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Archive for 12 giugno 2012

Cicero sotto scorta

I RISCHI DI CHI FA IL SUO DOVERE E S’IMPEGNA CONTRO LA MAFIA

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ALFONSO CICERO CON MARCO VENTURI

Il presidente dell’Area di sviluppo industriale di Caltanissetta, Alfonso Cicero, commissario straordinario nei consorzi industriali di Agrigento ed Enna, vive sotto scorta. Le misure di sicurezza adottate nei confronti del presidente dell’Asi nisseno, sono state prese qualche tempo fa, ma la notizia e’ trapelata solo ora.

“Si tratta di un soggetto a rischio”, dice l’assessore regionale alle Attivita’ produttive, Marco Venturi, “minacce, avvertimenti e avvisi subdoli non sono tardati ad arrivare. Cicero non va lasciato solo e per questo va tutelato. Da quando si e’ insediato nelle tre Asi, “sono state portate avanti delle politiche atte a ripristinare la legalita’ buttando fuori imprese colluse con la mafia. Si tratta di azioni dirompenti”, ha aggiunto Venturi che ha gia’ designato Cicero alla presidenza dell’Irsap, l’istituto regionale per lo sviluppo delle Attivita’ Produttive.

Michele Mancuso

Il presidente del Consiglio Provinciale di Caltanissetta dott. Michele Mancuso interviene in merito alla notizia della scorta al commissario Asi Alfonso Cicero: “Non solo solidarietà, ma soprattutto riconoscenza per il lavoro arduo e difficile che sta portando avanti. Non tutti, continua il presidente Mancuso, si è capaci di fare della cultura della legalità una bandiera di vita. La scelta dell’assessore Venturi per la prossima futura presidenza siciliana dell’Irsap è conferma dell’inizio di una nuova era sul fronte del contrasto al malaffare.

La crescita e lo sviluppo economico ed imprenditoriale di un territorio passa da scelte coraggiose e  radicali. Cicero con la sua intransigente direzione rappresenta ciò che la Sicilia ha bisogno: forti azioni di lotta che partano appunto dalla classe dirigente. Dobbiamo essere davvero orgogliosi come siciliani e prima ancora come nisseni che da questo territorio continui ad arrivare nuova linfa al contrasto alla criminalità organizzata a tutti i livelli.

Speriamo che anche la classe politica ed amministrativa sul territorio  possa cominciare a riflettere seriamente sulla opportunità di scegliere radicalmente da che parte stare. Questa provincia ha bisogno di uscire dal guado di una crisi di valori e di identità che logora sempre più i rapporti coi cittadini. Dobbiamo cominciare a pensare a come aiutare i nostri giovani a scommettere sul territorio, dobbiamo dare fiducia a chi trova il coraggio di rimanere. Tutto ciò non può che passare attraverso una cultura dell’antimafia e della  legalità capace di rialzare la qualità di chi si propone a rappresentare la cittadinanza.

«I consorzi Asi sono il passato remoto, rappresentano il sistema clientelare che ha consentito a certa politica di fare affari, anche loschi. Tutto questo finirà con l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (“Irsap”): burocrazia zero, taglio di circa 800 posti di sottogoverno con un risparmio di circa 4 milioni di euro, risposte celeri in tempi certi sono i punti forti di un organismo pensato per favorire la reale crescita e lo sviluppo»: lo dichiara l’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, secondo cui il “modello” Irsap agisce già come incubatore nei consorzi di Caltanissetta, Enna ed Agrigento: «Tre Asi – aggiunge – sull’orlo del dissesto finanziario e ora ricondotte sulla soglia della normalità attraverso una direttrice unica che passa da legalità, trasparenza e un “no” deciso alle collusioni di ogni tipo. Un’azione forte e rischiosa condotta da Alfonso Cicero, eletto presidente dell’Asi nisseno, e commissario straordinario ad Agrigento ed Enna e designato, per questo, come presidente dell’Irsap».

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«Quasi mille persone risultate “positive” tra le 29.795 sottoposte allo screening»

di Giuseppe Scibetta

Sarà il terzino sinistro del Catania Calcio, Giovanni Marchese, il nuovo “testimonial” della Campagna di prevenzione per la lotta ai tumori che il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta intende perseguire anche nei prossimi anni al fine di ridurre considerevolmente l’incidenza delle malattie tumorali nella nostra provincia.

da sinistra Sampieri, Marchese, Cantaro, Santino e Roccia

Marchese, che è nato a Caltanissetta (ma la sua famiglia vive a Delia) e compirà 28 anni il prossimo 17 ottobre, va ad aggiungersi a quanti negli ultimi due anni si sono resi disponibili con il loro volto e le loro parole a sensibilizzare la popolazione nissena ad effettuare lo “screening” che da due anni è stato riattivato per quanto riguarda la verifica dei possibili tumori alla mammella, alla cervice uterina ed al colon retto.

E quanto siano importanti – se non essenziali – questi controlli viene confermato dai dati che la dott.ssa Marcella Santino, responsabile del servizio screening, ha ricordato nel corso della presentazione del programma di prevenzione che si terrà su iniziativa dell’Asp nissena nei prossimi due anni: quasi mille delle trentamila persone che si sono sottoposte negli ultimi 24 mesi alle visite di controllo sono state trovate positive ai “test” effettuati, e almeno 300 di queste sarebbero andate incontro a brutte conseguenze.
Cifre agghiaccianti, che – come è stato ricordato più volte anche ieri dagli intervenuti – devono invogliare sia le donne che gli uomini a fare gli accertamenti del caso.

E a Caltanissetta in fatto di prevenzione della salute ormai sono stati raggiunti livelli assistenziali di primissimo ordine, in linea con le percentuali nazionali ed ancora superiore a quella di realtà come la provincia di Modena, dove le persone che si sono sottoposti allo screening sono state, l’anno scorso, in numero inferiore.

Negli ultimi due anni, cioè quando i servizi di prevenzione sono state riavviate dal direttore generale dell’Asp Cantaro con la collaborazione della stessa Santino, è stato possibile invitare ben 67.742 persone della provincia, 29.765 delle quali hanno scelto di fare lo screening e – tra queste ultime – 962 sono state trovate positive ai test effettuati. «Per raggiungere questi risultati – ha detto Paolo Cantaro – è stata fondamentale la collaborazione di tutti gli operatori, dei medici di Medicina di base, delle associazioni di volontariato e dei testimonial.

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Nuovo attacco ai vertici dell’Asp di Caltanissetta del deputato nazionale del Pdl Alessandro Pagano che prende spunto «dalla attività di promozione degli screening oncologici promossa dall’Asp» per sottolineare che si è trattato di «una vera e propria campagna di comunicazione con una intera squadra di calcio e relativi campioni che ha fatto bella mostra sulla stampa».

Alessandro Pagano

Di ciò, Pagano vuol cogliere l’aspetto positivo («la dott. Santino responsabile del servizio screening, è stata premiata in una convention sulla sanità a Palermo») ma poi si domanda: «I cittadini cui rivolgere le informazioni dove erano? E i medici di medicina generale? E i sindaci che potrebbero dare un supporto notevole alla mobilitazione attiva dei pazienti dove erano? Quindi, forse c’è stata un’operazione di immagine ma non di sostanza».

Quindi l’on. Pagano da la sua spiegazione dei risultati forniti: «Nel nostro territorio 29.795 persone sono state sottoposte a screening e 1000 di esse sono risultate positive. Grande successo dichiarato dall’Asp, ma di queste 1.000 persone con diagnosi positiva, quante sono state prese in carico e seguite nel successivo percorso terapeutico dalle strutture e dai professionisti dell’Asp, e quante invece si sono sentite abbandonate? Quante hanno preso l’aereo o il treno per andare in altre Asp del Paese e della Regione? Sono questi i dati che vorremmo conoscere. Il manager Cantaro dovrebbe spiegare tutto ciò. Perchè non si può dire che mancano infermieri, medici, operatori socio-sanitari perchè non ci sono soldi per concorsi e assunzioni e poi si sprecano tutti questi danari facendo fuggire i nostri pazienti verso altre Asp».

Secondo l’on. Pagano «è grave cantare vittoria così come abbiamo letto sui giornali quando in verità si è prestato un servizio parziale con solo due fasi dello screening, e precisamente: invito e diagnosi. Il Piano attuativo di prevenzione invece doveva comprendere queste azioni: 1) gli inviti, 2) l’accertamento diagnostico, 3) l’approfondimento diagnostico-terapeutico, 4) il follow-up (controllo), 5) la riabilitazione fisica e psicologica, 6) il reinserimento sociale».
«Insomma – continua l’esponente del Pdl – la gente ha bisogno di meno autocelebrazioni e più assistenza qualificata. Ricordo al direttore Cantaro e alla responsabile del servizio, dott. Santino, che in materia di prevenzione la vera comunicazione passa attraverso la credibilità, altro che premi autoreferenziali.

E visto che parliamo di Prevenzione evidenzio altri dubbi anche in materia di organizzazione dipartimentale. Le attività fondamentali per la salvaguardia la salute delle collettività e l’ambiente di vita e di lavoro, non trovano in questa Asp risposte adeguate.

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Gelati scomparsi

Che fine ha fatto… Eldorado?

yfin

Stabilire se i gelati industriali siano più buoni di quelli artigianali, o viceversa, è impossibile: ogni consumatore, com’è noto, ha le sue preferenze. Una cosa però è certa: i gelati confezionati, avendo nomi, forme e gusti specifici, hanno la capacità di imprimersi nella memoria di chi li mangia e diventare in alcuni casi dei veri e propri prodotti di culto, al punto da generare nostalgia quando non ci sono più.

A giudicare da quello che si legge sui forum di Internet, una marca di gelati industriali non più presente sul mercato ma ancora viva nei ricordi di molti consumatori italiani è la Eldorado.

Per molti anni, è stato il brand sotto il quale venivano commerciati prodotti molto popolari, soprattutto tra bambini e giovani, come il Cucciolone, il Calippo, il Piedone e il Camillino (questi ultimi due non più in produzione), solo per citarne alcuni. Poi, alla fine del secolo scorso, Eldorado è scomparsa ed è migrata definitivamente sotto Algida, il brand a cui si è accompagnata per più di 30 anni. Ma perché l’avventura di Eldorado è finita? Che fine hanno fatto i suoi gelati e le mascotte come EldoLeo? Yahoo! Finanza ha fatto una ricerca per scoprirlo.

La storia
La fonte delle informazioni è la Unilever, la multinazionale anglo-olandese che nel 1967 acquisì la Eldorado. All’epoca, Eldorado era un’azienda italiana di gelati già affermata che realizzava molti prodotti e che era riuscita a crearsi un’immagine solida sul mercato. Il target principale erano i bambini e l’acquisizione di Unilever era diretta proprio ad avere una presenza sul segmento di mercato rappresentato da quella fascia di età. Dall’anno successivo Eldorado, che rappresentava quindi la marca di gelati per bimbi, cominciò a essere presente sul mercato italiano congiuntamente agli altri due marchi di proprietà della Unilever: Algida, che era la marca di gelati per adulti con alle spalle una tradizione di circa vent’anni, e Soave, brand di gelati sempre per adulti ma più economica rispetto ad Algida e presente solo nel Centro-Sud.

Il successo e la scomparsa
Con il passaggio sotto la multinazionale, Eldorado diventò molto più nota in Italia anche grazie a un’attività di promozione più massiccia e a un aumento degli spot pubblicitari in Tv a livello nazionale. Alla fine degli anni ’60, in un periodo in cui il gelato industriale rappresentava il 70% del mercato (a differenza di dieci anni prima, quando l’artigianale era invece al 65%), il marchio Eldorado, insieme ad Algida, iniziò a competere con Motta e Alemagna, i due brand che all’epoca erano i leader del mercato. Poi, per circa 40 anni è rimasta tra i player principali del settore, “sfornando” gelati di successo pensati per i consumatori più piccoli ma apprezzati, in alcuni casi, anche dai più grandi. Qualche nome? I biscotti Camillino e Cucciolone, i ghiaccioli Calippo, Liuk, Lemonissimo e Fior di fragola e i gelati “con lo stecco” Squalo, Twister e Dottor Strabik. La storia di Eldorado è proseguita fino al 1997, l’ultimo anno in cui ha avuto un cartello dedicato. Nel 1998 il marchio è migrato sotto Algida, che ha ereditato anche alcuni dei suoi prodotti più di successo come il Cucciolone, il Liuk, il Fior di fragola, il Blob e il Calippo. Questi gelati, forti dell’apprezzamento ricevuto nell'”era Eldorado”, sono stati “salvati” da Algida e lasciati in produzione con le stesse caratteristiche.

Perché Eldorado è scomparsa? La scelta di Unilever è stata quella di convogliare tutti gli investimenti pubblicitari verso il marchio più forte, Algida, con l’obiettivo di raggiungere una maggiore popolarità a livello nazionale, salvaguardando però la differenziazione dei prodotti in base al target (in particolare, bambini e adulti).

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Biblioteca e Comune riuniti via radio

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La sede municipale è collegata in rete tramite antenne radio con la biblioteca.

Un sistema che, di recente, ha mostrato la necessità di essere sostituito in quanto malfunzionante, si pensa, a causa di fenomeni atmosferici. La biblioteca aveva pure problemi di collegamento ad internet.

Da qui la decisione dell’amministrazione di procedere alla installazione di nuove antenne per un nuovo sistema di trasmissione dei dati via radio tra Comune e Biblioteca, dove sono allocati altri servizi come quello del commercio e dei servizi scolastici.

L’amministrazione comunale, esperite le indagini di mercato, ha deciso di affidare alla ditta Scibetta Calogero di Milena l’installazione di un sistema trasmissione dati al prezzo di 500 euro oltre Iva.

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Monti… di nomine

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