Il 5 febbraio è Sant’Agata! Vicina al mio cuore per tanti motivi.
Petrus de Savoie
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Sant’Agata
Sant’Agata è la patrona della città catanese e dei siciliani in generale.
E’ anche la patrona del borgo di Sant’Agata in Calabria culla di tutta la mia famiglia (villaggio completamente distrutto da un terribile terremoto nel giorno della sua festa il 5 febbraio 1783).
Sant’Agata è anche conosciuta dai savoiardi. Oltre ad essere la patrona delle tate, è anche la patrona delle guide alpine e dei maestri da sci.
La storia di questa santa martire si svolge tra il 230 e il 251 anno in cui è stata martirizzata.
Nata a Catanese, da una nobile famiglia, Agata era una gran bella donna che aveva dedicato la sua vita a Dio. Quintien, Console di Sicilia chiese di sposarla. Avendo rifiutato questo matrimonio, Agata è stata torturata fino alla sua morte.
Agata è spesso rappresentata con un piatto dove porta i suoi seni che le sono stati strappati. Quando morì, un terribile terremoto scosse l’intera città di Catanese. Secondo la leggenda, un anno dopo la morte, l’Etna erutta, la sua lava si riversa fino a Catana. Gli abitanti del posto hanno preso il velo di Agata, steso davanti al flusso lavico, che si è fermato immediatamente, risparmiando così la città.
Da allora usiamo il suo nome per proteggerci da terremoti, eruzioni vulcaniche o incendi.

Brioche de Saint-Genix
In Savoia il culto di Sant’Agata risale al 1713 quando quello dei Savoia annesse la Sicilia. Nasce così la famosa brioche di Saint-Genix (nome del borgo savoiardo dove è stata creata), dal pasticcere Pierre Labully.
Una briosche a forma di seno di Sant’Agata, sangue immacolato rappresentato dalle famose praline rosse. Esistono anche altri panini meno famosi, come la mano di Sant’Agata.
Le brioches le trovate anche in Sicilia e in particolare a Catanese detta minuzzo (petto piccolo in siciliano) o minne di Sant’Agata ripiene di ricotta, frutta candita, pistacchi e guarnite con ciliegia candita.
Oltre la tradizione culinaria, Sant’Agata fu implorata nei villaggi rurali di proteggersi dagli incendi. Erano comuni, spesso causati dalla fermentazione del fieno immagazzinato nei fenili.

Sainte Agathe à Bessans
Sant’Agata si celebra in Savoia perché è anche la patrona degli infermieri, non le baby-sitter di oggi ma praticamente quelle che allattavano. Nel XVII e XVIII secolo le contadine savoiarde, con le loro tette opulente, erano molto richieste e stimate a Parigi; mentre uomini in gamba pulivano i camini di Parigi, le donne si guadagnavano da vivere allattando i neonati della capitale.
La tradizione savoiarda vuole che le donne si riuniscano nei villaggi il 5 febbraio per condividere un pasto e attività tra loro, senza gli uomini. Si chiamano le Agathine.
Si potrebbero ancora raccontare tante storie su Sant’Agata, tra cui che potrebbe essere anche la fonte della giornata dei diritti della donna, ma smetto di parlare (o meglio scrivere) e vi lascio queste poche foto.
Sant’Agata, una sacra femminista!
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