Ripubblichiamo un articolo tratto dai Ricordi di Nonna Melina sul tradizionale menu della “tavulata” di San Giuseppe. Riviviamo com’era nel Novecento.
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I “Vicchiariaddri” di San Giseppi
Melina Cassenti
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La tradizione dei vecchierelli è molto antica.
Per una grazia invocata si faceva la promessa a S. Giuseppe di fare “la tavulata” il giorno 19 Marzo, festa del Santo.
I commensali venivano scelti fra i più poveri. La tavolata completa era di 13 invitati, ma il numero non era fisso, ma secondo la promessa e le condizioni economiche.
Si apparecchiava la tavola grande. Di fronte ad essa un’altra tavola veniva preparata con il quadro di S. Giuseppe e due candele che durante il pranzo venivano accese. Vi erano disposti tanti pani quanti erano i vecchierelli, e finito il pranzo venivano dati loro da portare a casa.
Si chiamava “truscitedda” il tovagliolo ripiegato e annodato dopo avere messo il pane, un finocchio, dei ceci tostati e un po’ di dolci.
Era tradizione assegnare ad ogni vecchierello un nome e un ruolo: un ragazzo era Gesù bambino, una giovane era la Madonna, un vecchietto era S. Giuseppe e poi c’era anche S. Pietro, un adulto che mangiava più degli altri, a Lui veniva passato quello che per gli altri era superfluo.

Il menù era il seguente:
- Arancia a pezzettini come antipasto.
- Minestra di riso.
- Pasta condita con salsa di pomodoro.
- Polpette di pane, formaggio e uova fritte e poi cotti nella salsa di pomodoro assieme alle patate.
- Frittata di finocchi selvatici, frittata di broccoli e baccalà.
- Per dolci venivano serviti le “spingi” di pasta, la pignolata e le “minnulicchie” anch’esse di pasta all’uovo e tagliate in piccole dimensioni e fritte, e le cassatelle con la ricotta.
- Ceci tostati e finocchi a coste.
Allora si facevano anche i “i vicchiariaddri con la “truscitedda”.
Chi non poteva fare la tavolata per motivi di salute o economiche dava ai poverelli un pane, un’arancia, un finocchio, un po’ di ceci tostati, qualche dolce e un po’ di denaro.
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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
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San Giuseppe, tu che sempre ti sei fidato di Dio, e hai fatto le tue scelte guidato dalla sua Provvidenza, insegnaci a non contare tanto sui nostri progetti, ma sul suo disegno d’amore.
Tu che vieni dalle periferie, aiutaci a convertire il nostro sguardo e a preferire ciò che il mondo scarta e mette ai margini.
Conforta chi si sente solo e sostieni chi si impegna in silenzio, per difendere la vita e la dignità umana.
Buona Domenica. W S, Giuseppe!
Auguri a tutti i papà.
DVB P. PAOLINO SAIA
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