I nuovi Partigiani del rave alla canna del gas
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DECRETO ANTI-RAVE. MACCHÉ LIBERTICIDA, MATTARELLA LO HA FIRMATO: MALEDETTO AUTOGRAFO!

Vi siete meravigliati ? Davvero vi sorprendono gli alti lai delle opposizioni contro il decreto-legge varato dal governo per contrastare i raduni illegali ? Vi hanno colpito gli spari di benvenuto e la web-veemenza con cui é stato accolto dalle minoranze un esecutivo appena insediato ? A me no. Mi é tutto chiaro. Politicamente. E lo sarà pure a voi, se raccogliete il filo rosso che lega il decreto a un “fatto” e a un “atto”. E a un autografo. Vabbè, vi devo spiegare tutto ?
Conte e il filo rosso col “caso Sapienza”
Il “fatto” é accaduto la scorsa settimana, alla “Sapienza”. Sapete, no ? Un episodio così chiaro: si é cercato di impedire a un’associazione di giovani universitari (libertà di associazione), a un giornalista (libertà di stampa), a un deputato (libertà parlamentari) di esserci. E di dire la loro. Ve l’ho narrata come non l’avete letta altrove, lo so. “Non accettiamo – hanno motivato i contestatori – che le nostre università diventino spazio di propaganda fascista e capitalista”. Il proclama si proclama da solo. Che devo commentare ? La polizia ? Ha fatto la polizia; ha garantito il “diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi”: c’è bisogno di ricordare l’articolo 17 della Costituzione? Sì, c’è bisogno. A Giuseppe Conte, ad esempio, che con affermazioni che fanno venire “i brividi” – disambiguo io le sue parole – in bocca a uno che ha fatto il capo del governo: si é schierato con chi voleva “impedire”, non con i minacciati di essere “impediti”. E contro i poliziotti descritti come “manganellatori”, non tutori dell’ordine pubblico. Perché ? Come perché ? Gliela dà a bere al popolo di sinistra. Cosa ? Acqua di Lete: macché minerale, che avete capito ? Del fiume dell’oblio. E “libertà”. Ora é a “capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo”, il popolo progressista. Trovate tutto nella Repubblica. Di Platone, non di Molinari. Suvvia, Conte vuole sorpassare Letta. Come ? Facendo scordare il suo passato salviniano. Fa l’estremo “sinistro”. Si é scatenato. Sul “caso Sapienza” prima. E ora contro il decreto-Piantedosi. Ecco.
Opposizioni mute su ergastolo ostativo
E l’”atto” ? Come, quale atto ? L’altro decreto. Ah, allora voi che siete sempre connessi, non connettete le questioni ? Il decreto sull’ergastolo ostativo. Eh sì, quello: é andato storto ai “contras”. Non lo criticano. E come potevano ? Sì, lo so, la Meloni dovrà fare fronte: alla Consulta, ai penalisti, ai giureconsulti, alla varia umanità garantista e sansonettiana. Farà lo slalom. É brava. Intanto porta a casa la coerenza. Su “legge e ordine”. E anche un pezzo di “egemonia” gramsciana o di “primato” giobertiano, fate voi; bel tema, eh, ma ne parliamo un’altra volta. Intanto, pure Travaglio la plaude. E Conte e Letta ? Che potevano dire ? Muti sono: il governo si é guadagnato grande credito di legalità e “antimafia”. É inattaccabile su quel fronte. Che potevano fare ? Dovevano recuperare, reagire. E così si sono buttati sul “delirio” (rave). É la parola ad averli fascinati ? Forse. Certo é che sia Letta che Conte, nella foga di riprendersi , hanno commesso un po’ di errori. Il più blu: l’hanno buttata sulla volontà liberticida del governo e della premier. “Questa è una norma da ‘stato di polizia’”, grida il leader del M5S. “È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione“, lo insegue Letta: ne chiede addirittura il ritiro. Bum. Ehi, non crederete che io mi metta a elencare il perché e il per come hanno torto sul piano giuridico. Non potete pretenderlo da me. Qualcosa so, ma non é roba mia. Pane per denti giurisperitali. Ne troverete, eccome. Tastate, leggete, ascoltate.
Stato di polizia ? Sul decreto nessuna obiezione dal Quirinale.
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