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Archive for 4 giugno 2012

LA DIFFERENZA TRA DUE PRESIDENTI

di Franco Bechis

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Quando Oscar Luigi Scalfaro arrivò al Quirinale, diede un occhio alla situazione economica (quella del 1992-93 era assai simile a quella di questi mesi), e prese due decisioni: per la festa della Repubblica al posto della parata militare si sarebbe svolta una rapida cerimonia deponendo una corona all’Altare della Patria, e da quell’anno sarebbe stato annullato il pantagruelico ricevimento delle varie caste nei giardini del Quirinale.

Quando Scalfaro decise la vera sobrietà, il palazzone del Colle aveva molti meno dipendenti di ora, e costava meno dalla metà. Sarebbe bastato a Napolitano guardare con umiltà quel precedente per cancellare nella situazione economica del paese 2012 sia il party che la parata senza nemmeno attendere di essere messo in imbarazzo per il terremoto dell’Emilia.

Il Capo dello Stato non lo ha fatto, evidentemente non avendo la stessa sensibilità di Scalfaro. Tenacemente ha voluto celebrare da re il suo ultimo party e la sua ultima parata…

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Leggi l’articolo integrale Nani, ballerine e trombati alla sobria festa del Quirinale

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Un anno senza star del pallone

Diamo un anno sabbatico ai divi del pallone

di Domenico Tempio

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Anche i miti hanno le loro debolezze.

Che Buffon amasse scommettere non è una novità. Lo aveva fatto nel 2006, lo ha ripetuto ora. Tra tanti scandali politici, tra corvi che volano persino sul Vaticano, non potevano essere immuni i piccoli grandi «eroi» del mondo del calcio dove i milioni girano al di sopra di ogni decenza.

Se dal punto di vista giudiziario forse Buffon non è incriminabile, dal punto di vista sportivo lo è certamente. Ai tesserati della Figc dal 2005 è proibito scommettere sul calcio. Ciò dispiace per Buffon, un grande portiere, un calciatore che ha agito da uomo quando la sua Juve pagò con la retrocessione lo scandalo che coinvolse il direttore generale Moggi e decise di rimanere nella casa madre, a differenza di chi, vedi Cannavaro, fece le valigie verso altri ricchi lidi. Si dice che il portiere della nazionale stia pagando a livello di immagine il suo sfogo dell’altro giorno contro il metodo usato dai Pm. «Sembra strano – accusò Buffon – che le telecamere e i giornalisti siano arrivati a Coverciano prima della polizia». E forse ha ragione perché le scommesse del portierone juventino sono datate tra gennaio e settembre 2010. Cioè lo scandalo, se di scandalo si tratta, è di due anni addietro.
Ma non è questo che oggi ci interessa. E’ marginale la «malattia» scommettitrice di Buffon, rispetto allo scandalo del calcio scommesse. Anche se si inserisce in un contesto di un mondo, quello del calcio, che diventa sempre più squallido.

Se ha destato scalpore l’esternazione prettamente personale di Mario Monti, perché nel suo ruolo di presidente del Consiglio doveva forse avere l’accortezza di valutare l’effetto che la sua dichiarazione poteva avere, dobbiamo però riconoscere che qualcosa va fatto. Lo stesso sfogo del vicepresidente della Figc, Demetrio Albertini, «basta siamo stanchi, questo è uno stillicidio», fa capire che la situazione è ormai poco governabile. Certo, privare gli italiani delle partite non è cosa da niente, però se per un anno, ed ecco una nostra modesta proposta, togliessimo dal campo non il pallone ma quelli che lo prendono a calci a suon di milioni, e lo affidassimo ai piedi dei giovani che ogni società alleva con ottimi risultati, forse potremmo accontentare i tifosi che potrebbero gradire la novità, e lo stesso business, compresi televisioni e totocalcio. Cosa fare dei professionisti della palla? Un anno sabbatico può fare bene anche a loro. Li disintossicherebbe da questi veleni creati da molti loro colleghi. Non sappiamo se per i calciatori esiste una cassa integrazione, come accade per i comuni mortali, ma in ogni caso a loro garanzia hanno dei contratti che per un anno andrebbero senz’altro ridimensionati. Del resto quasi tutte le società, soprattutto le più grandi, sono in grave crisi economica. L’anno sabbatico potrà giovare pure a loro.
Una provocazione? Giudicatela come volete, però qualcosa occorre fare per uscire da uno stillicidio che sembra senza fine. La nostra società è ammorbata da tanti mali, se ci mettiamo ora anche il calcio, sarà ancor più difficile far capire alla gente come questo Paese potrà uscire dal tunnel in cui si è infilato.

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 Maroni attacca Silvio: nel Pdl comanda lui Ed è una cattiva notizia

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“Ho capito che all’interno del Pdl è ancora Berlusconi che comanda e questa non è una buona notizia”.

E’ quanto afferma il triumviro della Lega Nord, Roberto Maroni, prima di dare il via alla seconda giornata dell’ottavo congresso nazionale della Lega lombarda che si tiene a Bergamo, in cui è stato eletto – dopo Salvini – un altro suo uomo: Tosi, il sindaco di Verona che ha prevalso con il 57% sul candidato di Bossi.

Maroni ha parlato anche del futuro della Lega: “C’è chi vuole distruggere la Lega perché è una anomalia del sistema. Il nostro compito è quello di smentire tutti questi gufi che dicono che la Lega è morta e oggi si può ricominciare. Sono fiducioso e ottimista che oggi si chiuda una pagina brutta e se ne apra una ancora più bella di quella che è stata la Lega nel passato con grandi successi e grandi soddisfazioni per tutti noi. Dobbiamo riprendere quella azione forte che la Lega ha sempre avuto perché il nostro obiettivo, la nostra ambizione, il nostro sogno è quello di diventare il primo partito del Nord prima delle elezioni politiche”. 

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Accadde 23 anni fa nella Cina popolare e democratica

da la Casa di Nando

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Il 4 giugno 1989 a Pechino in piazza Tienanmen i carri armati dell’esercito reprimono brutalmente la protesta degli studenti. I morti si conteranno a centinaia. Farà il giro del mondo la foto di un ragazzo solo che senza paura cerca di bloccare un carro armato.

La protesta di piazza Tien’anmen (nota in Cina come incidente di piazza Tien’anmen, in lingua cinese: 天安门事故, pinyin: Tiānānmén shìgù) fu una serie di dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali, operai nella Repubblica Popolare Cinese tra il 15 aprile ed il 4 giugno 1989. Simbolo della rivolta è considerato il rivoltoso sconosciuto che in totale solitudine e completamente disarmato affronta una colonna di carri armati: le fotografie che lo ritraggono sono popolari nel mondo intero e sono per molti un simbolo di lotta contro la tirannia.

L’evoluzione della protesta si può ripartire attraverso cinque episodi: il lutto, la sfida, la tregua, il confronto, il massacro.

Il lutto. Il 15 aprile 1989, Hu Yaobang morì per un arresto cardiaco. La protesta ebbe inizio in modo relativamente pacato, nascendo dal cordoglio nei confronti del politico, popolare tra i riformisti, e dalla richiesta al Partito di prendere una posizione ufficiale nei suoi confronti. La protesta divenne via via più intensa dopo le notizie dei primi scontri tra manifestanti e polizia. Gli studenti si convinsero allora che i mass media cinesi stessero distorcendo la natura delle loro azioni, che erano solamente volte a supportare la figura di Hu. Il 22 aprile, giorno dei funerali, gli studenti scesero in Piazza Tiananmen, nella città di Pechino, chiedendo di incontrare il Primo ministro Li Peng. La leadership comunista ed i media ufficiali ignorarono la protesta e per questo gli studenti proclamarono uno sciopero generale all’Università di Pechino. All’interno del PCC Zhao Ziyang, Segretario generale del Partito, era favorevole ad un’opposizione moderata e non violenta nei confronti della manifestazione, riportando il dibattito suscitato dagli studenti in ambiti istituzionali. Favorevole alla linea dura era invece Li Peng, Primo ministro, che era convinto che i manifestanti fossero manipolati da potenze straniere.

Egli, in particolare, approfittò dell’assenza di Zhao, che doveva recarsi in visita ufficiale in Corea del Nord, per diffondere le sue convinzioni. Si incontrò con Deng Xiaoping, che, nonostante si fosse ritirato da tutte le cariche più importanti (ma rimaneva Presidente della potente Commissione militare), restava un personaggio estremamente influente nella politica cinese; con lui, si accertò di avere una comunanza di vedute.

La sfida.

Il 26 aprile fu pubblicato sul Quotidiano del Popolo un editoriale a firma di Deng Xiaoping che accusava gli studenti di complottare contro lo stato e fomentare agitazioni di piazza. Questa dichiarazione fece infuriare gli studenti e il 27 aprile circa 50.000 studenti scesero nelle strade di Pechino, ignorando il pericolo di repressioni da parte delle autorità e richiedendo che si ritrattassero queste pesanti dichiarazioni; inoltre, i manifestanti avevano paura di essere puniti nel caso in cui la situazione fosse tornata alla normalità. Zhao, tornato dalla Corea del Nord tentò ancora di raffreddare gli animi.

Il 4 maggio (data simbolica in quanto richiamava il Movimento del 4 maggio 1919) circa 100.000 persone marciarono nelle strade di Pechino, chiedendo più libertà nei media e un dialogo formale tra le autorità del partito e una rappresentanza eletta dagli studenti.

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Venere passa davanti al sole il 5 giugno 2012, evento rarissimoPost

Scritto da Focus.it

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Non prendete impegni martedì sera, il prossimo 5 giugno: dopo la superluna della scorsa settimana (guarda qui le foto più belle) il cielo ci offrirà infatti uno spettacolo rarissimo e unico nel suo genere.

Potremo assistere a una parziale, anzi parzialissima, eclissi di Sole causata dal transito di Venere davanti alla nostra Stella. Ciò che si vedrà sarà un minuscolo puntino nero che si muoverà attraverso il disco solare.

L’evento, che a prima vista potrebbe sembrare banale e insignificante, è in realtà molto particolare dal punto di vista astronomico. Prima di tutto per la sua frequenza: questi transiti si manifestano due volte ogni secolo, a 8 anni di distanza uno dall’altro. L’ultimo si era verificato nel 2004.

E poi per l’importanza storica: nel XVIII secolo astronomi ed esploratori avevano organizzato imponenti spedizioni in ogni parte del globo per osservare i transti avvenuti nel 1761 e nel 1769. L’obiettivo degli scienziati dell’epoca era quello di misurare il tempo di transito del pianeta sul disco solare da diverse posizioni per ricavarne, con complessi procedimenti matematici, una misura corretta della distanza tra la Terra e il Sole.

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