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Archive for 27 giugno 2021

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Sondaggio sul governo Musumeci: il governatore in calo ma non c’è chi lo batte

Mario Barresi
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5aIl governo regionale è rimandato, se non addirittura bocciato, dai siciliani. Che hanno perso una parte della fiducia riposta nel 2017 in Nello Musumeci.

Ma il governatore prevarrebbe comunque, seppur in alcuni casi al fotofinish, contro tutti i potenziali sfidanti del centrosinistra, anche con Cateno De Luca (che drena fra il 13 e il 16% dei consensi) in campo come terzo incomodo, con Giancarlo Cancelleri e Claudio Fava a contendersi la leadership del centrosinistra.

È un quadro ancora molto fluido quello che viene fuori dal sondaggio di Keix per La Sicilia. A tre anni e mezzo dall’insediamento di Musumeci (che allo Spasimo di Palermo presenta il suo fatturato, nella prima tappa di un tour itinerante su “Il Governo della Regione”) abbiamo fatto un tagliando completo, provando a tracciare le coordinate dell’orizzonte politico siciliano.

Ci si aspetterebbe, per contrasto, un sentiment più positivo per l’attività delle opposizioni al governo regionale. Ma non è così: su una scala da 1 a 5, il voto sul livello di fiducia a chi non sta amministrando l’Isola è di 2,6, mentre il giudizio sull’operato è di 2,7%, con una valutazione che non si discosta molto da quella del governo regionale. 

«Il calo del consenso è fisiologico rispetto al momento delle elezioni – spiega Salvo Panarello, amministratore di Keix – perché è normale che dall’aggregazione del consenso all’operatività ci sia una curva calante, anche nel proprio elettorato». Il governatore incassa la sufficienza dal 27% dei siciliani, mentre l’11,6% si esprime con un “buono” e meno del 4% con “ottimo”.

Il presidente, comunque, incassa un livello di fiducia e di gradimento che restano superiori sia al governo nel suo complesso, sia alle forze d’opposizione.

Questi dati trovano soltanto in parte un riscontro nella propensione dei siciliani a rieleggerlo. Secondo Keix, infatti, il 44,8% si dice certo di non votarlo, mentre l’orientamento negativo è attestato al 19%. Ma c’è il bicchiere mezzo pieno: quasi il 23% (il 12% con certezza, l’11,7% probabilmente) oggi metterebbe una croce sul nome di Musumeci candidato, con un ulteriore 13,6% che “forse” lo farebbe pure. Un potenziale, seppur con diversi gradazioni di convinzione, di circa il 36%, di poco inferiore al 40% con cui vinse le Regionali del 2017.

Le sfide virtuali

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Ne abbiamo concepite di due tipi: i faccia a faccia fra l’uscente Musumeci e i candidati più accreditati del centrosinistra e le sfide con il terzo incomodo “Scateno”.

Ebbene, in tutte le simulazioni il governatore uscente resta l’uomo da battere. Col 28,1% vincerebbe contro Cancelleri (27,1%) nel frontale, ma anche con il sindaco di Messina in campo: 24,2% contro 21,1%, con De Luca al 13,8%. Attenzione: rispettivamente il 44,8% e il 40,9% non voterebbe nessuno dei due (o dei tre).

Stesso scenario se l’avversario fosse Fava. Musumeci lo batterebbe (28,5-25,4%) nella singolar tenzone, così come nella variante a tre: 23,6% a fronte del 21,1% del presidente dell’Antimafia, con De Luca al 14,6%.
1567586533197Più deludente la performance del candidato in teoria più prestigioso del Pd: l’ex ministro Peppe Provenzano (che, a onor del vero, è l’unico che non si è mai autocandidato, dicendosi anzi disinteressato alla corsa per le regionali) sarebbe addirittura superato da De Luca (16% contro 9,6%) in una competizione a tre in cui l’attuale governatore arriverebbe al 24,7; quasi il 50% che non voterebbe nessuna delle opzioni. Una percentuale che sale al 56,4% in caso di faccia a faccia fra Musumeci e Provenzano (finirebbe 29,4-14,2%).

Insomma, se partiti e schieramenti sono in cerca di un nome forte, bisogna cercarlo altrove. E, non essendoci un SuperMario siciliano su piazza, l’unica alternativa potrebbe essere la cosiddetta società civile. 

Il borsino dei partiti

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“I bambini non dimenticano mai le bugie sentite dai genitori.”

#Stephen_King

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 5,21-43

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1In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».
I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
2Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!».
E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».
Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.
Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

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