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Archive for luglio 2021

Questa sera e domani mattina i cittadini di Milena potranno firmare i Referendum sulla giustizia.

In piazza Garibaldi troveranno i consiglieri comunali di “Milena Domani” disponibili ad autenticare le  firme.

referendum

Successivamente potranno concordare un appuntamento telefonico.

 

 

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Milena viene prima di ogni cosa!

Alfonso Cipolla

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mancuso ars

Michele Mancuso

Non sono tante le città e i paesi vicini che possono vantarsi di avere un concittadino che diventa deputato regionale. Milena è tra i pochi fortunati ad avere l’onorevole “paesano” che può adoperarsi per il poprio paese e portargli qualche sicuro vantaggio.

Nel 2017 Milena arrivò ad avere anche una donna assessore regionale, Mariella Ippolito, e l’anno passato addirittura un ministro della Repubblica, Peppe Provenzano, che dovette lasciare il posto al suo referente politico con la crisi che portò alle dimissioni di Conte e alla nomina di Draghi.

Sia il deputato regionale che l’assessore regionale non furono ufficialmete ricevuti e omaggiati dal sindaco e dal consiglio comunale di allora. Lo fu invece Peppe Provenzano, com’era giusto e doveroso. Questoni di simpatie e antipatie che comunque dovrebbero essere bandite dal galateo istituzionale.

Ma torniamo al deputato Mancuso, talmente stimato dall’attuale amministrazione da non venire chiamato né “onorevole” né con il nome e cognome ma con un generico “paesano”, così è stato individuato dal sindaco durante l’ultimo consiglio comunale.

Mancuso, Michele per gli amici, merita davvero questo maltrattamento? Ha forse fatto pesare la sua appartenenza al centrodestra, l’essersi schierato contro nelle passate elezioni amministrative, ha cercato di impedire o rallentare finanziamenti dovuti al comune di Milena?

cifalma

Alfonso Cipolla – Marco Falcone – Michele Mancuso

No! Non solo non si è comportato da “nemico” ma ha fatto di più, molto di più: finita la campagna elettorale, si è messo ripetutamente a disposizione del sindaco e dell’amministrazione comunale, rischiando anche di inimicarsi i suoi elettori.

Lo ha fatto in occasione della piazza nuova e del restauro del campanile della chiesa.

Lo ha rifatto nella vicenda che ha portato ad escludere la miniera di Milena individuata come sito di stoccaggio dell’amianto e ora riproposta alla produzione della kainite.

Lo ha fatto ancora una volta recentemente invitando il Sindaco a chiedere il rinnovamento del campo di calcio e degli impianti sportivi e, ultimamente la manutenzione straordinaria e l’ammodernamento delle opere di urbanizzazione del centro urbano.

Uno così andrebbe volgarmente chiamato “paesano” o piuttosto con il suo nome e cognome se proprio non lo si voglia chiamare “onorevole”?

E’ successo più volte, ricordo i risolini in consiglio comunale quando il progetto della piazza nuova fu ammesso ma poi non finanziato. E’ successo ancora ieri. E non dovrebbe succedere più. Il rispetto va portato a tutti e sempre. Specie a chi si spende per la sua Milena e riesce a portarvi migliaia e migliaia di euro che fanno girare l’economia del paese e rinnovarne le strutture.

La risposta del “paesano” non si è fatta attendere. E’ arrivata proprio ieri come al solito con i fatti, proveniente direttamente da Palermo: il  deputato ci informa (e noi informiamo tutta la cittadinanza) che si è interessato a far concedere un altro contributo al comune di Milena.

falcone montedoro

Giova ricordare agli “ignoranti” che il nostro “paesano” è componente segretario della Commissione regionale Bilancio, è deputato di Forza Italia e collega di Marco Falcone, assessore regionale alla viabilità del Governo Musumeci.

L’assessore Falcone è ben noto ai cittadini milenesi, come anche ai sindaci e ai presidenti del consiglio di Bompensiere, Milena, Montedoro Mussomeli e altri comuni del circondario. Li ha aiutato tutti nonostante non facciano parte del suo collegio elettorale.

Marco Falcone ha tenuto a precisare, a proposito della piazza e del campanile e di questo nuovo finanziamento per sistemare alcune vie del centro di Milena, che è particolarmente legato al nostro paese che è a cuore anche del Presidente della Regione Siciliana.

Quello che segue è il comunicato dell’on.le deputato regionale Michele Mancuso:

musumeci mancusoDopo il decreto di finanziamento della piazza Garibaldi per 465mila euro, mi pregio di aver portato avanti e fatto approvare altri 12,5 milioni sui fondi FSC 2021/2027.

Ho fatto inserire quasi 800 mila euro per la sistemazione della rete urbana del comune di Milena che, nei prossimi anni, vedrà finanziati tanti progetti quanti il Comune ne presenterà di esecutivi.

Nei mesi avvenire finalmente vedremo realizzare anche interventi sulla viabilità che rappresentano la vera priorità per il nostro territorio. Affermo questo perché Milena, come tutti i comuni, può godere della opportunità del Governo Musumeci e di una maggioranza parlamentare attenta alle esigenze del territorio.

sinEcco i fatti che, forse, danno talmente fastidio ad alcuni al punto di portarli a chiamarlo “paesano”… ma forse siamo noi a non capire che “paesano” sia meglio assai di onorevole deputato e che quei sorrisetti dei consiglieri di maggioranza non siano di scherno ma di grande contentezza e immensa gratitudine….

L’abbiamo fatta un po’ lunga ma, credete, ne valeva la pena perché é insopportabile non vedere ringraziato un politico che con i fatti sta portando, con l’appoggio convinto degli esponenti del centrodestra locale, contributi che faranno girare l’economia, porteranno benessere ed occupazione al nostro paese.

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«Discriminata e osteggiata perché cieca»

FRANCESCO DI MARE

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Essere unici al giorno d’oggi è difficile, soprattutto nel bene. C’è chi s’impegna ogni giorno per esserlo nella vita e nel lavoro, ma c’è poi chi questa unicità l’ha avuta consegnata dal destino. In questo caso, un destino bastardo, cattivo, inesorabile che a Viviana Randazzo ha fatto conoscere quanto sia difficile vivere senza vedere. Vedere con gli occhi s’intende, a differenza del cuore e della testa che vedono anche oltre certi ostacoli.

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Viviana è di Agrigento, ha 35 anni, è non vedente ed è, attualmente, l’unica insegnante italiana di Latino e Greco cieca. «Puoi chiamarmi cieca non ti preoccupare, non mi offendo» dice, seduti attorno a un tavolo del bar Saito, accanto municipio della città dei Templi. La storia di questa giovane donna agrigentina è davvero emblematica di come si possano ottenere straordinari risultati nella vita, a dispetto dell’indifferenza e, soprattutto, dell’intolleranza verso i diversamente abili.

Viviana, da dove cominciamo?
«Da come sono diventata cieca, anzi da come mi hanno fatto diventare cieca. Sono nata prematura al sesto mese, mi hanno messo nell’incubatrice e intubata, ma non seppero dosare l’ossigeno, causando il distacco della retina. Il distacco si scoprì quando avevo compiuto sei mesi, perché prima pensavano che ci vedessi bene e fossi solo capricciosa. I miei genitori ovviamente fecero causa all’ospedale, e oggi sono qui, a raccontarvi la mia vita da cieca che insegna nei licei».

Prima, però, un cenno ai genitori non lo facciamo?
«Mia madre Giusy e mio padre Pino sono eccezionali. Mio padre mi segue nella mia crescita umana e professionale, ancora oggi è il mio assistente d’aula. Quando sono andata all’Università è andato in pensione per potermi seguire negli studi. Mi sono laureata con 110 e lode alla Cattolica di Milano in Lettere Antiche e a settembre dello stesso anno, il 2017 ho iniziato a insegnare al Pitagora di Agrigento».
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Di strada nei hai fatta…
«Mi trasferii a Milano con una supplenza all’istituto Tito Livio per insegnare, ovviamente Latino e Greco. L’impatto fu bellissimo, mio padre stava con me in classe per aiutarmi nello svolgimento delle lezioni. E’ una figura indispensabile,
trattandosi della figura di assistente d’aula, prevista dalle norme».

Papà Pino infatti ha deciso di trascorrere il resto della propria vita al fianco di questa figlia che dal dramma della disabilità permanente, causata da un errore medico, seppe quasi contagiarlo con la propria voglia di vivere e sfondare
nella vita. Pino Randazzo, nato a Milena nel nisseno, dopo una vita in banca è sempre al fianco di Viviana, in classe come al bar, anche se durante l’intervista ha voluto allontanarsi, all’insegna dell’umiltà dei grandi.

Il tuo girovagare nelle scuole sotto la Madonnina è continuato, ma non sono state tutte rose e fiori…
«Andai poi al magistrale “Carlo Tenca, sempre di Milano dove però le cose cominciarono ad andare male per i rapporti con alcuni colleghi. Quindi in due dei Licei più famosi d’Italia. Mi accorsi che molti alunni erano insofferenti ed evidentemente qualcuno di loro ne parlò coi genitori che andarono a lamentarsi dal preside, ritenendomi troppo rigida e che davo voti troppo bassi. Un giorno il preside venne in classe e mi disse che voleva verificare come insegnassi. Fu
davvero un brutto momento, ci rimasi malissimo».

Nel febbraio del 2018 passasti all’altro liceo top del capoluogo lombardo…
«Esatto, qui avevo una classe che doveva fare la maturità e anche qui alcuni scappavano dal preside perché non gradivano i voti bassi, perché non erano contenti del voto. In queste scuole dare voti bassi non è, diciamo, usuale».

Questi atteggiamenti nei tuoi confronti a cosa pensi siano dovuti?
v1«Al fatto che sono cieca. C’è troppa ostilità. Alcuni, anche in una delle scuole in cui ho insegnato a Milano, mi hanno detto che la laurea me l’avevano regalata. Se il 4 lo metto io è discutibile, mentre se il 4 lo mette un vedente tutto passa in carrozza e non si discute con la stessa virulenza.

Non è giusto. Io ho studiato e studio, sono laureata, ho già la mia esperienza e in Italia non si può parlare ancora di intolleranza verso i docenti non vedenti. Quelli dell’Unione italiana ciechi sono attenti a tante categorie, ma non ai docenti non vedenti. E dire che Omero era cieco. Non voglio essere commiserata, voglio stimolare tutti sulla possibilità che ognuno può avere nella vita, impegnandosi in qualcosa.

C’è troppa ignoranza nel nostro paese, ci sono ragazzi che non conoscono la storia, non sanno cosa sia “Il Gattopardo”, pensano che Pirandello sia di Siracusa. Io non mi sento l’insegnante più brava del mondo, ma mi sento come se avessi le gambe legate – tra l’altro vado anche in bicicletta – non posso tirare fuori dai ragazzi quello che vorrei. Voglio continuare a insegnare, ovviamente nei Licei, perché è bellissimo».

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La Regione assicura il finanziamento per l’apertura del Museo Civico archeologico di Palma di Montechiaro

Filippo Bellia

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XOANA da Palma di Montechiaro (Ag).  Statuette femminili di tradizione dedalica intagliate nel legno di cipresso e di pioppo, fine VII sec. – inizi VI sec. a.C.

E’ stato assicurato un finanziamento di oltre 500 mila euro da parte dell’Assessorato ai Beni Culturali guidato da Alberto Samonà per consentire l’apertura del Museo Civico archeologico di Palma di Montechiaro nella sede dell’ex Carcere Mandamentale attigua al Palazzo Ducale con la realizzazione dei sistemi di sicurezza e delle vetrine e la catalogazione dei reperti che arricchiranno la struttura, fatta ristrutturare nel 2000 dall’ex sindaco Rosario Gallo.

Lo ha assicurato il sindaco Srefano Castellino il quale ormai è fermamente deciso di offrire alla cittadina che amministra con grande impegno e lungimiranza da quasi quattro anni,ad offrire al territorio un’altra importante opportunità per incrementare il turismo che già ha avuto un particolare rilievo con le tante iniziative culturali promosse in questi ultimi anni.

Il primo cittadino palmese’ ha confermato che il Museo Civico archeologico sarà intitolato al grande archeologo palmese Giacomo Caputo, ex Accademico dei Lincei, scopritore dell’insediamento preistorico della Grotta Zubbia, ex
Soprintendente negli anni trenta in Libia dove scopri’ gli insediamenti di stile romanico, che negli sessanta fu
Soprintendente a Firenze degli insediamenti dell’arte Etrusca e che amo’ la sua Palma sino alla fine dei suoi giorni avventura l’8 Settembre del 1982 a Firenze ma la cui salma è stata traslata al cimitero comunale nella antica tomba di famiglia.

pmCon l’occasione il sindaco Stefano Castellino ha deciso di anticipare al nostro giornale una importante novità. Nell’istituire Museo Civico archeologico sarà esposta la Triscele, rinvenuta nel corso di una campagna di scavi in un Santuario rupestre e che attualmente si trova conservata al Museo archeologico regionale San Nicola di Agrigento.

La Triscele è un antico simbolo da tre spinale intrecciate o per estensione. Risale al VI – VII secolo a.c. nel periodo della dominazione di Agatocle ed è realizzata con ceramica di produzione Geloa.

Un cimelio quindi di enorme importanza che arricchirà la struttura in cui il sindaco ha anche promesso che per alcuni mesi verranno esposte le tre statuette di legno votive chiamate Xoana, scoperte proprio in località Tomazzo nell’agro di Palma dall’allora giovane archeologo Giacomo Caputo.

Ma il primo cittadino ha inteso sottolineare che l’organizzazione sarà concordata con la Soprintendenza alle Antichità di Agrigento e non ha escluso il coinvolgimento nella scelta dei reperti con le dovute didascalie dell’altro grande
archeologo palmese e cioè Giuseppe Castellana che fu tra l’altro proprio il direttore del Museo Archeologico San Nicola di Agrigento.

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Approvato timbro al femminile: «A Catania la donna è “architetta”, equamente rappresentata dalla lingua italiana»

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ord«Una decisione che rispetta la libera scelta delle professioniste di essere identificate in quanto donne e che contrasta in maniera evidente il principio androcentrico che ha regolato per secoli la lingua italiana». Questo il commento della presidente della Fondazione degli Architetti di Catania Eleonora Bonanno, a seguito dell’iniziativa dell’Ordine della categoria etnea, che ha ufficialmente approvato il timbro professionale di genere, con la dicitura al femminile “architetta”.

Una visione meno sessista condivisa da istituzioni, enti e anche dall’Accademia della Crusca, per una parità che parta proprio dall’idioma: «L’uso al femminile dei mestieri – spiega Bonanno – era già stato visto in modo favorevole nel 1986 dalla Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna.

archE nella stessa direzione si è mossa l’Unesco nel 1994, invitando a un uso non sessista della lingua, per prendere coscienza che certe forme di linguaggio possono essere sentite come discriminatorie per le donne, perché tendono a nascondere la loro presenza o a farla apparire come eccezionale».

«Non si tratta di un obbligo, ma solo di una possibilità di scelta – sottolinea il presidente dell’Ordine etneo Sebastian Carlo Greco – chiara dimostrazione della nostra posizione in merito al dibattito sulla parità di genere e sul tema dell’inclusione, in una società dove spesso le minoranze vengono poste ai margini e dove i cliché sulla donna possono offuscare qualità e professionalità».

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A Messina vaccino senza puntura: è la prima città in Europa

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a-messina-primi-vaccini-senza-puntura-per-oms-10-ha-paura-di-agoMessina sarà la prima città d’Europa «ago free» nella somministrazione di vaccini anti Covid.

L’iniziativa, che si aggiunge e non sostituisce la classica somministrazione dei vaccini con siringa con ago, presentata ufficialmente nell’Hub Fiera di Messina.

Da domani sarà disponibile un nuovo apparato, il dispositivo medico Confort-In, già utilizzato per diabetici, malati di Sla, biopsie e interventi estetici, che permetterà di inoculare la dose con un getto ad alta velocità che sostituisce completamente l’utilizzo dell’ago, quindi la tradizionale puntura, e garantisce un totale assorbimento del vaccino per via intramuscolare.

E’ il frutto di un accordo tra il commissariato per l’emergenza Covid di Messina e la Gamastech, azienda del Catanese che è esclusivista in Europa per la sua commercializzazione. Il ‘Confort-In’ nasce in Corea, dove viene ancora prodotto, ma è stato ‘perfezionatò dall’azienda siciliana, in collaborazione con il Cnr polimeri e compositi di Catania, ed ha già ricevuto richieste per vaccinazioni anti Covid anche da altre regioni.

«Il dispositivo medico ‘Comfort-in’, certificato Ce – spiega all’ANSA l’amministratore delegato dalla Gamastech, Arturo Maravigna – è ideato per somministrazioni sub-cutanee o intramuscolari di sostanze medicamentose. La semplicità e l’assoluta sicurezza lo rendono ideale per ogni tipo di infusione con importanti vantaggi per il paziente, soprattutto per coloro che soffrono di agofobia».

me«Il ‘devicè – aggiunge utilizza il ‘nozzlè: una siringa senza ago, sterile e monouso, in grado di iniettare nel braccio il vaccino attraverso un microforo che proietta il farmaco nel corpo in meno di 100 millisecondi. Un tempo record se si pensa che un pilota di Formula Uno ha reazioni in 170 millisecondi e l’uomo generalmente in 220 millisecondi».

Oltre alla velocità e all’assenza di dolore c’è anche un altro vantaggio, secondo Maravigna: «la immediata dispersione del vaccino che si distribuisce in miliardi di ‘droplet’ migliorandone l’assorbimento».

Il costo di produzione è superiore rispetto a una siringa tradizionale, ma, osserva Maravigna, ci sono dei risparmi indiretti, come tempo e personale, nessun rischio di risarcimenti per punzioni accidentali e si evita di pagare lo smaltimento di ‘taglienti e pungentì.

“La tecnologia – spiega il commissario per l’emergenza Covid di Messina, Alberto Firenze – è già utilizzata in Usa, Australia e India e garantisce un totale assorbimento del vaccino per via intramuscolare. Il ‘devicè utilizza il ‘nozzlè in grado di iniettare nel braccio, senza l’uso di un ago, il vaccino attraverso un microforo di 0,15 millimetri. Le persone con agofobia finalmente potranno vaccinarsi».

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A Delia finanziati anche i parchi giochi inclusivi, ora parco Robinson sarà più ricco

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