MONTEDORO
NUOVO INTERVENTO DELL’EX SINDACO MESSANA
«Ho denunciato per salvare il patrimonio culturale»
Carmelo Locurto
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Renzo Bufalino

Federico Messana ex sindaco Montedoro
«In casi come questo, bisognerebbe far parlare le fotografie, perché con le parole è facile mistificare la realtà. I musei, la biblioteca, gli archivi, l’osservatorio e tante altre cose sono, purtroppo, in condizioni più che penose: da tre anni non vi si fanno le manutenzioni e le pulizie più elementari». Così Federico Messana sulla questione legata alla pulizia delle strutture comunali. Pulizia che il sindaco ha detto di aver anche fatto personalmente.
L’ex sindaco, tuttavia, non le manda a dire: «Se ho deciso di rendere pubbliche le mie preoccupazioni è perché questa è, forse, l’unica via per salvare dall’incuria un piccolo patrimonio turistico – culturale accumulato in tanti anni di sacrifici; avrei evitato di intervenire pubblicamente, ma il sindaco, purtroppo, parla soltanto attraverso i social: in tre anni non c’è stata una sola occasione per un pubblico confronto, neppure ristrettissimo, tra le 7 –8 persone che di più si sono spese per l’elezione di questa Amministrazione».
Sulla situazione finanziaria, Messana ha rilevato: «Montedoro non è né in dissesto né in pre dissesto, e vanta crediti – esigibili – per centinaia di migliaia di euro ed un patrimonio immobiliare (alloggi, terreni) –alienabile – di enorme valore; purtroppo, anche su questo versante, l’inerzia del sindaco è stata ed è inqualificabile».
Sui lavori, Messana ha ribadito: «Spiace constatare che sul problema più spinoso, cioè il modo pedestre e discutibile, con cui si stanno realizzando i lavori di messa in sicurezza del paese (3,5 milioni di euro), il sindaco continui a sorvolare e a non rispondere alle mie richieste di chiarimento, quasi si trattasse di inezie e non dell’impiego di denaro pubblico; e per ultimo non finga il sindaco di non sapere che l’ex sindaco non è del tutto estraneo ai finanziamenti della strada Montedoro – Serradifalco e del teatro».
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MUSSOMELI
Oggi la consegna dei buoni spesa nel ricordo di Vincenzo Ricotta
Roberto MIstretta
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“Sorridere si può” e l’associazione ViVi non smette di dimostrarlo con le sue iniziative di solidarietà, pensando generosamente ai tanti che appunto hanno bisogno di un sorriso. Anche quest’anno, l’associazione coglie l’occasione per riproporre un progetto generoso a cui tiene tanto, ormai divenuto un appuntamento. Oggi, ricorrenza del Corpus Domini, celebrata nella chiesa Madre, festa particolarmente sentita da Vincenzo Ricotta, giovanissimo ingegnere precocemente scomparso, l’associazione assegnerà, come di consueto, dei buoni da spendere per beni necessari e importanti, come libri di testo per la scuola o beni alimentari.
«Destinatari dei buoni – dicono gli organizzatori – saranno alcuni ragazzi individuati dall’associazione in seguito ad una scrupolosa e oculata osservazione del tessuto socio-economico del paese. L’impegno della nostra associazione continua senza sosta, animato dalla convinzione che anche in momenti difficili, anche lì dove regnano difficoltà e avversità».
L’associazione ViVi si costituì nel 2014 in memoria di Vincenzo Ricotta, e poggia le sue fondamenta su una realtà solida, quella della parrocchia Madrice. In quel quartiere, in quella chiesa infatti sono cresciuti insieme un gruppo di amici, solidificando dei rapporti duraturi che, seppure la morte spezza, tramandano la consapevolezza che far felici gli altri è un dono. Forte l’incoraggiamento dell’arciprete, don Pietro Genco, che mise a disposizione il salone della parrocchia come sede dell’associazione, e altrettanto forte il sostegno di chi crede tanto in questo progetto. «L’esperienza umana -dicono i fondatori – ci insegna quanto sia importante avere vicino a noi delle persone con le quali possiamo instaurare veri rapporti di stima e di affetto incondizionato. L’amico si sceglie e l’amicizia è una scelta deliberata che si sviluppa decidendo di dedicarvi tempo ed energie, è proprio questo che rende questa relazione così intensa e speciale. Ed è in nome di un’amicizia speciale nei confronti di una persona speciale volata in cielo troppo
presto, Vincenzo Ricotta, che alcuni suoi amici hanno fondato questa associazione che ha lo scopo di aiutare gli anziani, i bambini, gli ultimi e comunque i più bisognosi a trovare un sorriso e un sostegno in chi vuole seguire
l’esempio di Vincenzo che era sempre pronto a spendersi per gli altri».
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SERRADIFALCO
Il “grazie” dalla Tanzania a don Randazzo per alcune vite salvate grazie ai farmaci inviati
Carmelo Locurto
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Il ponte di solidarietà tra la comunità locale e la Tanzania sta permettendo di salvare tante vite umane con l’invio di farmaci per combattere il Covid, e così il vescovo di Mbulu Antony Lagwen ha deciso di ringraziare don Salvatore Randazzo per tutto quello che sta facendo per questa nobile causa.
«Padre Salvatore, sono stato molto felice di ricevere il tuo messaggio. In particolare, il tuo interessamento a sostenere il nostro ospedale di Bashnet; possa il nostro Buon Dio benedire la vostra associazione e il progetto che avete per il nostro ospedale”».
Don Salvatore Randazzo s’è detto felice di tutto questo. E’ stato proprio lui, tramite le due farmacie cittadine e con l’associazione “Don Pino Puglisi Onlus”, a promuovere la raccolta di “Desametasone” per Covid in flaconi da 4 e 8 mg.
Si tratta di un farmaco che a Serradifalco, come nel resto d’Italia, è facilmente reperibile, ma che in Tanzania è praticamente introvabile.
Da qui l’idea di don Salvatore Randazzo di costruire questo ponte di solidarietà che sta facendo registrare risultati oltremodo significativi.
«Le parole del vescovo di Mbulu sono per me uno stimolo a fare di più e meglio; certamente questa iniziativa sta consentendo di salvare tante vite umane con un gesto, quello di donare agli altri, che resta fondamentale per costruire una società a misura di uomo».
Don Salvatore Randazzo ha infine ribadito: «Si sta creando un vero e proprio gemellaggio tra Serradifalco e la Tanzania, e questa è una cosa bellissima, ma non va dimenticato l’operato dei volontari dell’associazione “Don Pino Puglisi onlus”, ma anche dei tanti cittadini serradifalchesi che, in maniera generosa e gratuita, contribuiscono a salvare vite umane, e infine alle due farmacie cittadine che si stanno spendendo lodevolmente anche loro per questa nobile iniziativa».
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