto che anche loro portino la croce di Gesù”. Non è nemmeno commentabile, queste posizioni non hanno nulla a che fare con la religione, persino con quella simulazione rappresentata in pompa magna dalla casta cardinalizia, ma solo con la poca salute mentale della senatrice chiaramente affetta da schizofrenia di tipo paranoide, come ampiamente illustrata nel DSM IV. Anzi proprio la pietas cristiana imporrebbe di ricoverarla al più presto.

D’accordo che siamo di fronte a una sindrome diffusa nella casta , visto che anche la Fornero soffre dei medesimi sintomi e pretende che i lavoratori portino la croce prima di ottenere il lavoro. Ma francamente quando è troppo è troppo e dobbiamo chiederci a chi si debba l’elezione di questo avanzo di manicomio. Probabilmente  allo stesso che ha candidato Calearo. Il quale è ormai, a sua volta, un avanzo tout court.

Per fortuna a tutto questo c’è un sicuro rimedio farmacologico: calcinculina in dosi massicce per via intramuscolo. Una volta lontani dal potere che aggrava straordinariamente i sintomi, i pazienti migliorano e tornano quasi umani, perdono quel senso di onnipotenza che li induce alla pornolalia sociale e umana. Anche per i cittadini è un ristoro non dover pagare profumatamente per il loro mantenimento:  essere solidali con chi soffre di malattie mentali invalidanti in Parlamento è un dovere, a patto però di tenerli con la camicia di forza per impedire che aggrediscano la società italiana.

29 giugno 2012

La senatrice Binetti ha pubblicato questo messaggio sulla sua bacheca Facebook a smentire le affermazioni che ieri le erano state attribuite.

“Sto pensando ad una serie di messaggi appena ricevuti, in cui mi vengono attribuite affermazioni false, sul trattamneto del dolore nei bambini affetti da cancro, che sarebbe stato facilissimo verificare prima di buttarle in giro. Per altro con un linguaggio volgare che mi è del tutto estraneo, con chiunque mi trovi a parlare… anche in caso di dissenso.
In ogni caso ribadisco con chiarezza e fermezza che sono convinta che il dolore del bambino vada sempre trattato per poterlo eliminare, utilizzando l’intera gamma di farmaci a ns disposizione. Acacnto ai farmaci, i bambini come gli adulti, hanno bisogno di affetto, di attenzione e di compagnia, il gioco, la musicoteraia, la pet terapia sono tutte cose che li aiutano a sopportare meglio il loro dolore. In questo senso mi sono sempre espressa e ne fa fede tutto il dibattito parlamnetare che si è svolto durante la discussione e l’approazione della legge contro il dolore e sulla creazione di una rete per le cure palliative. Una rete speciale per i bambini.
Penso che una pò di sana e buona educazione aiuterebbe a capirsi meglio.
Questo è lo stile che desidero per il mio sito FB. si può dissentire sulle idee, ma lo si può fare meglio. In caso contrario non può esserci amicizia di nessun tipo!.

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Giù dalla scogliera

di Jenny E. Ros

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L’incredibile impresa di un orso affamato raccontata da Jenny E. Ross. L’orso affamato va in cerca di uccelli arrampicandosi su una scogliera a strapiombo.
Sopravviverà? E gli uccelli?

Tutte le foto dell’impresa dell’orso si trovano qui

Foto: Jenny E. Ross/rWorld Press Photo

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Disabili in altalena

«Dotiamo i parchi della città di altalene per disabili»

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Il consigliere comunale Pdl Manlio Messina, presidente della VII commissione consigliare, chiede all’amministrazione comunale catanese di installare nei parchi della città altalene adatte ai bambini disabili. «Occorre uno sforzo – sostiene Messina – un impegno concreto, per permettere a tutti i bambini di giocare allo stesso modo. Sarebbe bello se anche i bambini disabili avessero l’opportunità di divertirsi nei parchi pubblici».

Le altalene per disabili, come spiega lo stesso consigliere, sono composte da pedane in ferro di forma quadrata alla cui base ci sono dei clips che fissano saldamente le ruote della carrozzina e ai lati l’avvolgono in robuste fasce di tessuto (un esempio è dato dalla foto che pubblichiamo qui a fianco). «Dotare i nostri giardini di queste altalene – conclude il consigliere Manlio Messina – servirebbe a favorire il gioco e a promuovere la coesione tra bambini in un contesto spensierato e ludico».

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