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Archive for 29 novembre 2014

3.66o euro alla Monte dei Paschi di Milena per servizio di tesoreria anno 2014

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DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE SERVIZI FINANZIARI DELL’UNIONE N. 22 REG.GEN. DEL 24.11.2014

Nel Comune di Serradifalco, sede dell’Unione Terre di Collina, nel Palazzo Municipale, il Responsabile del Servizio Finanziario dott. Elio Angelo Cirrito liquida la somma di € 3.660,00 in favore dell’Istituto di Credito Monte dei Paschi di Siena, Agenzia di Milena, tesoriere dell’Unione, dietro presentazione della fattura n. 1/09584/FL del 05.09.2014.

monte-paschiIl 05.08.2010 la Giunta dell’Unione di cui è presidente il sindaco di Milena aveva accettato l’offerta dell’Istituto di Credito Monte dei Paschi di Siena, Agenzia di Milena per l’espletamento del servizio di tesoreria dell’Unione fino al 31.12.2014, per un compenso annuo di € 3.000,00, oltre alle spese postali, bolli e/o altri oneri non previsti in convenzione.

La convenzione fu stipulata il 6.12.2010. Praticamente la Monte dei Paschi di Milena ha svolto il servizio di tesoreria per 3.66o euro per i 5 comuni che compongono l’Unione Terre di Collina.

I tempi cambiano, una volta le banche non facevano pagare il servizio di tesoreria e – sia chiaro – non è che ci perdevano.

A confronto riportiamo quanto successo recentemente nel penultimo Consiglio comunale di Milena in cui è stata approvata una delibera con cui si stanziavano 6.000 euro annui in favore di quella banca (probabilmente locale) che si assicurerà il servizio di tesoreria. Ricordiamo che la stessa Monte dei Paschi agenzia di Milena fino al 31/12/2014 il servizio lo fa “gratis”.

reL’opposizione si era battuta perché riteneva esagerato l’importo che sarebbe pesato sui cittadini già tartassati dalla Tari. La maggioranza era “scesa” allora dai 10mila euro previsti nella proposta di deliberazione, a 6mila. Senza però convincere la minoranza che votava contro.

Come mai succedono queste cose?

Pagare per pagare, perchè non prevedere un servizio di tesoreria unico per tutti i comuni di Terre di Collina se così si potesse risparmiare sui costi?

Non sono tempi di vacche grasse lo sanno tutti. Tranne le banche le quali “a muso duro” invece di venire incontro ai comuni notoriamente in difficoltà economiche, praticamente “con i soldi contati”, pretendono migliaia di euro quando prima non si facevano pagare il servizio di tesoreria.

Devono sempre e comunque prevalere i Re di Denari anche quando denari non ne circolano più tanti?

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Una pagina di storia siciliana: 120 anni fa il massacro dei Fasci siciliani. Lo Stato d’assedio in provincia di Caltanissetta

Filippo Falcone
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Filippo Falcone

Filippo Falcone

Paradossalmente, la classe di governo espressione di questa terra, invece di fare gli interessi dei suoi territori e della sua gente, da sempre, storicamente, vi è stata spesso ostile; quando non proprio nemica. E’ quello che si verificò anche nella tragica pagina di storia del massacro dei Fasci siciliani dei lavoratori, che quest’anno ricorda il suo 120° anniversario.

Dopo l’intensificarsi, tra il 1892-93, delle agitazioni dei Fasci dei lavoratori in Sicilia, nel gennaio 1894, – sotto l’appena insediato governo del riberese Francesco Crispi – veniva proclamato lo Stato d’assedio, con incarico al gen. Morra di Lavriano di sedare ogni rivolta nell’isola e dare corso agli arresti dei capi del movimento in tutte le province. Dal provvedimento veniva ovviamente coinvolta anche la provincia di Caltanissetta, dove numerosi erano i focolai. Tra i primi paesi ad essere colpiti Butera e Santa Caterina Villarmosa, dove particolarmente presente era il movimento. In molti comuni la gente continuava a manifestare per le vie, chiedendo l’abbassamento delle tasse al grido, addirittura, di “Viva il re!”. Era il segno che si trattava di manifestazioni pacifiche e non violente; come volevano invece far credere taluni settori conservatori dell’isola. Manifestazioni si registravano, nei primissimi giorni di gennaio, a Resuttano e Vallelunga, mentre l’on. Napoleone Colajanni cercava di invitare tutti alla calma, inviando telegrammi ai maggiori dirigenti del movimento. Ma, nei giorni successivi, gli eventi, purtroppo, sarebbero precipitati e sfociati, in molti casi, nel sangue.

La Rivolta delle Donne /Salvatore Magro

La Rivolta delle Donne /Salvatore Magro

Gravi fatti si erano verificati a Milocca (odierna Milena), con la rivolta delle donne, per fortuna senza vittime – e, soprattutto, a Santa Caterina Villarmosa, con il tragico epilogo della morte, sotto le armi delle truppe regie, di 13 manifestanti; mentre nell’isola continuavano a giungere soldati. Altri massacri avvenivano in vari paesi della Sicilia: Caltavuturo, Giardinello, Marineo ecc. dove inermi manifestanti cadevano sotto il piombo delle truppe del regio esercito.

Nella fase immediatamente precedente, mentre Crispi prendeva il posto di Giolitti alla guida del governo, aveva offerto proprio al Colajanni il ministero dell’agricoltura, che questi però, fedele alle sue idee repubblicane, aveva rifiutato per non far parte di un esecutivo monarchico. Tuttavia, forte di quella richiesta – che era pur sempre un’attestazione di stima – Crispi lo aveva chiamato a colloquio, puntando su di lui per un compromesso pacifico tra capi del movimento dei fascianti e autorità.

Napoleone Colajanni

Napoleone Colajanni

Colajanni si convinceva della buona fede del neo presidente del consiglio ed accettava la missione. D’altronde, aveva pensato, con Crispi in fondo, vi erano anche degli elementi in comune: entrambi erano siciliani, ed entrambi provenivano dalla stessa tradizione repubblicana e garibaldina. Ma, proprio su quelle sue convinzioni il Colajanni, da lì a poco, si sarebbe sentito tradito dal Crispi. Quest’ultimo, infatti, repentinamente, aveva decretato lo Stato d’assedio in Sicilia, senza che il primo avesse neanche il tempo di compiere la sua azione mediatrice.

Su ordine governativo partivano per la Sicilia ben 500mila soldati, pronti a sparare sui manifestanti. L’on. Colajanni in seguito avrebbe resa pubblica tutta la sua indignazione nei confronti del riberese, in vari discorsi parlamentari, articoli di stampa e libri come Consule Crispi, parlando apertamente di “pugnalata alla democrazia”.

Paradossale circostanza che, mentre le truppe regie si preparavano alla sanguinaria repressione –  che si sarebbe conclusa con lo scioglimento definitivo dei Fasci – i manifestanti continuavano a percorrere, come riportavano univocamente gli inviati della stampa del tempo, le strade di paesi e città, con cortei pacifici, aperti dai ritratti dei sovrani e le immagini del Crocifisso ed aspettandosi non pallottole, ma seri provvedimenti governativi, come più volte aveva suggerito lo stesso Colajanni. Quegli atti, infatti, si rendevano necessari – in quella precisa fase – contro uno stato di profonda miseria delle popolazioni, che avevano confidato nell’opera energica e provvidenziale del conterraneo Crispi. D’altronde, non erano mancate manifestazioni in cui veniva gridato, oltre che “Viva il re!”, “Viva la regina!”, anche “Viva Ciccio Crispi!”.

 

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logo-associazione-de-gasperiL’Europa personalista di Papa Francesco

Rocco Gumina

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La recente visita di Papa Francesco al parlamento europeo di Strasburgo ci permette di cogliere la sua idea circa la vocazione e la missione nel mondo del vecchio continente.

Il vescovo di Roma ha proposto ai parlamentari un messaggio che intreccia temi come l’identità europea, la missione dei politici e il contributo che i cristiani possono dare ad una società plurale e complessa come quella dell’unione continentale. Da ciò, emerge il concetto personalista di Europa che Francesco traccia alla luce dalla consapevolezza della dignità e della trascendenza della persona umana. Infatti, la storia dell’Europa si è sempre articolata sia per un’apertura verso il trascendente sia per una grande attenzione alla concretezza storica. Tali dimensioni hanno delineato l’importanza dei diritti umani derivanti dall’unicità della persona non tanto come soggetto meramente economico bensì come protagonista di relazioni e possessore di una visione del futuro. Per Papa Bergoglio, dunque, il progetto dei padri fondatori dell’unione – radicato sulla filosofia greca, sul diritto romano e sull’universalismo cristiano – ha condotto al concetto di dignità umana la quale configura l’unica via di sviluppo.

papaeuOggi, secondo il vescovo di Roma, il progetto dei fondatori dell’Europa unita – come Adenauer, De Gasperi e Schuman – pare calpestato sia dalla ricerca esclusiva dell’interesse economico, sia dal fraintendimento individualista dei diritti. Si verrebbe così a delineare inevitabilmente l’immagine del nuovo cittadino-individuo europeo proteso solo alla ricerca della propria autonomia a scapito di ogni responsabilità sociale. Su tali temi, i banchi di prova sono raffigurati dalle questioni legate all’immigrazione, al lavoro e all’ambiente che se affrontante senza attenzione alla persona possono condurre alla perdita dello spirito umanistico delle radici culturali e sociali del continente. Per evitare questa deriva, a parere di Francesco occorre sia l’impegno dei politici – volto a prendersi cura della fragilità delle persone e dei popoli – sia quello dei vari soggetti della società plurale. Fra questi ci sono i cristiani che hanno il compito di rappresentare nel mondo ciò che è l’anima per il corpo, ovvero declinare pienamente l’apertura al trascendente nella concretezza storica. Quindi, solo nel rispetto del motto e della sostanza europea dell’unità nella diversità si può unificare una famiglia di popoli e di tradizioni in grado di valorizzare tutte le positività e di scartare ogni tentazione uniformante in senso economico e culturale.

gesLa riflessione a Strasburgo di Francesco sull’Europa personalista coincide con la pubblicazione del documento-traccia della CEI in preparazione al V Convegno Ecclesiale Nazionale intitolato “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

In tal modo, l’attenzione del vescovo di Roma e della chiesa italiana all’umano, prospetta un valido contributo ispiratore per ripensare la dimensione politica come ad una realtà attenta realmente ai bisogni della persona. Pertanto, nell’odierna società plurale e democratica, il contributo dei credenti impegnati nella produzione di cultura politica o nella rappresentanza dei cittadini, va indirizzato alla realizzazione di strutture sociali e istituzionali più eque e capaci di garantire la dignità, la libertà e la giustizia sociale.

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Spleen

Spleen

di Charles Baudelaire

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Quando, come un coperchio, il cielo pesa greve
Sull’anima gemente in preda a lunghi affanni,
E in un unico cerchio stringendo l’orizzonte
Riversa un giorno nero più triste dell notti;

Quando la terra cambia in un’umida cella,
Entro cui la Speranza va, come un pipistrello,
Sbattendo la sua timida ala contro i muri
E picchiando la testa sul fradicio soffitto;

Quando la pioggia stende le sue immense strisce
Imitando le sbarre di una vasta prigione,
E, muto e ripugnante, un popolo di ragni
Tende le proprie reti dentro i nostri cervelli;

Delle campane a un tratto esplodono con furia
Lanciando verso il cielo un urlo spaventoso,
Che fa pensare a spiriti erranti e senza patria
Che si mettano a gemere in maniera ostinata.

E lunghi funerali, senza tamburi o musica,
Sfilano lentamente nel cuore; la Speranza,
Vinta, piange, e l’Angoscia, dispotica ed atroce,
Infilza sul mio cranio la sua bandiera nera.

 

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Un’emergenza che non si attenua. Ancora lamentele ma nessun intervento

«Deiezioni di cani in molte strade»

FRANCO SPENA

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LaIPCL10142320141119CLSu un foglio di carta, un po’ sbiadito per le intemperie, attaccato al tronco di un albero sul marciapiede di fronte l’Istituto “Rapisardi” si legge: “Avviso. I signori cani sono pregati di comunicare a quei porci dei loro padroni che qui non gradiamo escrementi, di defecare davanti alla porta di casa loro. Se continuate fate di non farvi vedere…”
A parte la forma, alleggerita da un po’ di ironia, l’avviso è significativo perché mette il dito, come si suol dire, sulla piaga, una situazione di disagio che vivono in molti e che manifestano in vario modo nei riguardi di un fenomeno molto diffuso in città.
ca2Il problema è infatti abbastanza serio poiché, a ben vedere, molte strade e marciapiedi non solo del centro sono spesso costellati di deiezioni, dai corsi principali ad altre strade, al Largo Barile, tanto per fare un esempio, nel piazzale dal quale si accede al Museo Tripisciano a Palazzo Moncada. Quest’ultimo, in particolare, ricoperto di brecciolino, da questo punto di vista diviene un pericolo per i visitatori che si avventurano ad attraversarlo perché non si accorgono di ciò che lasciano i cani, specialmente la sera essendo tra l’altro poco illuminato. Spesso però capita in altre parti della città di calpestare escrementi di cani camminando sui marciapiedi e non solo.

ca3A parte la mancanza di senso dell’igiene e di rispetto nei riguardi del decoro della città, bisogna rivolgere ai proprietari il consiglio di portarli a passeggio, per fargli fare i bisogni, in altri luoghi non frequentati. Per questo motivo, accogliendo le lamentele di molti, da parte delle autorità competenti si rende necessario – come avviene altrove – un adeguato controllo, con l’obbligo rivolto ai proprietari di portare con sé il kit di sacchetti di plastica o altro. Senza dire che sono in tanti infatti, i negozianti che si lamentano per la presenza di deiezioni davanti ai loro esercizi.

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voto

Il politico è un “contenitore” di favori con “voto” a rendere?

 

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