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Archive for 20 giugno 2021

Il no alla stabilizzazione Asu «E’ uno schiaffo ai lavoratori e alle loro famiglie»

Antonio Scavone (assessore regionale alle Lavoro)

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scav«E’ uno schiaffo ai lavoratori e alle loro famiglie.

«Nonostante l’Unione europea bacchetti l’Italia sul ricorso al precariato e la Sicilia si sia allineata al dettato comunitario con una norma voluta dal governo Musumeci e inserita nell’ultima Finanziaria che avrebbe messo fine ad un’odissea lunga 20 anni, quella degli Asu appunto, il governo nazionale ha pensato bene di impugnare la norma e impedire che 4571 lavoratori possano avere riconosciuti i loro diritti, per esempio un’aspettativa di pensione.

La norma, a totale carico finanziario della Regione – giova ricordarlo – era stata approvata da tutte le forze politiche con il fattivo contributo dei sindacati proprio perché sulla pelle dei lavoratori non ci devono e non ci possono essere schieramenti di parte.

precari“Sin dalla prima richiesta di controdeduzioni e in ogni tavolo tecnico a cui abbiamo partecipato  ho sempre manifestato, laddove fosse stato ritenuto necessario per la stabilizzazione di questi lavoratori, l’impegno del governo regionale a correggere eventuali contenuti della norma. Non mi sarei mai aspettato un epilogo del genere».

“Ovviamente non ci rassegniamo. Già per lunedì prossimo ho convocato il tavolo permanente sulle problematiche Asu dove insieme alle forze sindacali stabiliremo un percorso da seguire per permettere a questi 4571 lavoratori di raggiungere la dovuta stabilizzazione.

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Angelina, la “bella addormentata di Catania”

anIn una monumentale cappella gentilizia del cimitero di Catania, riposa il corpo imbalsamato di Angelina, una giovanissima e benestante donna della città.

Una storia risalente al 1911, quando l’infelice diciannovenne si toglie la vita gettandosi nel vuoto dalla torre del castello di Leucatia.

Angelina compie diciotto anni

La fanciulla apparteneva ad una facoltosa famiglia catanese, la famiglia Mioccio. Figlia prediletta di un ricco imprenditore che al compimento del diciottesimo anno di età, come da consuetudine decide a chi prometterla in sposa, non curante del suo volere e dei suoi sentimenti. Sceglie l’amico avvocato, molto più grande di lei che aveva incontrato per caso una sola volta e che non aveva suscitato il suo interesse.

…”Romeo e Giulietta” di Sicilia

La ragazza da tempo nutriva dei sentimenti per un lontano cugino di diversa estrazione sociale. Il giovane contraccambiava i sentimenti, benchè non avesse mai trovato il coraggio di dichiararlo al padre per cui oltretutto lavorava.

La giovane amareggiata e stizzita per l’infelice destino che il padre aveva scelto per lei, ricorre da Alfio. L’innamorato per non perdere il lavoro e la sicurezza economica consolidata, non si ribella e rifiuta con determinazione l’amata.

Angelina doppiamente delusa dai due uomini più importanti della sua vita, non regge il colpo. Ormai affranta dal dolore e disinteressata alla vita, decide di farla finita.

caaAngelina si toglie la vita

Si lascia cadere nel vuoto, dalla torre del Castello di Leucatia. Proprio da quella struttura che il padre stava facendo costruire come dono di nozze e dimora della futura coppia.

Il destino avverso non l’abbandona nemmeno dopo la morte, rimarrà per sempre imprigionata sull’altare sacrificale di una società patriarcale a cui non si sfugge.

Rimarrà imprigionata nel proprio corpo. Il padre decide di farla imbalsamare per esibire in eterno la sua meritevole bellezza. Con la condanna arriva anche la beffa, quasi a castigarla per essersi ribellata al suo volere. Il padre sceglie come capo mortuario, l’abito da sposa.

La sua nuova dimora non sarà più il castello, ma una monumentale cappella gentilizia all’interno del cimitero catanese. Il corpo, esposto dietro una teca di vetro trasparente.

Anche Alfio pagherà a vita per la sua debolezza, i rimorsi ed il rimpianto non gli permetteranno di costruirsi una famiglia, rimarrà solo per il resto della vita.

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 4,35-41

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86e03f3de4013c93abe38899fe0a6f1aIn quel medesimo giorno, verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva».
E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena.
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?».
Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

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