
Alessandra Giunta
L’inchiesta sull’assenteismo. Ben 18 indagati lavorano all’Ufficio tecnico, 14 della Polizia municipale
Sospesi dal Gip 32 comunali
Vincenzo Pane
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A due mesi dalla notifica degli avvisi di garanzia il gip Alessandra Giunta ha preso la sua decisione sui presunti casi di assenteismo al Comune: 32 dipendenti sospesi temporaneamente dal loro posto di lavoro e soltanto per tre di loro il giudice non ha ritenuto di dovere applicare alcuna misura, mentre per una delle indagate, nel frattempo deceduta, il gip ha emesso il provvedimento di non luogo a provvedere per morte del reo. Accolta dunque in parte la richiesta avanzata dalla Procura, che aveva sollecitato per venti indagati gli arresti domiciliari (misura non applicata dal gip) e per gli altri solo la sospensione dalle funzioni di dipendente pubblico.
Per 20 indagati il gip ha deciso la sospensione per un mese dal posto di lavoro, mentre per gli altri dodici la sospensione è dimezzata: quindici giorni senza poter lavorare. Ieri mattina, non appena i carabinieri della Compagnia di Caltanissetta hanno notificato i provvedimenti del gip, gli impiegati in servizio hanno firmato ed hanno lasciato il posto di lavoro, seguendo le disposizioni dell’autorità giudiziaria.
Una vicenda, quella venuta a galla due mesi fa, che ha scosso i componenti dell’Ufficio tecnico e del comando di Polizia Municipale vista la gravità delle accuse formulate dagli inquirenti. Per i magistrati diversi dipendenti avrebbero timbrato la loro presenza sul posto di lavoro strisciando il badge magnetico nella macchinetta che rileva l’orario di ingresso e di uscita, ma dopo aver fatto ciò si sarebbero allontanati. In altri casi alcuni dipendenti avrebbero strisciato i tesserini per conto di colleghi. Il tutto sarebbe stato documentato dalle microcamere installate dai carabinieri negli uffici comunali e l’indagine avrebbe preso il via dopo un accertamento riguardante una coppia di coniugi, entrambi dipendenti comunali, con il marito che avrebbe timbrato il badge anche per la moglie.
Diversi gli episodi che gli inquirenti ritengono di avere accertato, tutti risalenti tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 e che sono costati a vario titolo le imputazioni di truffa a danno della pubblica amministrazione e di falsa attestazione. Nel corso degli interrogatori resi al gip alcuni indagati hanno scelto di non rispondere, mentre altri hanno chiarito alcune condotte ed altri si sono difesi sostenendo che anche per le mansioni che svolgevano dovevano allontanarsi in quanto non svolgevano lavoro d’ufficio.
Nel febbraio 2013, sempre secondo quanto emerso dagli atti d’indagine, sembrerebbe che tra gli impiegati si fosse diffusa la voce che erano state installate delle videocamere e la situazione era quindi tornata alla normalità in quanto avrebbe cominciato a serpeggiare un certo timore tra gli impiegati.
Ora si attende che la Procura chiuda le indagini, scegliendo se chiedere o meno il rinvio a giudizio.
L’atto d’accusa del gip per i 32 dipendenti comunali sospesi per assenteismo: «È emersa la reiterazione delle condotte illecite»
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Parla di “regolarità” e “puntualità” nei presunti fenomeni di assenteismo il gip Alessandra Giunta nel provvedimento con cui ha deciso la sospensione di 32 impiegati comunali dal posto di lavoro e chiamati a rispondere a vario titolo delle accuse di truffa alla pubblica amministrazione e falsa attestazione.
Il giudice analizza nel dettaglio i vari episodi e soprattutto quella che sarebbe, secondo la tesi accusatoria, la condotta illecita che consisterebbe nel timbrare l’entrata e l’uscita per conto di altri colleghi, nell’allontanarsi dal posto di lavoro senza chiedere permessi o nel timbrare il cartellino nelle macchinette marcatempo poste in uffici diversi da quello in cui un dipendente è impiegato.
«Emerge la regolarità nella reiterazione delle condotte illecite dei dipendenti comunali – scrive il gip – i quali, suddivisi in gruppi di poche unità (da due a quattro) timbravano sistematicamente l’uno in luogo dell’altro facendo attenzione che chi timbrava l’ingresso per sé e per il collega poteva lasciare l’ufficio in anticipo poiché certo che la persona per la quale aveva timbrato, ed era giunta in ritardo in ufficio, avrebbe poi timbrato per entrambi all’orario previsto per l’uscita».
Proseguendo nella sua analisi della vicenda il giudice parla di condotta consolidata, di un abitudine praticamente fissa: «Si evince la puntualità della condotta illecita con gli impiegati che giungevano nella sede di servizio e si allontanavano dalla stessa prevalentemente nei medesimi orari con conseguente prevedibilità dei loro comportamenti illeciti, tanto da poter ritenere tale condotta consolidata nelle abitudini di ciascuno. Dall’analisi delle condotte degli indagati è emerso in maniera chiara come gli stessi costituissero un “gruppo di assenteisti”. Il carattere piuttosto diffuso delle condotte assenteiste dimostra che ci si trova di fronte ad un vero e proprio stile di vita lavorativo, evidentemente comune agli indagati e che appare realizzato con modalità sistematica».
Il giudice ha disposto un mese di sospensione per Loredana Gambino, Elena Antonella Garofalo, Graziella Ambrosini, Michela Anna Di Marco, Michele Consaga, Giorgio Salamanca, Giuseppe Indorato, Salvatore Longo, Giovanni Reina, Michele Gioè, Michela Angela Baiomazzola, Francesco Patermo, Nunzio Bennati, Salvatore Iorio, Giuseppe Schifano, Fausto Romano, Silvana Rando, Francesca Rosa Silvia Fardella, Sergio Vinicio Lomonaco e Michele Grisafi, mentre per due settimane sono stati sospesi Calogero Lupo, Lucio Giannavola, Giuseppina Campisi, Stefano Barba, Michela Lovetere, Andrea Marchese, Alessio Maria Buono, Giovanni Antonio Marchese, Fortunato Enrico Giannone, Angelo Maira ed Angelo Cartone.
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