Le grandi sfide del terzo millennio
Salvatore Curcio
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Credo che questo primo scorcio del terzo millennio appena iniziato ci presenta uno scenario che oserei dire preoccupante e molto serio sia perché, a mio avviso, investe tutte le grandi potenze mondiali per il ruolo che dovranno svolgere ove si voglia realmente porre un freno a tali fenomeni devastanti e di notevolissima portata sia perché tocca da vicino ciascuno di noi che, obtorto collo, siamo i destinatari diretti e/o indiretti degli effetti che scaturiscono dalla gestione più o meno oculata di eventi di siffatta dimensione.
Ci si vuole riferire in primis all’immenso flusso migratorio che sta interessando in questo momento l’Europa e del quale sinora ha pagato un conto salato soltanto il nostro Paese a causa sia della sua collocazione geografica che per l’indifferenza sino ad ora praticata dalla maggior parte degli Stati europei che hanno lasciato praticamente solo lo Stato italiano nell’affrontare i gravosissimi problemi che discendono dall’arrivo sulle nostre coste di migliaia e migliaia di disperati molti dei quali, ahimè, spesso vanno incontro alla morte pur di raggiungere il continente europeo.
E che si tratti di un fenomeno che interessi l’intera Europa credo sia sotto gli occhi di tutti per cui i giudizi talora formulati da alcune frange della politica nostrana debbono iscriversi, secondo un mio modesto parere, nelle pagine della stupidaggine sia perché si tratta di un fatto dalle dimensioni gigantesche sia perché si tratta non di cose ma di persone che vanno aiutate ed accolte, di vite umane che vanno salvate.
C’è da augurarsi che l’inversione di tendenza dimostrata, anche se con notevole ritardo, da alcuni Stati europei, la Germania nello specifico, possa far desistere gli altri partners dalla folle politica della chiusura e dell’isolamento che, oltre che nuocere ai questi poveri disgraziati, arreca notevoli danni al processo di cambiamento dell’U.E medesima che così come è certamente non va bene anzi necessita di provvedimenti comunitari che ne cementino l’unificazione e ne rilancino il ruolo di potenza internazione che le compete nello scacchiere mondiale.
Altro problema che ci tocca da vicino è quello relativo all’ISIS da tutti sinora trascurato o sottovalutato mentre meritava di essere attenzionato sul nascere con l’evidente risultato che lo stesso, complice l’indifferenza di tutti, Europa e Onu etc, si è potuto espandere a dismisura tanto che, al momento, necessitano, a mio parere, provvedimenti e misure eccezionali prima che sia troppo tardi e si verifichino eccidi di massa come sinora accaduto nei territori dallo stesso occupati.
Per l’Italia, vuoi per la vicinanza alla Libia dove insiste la regia omicida e distruttiva del Califfato sia perché sede del Vaticano e della massima autorità della religione cattolica, il problema si presenta molto più delicato rispetto agli altri Stati europei per cui farebbero bene i nostri governanti, oltre ad occuparsene seriamente,ad adottare urgentemente misure idonee per la salvaguardia sia della vita dei cittadini che dell’immenso patrimonio architettonico ed artistico di cui lo Stato italiano dispone e che l’ISIS non fa mistero di voler distruggere come sinora fatto nei territori conquistati.
Ed infine, tralasciandone altri di minore importanza, non può esser sottaciuto il gravissimo fenomeno dei cambiamenti climatici che tanto danno arreca alle popolazioni di questo mondo martoriato, compresa l’Italia il cui assetto idrogeologico, a causa della sua conformazione, si presta tanto alle devastazioni catastrofiche che durante l’estate di quest’anno hanno interessato diverse zone del paese ed alle quali debbono esser destinate le risorse necessarie per la ricostruzione dei territori interessati ed adottate le misure necessarie per far sì che fatti di tal genere non debbono mai più verificarsi.