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Archive for 7 giugno 2012

Sono iniziati mercoledì scorso i lavori per la sistemazione della pavimentazione della sede stradale della Via Nazionale, che stava cedendo in più punti vuoi per le infiltrazioni d’acqua, vuoi per la circolazione di mezzi pesanti.

Si tratta di un intervento che l’amministrazione comunale ha voluto mettere in atto al fine di mettere in sicurezza e migliorare un tratto viario particolarmente transitato del centro abitato milocchese come è quello facente capo alla via Nazionale.

Un’arteria viaria che rappresenta ormai un irrinunciabile punto di riferimento per i mezzi dei cittadini utenti nell’ambito di quello che è l’assetto viario cittadino.

In considerazione che si devono effettuare appositi lavori per la sistemazione della pavimentazione della sede stradale della via Nazionale, nel tratto che va dall’innesto della via Arturo Petix all’innesto della via Enrico Fermi, l’amministrazione comunale ha pertanto emesso una apposita ordinanza con la quale ha reso noto che, dalle ore 7 della giornata odierna e sino ad ultimazione dei lavori, questo tratto viario resterà chiuso al traffico veicolare.

A qualche decina di metri nello stesso tempo due operai del comune di Milena stanno per ultimare i lavori in via Fratelli Cervi dove vengono disegnate le strisce gialle che vietano la sosta davanti la casa paterna del giudice Giovanbattista Tona, magistrato molto impegnato nella educazione antimafia delle nuove generazioni ed in passato, quando era nel penale, in qualche importante processo.

Evidentemente non basta la scorta e la macchina blindata con cui viaggia, l’allarme non è cessato e quindi le misure prudenziali sono state estese anche quando viene a trovare i suoi parenti a Milena.

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…l’Italia s’è persa

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Tre Comuni e un solo segretario

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Il consiglio comunale di Bompensiere, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato la nuova convenzione per l’esercizio in forma associata del servizio di Segreteria tra i Comuni di Grotte, Montedoro e Bompensiere. Ne deriva che, d’ora in avanti, il comune bompensierino avrà una convenzione con il comune montedorese e con quello agrigentino per la gestione del servizio di segreteria comunale.

In precedenza, Bompensiere aveva stipulato una convenzione con i comuni di Montedoro e Milena, per cui, alla luce del provvedimento assunto, ha confermato la convenzione con il Comune di Montedoro, ma non con quello di Milena, il cui consiglio comunale ha espresso parere contrario.

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 Monti possibile indagato? “Manipolazione di mercato pluriaggravata e continuata”

 

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Sembra incredibile, ma basta andare su questa pagina della New York University, per avere conferma di qualcosa su cui tutti i media tacciono pur essendo di fatto una bomba: il premier italiano è membro del  Senior European Advisory Council of Moody’s. Vale a dire è tra coloro che contribuiscono a dare giudizi sulle aziende e sugli stati europei che poi l’agenzia di rating diffonde, causando a volte sfracelli. Siamo già molto oltre il conflitto di interessi, siamo al dramma e alla farsa di una democrazia.

Quanto alla possibilità di essere indagato deriva dall’inchiesta portata avanti dalla Procura di Trani fin dal 2010, su denuncia dell’Adusbef e della Federconsumatori: le due associazioni  si decisero a coinvolgere la magistratura dopo un report di Moody’s del 6 maggio 2010 che concludeva etichettando l’ Italia come “Paese a rischio”. L’inchiesta si è allargata poi alle altre agenzie di rating Fitch e Standars e Poor’s , anch’esse coinvolte in giudizi che hanno portato poi al degradarsi della situazione economica. Proprio in questi giorni l’inchiesta su S&B si è chiusa con l’ipotesi di reato di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata a carico di cinque persone: il presidente di Standard & Poor’s financial service Deven Sharma, il managing director del rating di Londra Yann Le Pallec, Eileen Zhang (di S&P Europe); Frankiln Crawford Gill e Moritz Kraemer della direzione europea del rating sui debiti sovrani. Secondo i magistrati queste persone, “attraverso descritti artifici, a carattere informativo – costituenti condotte solo in apparenza lecite, ma effettivamente illecite per come combinate fra loro, con modalità e tempi accuratamente pianificati – fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari, quindi agli investitori, un’informazione tendenziosa e distorta (come tale anche “falsata”) in merito all’affidabilità creditizia italiana ed alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano, per modo di disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore”.

Che le agenzie di rating fossero nient’altro che interessati ufficiali di rotta della speculazione finanziaria, pesci remora degli squali, pronti a cibarsi dei resti del banchetto, è assolutamente chiaro a chiunque, ma in questo caso i magistrati hanno ricostruito un filo  logico che rende difficile giustificare i giudizi come semplice “opinione”. E con l’imputazione di manipolazione di mercato sulla quale sarà chiamata ad esprimersi anche la Consob, S&B rischia il divieto di operare in Italia.

Questo però è solo un ramo dell’inchiesta, rimangono aperti quelli su Fitch e Moody’s. Senonché c’è un fatto clamoroso sebbene finora sconosciuto: il premier italiano è advisor  proprio di una di quelle agenzie di rating grazie anche alle quali si è creata quell’emergenza che lo ha portato a capo del governo. Per la verità qualche cosa riguardo a questa incredibile opacità era trapelata, ma a parte una citazione di questa singolare posizione del professor premier nella brochure di un convegno tenutosi in Bocconi nel 2006 (qui) era praticamente impossibile fare altri accertamenti. Ma ora la piccola biografia della New York University, aggiornata al 2011 e di certo non smentita, parrebbe indicare  che egli era ancora  nel consiglio di Moody’s  in tempi recentissimi e comunque all’epoca dei fatti di cui si occupa l’inchiesta dei magistrati di Trani.

Non so se Monti salendo a Palazzo Chigi, abbia avuto il buon gusto di rinunciare a sedere nel Senior European Advisory Council di Moody’s o se ne sia andato prima o sieda ancora tra i ben remunerati consigliori dell’agenzia di rating. Ma è stupefacente che un’intera classe politica non abbia sentito il bisogno di andare a fondo su un conflitto di questo genere e lo stesso Monti non paia avere la minima intenzione di chiarire il punto, affidandosi al silenzio dei media. Anche perché è evidente che aver collaborato a “una destabilizzazione dell’immagine, prestigio e affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari” come dicono i magistrati, per poi diventarne come se niente fosse il premier, in parte grazie ai giudizi di Moody’s,  appartiene alla peggiore storia possibile.

Certo è assai strano che dopo il declassamento di 26 banche italiani da parte di Moody’s che ha suscitato un  vespaio di reazioni dei partiti e indotto la Consob a convocare i responsabili dell’agenzia di rating, dal governo, così prodigo di dichiarazioni, consigli e fantasie, non è venuto un fiato.

Ecco cosa rimane della “trasparenza” promessa il primo giorno: il silenzio totale del protagonista e del Palazzo che gli tiene bordone, l’omertà complice dei media, la cecità di un Paese per il quale il premier e il suo governo sono la sabbia sotto la quale nascondere la testa. Se fossi in Moody’s darei una bella D: fallimento assicurato.

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Italiano «violentato»

L’Italiano «violentato» da iperbole e avverbi

di Roberto Cafiso

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Se le cose non sono sensazionali pare che di questi tempi valgano poco. Da qui il deturpamento della lingua italiana, violentata con iperbole, assolutismi e overdose di avverbi per ridondare il linguaggio che altrimenti appare poco incisivo.
Un uso da carta stampata o da telegiornali strillati e difatti i neologismi e i nuovi costrutti comunicativi arrivano sovente da lì e trovano una schiera di proseliti che utilizzano espressioni di cui sconoscono il significato.

La televisione condiziona a trend linguistici indifferenti all’appropriatezza del linguaggio e all’abuso di alcune espressioni. Tempo fa fu la volta del “non me ne può fregar de meno”, grossolana espressione romanesca mutuata nel linguaggio di tutti i giorni nell’intero stivale per dire semplicemente non mi interessa, non mi tocca, non è affar mio, mi è indifferente. Un tormentone a sproposito.

A seguire il “grazie” per dire si oppure no. Vuoi un po’ di sale? Grazie. Ma grazie sì o grazie no? Come se l’affermazione esplicita sapesse di poco o magari potesse, in questo caso, risultare diretta e rivelare subito l’ intento dell’interlocutore. Oggi è l’era dell’avverbio “assolutamente”, utilizzato all’inverosimile.
Il suo impiego è ancora una volta eccessivo e a un tempo vago. Sei disponibile a venire con noi? Assolutamente. Sei affaticato? Assolutamente. Puoi farmi un favore? Assolutamente. Anche qui c’è una risposta linguistica vaga ed incompleta.
Da un lato si omette di far seguire all’avverbio un’affermazione o una negazione, dall’altro non si comprende il perché occorra rispondere con sinonimi di tutto, di assoluto, di incondizionato a domande che non lo richiedono. Nello stravolgimento del significato autentico delle parole era già finito il termine “affatto” tempo fa. Dal suo significato letterale di appieno, totalmente o completamente, si era deciso di dargli soltanto e per sempre l’indebito contenuto di nient’affatto.

Il linguaggio si trasforma, ma svela il pensiero che lo sostiene e soprattutto parla dei modi comuni di pensare dei tempi. Le parole che diciamo mostrano atteggiamenti ed orientamenti mentali che si sostanziano in lessico che diventa la loro uniforme condivisa.
Nella società up tutto tende all’accesso e “Wow” si usa per descrivere meraviglia e stupore eccitato ad ogni evento in fondo nulla di più che paccottiglia. A braccetto le descrizioni esagerate utilizzando termini quale “tremendo”, “pazzesco”, “assurdo”, “inconcepibile” o “insopportabile”. Un modo di interpretare gli eventi pepandoli e aggiungendo sale, come fossero delle pop opere nelle puntate clou.
Ascoltando molta gente esprimersi così viene da pensare che le loro ampollosità espressive seguano una cadenza drogata, che percepisce una realtà suggestiva ma fuori misura. Le deformazioni ideativo – lessicali creano atteggiamenti e producono convinzioni su noi stessi e sugli altri. L’uso eccessivo ed inconsapevole delle parole ha effetti simili alla sottovalutazione della cannabis. Le parole creano dipendenza.
Se tutto è esagerato e pazzesco nulla in realtà lo è e l’abuso dei superlativi alla fine ridimensiona e sveste di significato ciò che vorremmo far diventare suggestivamente extralarge. Quando il linguaggio in qualche modo deborda la mente perde il suo equilibrio e la collettività viaggia sulle montagne russe delle convinzioni che non colgono il vero e che perciò destabilizzano.
Appropriarsi delle parole ben dette va di pari passo con un vivere più graduato e sereno, perché la moderazione addestra la gente ad un sano realismo dal quale spesso discendono equità , cooperazione e salute mentale.

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Spettapolare!

La luna e il sole come si vedono solo al Polo Nord

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