Il Progetto Dreams del Circolo Pace e bene consegnato ai due candidati a sindaco
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Sabato sera poco dopo le 19 si è tenuto un partecipato incontro pubblico al Circolo Pace e bene.
Il presidente del circolo, Carmelo Vitellaro, collaborato dai suoi iscritti e dalla fidanzata Caterina Palumbo con la quale quest’anno convolerà a nozze (auguri anticipati), visibilmente emozionato ha accolto i due candidati a sindaco Alfonso Cipolla e Claudio Cipolla, ad alcuni componenti del consiglio comunale e della giunta.
E’ stato un evento democratico e utile tanto singolare quanto inusuale, nel segno del rispetto delle istituzioni.
Erano presenti alcuni presidenti ed esponenti delle associazioni locali e alcuni cittadini, in gran parte giovani; e questo fa ben sperare per il futuro del paese.
Il contenuto dei “sogni” era ben noto, in quanto agli stessi candidati era stato illustrato compiutamente nel dicembre scorso anche con slide, praticamente si tratta di numerose idee progettuali finalizzate a migliorare il nostro paese.
Il presidente ha tenuto anche a ribadire un lungo elenco di attività già svolte e soprattutto l’autonomia finanziaria del suo circolo che – sottolinea – non si avvale dei contributi dell’amministrazione economica nonché il continuo impegno socio-culturale.
I due candidati hanno accettato volentieri il librettino in cui sono illustrati i Dreams per migliorare la vita dei milenesi e ringraziato il presidente Carmelo Vitellato al quale hanno assicurato la massima disponibilità per rendere reali i sogni. Il presidente ha concluso con l’augurio sincero: “Vinca il migliore”.
Adesso la parola domenica e lunedì prossimi spetta agli elettori.
Tanti importanti temi trattati al Circo Pace e Bene
Cultura, Creatività, Economia, Via Francigena, Cinema, Volontariato, Associazionismo, Teatro. Milena dei sogni, 1° Parco Mondiale dello Stile Mediterraneo, Casa Sciascia, Opera poetica di Carmelo Vitellaro, Cena multiculturale, Concerto finale Sisgbro. Presenti studenti Erasmus. Un festival per teste pensanti e vista lunga.
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Guarda la RACCOLTA FOTOGRAFICA delle 2 giornate del MIFASOL/Milena Festival Sociale
“Albachiara” di Vasco Rossi “tradotta” in latino nel liceo Eschilo di Gela. E il rocker la posta sui social
Domenico Russello
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Dall’epica classica agli artisti di oggi, potenza della cultura e della musica. il passo può essere breve anzi brevissimo se di mezzo c’è l’amore per il canto e la musica, l’originalità di un’intuizione, l’immortalità della bellezza.
E così dalle aule del Liceo classico “Eschilo” di Gela alle Instagram stories di Vasco Rossi, seguito da oltre due milioni di followers e capace di abbracciare tre generazioni di fan, l’approdo diventa quasi naturale, seppur caratterizzato da emozioni forti e sorprendenti.
Nasce così la versione latina di “Albachiara”, uno dei capolavori del rocker emiliano, che l’istituto gelese ha lanciato lo scorso settembre in occasione della festa d’inizio anno scolastico.
Riavvolgiamo il nastro e torniamo dunque al primo giorno di scuola. C’è un gran caldo, ma la gioia di ritrovarsi insieme dopo l’estate (e dopo i tempi difficili che abbiamo vissuto), è grande. Dal palco dell’aula magna, gli studenti si esibiscono con leggerezza e semplicità, facendo brillare il loro talento. Angelo Bongiovanni, studente buterese, canta con la sua bella voce accompagnato al piano da un altro giovane liceale, il musicista Simone Scerra.
La melodia è famosissima, tutti la riconoscono immediatamente, ma le parole evocano altri suoni, altri mondi: è “Albachiara”, sì, ma tradotta in latino. A scriverla, durante alcune notti d’estate, sono state le docenti di latino e greco Lella Oresti e Concetta Massaro con un lavoro certosino, complesso, soprattutto per affinare la metrica testuale e accordarla a quella musicale. Ma dopo tanto impegno, la traduzione è stata completata.
E se l’Albachiara di Vasco diventa rossa se qualcuno la guarda ed è fantastica quando è assorta, la sua “consorella” latina non è da meno: «Si quis te videt erubescit / et mira cum defix(a) es / in nodis tuis, in curis tuis».
È a questo punto che un’altra magia subentra, quella dei social e della comunicazione online che abbatte tempi e distanze. Dal Liceo “Eschilo” il progetto è arrivato fino a Zocca, la cittadina del Modenese dove Vasco è nato. Un dialogo tra la prof. Oresti e Susanna Rossi Torri, assessore alla Cultura di Zocca, il desiderio di dar vita a un gemellaggio tra le due realtà e l’inattesa ma auspicata svolta: l’iniziativa viene condivisa direttamente con l’entourage di Vasco, che ha poi repostato su Instagram alcune news e fotografie realizzate a Gela proprio durante l’esibizione.
«Ascolto Vasco fin da bambino grazie a mio zio, sapere che l’artista sia a conoscenza di quello che abbiamo fatto mi fa piangere di gioia», ha detto il giovane cantante Bongiovanni. Ma ci sono altre storie nella storia. “Albachiara” è un inno alla semplicità, così sconosciuta a tanti giovani di oggi, proposto da una scuola che si dimostra figlia del suo tempo, capace di leggere e interpretare la modernità e non legata a metodi didattici del passato. Anche il latino è vivo, anche con il latino si può giocare e divertirsi parlando di emozioni e di bellezza, attraverso il canto e la musica.
«Un concerto rock trasmette entusiasmo ed empatia – dice la prof. Massaro -, così come faceva l’aedo, il cantore, figura vicina agli artisti del mondo di oggi. La musica può trasmettere valori importanti come quelli del mondo classico, valori che i ragazzi apprezzano quando vengono proposti nel modo giusto: bisogna stimolare la loro curiositas, puntando sul concetto di meraviglia».
«“Albachiara” presenta un modello di semplicità che non appartiene ai ragazzi di oggi – aggiunge la prof. Oresti, da sempre grande fan di Vasco – eppure può essere proprio il linguaggio universale della musica a dare loro la possibilità di riflettere su questo tema, di comprendere che forse c’è un equilibrio virtuoso che si può raggiungere».
L’esperienza della versione latina di “Albachiara” ha trasmesso grande entusiasmo alla scuola gelese. Tra le aule del liceo “Eschilo” non si parla che delle storie social ricondivise dall’artista e del possibile gemellaggio con Zocca, nel comune filo che unisce i due territori grazie all’amore per la musica e il “Komandante”.
«Per noi si tratta di una grande soddisfazione – ha spiegato il dirigente scolastico del liceo classico di Gela, Maurizio Tedesco, questa esperienza dimostra che si può rendere viva la lingua latina attraverso il gioco. Un progetto didattico che funziona, il segno di un liceo classico che sta al passo con i tempi e vuole dire la sua, sempre».
E chissà che un giorno, su un palco, davanti a decine di migliaia di fan in delirio, non sia proprio Vasco a cantare qualche verso di quell’Albachiara in latino nata per gioco al liceo classico “Eschilo”. Sarebbe un’altra grande magia, per chiudere il cerchio.
“Il Ponte sullo Stretto si può realizzare solo col progetto del 2005”
Gian Maria De Francesco
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«Il Ponte sullo Stretto a tre campate non si può fare e se si potesse realizzare, comporterebbe oneri pazzeschi». Enzo Siviero, massimo esperto italiano nella progettazione di ponti (ha insegnato Teoria delle Costruzioni alla Iuav di Venezia) e rettore dell’Università eCampus, ritiene che la soluzione a campata unica sia l’unica praticabile.
Professore, si può costruire un ponte a tre campate?
«La relazione della Commissione tecnico-scientifica del ministero delle Infrastrutture, pubblicata lo scorso anno, sostiene che il ponte a tre campate presumibilmente costa meno, una terminologia inadatta all’ambito scientifico dove ci si quantificano sempre i costi.
Posare i piloni nello Stretto di Messina significa lavorare con correnti che vanno da 3 a 8 nodi. Servirebbero i rimorchiatori solo per tenere le sonde. Il fondale è profondo oltre 100 metri in alcuni punti: a quella profondità non solo è quasi impossibile spianare la superficie, ma mancano anche i sistemi per il consolidamento del terreno che andrebbero sperimentati. Senza contare che la gestione dei materiali di scavo sarebbe un’impresa improba».
Ci sono altre problematiche, non è vero?
«I piloni sarebbero posati nei pressi di una decina di faglie in un’area a forte rischio sismico. Inoltre i blocchi di ancoraggio del Ponte a tre campate insisterebbero su zone abitate di Messina con un impatto mostruoso. Infine renderebbe molto più difficoltoso il transito delle navi, a differenza di quello a campata unica».
E allora perché un nuovo studio di fattibilità?
«L’ho detto anche al ministro Giovannini: questa operazione è nata perché il governo non vuole fare l’opera.
C’è un progetto definitivo che si può tradurre in esecutivo e che ha ottenuto tutti i nulla osta e le certificazioni prescritte salvo quella del ministero dell’Ambiente, preoccupato per il volo degli uccelli e delle rotte dei cetacei. Blocchiamo un’opera da 7 miliardi per i cetacei!».
I risultati dello studio non dovrebbero essere già stati pubblicati?
«È un paravento per portare avanti la questione. Hanno affidato a Rfi 50 milioni per la gara internazionale, serviranno tre mesi per bandirla e mi auguro che la vinca Italferr perché è una società italiana. Se tutto va bene, si finirà nel 2023, altrimenti nel 2025 nonostante un progetto preliminare approvato dal Cipe e circa 400 milioni già spesi per la progettazione senza nessun presupposto che giustifichi il cambio del progetto.
Come ho detto: è una questione politica determinata da chi non è favorevole al Ponte, come i grillini».
La soluzione monocampata, con una luce di 3.300 metri, è rischiosa?
«La sezione del Ponte come progettato è stata testata in dieci gallerie del vento, proprio per testare la deformazione indotta dal vento. Basti pensare che il Ponte è diventato il modello per tutti i ponti sospesi come quello realizzato sui Dardanelli.
E comunque il contractor è partecipato da società con grande esperienza sui ponti sospesi come la danese Cowi e l’italiana Webuild, con la supervisione dell’americana Parsons, una garanzia».
Domenica 27 marzo 2022 si è tenuto il 25° Gala della Fisarmonica a Porcieu in omaggio ad André Verchuren.
Un bellissmo pomeriggio ispirato al fisarmonicita Jérôme Richard che ha prrsentato bravissimi talenti: Michael Vigneau, Elodie Genovaud, Mathilde Royet, Isabelle Tournier, Nathalie Armanet e Sébastien Farge.
L’orchestra Alai Michel ha accompagnato questo talentuosi fisarmonicisti anche con il cantante Jose. Un ringraziamento particolare, un bravo ai volontari dell’associazione protezione animali.
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