Mafia, al processo Grande Vallone tre condanne (e un assolto) in Appello
Vincenzo Pane
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Riduzione di pena su due condanne per associazione mafiosa con la conferma di una condanna per truffa e un’assoluzione per favoreggiamento, ma in appello non cambia molto rispetto al primo grado sulla vicenda venuta a galla con il blitz dei Carabinieri «Grande Vallone» dell’aprile 2011, che fece luce sull’attività di cosa nostra a Campofranco e nel resto del Vallone.
Il giudizio di secondo grado si è infatti chiuso con tre condanne ed un’assoluzione con la prima sezione penale della Corte d’Appello (presidente Sergio Nicastro, consiglieri Miriam D’Amore e Giovanni Tomaselli), che ha inflitto 8 anni a Salvatore Termini detto “Caterino” (81 anni, di Campofranco) e 5 anni a Cosimo Caltabellotta (73 anni, campofranchese e titolare del motel La Fazenda in cui sarebbero stati ospitati latitanti e sospetta sede di diversi summit di mafia. L’accusa per entrambi è di essere componenti della cosca mafiosa di Campofranco. I giudici hanno inoltre confermato la pena di 1 anno e 3 mesi per truffa ad Edmondo Belardo (51 anni, di Siracusa), accusato di avere taroccato, in quanto non sarebbe stata collegata ai Monopoli di Stato, una macchinetta videopoker installata nel locale di uno degli indagati coinvolti nel blitz Grande Vallone.
Confermata invece l’assoluzione di Gianluca Modica (42 anni, di Campofranco) dall’accusa di favoreggiamento al cugino Giuseppe Modica (condannato per mafia che ha scelto il rito abbreviato ed è stato giudicato separatamente con altri imputati). Secondo l’accusa Modica avrebbe aiutato il cugino a trovare una microspia piazzata dai Carabinieri, durante le indagini, nell’impresa edile dello stesso Giuseppe Modica. Ma in questo caso la Corte ha accolto la tesi degli avvocati difensori Emanuele Limuti e Giovanni Castronovo, i quali, nel chiedere l’assoluzione dell’imputato, hanno sottolineato che era stato Giuseppe Modica a mostrare al cugino la microspia e che il loro assistito non aveva alcuno strumento per individuarla. Il sostituto procuratore generale Fernando Asaro aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, con cui Termini era stato condannato a 12 anni e Caltabellotta a 7 anni, oltre a quella relativa alla pena di Belardo. Per Modica l’accusa aveva chiesto la condanna a 4 anni. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati difensori Giuseppe Dacquì, Davide Schillaci e Antonio Lo Iacono.
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