«Qui regna un sovrano che accentra tutto nelle sue mani e ha tradito il progetto iniziale»
Carmelo Locurto
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Valenti e Dacquì
Serradifalco. «Ho accettato con entusiasmo l’incarico affidatomi dal sindaco; con il senno di poi tuttavia, ho capito che mi erano state affidate le deleghe più rischiose e sgradite da tutti, sindaco compreso, senza avere a disposizione né le risorse finanziare né quelle umane, intese come personale che mi collaborasse. Forse nella speranza di un mio insuccesso».
Così scrive l’ex assessore Francesco Valenti nella lettera di dimissioni protocollate ieri mattina al Comune.
L’ex assessore ha proseguito: «Ho cercato di dare il massimo e sono riuscito a far sì, con la disponibilità dei vertici dell’Ato Cl1, che nel nostro paese non esplodesse una vera emergenza rifiuti».
Valenti, parlando di «mancanza di collegialità in seno alla Giunta, mancanza di trasparenza, ostruzionismo messo in atto dal sindaco di concerto con il responsabile dell’Ufficio tecnico, mancanza di controlli interni da parte del segretario», ha poi rilevato come «ogni mia iniziativa, come per le discariche comunali (già in frana prima del mio insediamento), o per la raccolta differenziata, o per la richiesta riguardante la validità delle sedute di Giunta in assenza del suo plenum, sull’avere sollecitato iniziative a sostegno delle criticità ambientali, sia stata disattesa».
Valenti ha chiarito di aver percepito l’indennità «solo perché il sindaco assicurava che i conti del Comune erano a posto e, quindi, che era giusto che fosse percepita da tutti, compreso lui, tranne poi, quando tutti erano disposti a percepirla, fare marcia indietro. Forse perché aveva capito (senza, suo solito, comunicarlo a nessuno) che ormai la bufala dei “conti a posto” sarebbe venuta fuori quanto prima».
Parole durissime, quelle di Valenti che ha poi sottolineato: «Le mie dimissioni sono anche la conseguenza della mancanza di risposte concrete, e non fuorvianti, da parte del sindaco, alle numerose interrogazioni dei consiglieri comunali e da privati cittadini. Come, ad esempio, la richiesta di chiarimenti sulla gestione del teatro comunale “Antonio De Curtis ” e sul rendiconto della stagione teatrale 2013 e, ancora, sulla ricostituzione del corpo dei vigili urbani.
E sono anche conseguenza della volontà del sindaco d’accentrare tutto nelle sue mani, di decidere unilateralmente su ogni cosa senza averne le capacità politiche, amministrative e umane, svuotando la Giunta di ogni sua prerogativa».

Secondo Valenti «a Serradifalco, infatti, regna un sindaco-sovrano che ha tradito il progetto politico della coalizione “Semplicemente Serradifalco”, per il quale era stato eletto. E che, a conti fatti, non ha saputo o voluto realizzare nessuno degli obiettivi del programma, nonostante i numerosi tentativi, da parte di tutti i gruppi politici, di ricondurlo sulla via maestra; il sindaco ha preferito, in maniera sprovveduta e personalistica, scontrarsi con quanti si permettevano di criticarlo, piuttosto che fronteggiare l’evidente disastro economico del paese disattendendo anche quel famoso “Patto etico per la governabilità” che per primo aveva sottoscritto.
Ha preferito, di fatto, interrompere i rapporti politici anche con chi gli ha teso la mano, nonostante la vergognosa vicenda dell’indennità di carica da lui percepita di nascosto, con la complicità di qualche suo scudiero che spera, forse, in qualche remunerato ripescaggio al vertice dei servizi finanziari».
Valenti ha concluso: «La tragica situazione economica del bilancio comunale – che il sindaco ha tenuto nascosta fino a quando non è stato costretto ad approvare lo schema del bilancio di previsione per il 2013, con il quale ha dovuto dichiarare, a seguito della relazione del responsabile dei servizi finanziari del Comune, di doversi fare ricorso alla procedura di pre-dissesto – mi costringe oggi, non volendo continuare ad assumermi responsabilità che non mi appartengono, a decidere, con grande dispiacere, unitamente alla segreteria del Pd a mettermi da parte».
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«Non intendo dimettermi»
Carmelo Locurto
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Serradifalco. Con una tempistica da verificare, l’ormai ex assessore Francesco Valenti è stato licenziato dal sindaco con un atto di revoca nella stessa mattinata di ieri nella quale l’ex assessore ha presentato al protocollo del Comune la lettera di dimissioni.

il sindaco Dacquì con Pasquale Lalumia e Cettina Gibaldi
Alle 13, poi, il sindaco Giuseppe Maria Dacquì ha convocato una conferenza stampa alla presenza degli assessori Cettina Gibaldi e Pasquale Lalumia, rimasti nella sua Giunta.
Dacquì ha sottolineato: «L’incarico all’avv. Balistreri per difendere le ragioni del Comune in una mediazione con l’ing. Pecoraro è stato attribuito in continuità per una vicenda risalente al 1996; dopo di che, avendo il legale espresso un parere “pro veritate” e avendo l’ente basato tutti i pagamenti sull’interpretazione di quel parere, non si poteva non affidargli l’incarico. Semmai, a parte che è falso dire che il suo costo è di 20 mila euro (è invece di 2 mila euro per la mediazione e poi, eventualmente, di 5.450 euro oltre Iva), come mai Valenti, quando è stato chiamato a deliberare per incaricare l’avv. Stallone a difesa delle ragioni del Comune per la scuola crollata, ha fatto valere il principio della continuità dicendosi d’accordo nell’attribuire l’incarico ad un legale diverso da quello di Terre di Collina? ».
Secondo Dacquì: «la contestazione a questa delibera, in realtà, è del tutto pretestuosa». Il primo cittadino ha snocciolato i dati sulla partecipazione di Valenti alle sedute di Giunta: appena 3 in 23 sedute nel 2014 e 70 su 140 nel 2013. «La Giunta è convocata nelle forme più libere; in realtà, considerato il numero di assenze, ci siamo accorti di Valenti più quando era presente di quando era assente», ha sottolineato il sindaco, che ha poi aggiunto:
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