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Archive for 20 novembre 2014

 grande valloneIl Pg chiede 4 condanne: «Va confermata la sentenza di primo grado»

Vincenzo Pane

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Campofranco. Sono da condannare tutti e quattro, per la Procura Generale nissena, gli imputati nel processo per l’operazione antimafia “Grande Vallone”. Niente passi indietro da parte del sostituto procuratore generale Fernando Asaro, che ieri ha chiesto alla seconda sezione penale della Corte d’Appello nissena (presidente Sergio Nicastro, consiglieri Miriam D’Amore e Giovanni Tomaselli) la conferma delle condanne per i campofranchesi Salvatore “Caterino” Termini (81 anni), Cosimo Caltabellotta (73 anni) ed Edmondo Belardo (51 anni, di Siracusa), più la pena di 4 anni per Gianluca Modica (42 anni), pure lui di Campofranco.
Operazione-grande-valloneTermini e Caltabellotta – quest’ultimo titolare del motel “La Fazenda” che avrebbe ospitato importanti summit di mafia – sono stati condannati in primo grado, nel giugno del 2013, dal tribunale collegiale rispettivamente a 12 ed a 7 anni per associazione mafiosa, in quanto ritenuti esponenti di spicco della famiglia mafiosa di Campofranco, mentre Belardo (1 anno e 3 mesi in primo grado) è accusato di truffa in quanto avrebbe installato in un locale pubblico di Campofranco una macchinetta videopoker con la scheda madre taroccata e non collegata ai Monopoli di Stato.
Gianluca Modica è invece stato assolto in primo grado dall’accusa di favoreggiamento in quanto avrebbe aiutato il cugino Giuseppe Modica (che ha scelto il giudizio abbreviato) a scoprire una microspia installata dai carabinieri, durante la fase di indagini, nell’azienda di quest’ultimo.
Alla ricostruzione del pg Asaro si è associato il legale di parte civile per la Provincia nissena e per l’Associazione dei Costruttori (Ance), chiedendo la condanna degli imputati ed il risarcimento danni.
Il mese prossimo sono previste due udienze per le conclusioni degli avvocati difensori Emanuele Limuti, Giuseppe Dacquì, Davide Schillaci, Walter Tesauro ed Ernesto Brivido. Poi i giudici entreranno in camera di consiglio.

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Un tetto da 3000 euro al mese!

imagesSKNAFR1L«Le pensioni? Massimo da 3mila euro al mese»

Angelo Morello*
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Secondo me, le pensioni erogate dallo Stato, non dovrebbero superare i tremila euro al mese.

Non ha senso darne di più.

In questo modo non avremmo più pensioni di fame.

* – Movimento laburista Siciliano

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aleajAlea iacta est!

Il dado è stato gettato!

(SVETONIO,

Vita di Cesare, 32)

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Motto proverbiale già presso gli antichi, che si ripete tuttora nell’intraprendere un’azione irrevocabile.

Secondo Svetonio l’avrebbe pronunciato Cesare al passaggio del fiume Rubicone; ma in alcune edizioni si legge nella forma imperativa “iacta alea esto” («si getti il dado»). Più comune la traduzione: “Il dado è tratto!”.

 

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Il Robin Hood della Sicilia

liliumjoker
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g1

Non è possibile parlare di Montelepre senza associarlo al nome di Salvatore Giuliano. La sua storia, svoltasi nel settennio 1943-1950, era già leggenda prima ancora della sua scomparsa. Migliaia di episodi lo avevano qualificato come: ” L’uomo che toglieva ai ricchi per dare ai poveri.”

Salvatore Giuliano nacque a Montelepre il 16/11/1922. Il padre, suo omonimo, costretto ad emigrare negli Stati Uniti, a piu riprese riuscì a comprare diversi pezzi di terra nei dintorni del paese. Infine rimpatriò per occuparsi della loro coltivazione. Il giovane Salvatore, finite le elementari, andò ad aiutare il padre. In verità avrebbe preferito il commercio, ma non si sottraeva al suo dovere anzi trovava il tempo per continuare gli studi. Spesso finito il lavoro, andava dal prete del paese o da un suo ex insegnante.

I generi di prima necessità diventarono sempre più rari. Il governo, per fronteggiare la crisi, dispose l’ammasso del grano. Tutti i contadini furono costretti a privarsi del raccolto ed a sopravvivere con le “famigerate tessere”. Nascondere il grano era reato, ma anche a nasconderlo non si poteva macinarlo perché i mulini erano sorvegliati. In questo contesto la maggioranza della popolazione era al limite della sopravvivenza. Nelle campagne dell’entroterra, qualche contadino era riuscito ad occultare parte del raccolto e Salvatore Giuliano aveva fabbricato un piccolo mulino. Ma la farina non bastava mai, perché egli la dava ai bisognosi. Nella famiglia Giuliano era il fratello maggiore che procurava il grano; ma, anche lui, venne richiamato in guerra.

Toccò a Salvatore Giuliano, poco più che ventenne, provvedere ai bisogni della famiglia.Inesperto del “modus operandi”, il 2 Settembre 1943, incappo` in una pattuglia composta da due guardie campestri e da due carabinieri. Furono inutili le preghiere e le spiegazioni. Venne accusato di contrabbando per due sacchi di grano di circa 40 Kg. ciascuno. Gli sequestrarono il mulo ed il grano. g3Intendevano arrestarlo per condurlo al “presidio americano”. Egli esibi` i suoi documenti e chiese di essere denunciato ma non arrestato. Gli sembrò che i militari si fossero convinti, quando avvistarono quattro muli stracarichi. Erano contrabbandieri “veri”. Il giovane Giuliano venne lasciato libero e da solo. Provò ad allontanarsi, ma i militari se ne accorsero e gli spararono sei colpi. Con due lo colpirono al fianco.

Al carabiniere Giuseppe Mancino venne ordinato di finirlo, nel caso fosse ancora vivo, ma egli, che aveva sentito, lo precedette e lo ferì gravemente con la pistola che teneva nascosta nello stivale. Il militare morì l’indomani a Palermo, mentre Salvatore Giuliano, dopo aver trascorso un mese tra la vita e la morte, guarì perfettamente e si rifugiò sulle colline intorno a Montelepre.
Il 24 Dicembre 1943, allo scopo di catturarlo, le autorita` disposero di circondare il paese con 800 carabinieri. Non vi riuscirono e per rappresaglia arrestarono 125 persone: tra queste suo padre. Un graduato lo picchiò a sangue. Salvatore Giuliano, dal suo nascondiglio, vide tutta la scena. La sua ira divenne incontenibile. Attaccò i convogli che attendevano in piazza. Un carabiniere morìì ed un altro rimase seriamente ferito. Gli diedero la caccia senza esclusione di colpi, senza pietà, ma egli riuscì sempre a scappare. g4
Le sue imprese divennero note a tutti i Siciliani. Esponenti del Movimento Indipendentista Siciliano (M.I.S.), a cui egli aveva aderito fin dall’Aprile 1943, lo cercarono. Nel Febbraio 1944 liberò otto monteleprini prigionieri nel carcere di Monreale; con essi formò il primo nucleo di guerriglieri.
Il 15 Maggio 1945 gli vennero offerti i gradi di colonnello ed il comando per la Sicilia Occidentale dell’ E.V.I.S., le brigate Partigiane Siciliane, chiamate “Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia”.
Dalla fine del 1945 egli diede il via alla guerra della Sicilia contro l’Italia. Compì una serie di attacchi alle caserme ed ingaggiò numerose battaglie in veste ufficiale, con tanto di divisa, di gradi e di bandiera. Le più` note sono quelle di Monte d’Oro – Calcerame e Monte Cuccio.
Il 2 Giugno 1946 si svolsero le elezioni per il referendum: monarchia-repubblica.
Vinse la Repubblica. Umberto II non era più Re d’italia.
Il 22 Giugno 1946 Palmiro Togliatti, Ministro di Grazia e Giustizia, fece approvare un decreto di amnistia ed indulto che cancellava reati comuni, politici e militari.
Quasi tutti gli uomini che avevano combattuto per l’ E.V.I.S. tornarono alle loro case. Ma il maresciallo Giuseppe Calandra, della Stazione dei Carabinieri di Montelepre, denunciò per reati comuni tutti coloro che erano a lui noti come appartenenti a Salvatore Giuliano.
Naturalmente non gli riuscì di arrestarli perché tornarono tutti in montagna.
Prima delle voto del 20 Aprile 1947, Salvatore Giuliano, che sosteneva Antonino Varvaro, candidato del M.I.S. Democratico Repubblicano, stipulò accordi con l’esponente del P.C.I. Girolamo Li Causi. Quest’ultimo avrebbe fatto votare per Varvaro tutti i comunisti indipendentisti, mentre Giuliano avrebbe sostenuto le spese elettorali. Cosa che effettivamente fece.
portella deMa Li Causi non mantenne l’impegno; il candidato non venne eletto e ciò scatenò il risentimento di Salvatore Giuliano.
Era sua ferma intenzione di sbugiardarlo davanti a tutti in occasione della festa del 1 Maggio 1947 a Portella delle Ginestre. Il piano di azione prevedeva una sparatoria in aria per catturare l’oratore e poi farlo giudicare dai convenuti. Purtroppo non poté prevedere che tra i suoi uomini vi fossero degli infiltrati della polizia e della mafia. L’ispettore Messana, avvertito dal suo confidente Salvatore Ferreri, avvertì Li Causi di non andare a Portella.
Giuseppe Passatempo, allo scopo di far ricadere la colpa su Salvatore Giuliano, si mise d’accordo con i mafiosi della zona, che, nascosti a pochi metri dalle persone, anziché sparare in aria spararono sulla folla, uccidendo 11 persone e ferendone 27.

Era evidentissimo che il delitto era anomalo. In nettissimo contrasto con gli ideali di un uomo che aveva lottato con il popolo e per il popolo. Ma questo orrendo delitto, di cui egli non fu responsabile, gli venne addebitato nonostante le sue innumerevoli giustificazioni. Per circa mezzo secolo la responsabilità venne attribuita a Giuliano ed ai suoi uomini. Recentemente, analizzando le perizie balistiche, i verbali di sopralluogo, le perizie necroscopiche, si è scoperto che i colpi che fecero le 11 vittime furono sparati dal basso, con armi beretta calibro 9, modello Thompson, che né Giuliano, né i suoi uomini, avevano in dotazione.

Prima delle elezioni del 18 Aprile 1948, Salvatore Giuliano venne contattato da esponenti politici di tutti gli schieramenti.
Per coerenza con i suoi ideali, avrebbe voluto appoggiare i partiti di sinistra. Poiché questi ultimi, dopo Portella delle Ginestre, gridavano al crocefigge contro di lui, decise di appoggiare gli esponenti della D.C. – Gli promisero un’amnistia di cui avrebbero beneficiato i suoi uomini.

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Zaccaria (46 anni) trascina il Montedoro

Gandolfo Maria Pepe

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Enzo Zaccaria (Montedoro)

Enzo Zaccaria (Montedoro)

Il pubblico è il grande vincitore di questo inizio campionato in Terza categoria, più di 800 spettatori presenti sui 5 campi in cui si giocava. Tornando al fattore tecnico, la grande favorita Sommatinese di Lorenzo Ferrante e di mister Michele Salerno non ha lasciato scampo al Città di Niscemi di Salvatore Sammartino, composta tutta dai volontari di protezione civile dell’Anfas. Buona partenza anche per la Sicilianamente del presidente-portiere Angelo Bufalino e di mister Miceli a cui è bastato un rigore per battere il Villahermosa di Mimmo Martina. Buone partenze anche per il Riesi di Davide Schittino e il Marianopoli di Salvatore Brigida, rispettivamente 2 a 0 e 4-0 contro l’esordiente Olimpica San Cataldo di Luigi Schifano e il Giovani Acquaviva di Pietro Favata. Pareggio tra Amatori Gela e Pro Nissa, primo tempo di marca ospite concluso sullo 0 a 2 e ripresa dei locali.
Curiosità e protagonisti: 15 gol realizzati nella prima giornata, 4 vittorie casalinghe e 1 pareggio, una media di 3 a partita, 3 rigori concessi e tutti e tre trasformati, da Krasnic del Riesi, Sammarco della Sommatinese e Zaccaria della Sicilianamente. Tre i portieri che non hanno subito gol, Bellavia del Marianopoli, Siciliano del Riesi e l’eterno Bufalino, classe 1971, della Sicilianamente, uno dei migliori portieri del campionato. Un solo espulso Misuraca del Giovani Acquaviva. Il protagonista assoluto di giornata è stato Enzo Zaccaria, 46 anni e non sentirli, l’attaccante della Sicilianamente, protagonista degli ultimi anni si dimostra un cecchino infallibile, suo il primo timbro stagionale, dopo la semifinale play off persa l’anno scorso a Montedoro quest’anno vogliono raggiungere la Seconda categoria, sfuggita per un pelo diverse volte negli ultimi anni. L’altro grande protagonista di giornata Salvatore Romano del Marianopoli, in panchina nei primi 45′ minuti, ha fatto la differenza nel secondo tempo, 2 gol, uno straordinario con un tiro alla “Del Piero” e un assist.
Classifica marcatori: Romano 2 (Marianopoli).
Squadra della settimana: Bellavia (Mar), Altovino (Riesi), Calamera (Sic), Cigna (Som), Alabiso (Riesi), Capostagno (Riesi), Sanfilippo (Som), Pistone (P. Nissa) Romano (Mar), Zaccaria (Sic), Chiaramonte (Som). All. Michele Salerno (Som).

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Occhio all’albero

albero

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La «Banca dei ragazzi» in 12 anni ha raccolto ben 100mila euro

Rino Pitanza

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bdrSutera. E’ cominciato a Sutera il dodicesimo anno della “Banca dei Ragazzi” che espleta i suoi compiti nei locali scolastici “Sen. Mormino” di Sutera facente parte dell’Istituto Comprensivo “Paolo Emiliani Giudici” di Mussomeli. I piccoli clienti-studenti, pieni di entusiasmo e con in mano libretto bancario e distinta, si sono presentati davanti allo sportello bancario per depositare i loro risparmi e ansiosi di vedersi accreditare sul proprio conto gli interessi maturati al 31 ottobre 2014.
La banca è aperta un giorno a settimana per un’ora, durante la quale tutti i piccoli risparmiatori, dalla materna alle medie, possono depositare le loro somme su un libretto a risparmio stampato dalla scuola con il logo della banca. Ad oggi sono stati aperti 305 libretti di deposito per una somma raccolta che supera i 100.000 euro. A malincuore gli alunni della terza media hanno chiuso il proprio conto perché hanno terminato il ciclo di studi.
Il ruolo degli impiegati è espletato da un gruppo di bambini adeguatamente preparati a svolgere le mansioni di direttore, vicedirettore e cassiere. Alla fine della giornata tutto il denaro versato nei libretti dei bambini, viene depositato dal piccolo direttore su un libretto a risparmio vero, acceso presso la filiale di Campofranco della Banca di credito cooperativo “Toniolo” di Campofranco.
Il progetto – afferma l’insegnante-tutor Pino Landro – ha una forte ricaduta in termini educativi e didattici, e consente ai bambini di acquisire abilità nel calcolo di interessi e percentuali, nel compilare la modulistica specifica, nello stilare i verbali ed educa alla partecipazione democratica, all’assunzione di responsabilità personali e collegiali e allo sviluppo della capacità relazionale e trasmette agli alunni anche quei valori di solidarietà e di altruismo che aiutano a crescere. Nel corso di ogni anno finanziario, infatti, la “Banca dei Ragazzi” organizza una raccolta di fondi a sostegno dei popoli bisognosi e sostenere Adner Samir, un bambino di 8 anni, che vive assieme ai genitori, cinque sorelle e cinque fratelli in Nicaragua, dove frequenta la scuola primaria. Debbo dire grazie – conclude Pino Landro – a tutti gli alunni, ai colleghi che credono nei valori educativi e sociali del progetto e al dirigente scolastico Mario Barba».

DSCN2051MUSSOMELI –Nata a Sutera 10 anni fa, l’iniziativa progettuale scolastica dell’Istituto Comprensivo “P. E. Giudici”, di cui è dirigente scolastico il prof. Mario Barba, ha preso corpo anche a Mussomeli, nel Viale Peppe Sorce: la Banca dei Ragazzi con tanto di direttore ed anche il cassiere. Un progetto finalizzato alla valorizzazione del risparmio.

“Risparmiare oggi per realizzare domani”, è stato sottolineato. Una vera e propria educazione al risparmio, ritenuta assai efficace, in quanto i destinatari sebbene piccoli faranno presto ad apprendere e sviluppare il progetto di microeconomia, appositamente studiato per loro. Un evento ritenuto importante per la scuola, che ha registrato, anche, la presenza di S. E. il Prefetto di Caltanissetta dott. Carmine Valente. Certamente non poteva mancare il sindaco di Mussomeli Salvatore Calà, il presidente ed il direttore della Banca di Credito Cooperativo San Giuseppe, rispettivamente il geom. Michele Mingoia ed il dott. Carmelo Cordaro. Presente anche il direttore della Federazione regionale delle BCC siciliane il dott. Nicola Culicchia. Presenti le autorità civili, militari e religiose, docenti e famiglie e tutti gli alunni dei due Plessi, quello di Viale Peppe Sorce e l’altro di Via Pola.

Una palestra scolastica piena che ha radunato tanta gente per un evento assai apprezzato.

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Zaffuto non sta muto

E i Cinque Stelle nisseni stanno a guardare

Angelo Zaffuto

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zaffutoSono trascorse oltre due settimane dalla sera del 3 Novembre scorso quando, una ristretta parte del meetup di Caltanissetta, capitanata dai portavoce eletti, ha discusso e votato la mia espulsione senza che il punto fosse inserito, preventivamente, nell’ordine del giorno ed, oltretutto, in mia assenza.
Da quel giorno c’è stato solo l’annuncio di un comunicato stampa, da parte dell’Onorevole Giancarlo Cancelleri, annuncio rimasto, ad oggi, solo un buon proposito e nulla più. All’interno del gruppo, però, qualcuno si è preso la bega di verbalizzare il tutto e, come da prassi, ha poi allegato il verbale alla piattaforma meetup dove ognuno può scaricarlo e leggerlo, basta fare una semplice iscrizione.
Se invece, e vi capisco, non vi va di iscrivervi e volete, comunque, leggere come sono andate le cose, potete andare sul mio blog personale, all’indirizzo http://www.polemicaepolemiche.it/ e leggere il documento integralmente riportato nel post dal titolo “Un motivo”. Qui vi riporto quello che è, a mio avviso, il passaggio più significativo e grave nel momento in cui, uno dei presenti, ha uno sfogo. Riporto testualmente: “perdendo la pazienza, sbotta che lui non sta con nessuno, che gli dà molto fastidio l’idea che ci siano “parti” all’interno del movimento e che, comunque , lui ha sempre ragionato con la propria testa, per cui non si lascerà condizionare dalle sollecitazioni che ha avuto, anche nei giorni precedenti, per prendere una posizione. Aggiunge anche che non ritiene accettabile che chi non si schiera venga emarginato dal gruppo.”.
Questa affermazione che, ribadisco, non è mia ma è riportata, testualmente, dal verbale originale, dice, in maniera inequivocabile (anche perché nessuno a seguire smentisce) che la mia estromissione dal meetup è stata organizzata nei giorni precedenti. Adesso si comprende molto facilmente il motivo per cui, dopo due settimane, il “movimento 5 stelle Caltanissetta” non riesca a mettere insieme uno straccio di comunicato stampa; evidentemente non ha alcuna motivazione plausibile per smentire quello che, ormai, è fin troppo chiaro: la mia espulsione è stata premeditata. “V” come Vergogna.

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